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Lettera pubblicata il 22 Giugno 2024. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore sherazade.
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Ha parlato quello che mette in circolazione falsità sul mio conto.
Rossana, nel commento 82 dici che hai trovato quei dati su un sito. Non so perché non vuoi linkare quel sito, ma scrivi anche che i dati sono tratti dall’istat. Allora basta verificare sul sito dell’ISTAT se è veramente così. Fatelo. Io intanto ho trovato altri dati che sembrano essere incongruenti:
“malori improvvisi nel 2022 = 548.000”
Presupponendo che si intenda malori misteriosi, fulminanti che hanno portato alla morte (dubito che l’ISTAT raccolga i dati di malori improvvisi, però privi di conseguenze), fa strano che ci siano state tante morti fulminanti, visto che il totale dei decessi quell’anno ammonta a 713499, Nel 2022 tre morti su quattro sarebbero dovute a cause misteriose? Tra l’altro la cifra dei morti totali non è molto differente dagli anni scorsi. Insomma, nel 2022 non si muore più, se non per cause misteriose.
Ho fatto una ricerca veloce, correggetemi se sbaglio.
Trader,
il sito su cui ho trovato i dati che ho trasposto qui è Quora. Non posso pubblicare il link, che condurrebbe all’utente, al suo post e ai successivi commenti, perché inizialmente, rassicurata dalla fonte citata, li avevo salvati come appunti generici solo per me, per magari confrontarli in seguito con altri dati trovati casualmente.
Se mi capiterà di ritrovare il post, chiederò di avere maggiori dettagli.
Rossana, ok, conosco Quora. Grazie del riscontro, se riesci a ritrovare il post e a dare maggiori dettagli bene, altrimenti pazienza.
Pur essendo attualmente favorevole al vaccino, sono aperto a continuo studio al riguardo. Non avendo la verità in tasca, non escludo che mi sbagli e quindi prendo in considerazione ogni informazione, anche quelle che smentiscono le mie convinzioni, ma senza fonti non si può prendere per sicuramente vera un’informazione.
Trad, ogni giorno in Italia muoiono circa 2mila persone, e col tuo post 91 hai posto una obiezione corretta sui decessi totali e quelli per cause misteriose, senza contare le incredibili percentuali di altri “accidenti”, sestuplicati in un particolare periodo, che sappiamo quale essere. Non credo serva andare oltre nelle indagini, ma se trovi riscontri attendibili sono qui tutt’orecchi.
Michel Demitri Shalhoub, ovvero Omar Sharif (1932-2015), era figlio di un’altolocata famiglia libanese di religione cattolica immigrata in Egitto. Parlava l’arabo e il greco, a cui aggiunse inglese e francese.
Nel 1955 si convertì all’Islam per sposare la più famosa attrice egiziana, Faten Hamama. Nel 1957 dalla coppia nacque un figlio; nel 1966 i coniugi si separarono, per poi divorziare solo nel 1974.
Dopo il divorzio, Faten, che già era stata sposata (1947-1954), si risposò e rimase con il 3° marito fino alla sua morte (1975-2015).
Lo stile cosmopolita e l’eleganza principesca resero l’affascinante interprete di Lawrence d’Arabia (1962) e di Zivago (1965) il sex simbolo d’origine araba, che, dopo la separazione da Faten, perpetrò la fama di dongiovanni con molte relazioni amorose, spesso con attrici. Dopo i flirt con T. Weld e D. McBain, ebbe una breve storia con B. Streisand. Seguirono liason altrettanto fulminee con C. Deneuve, B. Bouchet e M. Tolo.
Continua…
… segue
Sharif continuò a lavorare saltuariamente con Faten e rimase legato al loro figlio. Non riconobbe e non si occupò mai di quello avuto in seguito con una giornalista italiana.
Campione di bridge, aveva un debole per ogni genere di gioco e scommessa.
Diceva di sé “Vivo in albergo e mangio al ristorante da sempre. Non ho potuto continuare il matrimonio con mia moglie, ero sempre in viaggio. Dal 1966 non ho vissuto con una donna. Non c’è da piangere, ho avuto una vita felice, qualche avventura con le donne. Un solo grande amore con mia moglie.”
Alla morte dell’ex moglie (gennaio), Omar affermò: “La morte di Faten Hamama mi ha distrutto, e ora mi considero alla stazione, l’ultima della mia vita…”. La sua salute peggiorò. Colpito dall’Alzheimer, due mesi prima di morire (luglio) non ricordava nulla di sé, niente di niente. Tranne Faten Hamama… Lei era l’unico ricordo, animato dal sentimento che il morbo che gli divorava le cellule della mente non riusciva ad annientare.
Aniello Parascandolo, nasce a Portici nel 1974, da Gennaro Parascandolo, pescatore e Antonietta D’Alessio casalinga. La sua infanzia nei vicoli del grande sobborgo napoletano è quella delle migliaia di bambini delle classi proletarie, che cercano un riscatto attraverso le figure archetipiche che la cultura popolare, specie quella musicale, mette a disposizione dei loro sogni di bambini.
Aniello ha in famiglia uno di quei riferimenti: il cuggino Giggi D’Alessio, “nastro” nascente dello stile Neomelodico che muoveva i primi passi giá nella seconda metà degli anni ’80. Spinto dalla passione e da una sana competizione con l’ormai più noto cuggino, tenta di scalare la carriera con uscite nei vari festival dall’Unità, ma non solo, nell’hinterland partenopeo, non riuscendo tuttavia a togliersi lo stigma del “cuggino”, che alla fine lo ha costretto ad essere riconosciuto come il “cuggino sfortunato di Giggi D’Alessio”.
Oggi fa l’elettrauto a Scampìa
https://youtu.be/U9Zk3JAH_Zs?si=ygks8FgSDKiKe4Ng
R e Golem, interessanti i vostri racconti.
Golem, in effetti in questo caso basta già fare una semplice considerazione per capire che qualcosa non va. Ma per farlo ho dovuto con comunque andarmi a cercare il numero dei decessi totali nell’anno. Non capisco perché qua come al solito tutti hanno tempo e voglia di fare e scrivere congetture, ma nessuno perde dieci, venti minuti per verificare i dati. Non occorre nemmeno frugare a casaccio tra i vari enti, perché è stato riportato l’ente di riferimento di quelle cifre, l’ISTAT. E andiamo avanti all’infinito a scrivere sarà vero, sarà una bufala, si, no, non si sa. Ma nessuno si prende la briga di verificare.
Questo atteggiamento mi lascia perplesso.
Trad, esiste un’ignoranza diffusa che diventa “cultura” grazie a questi mezzi che usiamo, che la diffondono come un’epidemia grazie al fertile e vasto terreno di cui parlavo prima. I dati a cui ti riferisci, sono talmente esagerati da risultare grotteschi, e questo a parte l’evidente impossibilità che tre quarti dei decessi TOTALI possano esserlo per cause ignote. É ovvio che è impossibile, ma chi vuol crederci ci crederà, come crederà a tutte le altre amenità numeriche che si leggono su quel “documento” ISTAT. Io non ho bisogno di controllare proprio niente, mi bastano quegli oltre 500mila morti “per cause sconosciute”.
Io spesso parlo della disciplina critica che proviene da certi studi, ma se nella vita non c’è stato nessuno che ti ha spiegato come si legge un’informazione, si finisce per credere agli asini che volano. Ma sai quanta quanta gente avrà creduto che quei dati siano veri? Tutti quelli che vogliono vedere i vaccini come il veleno.
Trad, è il solito sonno della ragione e di quel che partorisce.
P.S. io preferisco le biografie di sfortunati, diciamo.