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Lettera pubblicata il 24 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marziav.
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Lsura: “…mi è necessario comprendere come funzionano le persone, singolarmente e in coppia. In più i 17 anni col mio ex marito i 10 con l’altro, sono stati un tempo sufficiente per fare esperienza sul campo dell’immaginario romanzesco. Conosco molto coppie così, oltre ai miei genitori ed è quella l’immagine dell’amore idilliaco…”
Scusa Laura, tu ci hai fatto una capa tanta sul fatto che io non posso giudicare cosa sia l’amore letto nella mia vicenda, e poi te ne esci che le tue esperienze le ha maturate con le tue due storie e l’amore di mamma e papà? Secondo te le tue rispettabili esperienze contengono la summa maxima di quel, da te definito, ineffabile sentimento che è l’amore, e quindi da quelle che citi dovremmo attingere alla “verita”?
È così?
La cosa che mi colpisce è il candore col quale parli di quelle fonti come fossero le Tavole di Mosè, e non ti ha neppure sfiorato la contraddizione che contenevano. Non so se questa è una caratteristica delle esperte o è una coincidenza, spero di scoprirlo un dì.
Golem, arrivare a stravolgere, decontestualizzare e ad accorpare frasi di diversi argomenti, per cercare di accusare e screditare l’interlocutore oltre che un tentativo ridicolo di manipolazione, denota anche la disperazione. Ma se hai sto bisogno, fattele 2 domandine sul perché arrivi a tanto e, nel frattempo, rileggiti il mio vero commento e così come l’ho scritto.
Che i discorsi erano 3:
1. Ti rispondevo spiegandoti che insegnando comunicazione anche nelle relazioni, devo riconoscere il funzionamento delle persone prese sia singolarmente che in coppia
2. Ti rispondevo sul fatto che avendo esperienza di vita anche io, so personalmente come si svolgono dall’interno le relazioni a lungo termine.
3. Quello dei genitori e di altre coppie era un esempio in risposta a Maria Grazia alla quale, appunto, dicevo che ne esistono di coppie “idilliache” in cui tutto fluisce con facilità.
Ora ti è più chiaro?
Giovanni e Maria Grazia, voi confondete l’amarsi con lo stare insieme.
E,come detto in altri interventi, non sempre chi si ama sta insieme e chi sta insieme, si ama. Questo proprio per via dei famosi irrisolti personali.
È chiaro che le relazioni vadano nutrite e curate ogni giorno per far vivere i rapporti,ma il discorso che stavamo facendo era un altro e cioè l’incidenza elevatissima di problematiche personali che gestisce e regola anche le relazioni e i sentimenti.
L’amore è intrinso di bias cognitivi e condizionamenti.
Una madre può essere anaffettiva e non amare veramente il proprio figlio. Per il calcio non si può parlare d’amore ma di passione. E,spesso, rientra nelle caratteristiche del dipendente affettivo,che sposta il focus da sé ed ha bisogno di qualcosa “da amare” e in cui credere per non sentire la propria solitudine.
Ragazzi,quando dicono che la conoscenza rende liberi,sappiate che è vero e tutto può mutare, anche i nostri sentimenti, perché mutiamo noi.
Maria Grazia, io sono felice delle mie scelte, perché mi hanno portata ad amare ed essere me.
Il mio suggerimento è di leggere qualche libro sull’argomento.
Ve ne indico qualcuno:
1. “Le 5 ferì e cone guarirle” vol. 1 e 2 della Bourbeau (considerate che le maschere, generate dalle ferite, sono schemi difensivi e la mente, tende a proteggerli, quindi, leggeteli più volte)
2. “Guarire le ferite del passato” della Rainville. (Mostra benissimo le dinamiche do coppia e ne spiega le motivazioni.
3.”Attaccamento e Amore” dell’Attili.
4. “Alla ricerca delle coccole perdute” di Giacobbe
5.” Illusioni d’Amore” di J. Barbaro Verde
6.”la ferita dei non amati” di Shellembaum
In generale gli scritti di Bowlby, (in particolare “costruzione e rottura dei legami affettivi”) i libri di Nardone, Watzlawick e Carotenuto.
E ricordatevi, come diceva Saba, “anche l’amore muore”. L’unico amore immortale è quello incondizionato, ma per arrivarci bisogna prima conoscersi e guarire i propri “irrisolti”
Ciao Rossana. Mi riesce difficile capire cosa abbia realmente provato, perchè il suo comportamento lascia adito a molti dubbi.
Non ha senso sparire così come una ladra e attraverso dei messaggi. Un confronto a voce sarebbe stato la cosa più normale e, anche se con dolore, avrei capito.
Ma questo modo mi scatena un senso di rabbia nei suoi confronti che spesso mi spinge a volerla prendere a male parole.
Poi questo suo chiudere i contatti che mi sa tanto da 15enne boh.
Sai Rossana, forse te l’ho già detto, ma questi tre anni sono stati piuttosto intensi sotto certi aspetti e conditi da parole piuttosto importanti e ripetute che non si addicono ad una quasi 50enne con una certa cultura.
Poi il continuo parlar male del suo rapporto con il marito. Mi ha detto cose di una certa gravità e anche compromettenti. Per cui continuo a non comprendere il suo comportamento. Senza che io, lo ripeto, non le abbia mai fatto nulla di male sotto nessun aspetto.
Mi chiedo adesso quale senso possa
avere il suo matrimonio dopo una storia del genere. Mi viene da pensare ai commenti che si sono fatti negli ultimi mesi su questo sito riguardo all’amore vero.
Come potrebbe essere etichettato il suo matrimonio verso il proprio marito ? Magari durerà per tutta la vita e non sfocerà nel divorzio ma….che senso avrebbe ?
Laura,
ciò che prova un vero tifoso di calcio per la propria squadra non è assimilabile a passione. La passione è qualcosa di irrefrenabile e che generalmente si esaurisce. Nel sentimento del tifoso propria squadra non si esaurisce nulla. Neanche, paradossalmente, se la società fallisse e non esistesse più. Nessun altra potrebbe sostituirla nè l’amore conoscerebbe la parola fine. E chi ama la propria squadra può essere tranquillamente una persona realizzata nella vita che in amore.
Per quanto riguarda le madri, si esistono quelle che non amano i propri figli. Ma come tutto si parla di eccezioni. Nulla è totalmente assoluto nella vita. Ma mentre nella coppia è straordinariamente facile trovarne di “senza amore” è quasi impossibile trovarne nelle madri. Fermo restando che l’eccezione conferma la regola.
D’accordissimo con te sul fatto che non sempre accade che chi sta insieme si ama e chi si ama non sta insieme: Ma resta il fatto che chi sta insieme e si ama non dovrebbe far…
far si che, a causa, di un’evoluzione/involuzione personale il sentimento svanisca.
Se l’amore è intriso di bias e condizionamenti a mio parere non è amore.
Vale il discorso di chi si accoppia per formare una famiglia e avere dei figli. Quello non è amore, ma la realizzazione di uno scopo.
Fondamentalmente il vero amore non ha uno scopo. Se non quello di stare insieme, amarsi e condividere.
Laura, mi è più chiaro solo che vuoi ciurlare nel manico, perchè nei punti 2 e 3 hai ribadito solo che le tue esperienze di vita sono “più meglio” di quelle altrui e ti consentono di usarle come parametro di riferimento. Cosa decontestualizzo, sei tu che lo scrivi, rileggiti.
Io, se sommo gli anni che vivo con mia moglie ne ho quasi dieci più di esperienza dei tuoi coi tuoi due mariti, cara dona Flor.
Senza contare quelli trascorsi con altre donne prima di lei. E l’esperienza dei tuoi genitori cosa ti dice rispetto a quella dei miei nonni e di qualche milione di altri nipoti?
Io non so se sei psicologa o cosa, e con quale titolo insegni, ma certo è che se le tue fonti sono quelle, troverai certamente qualche disperato che ascolta i consigli dell’esperta, ma è come dare da bere a uno che ha appena attraversato il deserto, e per quello si butterebbe in gola qualunque cosa per quanto è assetato.
Fammi sapere dove insegni, così ti chiederò in incognito qualche dritta, tipo ricetta della nonna. Hai visto mai che non diventi un expert love anch’io
Ciavo pure a te.
Giovanni, a prescindere da quanto è successo nei nostri precedenti incontri/scontri, mi fa piacere poterti dire che mi trovo d’accordo con te sul concetto base che l’amore, se c’è, non si esaurisce. Non può. La nostra esperta cita Saba e dimentica Dante col suo “amor c’ha nullo amato amar perdona”, richiamando un amore, tra Paolo e Francesca, che sfida l’eternità, pur condannandoli all’inferno. Quasi una metafora di come la forza dell’amore vero sfida qualunque difficoltà, anche quella della peggiore delle punizioni.
A me Laura fa venire in mente certi colleghi architetti, che forti di un’esperienza didattica, una volta in cantiere non sanno con quali percentuali si impasta la malta, e pretendono di costruire una casa, salvo poi ricorrere al capo mastro, che lontano dai voli pindarici dell’esperto, tira su i muri con la reale esperienza delle cose concrete.
Se la costruzione di un amore ha seguito le regole dell’opera d’arte, la costruzione cresce solida, e se arriva un terremoto che fa cadere un cornicione, lo si ricostruisce, non si abbandona la casa.