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Lettera pubblicata il 22 Giugno 2024. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore sherazade.
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Hiroo Onoda.
È stato lui il leggendario “ultimo giapponese”, l’uomo che si arrese solo nel 1974, trent’anni dopo l’arrivo sull’isola filippina di Lubang, dove continuò per decenni a combattere incurante del fatto che il Giappone si era arreso e la guerra fosse finita.
Lui non ci aveva creduto, i volantini lanciati nella giungla dell’isola, ormai sua casa, non l’avevano convinto: li considerò una trappola degli americani «perché pieni di errori». Il soldato Onoda aveva l’ordine di non arrendersi mai e obbedì alla lettera. Niente e nessuno riuscì a convincerlo che l’esercito imperiale era stato sconfitto dai funghi atomici che annientarono Hiroshima e Nagasaki nel 1945, e 29 anni dopo combatteva ancora i fantasmi di quella guerra. Una volta scoperto, con ancora indosso la divisa di 30 anni prima, si rese necessario l’intervento di un alto uffiale per convincerlo che la guerra da mò fosse finita.
Gli pagarono circa 233 dollari di arretrati della paga da soldato.
Si riciclò come istruttore di corsi di sopravvivenza. Era così bravo che sopravvisse sino a 91 anni.
La vita di un chad:
https://m.youtube.com/watch?v=M2-pTqukScE
Il film è ambientato a inizio anni 60. Oggi il finale sarebbe stato diverso. Lui non avrebbe sposato la dolce ragazza dai lunghi capelli castani innamorata e devota. Sarebbe finito agli arresti per guida pericolosa, per poi mettere definitivamente la testa a posto alla nascita del suo primo figlio. E la ragazza avrebbe accorciato la sua lunga chioma, avrebbe indossato un paio di jeans e si sarebbe messa in viaggio per l’Europa con il suo camper.
I funerali del chad:
https://youtu.be/c-_9ScWXOLE?si=nVqZfNChw1GC_mcr
No. Io non sarò presente al funerale del mio ex, sebbene lui me lo abbia chiesto. Probabilmente quel giorno sarò intenta a dipingere qualcosa o a pescare in riva a qualche laghetto.
@Argo
https://m.youtube.com/watch?v=PrU0dVHF9bM&pp=ygULUm9ib3QgZG9ubmE%3D
Frane Selak ha la reputazione di essere l’uomo più sfortunato del mondo (o il più fortunato, a seconda del punto di vista). E’ sopravvissuto a un incidente ferroviario, a uno aereo precipitato, ad un investimento e ad alcuni incidenti automobilistici.
Nato in Croazia nel 1929, è scomparso all’età di 87 anni avendo vissuto delle situazioni che lo hanno più volte portato a sfiorare la morte. Selak era un insegnante di musica e ha condotto un’esistenza piuttosto tranquilla fino a quando, con un viaggio in treno nel 1962, si trovò di fronte ad un’incredibile catena di eventi.
Mentre viaggiava sui binari da Sarajevo a Dubrovnik, il treno deragliò e finì nel fiume. Diciassette passeggeri morirono, mentre Selak riuscì a salvarsi nuotando fino a riva e riportando solo un braccio rotto e uno stato di ipotermia. L’anno successivo prese un aereo da Zagabria a Rijeka. Durante il volo si staccò un portellone e l’aereo precipitò. Persero la vita diciannove persone, mentre l’uomo fu》
》recuperato in un pagliaio e riprese conoscenza nel letto di ospedale, salvo.
Nel 1966 l’insegnante prese un autobus che ebbe un incidente e cadde nel fiume. Stavolta ci furono quattro vittime, ma ancora una volta ne uscì illeso. Nel 1970 mentre guidava in autostrada esplose il serbatoio della sua auto, e nel 1973 la sua auto andò a fuoco mentre era alla guida. Ancora una volta riuscì a salvarsi e a riportare solo qualche leggera ustione.
Da allora seguì un ventennio piuttosto tranquillo, fino a quando nel 1995 fu investito da un autobus, senza gravi conseguenze. L’anno successivo evitò uno scontro frontale con un camion in una curva di montagna. Selak sterzò contro il guardrail che cedette all’impatto. L’uomo, sbalzato fuori, fece in tempo ad aggrapparsi al ramo di un albero mentre l’auto precipitava nel burrone sottostante.
È probabile che Vasco Rossi si sia ispirato a lui per la sua…”,voglio una vita spericolata”
Mo è morto, nel 2016. Prima dei vaccini, che si sappia.
La burrnesh è una donna di un paese balcanico, in genere l’Albania settentrionale, il Kosovo e il Montenegro, che decide di vestire i panni dell’uomo e come tale è riconosciuta dalla società in cui vive. Per definirle si usa la parola burr (uomo) declinata al femminile. Nelle comunità albanesi più arcaiche questa esigenza nasceva dal presupposto che una donna non potesse vivere da sola.
Il kanun, il più importante codice consuetudinario albanese, riconosce alle donne che scelgono lo stato di burrnesh di acquisire gli stessi diritti e doveri giuridici che tradizionalmente, nelle società patriarcali, sono attribuiti alle figure maschili. Per diventare burrnesh, la donna partecipa a una cerimonia in cui fa un “giuramento di conversione” davanti agli uomini più influenti del villaggio. In questa occasione avviene la vestizione ufficiale con abiti maschili e il taglio dei capelli. Ma soprattutto la donna fa un voto di castità.
Le motivazioni dietro a questa scelta sono molteplici: la mancanza di eredi maschi dopo la morte del capofamiglia,》
》il rifiuto di una proposta di matrimonio oppure perché la ragazza è lesbica e non può dichiararlo apertamente. Oggi le giovani albanesi non devono più scegliere questa strada ma molte burrneshe, ormai anziane, sono vive per raccontare la loro storia.
Queste sono le “vergini giurate”, un fenomeno antropologico tipico dei “Balcani” oggi noto anche su LaD.
Il criminale gentiluomo.
John Dillinger è stato uno dei criminali più famosi dell’America degli anni Trenta; oltre a essere noto per i suoi colpi e le sue fughe dal carcere, è rimasto nella storia per l’eleganza sartoriale degli abiti usati durante i suoi colpi: giacche e cappotti di ottima fattura e un cappello abbinato al look.
Ad affascinare sono stati anche i suoi modi: mai brutali.
Nel periodo tra il 1933 e il 1934, durante la Grande Depressione, lui e la sua banda svaligiano banche anche nel Midwest e John si guadagna il soprannome di moderno Robin Hood perché, prima di fuggire con le borse piene di soldi è solito dare alle fiamme i registri delle ipoteche e i pacchi di cambiali intestate alla povera gente.》
Isolato dagli altri malavitosi per il suo stile da gentleman, decide di unirsi a un brutale criminale, “Baby Face” Nelson.
Con lui riprende la serie di rapine e furti, che lo rendono ancora più ricercato. Nel frattempo, Dillinger si innamora di Evelyn Frechette, una guardarobiera che gli resterà sempre fedele ma che non parteciperà mai ai suoi crimini.
Nel marzo del 1934, John viene arrestato, riesce a evadere dal carcere per fuggire in Illinois, ma compie un errore fatale: ruba l’auto della direttrice del penitenziario e varca il confine dell’Indiana avendo compiuto un reato federale.
La sua fidanzata viene arrestata e picchiata a Chicago, una maîtresse rumena lo vende all’FBI per evitare di essere espulsa dal Paese: il cerchio intorno a Dillinger è sempre più stretto e il 22 luglio 1934 i federali lo sorprendono in un cinema di Chicago.
In un ultimo disperato tentativo, John tenta la fuga, ma gli agenti lo colpiscono. Muore poco dopo, all’età di 31 anni, sussurrando all’agente che raccoglie il suo ultimo respiro parole d’amore per per la sua fidanzata. Un mito.
Argo,
molto ben raccontata e illustrata la biografia di Delon che hai postato.
Manca, però, la parte per me più importante delle sue scelte e della durata delle stesse in ambito amoroso.
Ho sempre pensato che l’aspetto più genuino e sincero di una persona fosse da ricercarsi nel privato, dove, anche volendo, sarebbe quasi impossibile portare maschere.
Alla notizia della morte di Alain, ho dato una scorsa a un solo articolo online sulla sua biografia, e già avevo trovato qualcosa di poco apprezzabile nelle sue vesti di padre.
Inoltre, a mio avviso, la grande bellezza che ha segnato il suo destino l’ha privato, come per contraccolpo, di approfondimento interiore.
Aspetto importante sempre ma molto di più in vecchiaia. Quello è un tesoro personale di cui nessuno ti può spogliare e che negli anni spesso tende ad aumentare anziché disperdersi.