Faccio un mestiere complicato, un mestiere dedicato al dolore, al malessere, allo sgomento. Ogni giorno incontro persone perse, smarrite, vaganti nel nulla e nel vuoto di una vita che sentono come un qualcosa di fragile, rarefatto, soggetta a soccombere al primo vento.
Ogni mattina contemplo questi occhi che aspettano uno sguardo, cerco di essere partecipe della loro paura, cerco di vedere l’amore e l’agonia che custodiscono, cerco di essere travolto dal loro urlo sacrificato, cerco di intercettare il loro respiro di dolore, cerco di correre nel vento gelido delle loro solitudini, cerco di capire le loro tempeste emozionali. Cerco, cerco…
Sono un giovane psichiatra di 28 anni, un po’ particolare a dire il vero, un po’ fuori dalle logiche dominanti, un po’ matto, lucidamente matto! Enormi difficoltà incontro ogni giorno per la difficoltà di quello che faccio e per come intendo farlo. Mi rifiuto con forza e convinzione di ridurre gli sgomenti del cuore a puro meccanismo biochimico, a mera sbagliata interazione di molecole e altre bestialità simili laonde, fermamente contrario non all’abuso ma all’uso di psicofarmaci, che niente guariscono, che a nulla servono se non a inibire le persone e a neutralizzare le loro tensioni emozionali, ideali e morali.
Ma vorrei parlare d’altro, vorrei dire che lo sgomento che ogni giorno incontro, l’atroce cammino di paura e di illusione, il trucco che vuole nascondere la stanchezza, l’affanno che ti da il rigurgito notturno della nausea e della rabbia, ecco tutto questo è anche la mia vita.
Esperienze di radicale intensità emotiva che lentamente ti destinano in fondo a un pozzo nero, avvinto nel vortice furioso di un buco nero dove tutto si perde: voci, sensazioni, emozioni, dolori, entusiasmi, speranze, angosce… Come posso farmi compagno di quella stanchezza, di quella stella immota, di quella luce spenta se io non riesco ad accendere la mia?
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Categorie: - Me stesso
Secondo me,con il carattere che hai,sbagli mestiere,non puoi farti
carico dei problemi degli altri,ti consiglio seriamente di lasciar
perdere questo lavoro,se no poi ci dovrai andare tu dallo psicologo.
Sei troppo preso dai problemi degli altri,è una cosa bella per quelli
che hai in cura,ma disastrosa per te.
(sempre secondo me) hai una dura scelta davanti,O TE O I TUOI PAZIENTI.
auguri
Ho incontrato dopo 5 anni l’oncologo che ebbe in “cura” mia moglie.
Era più che altro una consulenza, eravamo tornati a casa dopo un inutile intervento al Gemelli di Roma.
Sui 45 anni, lavora in ospedale, ho fatto fatica a riconoscerlo.
Dopo i saluti, eravamo ai giardini pubblici, ci siamo seduti e mi ha confidato che è in cura farmacologica con lo psichiatra che lavora nel
suo stesso ospedale. Era un’altra persona, smagrito, insicuro nel parlare e visibilmente in difficoltà. Avevo ed ho una grande stima di lui come medico e come uomo. Mi ha raccontato che non riesce più a dire quelle frasi consolatorie quando sa che un paziente è ormai al capolinea.
Preciso che ho 61 anni, ho notato un tuo commento critico al prof. Cassano su un mio post. Mi piacerebbe sapere quale è stata la molla che ti ha portato a specializzarti in psichiatria.
Avrei molte cose da raccontarti, ma non sul forum, solo in una corrispondenza privata. Se vuoi naturalmente. Ciao TS
Ciao,
io sono un tuo coetaneo. Perduto per sempre.
Usi splendide parole giovane psichiatra, e sorrido nel leggere la tua lettera. Un sorriso amaro.
Ho sempre guardato a chi aiuta gli altri come fai tu, con ammirazione e con un po’di diffidenza. Mi domando come si possa calarsi nei meandri dell’animo umano senza perdersi…e adesso so che è, in effetti, quasi impossibile non smarrire la propria strada se il cammino che abbiamo deciso di intraprendere si lega tal volta inscindibilmente ad altri.
La chiave, mi risponderei, starebbe nel distacco, nella divisione istantanea e permanente, tra la nostra vita e quella degli altri, ma allora come si può comprenderli, andargli incontro? Immagino che nei tuoi studi, questa sia stata una tra le prime cose che hai imparato, e riscontrato empiricamente, con successo o meno, ma vedo che credi vivamente e fortemente in ciò che fai, questo è tutto di guadagnato. Non sono molti i ragazzi che alla tua età già sanno qualcosa di quello che sono e che vogliono essere. Se volessi far sorridere te potrei citarti un ragazzo tuo coetaneo che mi sta torturando con tutt’altri strumenti che ferri incandescenti e ruote dentate… Già, lui usa i suoi occhi ed i suoi silenzi. Vanno sicuramente più a fondo di qualsiasi lama. Ma tu leggendo questo, forse vai a cercare questo ragazzo nel suo vortice di trappole ed illusioni…e già sei troppo lontano da te stesso.
Forse ha ragione chi ti imputa uno sbaglio di rotta, con la sensibilità che hai, ma io penso che basti poco per accendere la tua luce. In mesi di dolore ho imparato che se trasformo il mio broncio in un sorriso,per quanto sia difficile all’inizio, tutto migliora intorno a me. Ho scoperto che la giusta musica può riempirti il cuore e riscaldarti. Bisogna a volte tornare alle origini per rimettersi in gioco, e non c’entrano niente gli altri. Parte tutto da noi, come tu sai. Ma è difficile analizzare se stessi. Non provarci nemmeno… agisci e basta, renditi libero, ama. Come diceva S.Agostino, ama e fa ciò che vuoi. Sono giunta a pensare che sia questo l’interruttore da cercare quando si è al buio. Ti chiederei se hai qualcuno accanto, se ti senti libero, se ami… lungi da me il tentativo di penetrare le folte schiere dei tuoi pensieri, se vorrai rispondere sarà comunque bello trovarne qualcuno tra le tue righe.
M.
Ok toroseduto,ti lascio la mia mail così da poter corrispondere in privato:pietreomeriche@libero.it.
Attendo tue notizie.Un saluto caloroso!
A te geko,se vuoi scrimimi e cerchiamo di capire insieme perchè ti ritieni smarrito per sempre.Bada che questa non è una mossa da psichiatra,è solo un umano invito alla condivisione di pensieri,ansie,dolori e esperienze di luce e di ombra.A presto!
Siamo tutti affetti da malessere, dolore e purtroppo malattie. Pazienti e medici.
Salve Mo,
il tormento che spesso mi assale non è di capire se ho realmente qualcuno al mio fianco ma sei io sono realmente accanto di chi le dinamiche della vita mi pone come compagni dei miei entusiasmi e dei miei affanni.Affronto la “sfida” dell’Amore cercando di “rallegrarmi con quelli che sono nella gioia e di piangere con quelli che sono nel pianto” come suggerisce l’Apostolo,per vivere sentimenti autentici,per avere una partecipazione vera e sincera,per gettare uno sguardo nel mondo e non un’occhiata,perché non ci si scopra,alla fine dell’agitazione,alla fine del tormento,alla fine della danza quando le luci divengono fioche e il sipario si appresta a calare,che ci si trova per terra,coi fili spezzati,le articolazioni arruginite,i tratti deformati.Da diversi mesi non vivo l’amore intenso e scarlatto,l’amore del rigurgito notturno delle effusioni scambiate,delle parole innamorate,degli sguardi che si incontrano e si abbracciano ma non me ne cruccio perché certo che questo amore non è un’illusione che viviamo un istante e perdiamo in un attimo ma che esso ci porta sempre più avanti e altrove e altrove e più lontano e tocca a noi sapere e decidere quale esperienza farne perché conoscere serve per capire,capire per decidere e decidere per crescere.
Fammi dire che sei troppo intelligente per fare lo psichiatra.
Ci vuole un adattamento alle logiche meccaniche che portano a considerare un paziente una marionetta fatta a pezzi che va ricostruita con delle istruzioni prestabilite. Ci vuole freddezza per restarne fuori,anche se è risaputo che ci finite dentro anche voi.
Siete un pò dei salvatori di anime,degli eroi,se avete la sensibilità di perdervici… Saresti il dottore giusto credo,quello che farebbe guarire tanti come me… ma a quale prezzo? non darei la mia sanità mentale a scapito della tua,o peggio non permetterei che il mio dottore si ammalasse senza nemmeno guarirmi… E’ normale finirci dentro perchè credo che quella sia la verità,e che solo ad occhi chiusi la si può rifiutare..
Aiutali a convivere con il buio perchè nella luce c’è chi non ci crede già più
ventolibero.
la mia vita è stata salvata da una semplice psicologa, la cui personale esistenza era immersa nella più totale incapacità pratica di gestire non solo il proprio figlio ma anche la più banale quotidianità… anche i suoi rapporti di coppia mi sono parsi, a tratti, assai scombinati… è morta di dolore, poverissima, abbandonata…
eppure mi ha rimessa al mondo, tanto che la considero non la seconda ma quasi la mia prima madre.
credo che, se tu riuscissi anche soltanto a ridare un po’ di luce a una sola persona, potresti considerare di aver svolto il più alto e il più difficile dei compiti che ti sei autoassegnato.
la mia “dottoressa” (priva di laurea) sapeva ascoltare, sapeva capire, sapeva aiutare anche nel silenzio, soffriva e sorrideva con me, mi ha di certo amata, sia pure con il dovuto distacco, e mi ha dato tanto di sè.
allieva di Musatti, si recava periodicamente a visitare il maestro con cui aveva portato a termine la sua analisi, per avere sostegno da lui…
era una persona libera, apparentemente senza confini, sensibilissima ma ferma e decisa nel suo delicato lavoro. mi pare di intuire che hai con lei qualcosa in comune e ti auguro di tutto cuore di continuare ad amare chi viene da te in cerca di aiuto, sia pure con il dovuto distacco…
un abbraccio
Ventolibero
Credo che tu abbia fatto una cosa molto bella,parlarci attraverso il tuo cuore.
I medici sono umani come noi altri,quindi con le loro sofferenze,paure,delusioni e quant’altro.
Ti apprezzo per quello che cerchi di fare,nella vita,nel tuo piccolo,per gli altri.
Sono stata in terapia da uno psicoterapeuta,anche lui contrarissimo ai farmaci,più che altro mi ha accompagnata in un percorso basato sulla scoperta di me stessa,il lavoro sull’autostima è stato fondamentale,mi ha aiutato a comprendere il perdono,l’apertura del cuore,quindi un cammino improntato più sull’anima che su altri aspetti.
So che la maggior parte del lavoro l’ho fatto io,ma lui per me ha rappresentato una svolta,l’ho visto commuoversi davanti al mio dolore.
E li capisci che forse sarebbe meglio per tutti incontrare un medico fuori dalle righe come te,piuttosto che un altro troppo serioso che però ti spilla una gran quantità di soldi.
Credo che sia più che normale una crisi esistenziale,ce l’hanno tutti perchè tu non dovresti avere questo diritto?
Penso che determinati periodi nella vita di ognuno servano proprio a farci capire qualcosa in più su noi stessi,spetta a te decidere cosa vuoi fare da grande e nessuno può ergersi a giudice se in questo momento sei confuso,hai 28 anni è normale che accada.
Io faccio il tifo per te
Tiffany