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Si può perdonare un tradimento?

di mik69
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Maggio 2008. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 317 commenti

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  1. 311
    rossana -

    Sergio,
    mi dispiace che non ti sia più fatto vivo.

    spero tu stia razionalizzando che la violenza (sia essa fisica, psicologica o verbale, messa in atto probabilmente da ambo le parti, sia pure in modo e misura diversi) non porta a niente di buono. non fa che ingigantire i problemi.

    spero anche che ti renda conto che sarebbe molto utile mettere un periodo di separazione fra voi, magari concordato, affinchè nel silenzio e nella solitudine individuali vi sia possibile ritrovare una sia pur minima possibilità di dialogo non troppo perturbato.

    se tu e Ary Ari non avete la forza e la volontà di farlo per voi, cercate almeno di farlo per i vostri bambini. non è giusto che patiscano, quasi certamente più di voi, per qualcosa di cui sono del tutto innocenti.

    mi sembra di poter comprendere entrambi e vi auguro di ritrovare presto almeno il vostro abituale equilibrio.

  2. 312
    andrea -

    ROSSANA, non credo che SERGIO abbia capito, è troppo orgoglioso di se e non credo nemmeno che sia in cura sempre x il suo orgoglio. Sto pensando che ary con l ultima lettera ci ha ringraziato e salutato xchè non scrivera piu, xchè suo marito ormai sa. tutto quello che è successo poteva essere denunciato dal responsabile di questo sito, x me si puo solo vergognare. ARY un uomo cosi non si puo amare uno che distrugge la tua identita e addirittura prende il tuo posto.SERGIO mi ha detto che sono un uomo debole dovevo buttare fuori di casa la mia compagna, no capisci proprio un bel c…. sulla debolezza. SAM LUNA penso che abbiamo cercato di aiutare ary, spero che ci abbia ascoltato o che pensi bene a quello che gli abbiamo detto. poi non so piu cosa dire spero tanto che sia qualcuno che ci abbia preso in giro anche se ne dubito.

  3. 313
    luna -

    Lo spero anch’io per ovvie ragioni. Al caso fosse cosi’ quanto scritto potrebbe (purtroppo) essere utile a qualcuno. Chi usa il linguaggio e la dinamica della violenza da’ un senso profondo, utile e necessario alle sue dinamiche. Radicate per svariate ragioni. Se bastasse il biasimo sociale non esisterebbero i violenti, o le violente beninteso, di varia natura, visto che oggi piu’ di ieri si parla di violenza e vergogna nell^essere violenti. In Sergio, che se esiste ci teneva cmq a mostrarsi “migliore”, Andrea tu hai colto comunque, mi pare, una certa razionalizzazione e giustificazione dell’aggressivita’. Lungo discorso, che risparmio. SAM ha colto come la violenza non conosca specifica classe sociale o culturale; sia trasversale e come, si, a livello sociale un narcisista perverso voglia cmq uscirne “pulito” o anche vittima. E’ recente una vicenda capitata ad una mia conoscente che si e’ spostata da un uomo con cui ha avuto una breve relazione in cui lui via via ha dato segni di manipolazione, separazione dall`esterno, squilibrio. Esplosi pero’ con una convivenza da lui manipolata (lungo sa spiegare) affinche’ fosse precoce e gia’ avendo destabilizzato la sua “vittima” allontanando da lei, isolandola, tutti coloro che gia’ a istinto coglievano che qualcosa non tornava. Pero’ le persone, nonostante i suoi armeggi, non si sono realmente allontanate ne’ lei (avendo lui scoperto delle strane carte troppo presto)

  4. 314
    luna -

    Ha accettato questo isolamento via via sempre maggiore (cercato e imposto da lui in maniera molto subdola, manipolatoria, giudicante, ora tesa a blandire e “difendere” lei ora a confonderla colpevolizzandola e usando il matrimonio fallito di lei anni fa per dire “e’ perche’ sei egoista tu che… Ecc). Pero^ lei e` riuscita.cmq a non caderci ed e` dovuta fuggire da una rapidissima eescalation esplosa in una violenza fisica. E andare a rifugiarsi letteralmente dalla famiglia e dagli amici che hanno.alzato una rete di protezione intorno a lei. E non esagerando e con la corretta, purtroppo, dose di inquietudine. Non voglio entrare nei particolari

  5. 315
    rossana -

    Andrea,
    è sempre difficilissimo entrare in un rapporto di coppia. a maggior ragione quando si conoscono soltanto i pochi dettagli riportati dagli interessati.

    le parole, poche o tante che siano, non cambiano più di tanto ma in alcuni casi possono contribuire a interrompere la spirale di violenza acuta.

    il ricorso ai carabinieri o alla polizia, spesso, serve soltanto ad infiammare di più la situazione, non offrendo in realtà alcuna protezione concreta a lungo termine.

  6. 316
    andrea -

    ROSSANA tu ci sei passata da una situazione simile e sicuramente ne sai più di me, ma a parole senza nemmeno averlo di fronte x me sarà difficile credere che una persona cambi minimamente, poi uno che ha sempre trattato male la moglie. so anch’ io che se riuscivo a inviare tutto ciò alla polizia la situazione poteva peggiorare, ma era già peggiorata appena sergio si è accorto che era in questo forum, era solo x dare una possibilità a ary, poi stava in lei a decidere.

  7. 317
    rossana -

    Andrea,
    non so se sia ancora così (credo di sì) ma alcuni decenni fa i carabinieri accettavano d’intervenire (di solito una tantum, avvisando l’interessato dei guai penali a cui andava incontro) solo a seguito di una formale denuncia scritta presentata dalla donna, che seguiva poi il suo corso. e per una madre è sempre estremamente difficile creare problemi al padre dei suoi figli, senza contare che, nel caso di una non autonomia economica, questi si riflettono di conseguenza contro la sopravvivenza stessa del nucleo familiare.

    credo che nemmeno facendosi ricoverare in ospedale la denuncia scatti d’ufficio, e senza quella niente si muove. poco si muove ancora tutt’oggi anche a seguito di, non una ma, a volte anche più denunce… e casi recenti, finiti malissimo, lo dimostrano…

    apprezzo la buona volontà ma la situazione che si viene a creare nell’ambito di una coppia non si risolve in una sola battuta. smorzata la violenza (non sempre l’uomo in questione è violento di natura: a volte lo diventa saltuariamente venendosi a trovare in una posizione d’impotenza a cui non è abituato) si deve poi ragionare e concordare il resto.

    per me la sola soluzione temporanea è l’allontanamento dalla casa coniugale. sarebbe ottimale se la famiglia della donna potesse accoglierla e circondarla di una rete protettiva. in caso contrario, se non ci sono veri amici a fare da barriera difensiva, si potrebbe rivolgere a un centro anti-violenza, che di solito è il più adatto a mediare e a orientarla, a seconda dei casi, sulle mosse successive, non sempre con l’obiettivo di penalizzare l’uomo ma piuttosto con quello di aiutare entrambi a ritrovare una relazione accettabile, sia se questa si proietta nel futuro che nell’eventualità che sia destinata a concludersi.

    questa è la mia esperienza. poi, ogni caso è diverso, a se stante, pressochè impossibile da analizzare a distanza. provo pena per Ary Ari, con cui sono solidale in quanto donna, ma credo di poter comprendere anche Sergio, in quanto provenienti entrambi da passati emotivamente poco edificanti.

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