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Lettera pubblicata il 16 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kaber.
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Ma perché buttare nel cesso la donna traditrice ?
Meglio tenersela! Parola di Alberto Sordi !
https://www.youtube.com/watch?v=lf2j763CVV0
Pensierodubbioso,
mi piace il tuo nick e sono contenta di non essere la sola a non avere mai assolute certezze.
essendomi trovata nel caso in questione, pur riconoscendo che ognuno attua le scelte che meglio gli consentono di conservare un decente equilibrio di benessere interiore, quando queste sono almeno idealmente possibili, potrei tutt’al più distinguere fra scelta “altruistica” e scelta “opportunistica”.
nella prima c’è spesso un’inclinazione di fondo naturale, magari in un temperamento poco passionale o poco indipendente, oppure anche solo l’idea che la serenità dei figli sia la più importante, anche per se stessi. la seconda, invece, ricalca né più né meno TUTTE le scelte fatte con il raziocinio di cercare agi e stabilità.
poiché la scelta del partner appartiene in ultima battuta alla donna, ritengo che siano parecchie le donne che, dopo aver sperimentato la scarsa affidabilità dei “belli e dannati”, di solito dai 15 ai 30 anni, passa poi all’orientamento di un’unione più ragionata, com’è logico che sia per mettere su famiglia.
non mi pento di aver fatto a suo tempo la scelta “egoistica” ma spesso mi succede di chiedermi se avessi il diritto d’infliggere la sofferenza che mio figlio ha patito, pur avendo mantenuto costanti contatti con il padre.
anche se la mia preferenza rimane quella che ho attuato, non giudico negativamente chi magari si sforza di mettere in atto l’altra, ritenendola più adatta a sé e al suo nucleo famigliare.
E’ giusto parlarne, ma non sempre
si può, a volte l’altro può cercare di evitare il confronto.
Comunque l’aspetto sessuale è uno dei principali componenti, ma non il solo, l’aiuto reciproco
specie nei momenti di bisogno è altrettanto importante,
e anche la stabilità del rapporto lo è.
Negli anni si impara a conoscere l’altro
e quindi si tratta di accettarlo, pregi e difetti.
Non si possono ovviamente conoscere i pensieri e
quindi vanno esaminati i fatti.
Rossana,
a mio parere i figli percepiscono se nella coppia c’è malessere e finzione. I figli non vedono i pensieri, ma assorbono i fatti. Per cui se in casa aleggia un clima costante di nervosismo e avversione o , anche peggio, un ‘ indifferenza mal camuffata, i figli ne risentono sicuramente e in modo continuo.
Probabilmente, invece, la sofferenza che deriva dalla fase iniziale di separazione dei genitori viene assorbita gradualmente se la coppia, una volta divisa, riesce a mantenere un rapporto amichevole e di rispetto reciproco, anche solo per amore del figlio (come sicuramente avrai fatto tu con il tuo ex compagno).
Acquafree. Sono tutte scuse quelle dei figli. Mia madre non si è potuta separare perché non lavorava. Una donna bellissima in tutti i sensi “schiava” dei tempi. Ma una donna che lavora non ha scuse, se non quelle che si inventa. Avevo 15 anni quando dissi a Franca di farlo, che l’avrei aiutata io. Pensa che candore, e semmai l’avesse fatto sarei rimasto con lei in ogni caso. Ma non c’era neppure il divorzio. Mancavano anni per quella svolta. Io e mia sorella “sapevamo” da quando io ne avevo 10 di anni e lei 7. Cosa vuoi “far finta” per i figli. I ragazzi “sentono” tutto, e più crescono più se ne rendono conto, e abituarli a “fingere” per cose così importanti li porterà all’infelicità. I figli vogliono vedere le persone che li amano
serene e non mortificate. Ritenere “egoistico” chiudere un matrimonio fallito è solo una menzogna. Egoistico lo è, ma non nel senso che è stato indicato inizialmente.
Come al solito, perorare una causa relativa ad un problema esistenziale per ritrovarvi un’assoluzione è infantile a mio parere, e altera la validità dell’eventuale discussione che dovesse derivarne. E il lettore in cerca di consigli non ne trarrà nessun giovamento. Semmai il contrario.
Parliamoci chiaro, una situazione come quella della nostra amica calabresotta che “ama” per corrispondenza e scopa quando le capita, ma si “sacrifica” per la “famiglia”, si spiega e si giustifica solo con l’immaturità sentimentale.
Ipse dixit ad usum delphini.
Ciao
Acqua,
concordo con il commento 224 ma non mi permetto di giudicare in negativo, SOGGETTIVAMENTE, chi decide di mantenere l’unione, potendo garantire in ambito famigliare il “rapporto amichevole e di rispetto reciproco” che, dopo qualche mese di burrasca, ho ripreso con il mio ex marito.
PER ME, le condizioni di cui tener conto a livello singolo rendono ogni caso a se stante. senza contare, poi, che per esperienza personale (che non mi sembra sia stata finora psicologicamente abbastanza approfondita) ritengo ci siano figli che desiderano o superano senza eccessivi traumi la separazione dei genitori e altri che, invece, se ne lamentano a vita e ne riportano ferite emotive permanenti, che spesso si riflettono poi anche nel loro futuro di coppia.
molto dipende dai temperamenti e dall’orientamento degli affetti verso i genitori dei figli in questione e dall’età che hanno nel momento in cui si decide di rompere l’equilibrio famigliare.
ognuno sceglie per sé, nei limiti delle sue capacità e possibilità, evitando soltanto, quando possibile, le imposizioni derivanti da altri o da limitanti condizioni fisiche e/o economiche. e nemmeno sempre ci azzecca!
pure e semplici opinioni personali!
La penso un po’ diversamente da tutti voi.
Per me il matrimonio é sacro e quando si fa una scelta del genere bisogna valutare tutte le conseguenze e non affidarsi alle sole emozioni del momento.
Quando ho conosciuto mio marito non avevo fantasmi del passato. Ho scelto mio marito per compatibilità sessuali, di idee e caratteriali. Abbiamo convissuto per qualche anno senza avere figli per testare ancora di più nel quotidiano il nostro feeling.
Mi é capitato di chattare così come di provare attrazione verso qualcuno che non sia mio marito. Credo sia umano. Ma mai mi sono sognata ne mi sognerei di lasciare mio marito per un altro.
La quotidianità, la routine, sono elementi di disturbo anche per chi vive da solo o ha mille avventure. Se litighi ci sta, se ci sono periodi no ci stanno anche quelli. Così come i problemi.
Ma non mi sono mai sognata di pensare ad un altro così come é accaduto alla moglie di Golem, ad Acqua o alla mia amica, al punto da rischiare di mandare in crisi un matrimonio. Spero sia lo stesso anche per lui, ma come detto più volte non si sta nel testa degli altri.
Golem
Quello che ti è accaduto da ragazzo dimostra
che i ragazzi capiscono l’atmosfera e in qualche modo ne hai subito conseguenze che ti porti dentro anche ora , ma non puoi dire
che sarebbe stato meglio se avesse potuto separarsi,
in quanto non hai provato questa esperienza, solo
chi l’ha provata di persona e sulla sua pelle può dirlo.
Io non l’ho provata per fortuna , ma conosco persone
che l’hanno provata e sono arrivati a odiare la madre
perchè aveva preso l’iniziativa (anche se in seguito da adulti l’hanno perdonata), ma soprattutto odiavano la persona che aveva preso il posto del loro padre.
Lo posso dire invece Vic, perché di fatto mio padre non era mai in casa. Quello che mi è successo dimostra solo che si possono vivere vite senza senso per colpa di una società come quella degli anni sessanta, dove le apparenze prevalevano sul contenuto, e purtroppo è uno stile che molti si portano appresso ancora oggi, e che fa parte di una cultura perbensta e ipocrita che le ha alimentate. I bambini vivono di “esempi” e nella loro innocenza non capiscono una finzione come quella che io e migliaia di altri “figli” hanno vissuto. Una volta adulti, se non si razionalizzano certe situazioni, attraverso un’analisi critica della cultura che li produce, si finisce per farle proprie per “osmosi”, perché si accetta la “recita” (e non solo per quella situazione) come un comportamento “normale” nelle relazioni umane.
Adulti, e bambini specialmente, hanno il diritto di conoscere come stanno le cose, non sono stupidi al punto tale da non capire le situazioni, e quando le capiscono non pensano che li si sia voluti proteggere, ma il contrario. Usarli.
Tra adulti non ne parliamo. Quella dell’apparire “in un certo modo” è proprio ipocrisia. Ma è un tratto basilare della nostra cultura infarcita di perbenismo di stampo cattolico. Quante mani ipocrite si stringono durante lo scambio di un “Segno di Pace” durante le Messe, lo sa solo il Protagonista di quel rito.
virginia
“Quando ho conosciuto mio marito non avevo fantasmi del passato. Ho scelto mio marito per compatibilità sessuali, di idee e caratteriali”
Appunto la compatibilità è l’elemento che per primo deve venir valutato…di solito però la parte affettiva
è prevalente su tutto…ed è quella determinante.
Golem
le apparenze contano anche oggi, vedi il caso del tradimento; se resta a conoscenza della coppia è un conto, se
viene a conoscenza di tutti, un altro, anche dal punto di vista giudiziale della separazione.