Giustamente in questi giorni si sono moltiplicati i cortei contro i femminicidi e mi auguro che non siano un fuoco di paglia ma che l’attenzione verso questo problema sia sempre alto e che tutte le forze politiche trovino un’intesa perché questa spregevole piaga finisca. Donne, uomini, giovani hanno partecipato all’appello delle piazze di Non una di meno, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e a pochi giorni dal ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin uccisa per mano dell’ex fidanzato anche se qualcuno si ostina ancora nel definire presunto. Rivedendo le immagini proposte dalle varie emittenti televisive sulla partecipazione mi chiedo ma perché in manifestazioni di così alta importanza e che devono sensibilizzare tutti ci si deve perdere con cori anti Meloni e bandiere della Palestina. Un’occasione sprecata per una mobilitazione trasversale, che ha visto la partecipazione di esponenti di tutte le forze politiche. Un fuori programma che non fa il paio con l’approvazione all’unanimità della proposta di legge sui femminicidi targata Roccella votata pochi giorni fa alla Camera.
Marco Morandi
Vobarno
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Categorie: - Attualità - Riflessioni
E poi… come conciliare la tutela delle donne con la solidarietà verso regimi e culture VERAMENTE patriarcali?
Armi di distrazione di massa, finta emergenza, femmine che han rotto il c.
La donna? Ca la piasa, ca la tasa, ca la staga a casa.
Ah sì Chavo? Finta emergenza? Vallo a dire ai tanti figli che hanno perso le loro madri ( con conseguenze che si porteranno dietro tutta la vita ), ai tanti genitori che hanno perso le loro figlie, a chi ha perso l’amica, sorella, ecc…
Quello del sesso che a voi incel manca NON È UN REALE PROBLEMA perché si può vivere anche senza sesso o si può ricorrere ai servizi a pagamento. I vostri sono solo capricci. La violenza e la discriminazione verso le donne, quelle sì, sono VERE piaghe della società. Hai capito, omuncolo?
Quelli di Chavo sono chiaramente le parole di un misogino frustrato, non è che ci voglia molto a capirlo.
Luca, lo so. Ma se non gli si risponde spiegando in cosa sbaglia, qualcuno che legge potrebbe dargli credito. Più che altro mi chiedo: ma le donne dove sono? Perché non intervengono? A me fa rabbrividire che nessuna di loro controbatta a questi soggetti, quasi a volergli dare ragione. Evidentemente la stratificazione culturale che vuole la donna docile e sottomessa, timorosa del giudizio altrui e incapace di difendersi, è molto più radicata di quanto non si pensi.
Embé, bisogna sentirsi davvero grandi eroine per perdere tempo a rispondere a provocatori scimuniti! A svegliaaaa Marí!
Sul discorso femminicidi, credo si debba estendere un pochino la riflessione oltre sta menata trita e ritrita del patriarcato. Ci sono problematiche diverse e per certi versi peggiori da considerare a livello collettivo. Sono nauseata da slogan faciloni e discorsi banali, come un’ammissione di colpa da parte di tutti gli uomini. Ma che scemenza! È un’epoca in cui ogni discorso serio ma comunque sfaccettato viene ridotto a barzelletta.
Suzanne, sono io la prima a dire che non bisogna ridurre tutto ad uno slogan e che ci sono vari aspetti da considerare, come ad esempio la fragilità emotiva di chi è coinvolto in queste vicende, e di cui non si parla quasi mai. Io non concordo con le dichiarazioni di Elena Cecchettin. Il punto è un altro: tu sei sempre pronta ad attaccare chi non sostiene le tue idee politiche o sanitarie ma quando si tratta di difendere le donne vittime di violenza sei puntualmente latitante e non è raro che qui sul forum parteggi per dei misogini, come fanno anche altre. Ecco.. a me sta cosa fa pensare. Certo, non bisognerebbe nemmeno rispondere a questi soggetti, ma di tanto in tanto è opportuno far sentire la propria voce e fare in modo che non passino messaggi sbagliati.
Oggi ennesimo caso:
https://www.legnanonews.com/aree-geografiche/legnano/2023/11/28/uccisa-a-mattarellate-a-legnano-il-ricordo-del-medico-che-ha-assistito-stefania-cancelliere-in-rianimazione/1150325/
Lo Stato della Repubblica Italiana, e l’Italia e la storia, è patriarcale, e ne confermiamo tutti i giorni l’essenza patriarcale.
Quando vi era la civiltà Romana, vi era appunto la Civis, civiltà, basata proprio sull’uomo, oltre a ciò vi era la figura del “pater”, che quando arrivavano le nozze, chiaramente fra persone dello stesso ceto, patrizi normalmente, vi era la consegna della figlia, dal parte del “pater”, al coniuge. Questo nell’antica Roma. Successivamente vi furono diverse conformazioni, diversi staterelli, Grandicato di Toscana, ed avanti così, passati sotto varie dominazioni, austriaca per esempio, fino ad arrivare all’unificazione, dichiarando l’Unità d’Italia, e Regno d’Italia, e vai di Statuto Albertino, arriviamo diretti alle Seconda Guerra mondiale, con il referendum fra monarchia e Repubblica, dove gli Italiani hanno scelto la forma Repubblicana. Ogni singolo passaggio, per le donne è stato traumatico, specialmente il suffragio universale durante il…
Referendum, per il passaggio fra Monarchia e Repubblica. Fu il suffragio universale, che ha potuto rendere possibile tale cambiamento, concesso alle donne, non come illuminazione rispetto ad un nuovo possibile corso, democratico della Nazione, ma molto opportunisticamente solo perché si sapeva, che i soli uomini non avrebbero raggiunto il quorum necessario per il cambiamento. Si dice sempre “dietro ad un grande uomo, c’è sempre una grande donna”. Dietro ad uno Stato democratico, ci sono sempre grandi donne, che lo rendono possibile. Quindi, smettiamo di pensare alle donne come opportunità, e diamo valore effettivo alle donne, perché la casa dove abitiamo, ovvero l’Italia Repubblica, ha come premessa proprio la donna.
Paradossale quindi, che si sentano minacciate o che debbano subire certe cose, in un Paese che è nato proprio dalle donne.
Spunto di riflessione ulteriore, oggi quando ci si sposa, c’è ancora la tendenza al passaggio tipico dal padre al coniuge, tipico Romano, sarebbe da confermare? O è piuttosto un retaggio da aggiornare essendo che le donne sono emancipate, e visto il discorso che ho scritto prima?