Dicono e non fanno. Criticano, accusano, ma sono peggio degli additati. Dicono domani, e vuol dire mai, dicono non lo so e significa no. Si credono vere ma sono più false di un biglietto da 30 euro. E manco uno ne valgono.
Lettera pubblicata il 16 Giugno 2017. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Plastico.
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Categorie: - Relazioni - Riflessioni
Plastico, ma tu perché ci stai appresso? Ora che ne hai conosciuto lo stampo, appena le riconosci, mandale subito a “stendere”.
Le persone non vogliono vivere nella finzione. Non desiderare la falsità non significa essere veri, significa scegliere di mettere al primo posto la corporeità. D’altro canto una persona che entra nella tua vita vestita d’autorità già ti sta dicendo come ti devi comportare. Il suo comportamento non mi sembra biasimabile. Io sinceramente tanta confidenza non è che non me la prenderei, ma proprio non glie la darei perché rischierei di confonderlo dal momento che all’atto pratico non riuscirei a sentirlo… neanche ci starei male se avessi dalla mia un’economia fiorente che mi potrebbe portare a trovare piacere nel piacere di fare passerella accanto ad un conoscente che m’introduce in un ambiente in cui potrei realizzarmi anche sotto il profilo umano. Da questo punto di vista prevale anche un certo bigottismo. Una persona che non mi dà la sua vita, a prescindere da tutto il resto, può farmi sognare, e magari nella mia testa potrebbe essere anche mio marito, ma nella vita reale lo vivrei come un flirt perché non ho una doppia morale, mi sento in pace con la mia coscienza, non me ne può fregar di meno se la gente pensa che abbiamo avuto dei rapporti. Tra l’altro oggi si tratterebbe della normalità. D’altro canto nessuno mi crederebbe se dicessi che sono ancora vergine. Il mondo è sempre andato così!
[…] Quello che voglio dire è che non mi passerebbe neanche per l’anticamera del cervello di fidanzarmi con un uomo che mi dimostra palesemente di essere legato alla sua vecchia vita al punto da subordinarmi addirittura alla volontà degli amici. Con la mia sensibilità non riuscirei, un giorno, a sentirmi tutt’uno con lui. E’ come se tra di noi non ci fosse stato niente. Io la vivo in questo modo. Si tratta di un mio limite. Mi rendo conto di essere troppo pesante, ma per natura sono una contemplativa. So che cosa significa vivere a mezz’aria e puoi farlo quando ti elevi nelle amicizie perché trovi dall’altra parte una persona che ricambia la tua ammirazione senza nascondersi dietro falsi pietismi, ma nella vita familiare conta la presenza. In famiglia il discorso è diverso perché le abitudini ti anestetizzano e non percepisci il senso di precarietà dell’esistenza umana. Un modo per elevarti lo trovi sempre. In amore devi decidere da quale parte stare quando hai un temperamento come il mio. Si può decidere anche di condividere altri aspetti della vita. In quel caso non è necessario il biglietto da visita perché, in fin dei conti, non si configuarano all’orizzonte particolari mancanze di rispetto. Anzi: nessuna mancanza di rispetto.
Alcune persone sono così, semplicemente bisogna ignorarle e farsi scivolare tutto addosso.