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Le pene d’amore sono un male reversibile!

di marziav
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 24 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 500 commenti

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  1. 251
    Golem -

    Vabbè, Laura, forse sono io che non mi sono spiegato. L’ho fatto poco fa con Giovanni, e forse puoi attingere a quel post se vuoi integrare la conoscenza del caso.
    Ma ripeto, mi sorprende che la tua dichiarata vasta conoscenza dell’amore ti riduca a quella ristretta visione della situazione che ho cercato di spiegare.
    Come ho detto a Giovanni, se fosse emerso qualcosa di serio al riguardo, e non una fuga onirica, non si sarebbe “aggiustato” un bel niente, e sarebbe finito in un divorzio. Che, checché se ne dica, se non è un fallimento è quantomeno la dimostrazione di un errore di valutazione.
    Per me amarsi e voler stare insieme è un binomio inscindibile.
    Ti ricordi il film “Harry ti presento Sally”? Quando lui, capendo di amare la bionda amica, si precipita alla festa di Capodanno, e alla domanda di lei del perchè fosse lì, lui risponde:
    “Sono venuto qui stasera, perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile”

  2. 252
    Stacampi -

    Ma come non vi siddiò?sembra di leggere un estratto da un film di woody allen.

  3. 253
    Giovanni -

    Vedi Golem, io la penso come Laura. Se amo davvero la mia compagna non penso ad un’altra donna.
    Io non credo proprio che sia un modo per fermare il tempo. Semplicemente questa persona fece breccia nel cuore di tua moglie. Poi le cose non sono andate e lei ha trovato un’altra persona, in questo caso te.
    Ora non significa che lei non ti ami, ci mancherebbe altro. Però il tipo ha contato qualcosa nella sua vita. Su questo non penso ci siano troppi dubbi.

  4. 254
    Laura -

    Golem, è un film bellissimo.
    Naturalmente, stiamo disquisendo sul sentimento dell’amore e, se vogliamo restare nella definizione fissa del sentimento, per essere “amore vero”, non dovrebbe esserci nessuna “attività onirica”, di nessun tipo, verso qualcuno estraneo alla coppia.
    Quindi, direi che anche il caso da te esposto, esce dai canoni diffusi dell’amore vero, tra cui fedeltà fisica, emotiva, mentale,(e l’attività onirica genera emozioni) finché morte non separi i coniugi e rientra pienamente nelle variabili.

    Per il divorzio posso dirti per esperienza che non è un fallimento o frutto di un’errata valutazione, ma una delle tante evoluzioni a cui si può arrivare attraverso l’esperienza amorosa.

    Tatanka, avere amor proprio e amare, non si escludono a vicenda. In più, ricordati che gli squali arrivano anche in superficie.
    Ed è andando in profondità che si possono scoprire meraviglie nemmeno immaginate.

  5. 255
    Golem -

    Cari Giò, e Laura, forse, e lo ripeto, non mi sono spiegato bene. Se ho citato quella “condizione” che definisco onirica, con il passaggio a quella reale, è perché ho voluto sottolineare una delle innumerevoli situazioni nella quali si può trovare una coppia, che, se ci si ama, possono essere affrontate e risolte. Oppure no, e in questo caso sì arriva alla separazione o al divorzio, che possono essere gestite col più indifferente disinteresse o con una serena “amicizia” di civile livello.
    Laura parla di evoluzione della persona, giusto, e quel passaggio tra il sogno e la realtà quella è stata, un’evoluzione, una maturazione alla condizione di adulto e a una visione realistica del rapporto d’amore.
    Caro Giò, è la terza volta che dico che è evidente che quella storia ha rappresentato qualcosa di importante per quella ragazza e poi donna, e ho cercato di spiegare il perché, richiamandone l’educazione e i principi morali con la quale è cresciuta, ma vedo che non vengono afferrati nel ruolo che hanno svolto nella vicenda》

  6. 256
    Golem -

    》nè viene considerata la presa di coscienza di quella condizione “onirica”, e degli esiti in termini di salto di qualità del rapporto.
    Io immagino la presenza di chissà quante condizioni analoghe a quelle di cui parlo nelle relazioni sentimentali, sentite da chi le vive come una specie di ingenuo “rifugio” da quelli che sono i problemi della vita, e se ci analizzassimo tutti con onestà non credo che vi sia nessuno che ne sia esente in misura piu o meno importante. Il vero problema è quanto queste possano influire in quella evoluzione che un rapporto di vita in comune comporta.
    Io so solo una cosa, ed è che se la “redde rationem” di una qualunque crisi di coppia si risolve in un divorzio significa qualcosa di diverso che se da quella crisi si ha un salto di qualità di quel rapporto.
    In entrambi i casi si saranno chiariti dei lati oscuri o poco chiari del rapporto, ma messi in luce questi, quel “divergere” o continuare insieme, e meglio, lungo il percorso “vita”, ha un peso diverso all’interno di quella parolina di 5 lettere di cui parliamo.

  7. 257
    rossana -

    Laura,
    grazie per avermi espresso il tuo punto di vista sulle differenze di genere. La tua visione è molto più ampia della mia, poiché include culture orientali che conosco poco.

    Restando all’Occidente/Italia, concordo che le possibili differenze derivano molto più dalla cultura e dal modo in cui vengono cresciuti i figli che non dalla genetica sessuale.

    Mi è però sembrato di notare, in linea generale, una maggior razionalità e una maggior stabilità affettiva nei maschi rispetto alle scelte più complesse e più emotive delle femmine. Argomento in continua evoluzione sociale, che devo approfondire.

    Quanto al confronto sulla veridicità dell’amore, la tua visione, che è anche la mia, include i rarissimi casi in cui una coppia resta felicemente unita fino alla morte di uno dei due mentre visioni più assolute escludono la maggior parte dei sentimenti amorosi che animano l’esistenza di gran parte degli esseri umani, di tutte le età, in tutte le culture e in tutte le epoche. Niente di vero se manca la perfezione di un improbabile “per sempre”!

  8. 258
    maria grazia -

    Laura, io penso che non sia umanamente possibile non pensare MAI a nessun altro nel corso di un’ attuale relazione, soprattutto se con questo altro abbiamo condiviso un pezzo di vita o abbiamo provato sentimenti molto forti. Questo secondo me non vuol dire che non amiamo la persona con cui stiamo adesso, a meno che naturalmente il rapporto che abbiamo ora non si basi sul ripiego, sulla convenienza o sul calcolo. Ma se così non fosse, l’ amore vero è quello che si concretizza in una relazione ufficiale che prosegue nel tempo. Se ci si ama perché ci si dovrebbe lasciare? Ecco, forse molti non accettano la risposta a questa domanda.

  9. 259
    Golem -

    Semplice ma efficace MG: chi si ama non si lascia. Poi sai, come ho detto più volte è umanamente comprensibile che ognuno cerchi di vederci ANCHE del “buono” nel fallimento di una storia sentimentale. ANCHE raccontandosi qualche pietosa bugia per riuscirci.

  10. 260
    Laura -

    Maria Grazia, il “per sempre” è un bias cognitivo dovuto alla cultura e alle troppe fiabe. La nostra stessa vita non durerà per sempre. Noi cambiamo e ci evolviamo negli anni e, se la stessa evoluzione non avviene nel partner, le storie possono finire, ma ciò non invalida il sentimento che c’è stato.
    Il fatto è che di amori veri ce ne sono pochi ma solo perché la maggior parte delle unioni non sono date dal sentimento spontaneo, ma indotto dallo stile d’attaccamento e dalle nostre ferite.
    Ecco perché ci sono tantissime coppie infelici e relazioni disfunzionali.

    Sul pensare ad altri,non concordo.Ti posso parlare della mia esperienza e nei 17 anni col mio ex marito, non ho mai pensato a nessun altro, come nemmeno nei 10 con l’altro amore. In genere, il pensare a qualcun altro è il primo scricchiolio del rapporto.
    Ma ribadisco, per poter parlare veramente di Amore, bisogna prima conoscersi perfettamente, altrimenti, i legami, saranno tutt’altro natura.

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