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Si può perdonare un tradimento?

di mik69
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Lettera pubblicata il 10 Maggio 2008. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 317 commenti

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  1. 221
    zucchero -

    Tengo a precisare… non avevamo una vita “perfetta”, ma una vita “normale”. Alti e bassi, come tutti..Ma c’era l’amore, c’era la complicità, c’era la condivisione di gioie e dolori. Rinunce e conquiste, traguardi raggiunti e obiettivi falliti. Famiglia, quotidianità insomma… Tutto quello che rende diversa una storia ufficiale da una clandestina.
    Non mi piace quando sento l’amante prendere le parti del traditore giudicando “obiettivamente” la moglie tradita. Cosa c’è di obiettivo quando si sente una sola campana, la campana che tra l’altro sta tradendo ed ha di certo la necessità di giustificare innanzitutto davanti a sè stesso un comportamento scorretto?
    Ti sei mai chiesta come lui si comportava con la moglie? Se la faceva sentire amata, se la sollevava da responsabilità e pensieri, se la faceva sentire donna anzichè solo madre?
    Per tua stessa ammissione lui ha ricominciato a prendersi cura di sè solo quando si è sentito ringalluzzito dal nuovo turbinio… Dunque ancora ti senti di biasimare la moglie che, forse per indole, forse per amore, forse anche semplicemente per mancanza di tempo chissà, non si è guardata intorno e non ha ricominciato a “tirarsi sù” per cercare di allargare i suoi orizzonti?
    Quello che davvero non reggo, che mi irrita l’epidermide intera sono tutte queste scuse/accuse (sempre nei confronti dei traditi) con cui si cerca giustificazione…
    Si può sbagliare, non dico di no. Ma sempre, e dico sempre, bisognerebbe almeno avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità:
    non ami più tua moglie?: diglielo o lasciala.
    ami un unomo sposato?: sai che “appartiene” ad un’altra, scelta tua di volerlo comunque, sia quel che sia…
    la passione VI travolge e si è trasformata in grande amore?: si affrontano insieme le conseguenze prendendosi per mano. Alla luce del sole.
    Hai descritto un uomo che “pur di non perdere parenti, immagine, figli (??? non si perdono i figli con la separazione!!!), sicurezze”, ha scelto di rinunciare al grande amore della sua vita.

    Ma tutto questo cosa c’entra con l’amore?

  2. 222
    lory -

    Ed anche oggi sono qui a scrivere per potermi sfogare un po’.
    Da quando e’ successo il patatrac non riesco piu’ ad essere serena, non riesco piu’ a sorridere, non riesco piu’ a vivere.
    Ho bisogno di un consiglio come si fa a dimenticare?

  3. 223
    lorella -

    per lory impossibile dimenticare basta una scicchezza e ricadi io naturalmente parlo per me.

  4. 224
    alessia -

    Ragazze, sono qui non per biasimare le moglie, sarebbe una cosa stupida essere tra di voi e giudicare. Dentro di me ero pronta sempre, che appena lei accorge le cose e riassume il potere, la situazione cambierà. Dall’inizio lui è stato sincero, che non riuscirà a lasciare tutto, i figli, la moglie, la casa , ma nello stesso tempo rinunciare a me. Un egoista, si, ma l’ho accettato, potevo mandarlo a quel paese con sto avvisamento chiaro. Non credo che era legato proprio “alla donna”, forse come tanti uomini aveva paura di mollare tutto assieme, i figli ( che sicuramente non poteva più vedere ogni giorno, come è abituato), la moglie, che senz’altro è una persona importante, la madre dei figli, le casa costruita con fatica. Non è facile prendere la decisione : “non ami più tua moglie?: diglielo o lasciala”. Se non riescono a prendere la decisione neanche dopo, quando le cose sono scoperte, e le parole sono dette, almeno il fatto di amare un altra. E la moglie l’ha messo di fronte ad una scelta: “se tieni ai tuoi figli – devi chiudere con questa donna e rimanere a casa…” – che per lui non era molto difficile
    Ma è passato un anno, ma nessuno dimentica, nè lui, nè lei, nè io…

  5. 225
    LUNA -

    ZUCCHERO: ciao, sono d’accordo con te, con il discorso della responsabilità.
    E anche con questo: @Non mi piace quando sento l’amante prendere le parti del traditore giudicando “obiettivamente” la moglie tradita. Cosa c’è di obiettivo quando si sente una sola campana, la campana che tra l’altro sta tradendo ed ha di certo la necessità di giustificare innanzitutto davanti a sè stesso un comportamento scorretto?
    Ti sei mai chiesta come lui si comportava con la moglie? Se la faceva sentire amata, se la sollevava da responsabilità e pensieri, se la faceva sentire donna anzichè solo madre?

    ALESSIA: non è comodo mettere tutto in chiaro? ti sembra che l’amore sia solo mettere in chiaro?
    se amo qualcuno davvero voglio travolgere la sua vita, al di là di cosa io penso sia meglio per me e il dirmi che “sono onesto” perché l’ho messo in chiaro?
    Certo che tu hai accettato, è vero. Ma quando dici: @Se non riescono a prendere la decisione neanche dopo, quando le cose sono scoperte, e le parole sono dette, almeno il fatto di amare un altra…

    non ti sembra di giustificarlo in base ad un generico “se non riescono…”.
    A parte che c’è pure chi ci riesce non stai parlando di un uomo generico, ma di lui. Ti piace questa sua debolezza di carattere? Davvero riesci a giustificarla così tanto? Cioè, tu potevi vivere una vita a metà, facendo i conti con i tuoi sacrifici, ma era normale poverino che lui non potesse prendere una decisione.

    Parli di una moglie che avrebbe “ripreso il potere”. Ma cos’è lui, un pupazzetto? Un pupazzetto in balìa del “potere” degli schemi, del fatto che la moglie si lasci andare o che la moglie faccia la voce grossa? che l’amante gli conceda di non decidere?
    Alessia, ma non ti sembra di avergli attribuito un ruolo troppo passivo, in mezzo a due donne, ciascuna con le sue carte da giocare o non giocare? e se pure lui stesso si attribuisce per primo questo ruolo passivo non ti sembra, nel momento in cui dai per scontato che “gli uomini sono così”, “le cose vanno così” di giustificarlo attraverso una serie di luoghi comuni che ti permettono di trattarlo come un bambino che soffre per le sue stesse paure?
    Sembra che la vittima principale di questa vicenda sia comunque lui, anche se tutti soffrono.
    Lei ha la colpa di essersi lasciata andare e sembra il cerbero che lo trattiene solo in base al senso di colpa per i figli (quando lui si è trattenuto da solo per 4 anni anche per non rinunciare a tutta una serie di cose e perché non gli andava di perdere la faccia davanti a genitori, cugini e parenti di quinto grado e di incasinarsi la vita oltre che incasinare quella degli altri) e non avrebbe la dignità di accettare che può amare un’altra. Tu poiché hai accettato le condizioni hai accettato il fatto di tenertelo così. Lui poverino che poteva fare se non dire le cose come stanno, cercare di prendere il meglio da entrambe le situazioni e cercare di barcamenarsi, visto che è così difficile? Certo che dove c’è un tradimento c’è sofferenza

  6. 226
    LUNA -

    in qualsiasi percentuale si possano dividere le responsabilità della crisi di una storia, di un matrimonio, rimane comunque una sostanziale differenza tra il cercare di risolvere le cose tra due persone, nel bene e nel male che sia, o mettere in mezzo altre persone, nel dire: “sono in crisi ed esco da questa casa, perché non ti amo più e non ce la faccio più” e dire “sai, sono quattro anni che ho un’altra relazione”.
    E guarda che non ti parlo da persona che vive nel paradiso dei non errori, nè suoi nè degli altri, o dove le crisi e debolezze umane non esistono o anche le scelte sbagliate o compensative.
    Ma mi pare oggettivo che una differenza c’è tra affrontare le cose in un modo o in un altro. E che se per 4 anni porti avanti una relazione parallela per stare in equilibrio in un certo modo prima o poi quella cosa esploderà.
    Esistono delle situazioni di vera e acuta sofferenza nelle relazioni ufficiali, esistono davvero. L’ho vissuta. Situazioni in cui il fatto che ci sia qualcuno che ti voglia bene e con cui poter condivivere delle cose una differenza la fa.
    Da parte mia posso dirti però che se non ho varcato quella soglia è stato perché IO volevo restare. Per quanto io fossi ferita, confusa, incasinata, in crisi, in tilt sono rimasta perché amavo la persona con cui cercavo di salvare le cose. Compensavo (e non con tradimenti sessuali) perché volevo restare. Compensavo stando vicino a chi aveva il padre che stava morendo di cancro e che stava vicino a me quando dicevo non ne posso più, e perché la mia relazione, che tentavo di risolvere al suo interno, aveva dei casini inenarrabili. Ma dicevo anche: spero che le cose si risolvano.
    Certo, la mia storia è veramente particolare, perché in quelle condizioni mi aveva messo lui stesso. Perç se avessi voluto avere un’altra vita semplicemente avrei varcato la porta, indipendentemente che ci fosse qualcuno ad aspettarmi dall’altra parte o no. Lo so perché mi conosco. E perché non ho mai cercato qualcuno che “mi salvasse” in tal senso, risolvendo i MIEI guai.
    E se mi fossi innamorata davvero ma davvero, anche se io non cercavo un amore che mi portasse via, con maggiori garanzie (non era per niente difficile avere delle maggiori garanzie di quelle che io avevo) probabilmente quel passo lo avrei fatto. Quindi io non ci credo (ma questa ovviamente è la mia opinione) che se vogliamo andarcene perché AMIAMO FOLLEMENTE e vogliamo davvero un’altra vita qualcuno o qualcosa ci impedisce di farlo. La spinta è troppo forte. Parlo di AMORE, quell’amore per cui senti l’esigenza di ricominciare daccapo. Non di un rapporto che può comunque essere intenso. E credo che il cercare di salvare capra e cavoli SOLO per la paura di perdere uno status e di affrontare le proprie responsabilità (cosa che lui ti dice, pare) sia una forma di vigliaccheria e immaturità. Con la quale non mi piacerebbe avere a che fare, in nessun ruolo. e’ quasi meglio pensare che, in qualche modo, lui non vuole lasciare lei che le comodità.

  7. 227
    Poldo -

    Non so ancora se è vero che si possa perdonare un tradimento. La mia ragazza è venuta a me giá dall’inizio con un sacco di bugie sulla sua vita ed io, che avevo voglia di una relazione intensa, ho cercato di essere aperto, di aver fiducia, di credere. Le sue richieste di conferma mi sfiancavano, era un continuo richiedere attenzioni, esasperare gelosie, peró stavo al gioco e portavo avanti la relazione. Avevamo cominciato in un modo difficile da credere, lo so, via internet. Dal suo paese di origine mi scriveva dicendomi un sacco di cose non vere, ed io le credevo, avevo voglia di crederle. La sua bellezza, mischiata ad una certa dolcezza mi faceva sperare che tutto sarebbe potuto andar bene… non ci si conosceva, peró pensavo ad un segno del destino. Mi venne a trovare a Maggio, e da li cominciammo a conoscerci meglio… lei mi parlava di una famiglia piú o meno agiata, una situazione economica stabile, cose che poi ho verificato non vere. Non è cattiva, peró ha fatto delle cose che non riesco a perdonarle. Dopo un paio di mesi in cui è stata mia ospite, con tutti gli annessi della situazione, è tornata a casa. Mi son trovato a desiderare di vederla ancora di sentirla, e passavo giorni interi a cercarla… chiunque potrá dire che parlarle per chat… non aveva senso, lo so: le relazioni si vivono, ed io la stavo solo idealizzando. Il suo modo di fare poi si trasformava in capriccioso spesso, e piú di una volta chiudeva la conversazione senza lasciar spazio a ulteriori interventi. Avevo la sua password per entrar nelle mail, la usai. Leggevo, capivo. Fino al giorno in cui lei stessa, messa alle strette, ha confessato. Mi tradiva con un suo ex… se cosí si puó definire un uomo sposato, con figlio a carico. Lei non aveva mai abbandonato questa relazione, pur stando con me. Ed insisteva dicendo che lo considerava un amico, che le faceva bene parlar con lui, anche quando c’era giá stata insieme ed io le chiedevo di non cercarlo piú.
    Ho fatto l’ulteriore passo, a Novembre son venuto nel suo paese. Il suo carattere instabile aveva un effetto nocivo su di me, perché mi manteneva sul filo del rasoio promettendomi amore sconfinato… la sua famiglia mi affittó una stanza in casa loro per 150 euro (la casa la pagano 200), e stando li ho visto che, ad un certo punto, cominció ad evitarmi. Aveva cominciato a lavorare, e la sera quando tornava preferiva guardare la televisione piuttosto che venire a stare con me. Mi sentivo in carcere, ma il peggio è che tutti quei mesi a pagar per due, per me in europa e per lei nella sua terra, mi avevan messo a terra economicamente. Ero arrivato con l’illusione di poter lavorare qui in campo universitario, adesso ho capito che ci vuol tempo. E soprattutto lei, ancora una volta, ha ricominciato a parlar con questo suo ex… ho scoperto cose… ha detto che la nostra relazione l’ha annoiata. Ed ora che ho perso il biglietto di ritorno, e sto in un albergo senza un soldo, adesso che ho preso le distanze… dice che mi ama.

  8. 228
    andrea -

    ciao,ieri è stato un giorno veramente brutto,non riuscivo levarmi dalla mente il tradimento che ho subito, è stato durissimo x fortuna che ho portato la mia piccola a milano-marittima e un po la giornata è migliorata. la mia compagna non c’era xche era a lavorare ma l’avrei voluta li con me, e non riesco a dirgli che sono molto in difficolta.

  9. 229
    alessia -

    LUNA
    So che il suo comportamento, dettato da una ragione,non si può chiamare nobile, sono d’accordo con te se @AMIAMO FOLLEMENTE e vogliamo davvero un’altra vita qualcuno o qualcosa ci impedisce di farlo@ . Ma non vedo nemmeno la LORO VITA da altra parte, felice, non c’è più nè amore, nè fiducia, nè momenti intimi… non sfociano in rottura definitiva, ma vivono come cosiddetti “separati in casa”, come coinquilini nello stesso appartamento solo per non dover affrontare una separazione, per i figli. Si, ammetto, lui è debole, fa male a 2 donne, e lei? Perchè lo tiene a casa se non c’è più il sentimento, non c’è più una cosa sola? per un’abitudine? per stessa paura di rimanere da sola a 40 anni con i 2 figli e per non perdere la faccia davanti agli altri? far finta e soffrire dentro tutta la vita? ((( e solo una domanda…cerco di capire IL PERCHE’

  10. 230
    LUNA -

    ANDREA: forse però dovresti dirglielo. Ma sai tu, ovviamente. ALESSIA: chi lo sa. Forse non lo sa neanche lei. Forse lo ama ancora. Forse averlo accanto così per lei è comunque averlo accanto. Forse non ha smesso di condividere maggiormente se stessa con lui perché non lo amava più, ma perché in qualche modo si sentiva delusa da lui pur amandolo ancora. Da fuori è facile ipotizzare, ma nel cuore di lei non sei e non sono. Forse quella distanza tra loro non l’ha creata solo lei, per quanto sia facile da fuori dire ‘lei si trascurava’. Ammesso che sia vero, ci si può trascurare anche perché si sta male e si è tristi, e perché si è tristi? A volte perché ci si sente soli in due, anche se si ama ancora. Ma ci vuole anche una buona dose di sensibilità e attenzione per comprendere perché la persona che hai accanto si è chiusa in sè, per cercare di capire, sostenere, andare incontro, prima di dire ‘non c’è e mi fa un torto’. Ricominciare una nuova vita a 40anni e con due figli può fare paura. Ma non è scontato che la ragione sia questa. Io ho ‘retto’ il mio infelice amore per anni perché era l’amore della mia vita, no perché avevo paura della solitudine. Vagavo per ore la sera, pensando. Riassestavo la mia vita per stare in equilibrio. Ma non perché avevo paura. Davo il tempo alla mia vita di tornare ad essere la mia vita con lui che avevo amato perché amavo lui. La mia storia è stata molto molto complicata, ma non è per cieca caparbietà o dipendenza o paura che sono rimasta e tornata. Certo, ognuno sa per sè, e c’è anche chi ha paura e basta. Ma penso ad un’amica che, tradita senza saperlo, a pochi mesi dal matrimonio, senza neanche rendersene conto, poiché stava male, non amava più tenere bene la casa, cucinare. Era un’espressione del suo malessere. Lui aveva espresso un suo malessere che non riguardava nemmeno lei ad un’altra donna, vicina a loro. Che gli diceva ‘è lei che è così che ti fa stare male. E’ lei che non sa valorizzarti e darti importanza. E’ lei che non sa capirti quanto ti capisco io. Etc’. Ma si amavano ancora. E per inciso sono felici. E nessuno trascura nè se stesso nè l’altro. Certo, alessia, quella è un’altra storia, non è la tua. Però voglio dire che non è così semplice sempre individuare cause e conseguenze. Se fosse arrivata un’altra donna quando io e lui eravamo in crisi sarebbe stato facile dire da fuori ‘tanto non si amano piú. Che stanno insieme a fare?’ ma non era così.

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