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Lettera pubblicata il 23 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Aveline.
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D’accordo colam’s, scuse accettate…anche pechè mi hai fatto ridere con il tuo motto! P.S. E da milanista grazie per domenica scorsa…Zeman un mito, ma magari tu sei un “aquilotto”???
Ciao
Haah no sono a-tifoso, ma mi piace la Nazionale e il bel calcio, alla Prandelli o alla Zeman appunto 😉 oppure quando il Milan vince le coppe europee (doppietta di Inzaghi..)
Ciao! Ho trovato questa tua lettera proprio perché ero alla ricerca d’informazioni su questo genere di situazioni. Capisco ciò che avverti, perché lo sento anch’io, che sono stata attratta da uomini maturi e continuo ad essere attratta da uno che ha circa 27 anni più di me. Eppure mi sono dovuta arrendere a questo fatto perché, benché mi accorga che non potrà portare ad altro che a sofferenze e a niente di concreto, c’è qualcosa di lui che mi piace e mi piacerà sempre (così come lui continuerà sempre a provarci con me e a mostrarmi il suo interese). Eppure, ho avuto ovviamente solo storie con ragazzi della mia età o con la differenza usuale, circa uno o due anni in più (noi maturiamo molto prima, non è solo un luogo comune, quindi è spesso inevitabile e necessario che lui sia poco più grande), e in particolare una di esse (la mia prima storia importante, anche se breve), quest’esate, piovuta dal cielo proprio mentre ero ancora una volta presa dal flirt con quest’uomo che conosco da quasi dieci anni, mi ha dissuaso. Credevo come te di non poter mai trovare in un ragazzo giovane quanto me quel “quid” che lo rendeva irresistibile e affascinante ai miei occhi, che nessuno mi sarebbe mai piaciuto quanto quell’uomo. Invece mi sbagliavo. Grazie a lui ho capito che, foortunatamente, non è e non sarà mai così: mi possono piacere uomini maturi ma anche ragazzi. Basta solo che trovi quelli che hanno caratteristiche caratteriali, attegiamenti e modi di fare che amo trovare in un uomo, giovane o maturo che sia. In effetti, facendo il confronto tra loro non è stato per niente difficile individuare molti tratti in comune. Adesso, essendo riemerso il “problema” che ho con quest’uomo (a cui fondamentalmente voglio molto bene, è bene precisare, e che però poi trovo anche molto attraente fisicamente), cercavo su internet interpretazioni e pareri professionali su questo tipo di “fenomeno”, se così si può chiamare, e ho trovato un articolo molto molto interessante e in cui, ahimé, ho rintracciato verità. Ti consiglio vivamente di leggerlo e di riflettere sulla corrispondenza che eventualmente potrai riscontrare tra la tua reltà e quella descritta in esso. L’indirizzo è questo http://www.caffenews.it/avanguardie/20639/perche-le-ragazze-si-innamorano-degli-uomini-maturi-ne-parliamo-con-paola-gelsomino/ spero di esserti stata d’aiuto. Ciao!!
Mah se mi consenti Roberta personalmente ritengo che questa sociologa tratti la questione attraverso delle categorie un attimino troppo rigide ,sopratutto insospettisce questa assurda pretesa di dettare modelli comportamentali pretendendo di erigersi a giudice di cio’ che dovrebbe essere secondo lei bene o male fare. Ogni essere vivente e’ libero di esprimersi senza condizionamenti secondo la propria natura essa insindacabile finche’ la stessa non sconfini nell’abberrazione o nel malvagio assoluto .Lo studioso serio dovrebbe limitarsi a descrivere ed appunto studiare i comportamenti degli esseri umani senza predicare ,senza indicare linee di ortodossia sociale che sanno parecchio da santa inquisizione magari queste dettate da un inconscia paura che un giorno ad innamorarsi di una donna piu’ giovane sia il proprio marito.Siccome e’ molto probabile che questa benpensante sia vittima (lei) di una sorte di complesso in questo senso le consiglierei semmai amichevolmente un periodo di analisi o quantomeno di smmeterla di sparare corbellerie moralistiche senza senso dalle quali traspare ,e li’ veramente,l’invidia per la gioventu’ altrui.Infine mi auguro che la Professoressa in questione un giorno si convinca seriamente a cambiare lavoro facendo gli scongiuri che nel frattempo non gli passi per la testa di scrivere pure un articolo sulla “stranezza”dei gay ,Ti saluto cordialmente. PS. Ad Aveline vorrei dedicare solo questa frase “Gli incontri piu’ importanti sono gia’ combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano” (Paolo Coelho) In bocca al lupo Aveline e non temere il sentimento se e’ vero e’ oltre il tempo ,oltre lo spazio e sopratutto oltre le convenzioni.Ciao.
concordo con Victor: “il sentimento se e’ vero e’ oltre il tempo ,oltre lo spazio e sopratutto oltre le convenzioni”.
trattasi, però, di un sentimento raro e misterioso, molto più raro di quanto si possa mediamente pensare…
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Chantal,
se ancora leggi questo thread, mi piacerebbe avere tue notizie.
Caro victor, sebbene comprenda il tuo punto di vista sulla questione e una parte di me -la più romantica e irrazionale- lo condivida persino, mi trovo in disaccordo con quello che scrivi soprattutto riguardo all’articolo di cui avevo inserito il collegamento. Se come prima impressione l’impostazione del discorso di questa Paola Gelsomino può sembrare un po’ “moralistica”, come dici tu, bisogna considerare anche la premessa allo stesso, che qui riporto:
Le premetto che il mio approccio alle patologie è diverso dalla classica psicologia. Uno studioso di comportamento umano, di comunicazione e analista di fenomeni sociali, tende a non giustificare, come invece potrebbe fare lo psicologo. Non dà le colpe, ma cerca di far vedere il fenomeno, sperando che le patologie che lo accompagnano e spesso il ridicolo che suscitano, possano far prendere coscienza che esiste il problema .Il primo approccio alla risoluzione di qualsiasi patologia, è rendersi conto che esiste.
In questo viene già spiegato l’atteggiamento con cui l’autrice si pone nei confronti del fenomeno. Non è per condannare e puntare il dito, ma per far prendere coscienza del problema, che adotta questo tipo di approccio. Ora sinceramente il mio scopo non è quello di difendere questa esperta, di cui ignoravo l’esistenza e di cui non conosco le reali competenze, ma quello di difendere ciò che viene detto in questo articolo particolare. Leggendolo infatti ho ritrovato, mio malgrado (e sottolineo la mia riluttanza e il mio dispiacere nella constatazione), un’analisi realistica delle dinamiche che si presentano in questi casi. Perché? Perché io stessa, come ho scritto, ho vissuto e vivo tuttora un’esperienza del genere, e non appena ho applicato la descrizione di questa donna al mio caso specifico e reale, ho notato una corrispondenza tra le parti uomo-donna analizzate e quelle incarnate nel reale. Ogni caso è diverso, è ovvio, nella stessa misura in cui non si può dire che mi sia rispecchiata in tutto e per tutto in quanto da lei esposto per la figura femminile (per esempio non ho mai preso in considerazione alcun uomo o ragazzo per il suo patrimonio, anzi mi piacciono e mi sono sempre piaciute le persone semplici, che di soldi spesso ne hanno pochi) ma gran parte della dinamica del rapporto che ho funziona, probabilmente, in quel modo, specialmente per quanto riguarda lui, di cui rivedo moltissimo (il mito della giovinezza, per esempio). Ma il passaggio che ritengo più importante e in cui non rintraccio alcuna manifestazione di quella condanna moraleggiante che tu hai ampliamente denunciato, è questo:
Alcune scuole di pensiero direbbero con facilità che queste donne sono alla ricerca di un padre. Io credo invece che non si possa cercare un padre in una tipologia maschile e in un rapporto che nulla ha di quell’aspetto, perché l’uomo che si accompagna ad una giovane donna, non ha certo in mente di farle da padre, ma cerca spasmodicamente di vivere lui stesso come un giovane uomo.
Una g
iovane donna che si accompagna ad un uomo molto più avanti di lei in età, va incontro a sofferenza personale e infligge sofferenza. Un uomo in età avanzata che si concede una relazione con una giovane donna sta rubando una giovinezza, e concorre a corrompere una giovane mente da un percorso naturale di vita. Si potrebbe azzardare che il loro legame e la loro similitudine è essere due ladri di vita altrui.
Questa è anzi un’analisi lineare e descrittiva della situazione che nasce dal rapporto uomo maturo-donna giovane. Non è un giudizio. Se consideri la questione da un punto di vista più oggettivo ed esterno, abbandonando per un attimo le vesti del difensore del sentimento puro (ruolo ammirevole, ma che in questo caso forse lascia insoddisfatta la mente di chi voglia indagare il fenomeno più a fondo -e ancora una volta parlo per esperienza personale, perché io stessa per anni sono andata avanti con questa visione stile “l’amore non ha età” e “le anime affini sono tali a prescindere da ogni categoria fisica e temporale”, ma alla fine ho dovuto abbandonarla per capire la situazione e me stessa in modo finalmente concreto e obiettivo), la trattazione di cui stiamo parlando non ti sembrerà poi così “ignobile” e indegna di considerazione. Poi, che la inserisca, più giù, nell’ambito più ampio della dimensione umana della società odierna, che osserva in un’ottica critica e forse un po’ amareggiata, è un altro conto. Per quanto ritenga comunque che le ragioni del fenomeno siano state centrate in pieno, perché condivido la sua visione della società attuale. Ma questo non è esattamente ciò che stiamo esaminando in questa sede.
Detto ciò, personalmente non escludo che ci possa essere dell’affetto sincero nei confronti degli uomini maturi da cui siamo attratte. Ma in questo tipo di relazioni (con un divario d’età tanto grande, intendo) una cosa è volersi bene, altra cosa è attrarre ed essere attratti. Anch’io, con il “lui” di cui scrissi, tengo gli ambiti ben distinti, affinché ciò che di sincero e puro ci lega possa non essere contaminato dai motivi molto meno innocenti che ci portano ad un’anomala attrazione, ma che in fondo ci danneggerebbero soltanto.
Ti saluto e spero di non essermi dilungata troppo.
Cara Roberta sembrerebbe tutto perfetto nella tua discorsiva se non fosse che a mio modestissimo parere tenderesti a trattare l’argomento in chiave un po troppo personalistica …leggi: se tu credi che le fragole ti diano il mal di stomaco non puoi pretendere che il resto dell’universo mangi solo lamponi. Le teorie dell Esimia Dottoressa Gelsomino sono contestabili su di un piano innanzitutto antropologico ma se mi consenti anche biologico ,per non parlare poi della castroneria micidiale sulla psicologia femminile relativa alla figura paterna che senza scomodare il Dottor Freud e risaputo anche nei circoli dopo-ferroviari come sia la cartina di tornasole interiore del benessere psichico delle giovani donne e non solo .La figurazione inconscia relativa ai rapporti genitoriali sono l’elemento parimetrale con il quale una ragazza approcciera’ alla vita e condizioneranno le sue lenti introspettive attraverso le quali lei stessa filtrera’ la realta’ e le affinita’elettive. Ora io non lo so se questa “grande esperta” sia iscritta all’Opus Dei o a qualche circolo neo-nazista in genere ,so solo che quando mi capita di incappare su teorie che pretendono di appiattire la societa’ su luoghi comuni di comodo mi viene per istinto la pelle d’oca,mi ricorda tristi momenti della storia e dell’umanita’. Se poi vogliamo dire che una giovane donna per risolvere i conflitti riguaradanti la figura paterna sarebbe meglio non diventasse il giocattolo sessuale di attempati maniaci possiamo essere daccordo ..ma se si innamora ? e anche volesse vivere una o piu’ esperienze decidendo di appaltare il proprio corpo a se stessa piuttosto che alla morale benpensante ? arriverebbe sta Dottoressa Gelsomino a dirle “no cara cosi’ non va’…sei malata ” ma ti rendi conto quale violenza e quale terrorismo psicologico ? ed e’ lo stesso che purtroppo compiono molte madri che inoculano il seme del senso di colpa in queste povere anime sdoganando subdolamente il concetto che e’ piu’ facile essere assolte da un peccato se per compierlo vi e’ una motivazione veniale e da qui che nasce il triste luogo comune che insulta l’intelligenza delle donne in genere ovvero “se vai con un uomo maturo o e’ perche’ e’ ricco o perche’ ti fa fare carriera ” ovvero meglio di no perche’ non sta bene…. pero’ se proprio devi allora meglio sia un industriale.Cioe’ non discuto che il potere e la ricchezza abbiano fascino sulle giovani ragazze ma cosi’ si svilisce anche quella parte di loro che vivono ricercando una certa liberta’ interiore e questo non mi pare giusto.Poi alla fine ho incontrato piu’ donne disposte a farsi affascinare da aspetti intellettuali di un uomo piu’ maturo che dalla lamborghini.Conclusione avventurarsi in luoghi comuni sul costume e sulla societa’ e’ rischiosissimo quindi perche’ io dovrei accettare i dogmi catto-integralisti di questa predicatrice depressa? Suvvia Roberta non ti pare che nella nostra cultura sia fin troppo in voga questa tendenza all’infibulazione mentale?
Victor,
premesso che ognuno ragiona in base alle proprie esperienze, più o meno consciamente elaborate, concordo con te che, pur esistendo statistiche e linee generali che delineano per sommi capi l’attuale realtà, queste non sono facilmente applicabili nè all’amore nè alla sessualità, così misteriosi e diversi non solo da soggetto a soggetto ma persino da momento a momento della vita di una stessa persona.
per di più, penso che ogni scelta si basi su un mix di aspetti, sia intuitivi che razionali, per cui mi sembra difficile stabilire di volta in volta quello predominante, che di certo esiste ma non è sempre così facile da individuare.
è giusto, secondo me, ritenere che esistano “piu’ donne disposte a farsi affascinare da aspetti intellettuali di un uomo piu’ maturo che dalla lamborghini”, così come mi sa che sia altrettanto vero che per molte ragazze un uomo maturo, e facoltoso, possa rappresentare la strada più facile verso la stabilità e la tranquillità economica.
non escludo neppure che spesso agisca una scelta basata sulla ricerca di una figura genitoriale che è stata in passato carente, arricchita però da elementi complementari che la rendono di particolare interesse.
difficile orientarsi in modo deciso e sicuro. tutto varia ed è perennemente variabile in tema d’amore… solo la purezza di fondo del sentimento, qui più che in altre circostanze, ne conferma la validità, a livello soggettivo.
Caro victor, sinceramente non capisco quuesto tuo duro accanimento nei confronti di tale Paola Gelsomino, ma in fondo ci stiamo scrivendo virtualmente e non possiamo pretendere di capirci attraverso uno schermo. La mia risposta alle tue domande è no, non la vedo come te riguardo ai luoghi comuni sulla società odierna semplicemente perché non vedo tutta la condanna moralistica che ti fa tanto indignare, nel testo in questione. Ha espresso un’opininione, punto. Non verrà mai a puntare il dito contro di te, puoi stare tranquillo e agire secondo la tua coscienza. Sarebbe assurdo se in un’intervista l’intervistata si rifiutasse di esprimere le proprie opinioni, visto che è proprio per darle voce che la si sta intervistando, non ti pare? Tantopiù se, come in questo caso, si parla di argomenti trattati in un proprio libro appena uscito.
Inoltre, ti vorrei far notare che, anche se quello che questa Paola Gelsomino dice fosse “bacchettone” e condannasse nel modo più assoluto alcuni atteggiamenti oggi molto frequenti, come tu ritieni (cosa che invece, sinceramente, a me non sembra affatto), tu stesso stai condannando il SUO atteggiamento, accanendoti così tanto contro ciò che ha detto e cadendo tu stesso nella trappola di alcuni facili luoghi comuni definendola “predicatrice depressa” (cosa ne sai che è depressa?? Solo perché non dice “oh sì l’amore è bello, non ha età ed è veramente sano per una ragazza avere un rapporto amoroso con un uomo di almeno 20 anni in più”?!) con “dogmi catto-integralisti”: cosa ti suggerisce che sia in primis cattolica, e poi per giunta integralista?? Non ti sembra un giudizio un po’ affrettato?? Sono pensieri SICURAMENTE non attribuibili a una persona atea? Non credo proprio. Prova ne sia che mi trovo ad essere d’accordo con molti di essi (molti, non tutti, ma la ragione per cui non ne condivido alcuni non ha assolutamente a che fare con motivazioni di tipo religioso) pur essendo un’atea convinta. Quid ergo? 🙂
Insomma, concludendo mi sembra di leggere nelle tue parole un forte astio probabilmente riconducibile ad esperienze e fatti del tutto personali che ti portano ad una tale avversione, perché quando ho suggerito l’articolo quelle della persona tanto criticata non mi parevano parole così “estreme”, e ti dirò, non mi paiono tuttora tali.
Affronto la questione in una chiave troppo personalistica? Non credo: non pretendo che tutti gli altri mangino lamponi, caro victor. Anzi. Sono contenta per loro se riescono a trovare il modo di abbuffarsi di fragole senza farsi venire il mal di pancia! Ciò che dico è che per quanto mi riguarda e per le storie di altre ragazze che, come me, hanno avuto un’esperienza di questo tipo, il mal di pancia è stato assolutamente inevitabile. E non sono poche. Sarà un caso? Comunque sia, ribadisco il compiacimento che sperimenterei se qualcuno, in qualche modo, mi dimostrasse che avere una relazione con un uomo di molto più grande non è una cosa difficile e che nasconde caratteristiche ben precise