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Pezzetti di vita

di Mezzaluna

Finisce una relazione durata due anni e mezzo. Incompatibili, innamorati e incapaci di incastrarsi. Non siamo persone che capiscono la vita, ci dibattiamo entrambi tra la fatica dell’essere inseriti socialmente e il desiderio di libertà, individualità, solitudine… Il sentimento è ancora vivo, sono vive le notti insieme, ma nessuno dei due ha intenzione di legarsi all’altro nuovamente. Non ho mai pensato al futuro, non mi interessa costruire una famiglia, vivevo con lui per dividere insieme il tempo, le notti, i giorni, i pasti… E per lui era lo stesso. Qualcosa poi è andato male e per adesso il nostro scambio è sporadico, intenso e libero. Non so cosa accadrà, io presto partirò per un viaggio lungo un anno e tutto allora sarà da vivere attimo per attimo, senza l’ossessione di tirare a indovinare il futuro.
Io ho sofferto per il distacco dal mio uomo, mi è sembrato di finire all’inferno nei giorni dell’abbandono. Un inferno dove mi dimenavo, incapace di fare qualsiasi cosa. Un inferno dove uscivo tra l’alcool e mi distraevo con delle persone incontrate sul cammino. Però, nonostante il mio sentimento verso il mio compagno, già dopo una settimana e pur in mezzo al dolore ho respirato qualcosa. Io sono sempre stata una ragazza che ama essere sola, non mi piace legarmi agli uomini e mi sono spesso nutrita di rapporti fugaci, liberi dalle costrizioni. Mi piace assaggiare le persone, conoscerle, ma non voglio da loro promesse e fedeltà. Questo mi capita perché in realtà io non mi innamoro quasi mai. Quando ho amato ho cercato il legame, ma sempre ho in qualche modo avvertito che sacrificavo qualcosa per quel legame… Non sono stata io a rompere la storia, lo strappo l’ha fatto lui, io avrei continuato a dividere con lui casa e letto avrei continuato ad amarlo senza intermittenze, ma non appena lui se n’è andato di casa qualcosa in me ha respirato la vecchia libertà. Qualcosa in me ha pensato: no, non tornare a legarti! Nel frattempo la mia vita ha continuato a scorrere, ho trovato un nuovo lavoro, ho incontrato delle persone con cui sto facendo amicizia, anche se con fatica perché non sono brava con la gente. Tutti credono il contrario, riesco ad affascinare a essere brillante, nessuno mi crede quando dico che spesso mi sento una minorata sociale perché fatico ad entrare in contatto con le persone. Mi rendo conto di usare bellezza e fascino per attirare gli altri e questo mi crea dei problemi con me stessa, mi fa un po’ smarrire quello che racchiudo nel profondo e non riesco ad esternare. Non capiscono che essere splendidi una serata non significa essere sicuri di sé e capire come vanno le cose. Provo una profonda solitudine che cerco, corteggio, odio e respingo. Mi è capitato in tutto questo di inciampare in una persona. Lui è un ragazzo che esce nella nostra compagnia col quale non ho idea di come comportarmi. Ci siamo conosciuti in una delle mie nottate infernali, dove l’unico mio intento era far passare le ore per poi finalmente vedere l’alba porre fine all’agonia e andare a dormire, obliarmi. Lui si è folgorato con me. Mi ha cercata gentilmente senza essere invadente e io ho iniziato a provare un desiderio di amicizia, di conoscenza verso una persona che reputo bella, che mi piace. Una sera, a una cena, ci siamo baciati. A fine serata quando mi ha accompagnata a casa gli ho chiesto di salire con me. Per me era naturale, baciarsi significa desiderarsi in quel momento. Lui mi ha fermata. Mi ha detto che preferiva non correre e vedersi un po’… Io di solito amo assaggiare le persone che mi piacciono e sono rimasta congelata. Li per li il panico si è impossessato di me, non avevo un equilibrio, non capivo cosa lui volesse esattamente dopo che già sapeva che io galleggiavo in un limbo emotivo. Ho farfugliato due parole messe in fila alla buona che volevano dire che in quel momento non potevo e sono fuggita. Ho latitato qualche giorno dalla compagnia e poi l’ho rivisto. Mi sono fatta accompagnare a casa per poterci parlare… gli ho detto che io cercavo principalmente uno scambio basato sul divertimento, sula spensieratezza, senza frequentazioni obbligatorie e lui è stato meraviglioso. Mi ha detto che aveva già capito tutto e che era contento che non fossimo finiti a letto perché altrimenti ci sarebbe stato male senza una frequentazione perché lui in quel momento cercava questo. Sono rimasta molto contenta perché in quel momento pensavo di aver incrociato una persona tranquilla che capiva le persone e se stesso, e non il solito ragazzo che accetta di passare la notte in spensieratezza per poi prendersela se le cose finiscono li. Da li io ho cercato molto la sua amicizia, l’ho chiamato, lo cercavo per parlare e passare del tempo insieme. Dopo un po’ ho capito che lui cercava sempre di vedermi con altra gente e di non trovarsi solo con me, mi dispiaceva perché avrei voluto un’amicizia anche personale oltre che di compagnia però capivo che lo faceva per non trovarsi forse in situazioni intime perché comunque l’attrazione ha continuato ad esserci. Per me i giorni vanno avanti in maniera strana, riacquisto una parte di serenità, qualche volta faccio l’amore con qualche vecchia fiamma, mi concentro sul lavoro, cerco di capire cosa ha rotto il rapporto col mio ex, mi preparo al viaggio che intraprenderò… insomma un periodo pieno e abbastanza confuso. Arriva capodanno. Serata in casa con gli amici. Lui non mi stacca gli occhi di dosso. Mi cerca. Cerca di ricreare la situazione della sera in cui ci siamo baciati. Per me è normale seguire l’istinto e rispondo al suo cercarmi. Mi spinge in camera da letto e iniziamo a spogliarci. Lui però si agita perché non c’è la chiave nella porta, amici che vanno e vengono, voci… insomma lasciamo perdere. Gli chiedo di venire a casa con me a fine serata e lui mi dice di si. La nottata continua torniamo degli amici e lui diventa strano, freddo. Mi dice che è in un brutto momento, che non si sente tranquillo, che non riesce a lasciarsi andare e a fidarsi delle persone. Che si è chiuso a riccio, esce poco (vero! ) perché si sente sempre in inferiorità, una merda, dice. Io capisco, migliaia di volte mi sono sentita così. Ma io non mi sento una persona inaffidabile. So di essere in un periodo di instabilità, posso volere una cosa oggi e non più domani. Ma questo non toglie nulla alla mia sincerità con le persone, al mio voler bene, al mio affezionarmi. Cerco di spiegargli queste cose. Ma lui continua a dire che io sembro così sicura e che non capisce perché mi interesso a lui. Non lo so. In effetti il mio desiderio di lui è molto semplice, senza pretese. Non lo sto puntando, braccando, io lo cerco per conoscerlo e fare amicizia, non per portarmelo a letto. Poi se in una serata nasce il desiderio sessuale non vedo perché non cedere dal momento che non ci sono altre persone di mezzo. Comunque gli chiedo di rimanere con me quando tutti escono, vorrei parlare… Rimaniamo soli e lui ricomincia a toccarmi, mi accende, finiamo sul divano e facciamo un po’ l’amore. Poco perché lui non riesce si agita di nuovo. Mi chiede scusa e inizia ad autoaccusarsi. Dice che lo sapeva, che doveva fermarsi prima, che gli dispiace perché io lo volevo tanto e lui mi aveva anche detto di no poi quando succede va male. Io rimango di sasso. Cosa vuol dire che lo volevo tanto? Mi ha fatto sentire una specie di valchiria a caccia di una preda. Mi ha reso brutto un momento che per me è il massimo del piacere e della spontaneità. A me non piace sporcare il sesso perché per me è una cosa molto pulita, molto libera e spontanea. Forse ha frainteso il mio cercarlo. Quello che lo mette a disagio con me è che io non riesco a frequentare qualcuno in senso di coppia e questo già l’avevamo chiarito. ma se poi mi baci e mi chiudi in camera, io penso che hai fato pace con questa idea e che hai deciso di viverti l’attrazione che provi tranquillamente… Non lo so… La serata è finita con un muro, le solite frasi “non sei tu sono io”, e io che mi arrabbio e gli chiudo la portiera in faccia quando mi accompagna dagli altri. Messaggio suo per dirmi che ci è rimasto male per come l’ho salutato. Messaggio mio per dire che non mi ha rivolto la parola per circa mezz’ora. Il giorno dopo lo chiamo, non risponde. Gli mando un messaggio per vederci, accetta senza proporre un giorno e rimane freddo e io rispondo scocciata. Io ci tengo a lui in maniera sincera, tengo all’amicizia che piano piano poteva nascere. Questo conta per me, non il divertirsi insieme una notte a capodanno, non il cedere all’attrazione che è normale tra due persone. Non capisco cosa pensi lui di me e mi fa soffrire il fatto che non sembra disposto a dirmelo, che mi metta un muro e si allontani. Quello che mi ha ferita è stato vederlo così autoaccusatorio, come se l’aver ceduto all’attrazione ed essere stato a letto con me fosse una cosa brutta e imperdonabile che non deve succedere. Perché per le persone il sesso è così difficile? Perché bisogna sporcarlo e complicarsi la vita? Io non sputo sulle persone, cerco sempre, visto anche i miei problemi con la gente, di ascoltarle, di creare uno scambio di qualsiasi cosa in quel momento si abbia voglia di condividere. Ora non so cosa fare…

Lettera pubblicata il 2 Gennaio 2013. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 11 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    unless -

    Brevemente ti dico la mia.

    La gente, al contrario di te che mi sembra di capire che hai poco da dare, si può anche innamorare, sentimento che mi sembra tu non abbia mai provato per davvero. E lui ha paura di questo.

    Io non ho mai provato la sensazione di desiderare una persona che non si può avere perchè non contraccambia il sentimento, ma immagino che sia brutta e duratura nel tempo.

    Persone come te non ce ne sono poche, avete questa innata capacità di non riuscire a farvi coinvolgere e non riuscite ad amare. Non è una critica, siamo tutti diversi. Anche se penso che sotto sotto c’è un certo egoismo affettivo e di personalità.

    Ti chiedo solo di non illuderlo perchè secondo me, anche se lui sembra di aver capito che tu non sei fatta per innamorarti, sta solo cercando di nascondere la verità a se stesso per coltivare questo sentimento.

    Quando le perosne non sono subito sul tuo stesso piano è meglio lasciarle stare dove sono. é chiaro che lui non cerca una amicizia “spinta” ma ha una certa speranza che non finisca nell’amicizia profonda il tuo sentimento.

    Cerca le persone come te, avrai meno problemi te e chi ti sta a fianco.

    Buon anno

  2. 2
    cerchio -

    Perché non chiedi quali sono le sue esigenze e quali siano le motivazioni che lo spingono a comportarsi così anziché adirarti. Si è capito come tu vuoi vivere questa relazione ma non hai spiegato il suo punto di vista. Ti sei chiesta se è quello che vuole e perché questa eccessiva autocritica?

  3. 3
    credoalvero -

    Lui secondo me è un “buono” che ha scelto una “stronza” non invidio la sua situazione anche perché probabilmente è bello cotto anche da diverso tempo… se fosse mio amico gli direi che dalle persone come te bisogna andarci solo se si è più “stronzi” altrimenti ne esci con le ossa rotte

    Il consiglio che ti posso dare in primis è di farti un esame di coscienza, non ti conosco, quindi non so se tutto ciò rientri nella tua indole o questa indole nasconde una qualche insicurezza che non ti permette di innamorarti come vorresti…forse ne hai più bisogno di lui

    E con lui cercalo solo se hai qualcosa da dargli, se ti accorgi che lo vuoi solo perché è il tuo oggetto momentaneo lascia perdere,
    permettergli di dimenticarsi di te anche se probabilmente (sicuramente) a te questo dopo darebbe fastidio

  4. 4
    cerchio -

    Mamma mia però, sempre pronti ad additare chi secondo noi è nel giusto e chi nel sbagliato!
    Mezzaluna da come ti descrivi quello che io percepisco è che tu non sia arrivata ad una maturità affettiva e che ancora tu viva con poca consapevolezza i rapporti di coppia. Non so se ti sei mai chiesta quali siano le motivazioni o se un giorno arriverai a chiedertele.
    tra tutti i tuoi rapporti descritti hai focalizzato l’ attenzione su questo ragazzo che ti schiva ma ti sei chiesta perché la tua attenzione è ricaduta proprio su di lui? Ti sei chiesta se in effetti si fosse comportato come gli altri sarebbe rimasto lì, nei ricordi delle serate infernali?
    durante tutta la tua lettera descrivi i fatti, i tuoi istinti e i comportamenti degli altri che non riesci a decifrare ma non si intuisce un’elaborazione più ampia e profonda del tuo pensiero e della tua affettività. In tutto ciò, però, sei stata in grado di essere sincera e chiarire fin da subito il tipo di relazione che sei in grado di instaurare.
    Per tutti gli altri vorrei riflettere con voi su un particolare: ritenete che in una posizione assimetrica ci siano vittime e carnefici? Non credete che siano la stessa faccia di una medaglia? Cerco di spiegarmi meglio: mi viene difficile poter pensare, se sono arrivato veramente ad una maturità emotiva, di potermi innamorare e di poter costruire una relazione stabile con una persona che dimostra modalità completamente diverse dalle mie a meno che io non sia inconsciamente altrettanto non improntato ad una relazione paritaria o perché non sia arrivato nemmeno io a quella maturità o perché in quel momento non è quello che sto cercando.
    ricordiamoci che i partner che ci fanno soffrire li abbiamo scelti noi

  5. 5
    cyber81 -

    Intervengo su questo thread solo per confermare l’ultimo pensiero di cerchio; quando teniamo in vita una relazione non paritaria è perchè effettivamente qualche problema lo teniamo pure noi… e di questo ne sono arci convinto, anche alla luce delle ultime mie, personali, vicende.
    “Ricordiamoci che i partner che ci fanno soffrire li abbiamo scelti noi”

    Mai parole più vere

  6. 6
    mezzaluna -

    Grazie a tutti per avermi letta e commentata. Domani risponderò con più calma perchè in questi giorni sono stata sempre di corsa. Grazie e buonanotte.

  7. 7
    mezzaluna -

    Ciao a tutti, vorrei cercare di spiegare meglio quello che mi avete chiesto. Con quel ragazzo ho chiarito… più o meno. Lui stava uscendo con una ragazza della compagnia che quella sera non c’era, ma non l’avevano detto a nessuno. Si è bloccato perchè si è sentito in colpa. Quello che a me è dispiaciuto di quella notte è stato il fatto che lui mi ha portata a letto e subito dopo mi ha fatto sentire uno sbaglio. A volte può capitare di pentirsi, non voglio dire che a me non sia mai capitato. Però in certe situazioni forse è meglio parlarsi subito o cercare di non far pesare all’altro il proprio senso di colpa cosa che lui non ha fatto perchè è di carattere molto introverso. Quello che a me dispiace ora è che si sia incrinata un’amicizia che stava nascendo per una notte insieme. A me piacerebbe che le persone vivessere meglio il sesso, in maniera un pò più libera e spontanea e mi trovo a disagio quando capitano di questi incidenti. Cerchio, io ho parlato di lui nel mio post perchè l’inciampo è stato con lui, le altre avventure che ho avuto in questo periodo sono filate più o meno lisce o comunque non mi hanno lasciato dubbi sul comportamento dell’altro perchè c’è stato un dialogo, diciamo meglio riuscito. Se l’intoppo fosse stato con un altro avrei, ovvimente parlato di un altro. Io non pretendo di aver raggiunto una maturutà affettiva, nella mia lettera ho spiegato che per me è difficile relazionarmi con le persone. Però non è solo questo. C’è anche il fatto che io ho una visione dell’amore che non sempre riscontro negli altri. Per me l’amore non è un obiettivo da raggiungere, non è lo scopo della mia vita. Mi piacerebbe, soprattutto in questo periodo in cui cerco di migliorarmi ed entrare in contatto con gli altri, avere uno scambio con le persone che incontro. Vedo che sul piano sessuale è un pò difficile perchè la gente di solito è molto disposta a credere che l’euforia e l’attrazione che si crea tra due persone sia amore. E se così sentono così è giusto. Ma per me non è così. Non sono anaffettiva, anzi. Io vivo le emozioni, mi affeziono alle persone al di là del sesso e al di là dell’amore. A quel ragazzo tengo molto ad esempio. Semplicemente riconosco che in me il sentirmi attratta da qualcuno non vuol dire essere innamorata. Cerco di essere sincera nei miei rapporti. Quello che dicono unless e credoalvero mi è sembrato un pò un colpo basso. Gli stronzi sono quelli che ingannano, che raggirano, che illudono le persone. Io, forse in maniera goffa, cerco sempre di essere chiara e di aprirmi agli altri. Se io dico di aver amato è brutto dire che non è vero. Importa poco se uno ama o pensa di amare, nel momento in cui lo sente per lui è vero e va rispettato. Sono sentimenti profondi e privati e non andrebbero contraddetti. Io ho amato molto, ho amato anche non ricambiata ed è vero, è qualcosa di straziante. Vedo che nostro malgrado, ne sopravviviamo tutti. A me capita solo meno frequentemente.

  8. 8
    mezzaluna -

    Grazie comuqnue per aver commentato, ho bisogno di un confronto perchè non sono brava con le persone e noto che la comunicazione è sempre qualcosa di goffo e incerto.

  9. 9
    cerchio -

    “importa poco se uno ama o pensa di amare”…per me fa una grande differenza. Oltre il fatto che ritengo che le affinità con l’ altra persona dovremmo essere in grado di capirle abbastanza in fretta. Sarebbero queste che ci spingono all’innamoramento. La capacità di amare ritengo sia altra cosa, infatti spesso quando siamo stati in grado di innamorarci, e non di amare, dovremmo chiederci quali vuoti, insoddisfazioni, ecc., abbiamo proiettato sull’altro. Io la vedo piu’ con il discorso di “sono capace di avere e ricevere amore?” piuttosto che “è la persona giusta da amare?”.
    Continuo comunque a credere che la tua sincerità permetta la persona che hai di fronte di poter fare una scelta. Riguardo il suo atteggiamento per me conferma che lui probabilmente si ritrova nelle tue modalità

  10. 10
    mezzaluna -

    Forse non ho spiegato bene il mio pensiero che comunque era riferito a chi ha detto che sono incapace di amare. Se io provo qualcosa di profondo e ne sono convinta, non credo che qualcuno mi possa conraddire perchè dovrebbe emettere un giudizio su qualcosa che non può sapere, su qualcosa che provo. Io ad esempio non credo che sia proprio amore quando dopo pochi incontri sessuali le persone si legano. Forse scambiano la passione per amore. Ma chi sono io per dirglielo? Se loro lo chiamano amore, ci soffrono e lo percepiscono così è evidente che per loro è amore. Non mi sognerei mai di metterlo in discussione con loro. Non saprei… Io mi reputo in grado di amare, nel senso che provo dei sentimenti e quando è così instauro anche una relazione che cerco di basare sullo scambio. Però non ho l’obiettivo di famiglia, ne credo che il sentimento sia eterno. Si condivide un pezzo di vita, che è un regalo molto bello. Ma di questo è normale che parlo con il mio compagno perchè si possa essere sinceri su quello che si vuole e come impostare la storia. Diciamo che in generale io sono presa dall’istinto ma tendo a non sentirmela di costruire qualcosa. Ma su questo sto riflettendo e cerco di capire. C’è anche da dire che ho alcuni problemi relazionali che mi fanno funzionare meglio sola. Ma è anche una scelta e un bisogno di un tipo di vita dove magari c’è meno posto per la stabilità. Il ragazzo di capodanno è tutto fuori che nelle mie modalità. Anzi io non sopporto molto chi non sa viversi il sesso con tranquillità, dandogli il giusto peso. Però è meglio così, anche finendo a letto con gli amici si conosco parti di loro che ci piacciono o meno. Poi per me la questione è chiusa.

Pagine: 1 2

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