Gentile Direttore buongiorno, dedico questa mia di questa settimana semplicemente a segnalare ai più che, nel silenzio disinteressato e generalizzato, l’Italia ha purtroppo raggiunto e superato uno dei dati più preoccupanti che possa verificarsi in un sistema pensionistico……preoccupante perché mette gravemente a rischio la sostenibilità del sistema nel medio/lungo periodo…..
Come certificato dalla CGIA di Mestre infatti in Italia si eroga ormai un numero di Trattamenti Pensionistici superiore al Numero di Occupati…..volendo banalizzare…il sistema è ormai una Piramide al contrario la base dei contribuenti previdenziali è inferiore ai percettori.
Se a ciò aggiungiamo che le pensioni in pagamento al momento sono mediamente più alte dei livelli retributivi medi in essere…..direi che la tempesta è perfetta.
Precisamente i dati ci dicono che le unità a lavoro sono al momento (dico al momento poiché scenderanno ulteriormente per effetto della crisi COVID) 22,77 milioni contro un numero di pensioni erogate pari a 22,78 milioni a livello aggregato.
La spesa pensionistica ammonta quindi ormai a 293 miliardi di euro l’anno (16,6% del PIL) che, associata ad un allungamento medio della speranza di vita, e, a un tasso di natalità tra i più basi al mondo pone il sistema seriamente sotto stress.
Andando a vedere il dato si scopre che il fenomeno è disomogeneo geograficamente, con undici regioni a saldo negativo infatti ben dieci sono ubicate al centro-sud Italia a cui si aggiunge la Liguria.
A di là però dei singoli parametri quantitativi è indubbio una cosa….bisogna agire….trovare strumenti che pur garantendo tutele e garanzie pensionistiche, stabilizzino l’impianto previdenziale complessivo, agendo magari selettivamente sui tempi di pensionamento……non possiamo permetterci, ad esempio, un “quota 100 generalizzato”.
Diversamente la strada è quella di vessare ulteriormente chi è lavoro adesso……non credo sia la strada…economicamente e eticamente corretta.
Mariano Cangiulli
economia e buon senso (You-Tube)
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Categorie: - Lavoro - Riflessioni
Và a vogare e fattela passare, Quota100 era la ricetta giusta per far lavorare quei quattro scalcagnati laureati a mezzo tra lettere e filosofia e scienze delle merendine, usciti dalle università italiane che stanno ancora chiedendosi perché negli USA gli unici cervelli in fuga vengono fritti da Mac Donald e sono di gallina. Poi li chiamano “pepite” o ‘na roba così.
Tutto giusto, ma siamo in Italia, finché la situazione non arriva all’estremo nessuno si occuperà del problema.
Riguardo “undici regioni a saldo negativo infatti ben dieci sono ubicate al centro-sud Italia”… è abbastanza prevedibile il come mai.
Io sono del Sud ma da 10 anni vivo, lavoro e contribuisco al sistema Lombardo.
Stessa situazione per tutti i miei vecchi amici.
Nella mia terra di origine sono rimasti:
– i Pensionati
– chi aveva un lavoro di famiglia ed è rimasto
– i giovani (figli della seconda categoria) che studiano e un giorno decideranno se rimanere o meno.
Certo la mia regione di origine non fa molto per sviluppare il lavoro, ma qui si entra in altri discorsi in cui non si troverà mai una soluzione.