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Perché mangiamo?

di Leonardo88
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 1 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Marquito -

    Ciao Leonardo. Credo che ci sia stato un piccolo fraintendimento. Io non ho mai negato che le organizzazioni vitali dipendano dal mondo circostante per alimentarsi e sopravvivere (negarlo sarebbe una follia). Ma una cosa è affermare che queste organizzazioni “dipendono dal mondo”; altra cosa è affermare che “hanno bisogno di dipendere dal mondo”. Quando il leone si ciba della gazzella non credo che lo faccia per soddisfare un suo ipotetico bisogno di comunione con l’universo.
    A parte questo:
    Concordo pienamente con te e con libera quando sottolineate l’ambivalenza della nostra condizione terrena. Più una specie è evoluta e più tende ad affermare la propria indipendenza rispetto all’ambiente di cui si nutre. Dal mio punto di vista, comunque, questa osservazione potrebbe essere applicata anche ai singoli individui.

  2. 12
    ventolibero -

    Vuoi scandagliare gli aspetti psicologici alla base del mangiare, della ‘coazione a ripetere’ che ti porta ad ingurgitare continuamente cibo?
    Allora, senza tante disquisizioni davvero insulse, compreso quello che potrei dire io naturalmente, ti suggerisco di leggere Anatomia della distruttività umana di Erich Fromm, tutto il libro, così magari avrai qualcosa di interessante da dire!

  3. 13
    Leonardo88 -

    Ceramente marquito.. potrebbe essere applicata anche ai singoli e non è un caso che un uomo è tanto più forte quanto più autonomo.
    Il ricordarci che fondiamo le nostre radici qui, sulla stessa terra di tutte le altre forme di vita, forse potrebbe aiutare ad essere un po’ più tolleranti e meno aggressivi.
    Poi c’è da dire che non è facile rispettare l’ambiente se quello su cui facciamo affidamento sono semplici dati: ci dicono che si è superata la soglia delle polveri sottili, e allora scatta il caos; ci dicono che i ghiacciai si sgioglieranno, e allora scatta il caos; ci dicono che il nucleare fa male e poi vediamo che effettivamente è così, e allora scatta il caos. Ci dicono che fumare fa male (ma la gente continua), ci dicono che l’inquinamento atmosferico dipende molto dall’uso dei combustibili fossili (ma intanto ci si aggrappa alle finanziare per comprare una macchina che nemmeno ci si può permettere), ci dicono che l’energia è da centellinare (ma vedo gente che ne fa un uso spropositato ad esempio quei negozi che lasciano acceese le insegne perfino la sera!), ci dicono che certe cose sono difficili da smaltire e da reciclare (e la gente continua a comprare, comprare, comprare!)
    Ci dicono tante cose, ma non tutte le cose sono accolte veramente nella nostra condotta di vita. Questo perchè non si ha un contatto diretto con le conseguenze che tutte queste cose provocano su di noi. Noi vediamo che anche se ogni tanto fumiamo siamo vivi, che se compriamo un nuovo prodotto superfluo il mondo non cambia, che se lasciamo accese due luci in casa quasi nemmeno la bolletta se ne accorge. La macchina sappiamo che è quel che è ma è troppo comoda ed è indispensabile. E’ il nostro sistema che rende queste cose indispensabili. Non potremmo non adattarci. Ed è giusto così. Tuttavia, nel nostro piccolo qualcosa possiamo fare se ci impegnassimo…piccole cose che non hanno la pretesa di cambiare il mondo, o se non altro la possibilità..

    E la cosa più divertente è che la spinta che ci può far formulare una concezione di questo tipo è proprio sotto gli occhi di tutti, in tutte le situazoni della nostra esistenza, per lo appunto, ad esempio, dal semplice mangiare.

    A volte però siamo troppo impantanati in discorsi umani, troppo umani, e a volte ci dimentichiamo di quella meravigliosa semplicità che è la vita.

    A me pare che le cose siano così, poi pensateci un po’ anche voi!

    Saluti

  4. 14
    AgosTino -

    Mangiamo perche siamo mostri, uccidiamo altre vite per sopravvivere.

    Pensando che ci sono esseri che divorano il “mangiare” ancora vivente.

    Mangiamo perche abbiamo bisogno di energia e vero, ma il modo di riceverla mi fa schifo.

    A pensarci, non mi piace partecipare di questa vita su questa terra, dove uno e costretto a divorare l’altro per la propria sopravvivenza.
    Pero sono molto covarde a lasciarla di mia volonta.
    Quel creatore a creato noi mostri e noi ci illudiamo di avere una civiltá e umanita, di saper distinguere tra il bene e il male.
    Se noi siamo simili a lui non voglio proprio sapere come é lui.
    Questa é la mia opinione.
    Agostino

  5. 15
    Andrea -

    In questo forum ne ho lette di min…ate, ma questa discussione le batte tutte. Adesso ho scoperto di essere un mostro perchè stasera ho mangiato un panino con la bresaola. Porca vacca (anzi no, diciamo Accidenti, se no la vacca si offende), domani scavo una buca, mi ci pianto dentro fino all’ombelico e da domani in avanti, per nutrirmi aspetterò che qualcuno mi annaffi. Spero che così riuscirò a non far male a nessuno

  6. 16
    Leonardo88 -

    andrea parli cosi perchè purtroppo per una serie di motivazioni il tuo cervello non è aperto alla comprensione.
    Credo che tu sia abbastanza deficitario in questo quindi fossi in te mi impegnerei per colmare le evidenti lacune.
    Mi auguro solo che tu sia un ragazzino perchè altrimenti la cosa si farebbe preoccupante.

    Agostino forse hai fainteso il mio discorso: non sono d’accordo con te con il reputare uno schifo questa condizione. E’ l’unica condizione possibile d’altrone per permettere la vita. Credo solo che se uno lo accettasse e lo comprendesse appieno perfino la morte potrebbe essere idealizzata in un modo più consono. Lo diceva gia Lavoisier.. nulla si crea, nulla si ditrugge, tutto si trasforma.

  7. 17
    libera -

    ”Caro” Andrea,
    ovviamente nessuno può farti sentire o meno un mostro a seconda di quello che mangi, nè importi alcunchè, ci mancherebbe solo questo, in una vita e una società che sono già abbondantemente grondanti di imposizioni.
    La questione riguarda semplicemente il fatto che l’animale, al pari dell’uomo, SENTE ogni tipo di sofferenza e VIVE la condizione di sofferente nel medesimo modo in cui lo vive l’essere umano. Da qui, in particolare nelle menti di persone con un minimo di sensibilità e cervello, nascono tutta una serie di riflessioni che ci portano a domandarci se sia giusto o sbagliato, lecito o meno, se bisogna attivarsi o far finta di nulla, su una questione che riguarda condizioni di dolore, e quindi di una certa importanza (beh, personalmente d’immensa rilevanza: cosa può esserci di più importante e grave della sofferenza, in tutte le sue forme?)
    Voglio rassicurarti ancora una volta sul fatto che nessuno potrà toglierti con la forza la tua gustosa bresaola, ma permetti che qualcuno si ponga il problema, senza voler fare campagne di ”esproprio forzato” di carne animale da macellerie e supermercati vari, ma facendo magari una scelta molto più semplice e personale.
    Per cui, se discussioni di questo tipo sono troppo assurde per i tuoi gusti, il forum e la rete sono piene di discussioni di ben altro livello in cui, sono certa, ti sentirai molto più a tuo agio.
    Cordialità.

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