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Lettera pubblicata il 24 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marziav.
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Cara Dafne, ho compreso di quale sensazione e di quale paura parli. Nel leggerti mi è venuto in mente il finale del film “Nuovo cinema paradiso ” e del libro “L’amante”. Accorgersi negli ultimi giorni di aver fatto tanto, ma di aver tralasciato la cosa più importante.
Quella sensazione lacerante di qualcosa che è mancata per tutta la vita fa paura anche a me.
Anche io credo che lo stare insieme e l’amarsi siano cose diverse. Ci sono persone che stanno insieme per via dei loro reciproci e disfunzionali stili di attaccamento e quelle che pur amandsi, non sono state in grado di costruire una vita insieme.
Purtroppo, a volte,subentrano meccanismi difensivi tali, per cui chiudere, far saltare ponti o andarsene, diventano l’unica via possibile, ma non è detto che sia quella che rispecchia la volontà dell’anima ed è questo che potrebbe generare la sofferenza di cui parli.
Io scrissi qui 11 anni fa e, nel prossimo commento, per questioni di spazio, risponderò al tuo quesito.
Dafne,
– “voi scambiate il restare insieme con l’amarsi.
Il fatto che ci si separi, non vuol dire che anche il sentimento sia morto.”
Anche per me c’è differenza fra l’amarsi e lo stare insieme, magari più che bene e con affetto. Benché in molte culture ci sia una sola parola per i due diversi sentimenti, in quanto nella maggior parte dei casi in ambito amoroso finiscono con l’amalgamarsi.
– “Non ho chiesto un parere sui miei sentimenti o se fosse amore o meno il mio.”
Nei sentimenti più che in ogni altro contesto “ognuno sa per sé”, così come non è affatto difficile distinguere fra amore e vita di coppia.
Per quanto mi riguarda, se ho amato, qualsiasi sia stata l’evoluzione o la conclusione del rapporto, una traccia di quel che ho provato non potrà mai essere cancellata.
Passante,
scusa se mi permetto di dissentire: per me nessun sentimento, amoroso o meno, può essere paragonato ad altri.
Odio chi, avendo un nuovo partner, mantiene presenti pregi e difetti del precedente per trarne paragoni. Da mondi differenti non si possono avere che situazioni e sensazioni differenti.
Amare è sentire, dare o ricevere, appunto, con la propria individuale sensibilità.
Ognuno di noi di quello che ha vissuto fa di necessità virtù, è logico.
Qui, a parte la curiosa richiesta di Dafne, per la quale nessuno può dare una risposta certa, nelle pieghe della discussione si è parlato del senso che dovrebbe avere il termine “amore” nell’ambito di una coppia. Ma una cosa è certa, ed è che un conto è un amore “compiuto” che perdura nel tempo, e anzi migliora negli anni, e un un’altro sono le sottospecie e le varie interpretazioni che a questi si danno soggettivamente.
In questo senso quella donna che ha sposato un lampadario (cercate in rete) o l’altra che è innamorata persa del Muro di Berlino, possono vantare che il loro “ammore” non ha niente da invidiare a quello di nessun’altro, e dal suo punto di vista è così, ma solo da quello.
Quindi chi si attacca a cadaveri di ammori, a lampadari o a muri di varia natura, pur di sentire di aver amato,
lo faccia, ma nei fatti non sarà diverso dallo scarrafone che è bello a mamma soja.
Dafne, si a volte me lo chiedo anch’io. Se avessi seguito la logica avrei troncato io per primo una relazione che poi era finita male.
Perché non l’ho fatto?
Perché sentivo anch’io ingenuamente quel campanello che mi faceva sentire l’opportunità di amare e di essere amato, proprio come te.
Comunque è superfluo continuare a tormentarsi l’anima per questa cosa chiamata “amore” che tanto è solamente un paradiso artificiale illusorio e passeggero, proprio come una droga. Meglio evitare e stare alla larga, già il titolo della lettera la dice tutta. Guarda sono convinto che da adesso in poi camminerai con i piedi di piombo prima di andare a sbatterci il muso un’altra volta dato che sicuramente hai provato il “dente del lupo” sulla tua pelle, questo basta e avanza, no?
Lascia stare quindi, fatti la tua vita da sola, vivrai meglio.
Lo sai dove lo vediamo il vero amore?
Nei film come quello di Romeo & Giulietta, nelle telenovela come quelle che guardava mia nonna, la realtà è molto diversa, nolenti o volenti bisogna guardarla in faccia.
Ciao Rossana, forse ti riferisci al mio commento n. 158 dove ho scritto “…pian piano ovviamente ce ne facciamo una ragione, soprattutto se incontriamo un’altra persona verso la quale si possa provare lo stesso sentimento e stare bene…”
Ma io non ho parlato di paragoni. Intendevo dire che, forse, il fatto di incontrare un’altra persona verso cui si possa provare amore aiuti a mitigare il ricordo di una storia passata che ci ha fatto soffrire.
Eccomi,c’ho riflettuto un po’e credo che questa sensazione di cui parli, nasca dal senso d’incompiuto, dalla percezione di non aver fatto tutto il possibile, d’aver sbagliato, di non esser stati in grado di viversi un amore profondo, di non aver saputo portare
i sentimenti nella quotidianità, nel non aver costruito nulla.
Naturalmente, la mia è un’ipotesi perché le variabili sono tante, ma,in genere, ciò che abbiamo portato a compimento ci dona gioia nel ricordarlo. Io posso raccontare la mia esperienza: dopo aver scritto qui, mi separai. Il sentimento col mio ex si è trasformato in una splendida amicizia e siamo stati in armonia, fino alla sua morte. Mi manca, certo, ma come manca una persona cara deceduta a cui hai dato tutto, con cui hai vissuto pienamente e sai che nulla potrà intaccare quello che c’è stato. Lo sogno spesso e,a volte, sento che mi è accanto.Sai,io credo che nemmeno la morte possa separare veramente chi si ama,ma da qui, nasce il dolore di cui parlavi.
Perché è innaturale sentire il legame con qualcuno e non poter vivere l’amore. E credo sia questo a generare sofferenza.
Quindi, il mio suggerimento è di valutare se c’è qualcosa di sospeso tra voi. Qualcosa in particolare che ti brucia ancora e, quando l’avrai scovato cerca di capire cosa smuove in te. Magari è il non accettare il rifiuto, o l’abbandono o l’autostima intaccata. Analizza tutto, disseziona ogni tua minima sensazione e,se alla fine sarai ancora convinta che sia davvero amore, alza il sedere e vallo a cercare.
Dopo diversi anni, qualsiasi ragione o puntiglio, saranno scemati e se era amore, sarà rimasto solo quello.
Certo, rischi di essere rifiutata ma se davvero sarà ancora così importante per te, forse ne varrà la pena. Almeno, non avrai più nulla in sospeso. Avrai la certezza di averle provate tutte o, magari, ti accorgerai che non lo ami più. Ma in questi casi,è meglio agire, fosse solo per mettere il punto. E quel punto, potrebbe essere il tuo nuovo inizio.
Laura,
Concordo su “Ci sono persone che stanno insieme per via dei loro reciproci e disfunzionali stili di attaccamento e quelle che pur amandsi, non sono state in grado di costruire una vita insieme.”, aggiungendo che si riconoscono a prima vista le coppie che stanno insieme per le più diverse ragioni, ammantate da sentimenti amorosi. E sono molte, la maggior parte di quelle che conosco.
“far saltare ponti o andarsene, diventano l’unica via possibile, ma non è detto che sia quella che rispecchia la volontà dell’anima” – a volte si fa per ragioni
di raziocinio economico, desiderio di mantenere fede all’impegno di coppia per se stessi o per i figli, convenzioni sociali o religiose, con successivi rimpianti. Proprio perché l’amore non sempre si adatta a tutto, come appunto l’anima vorrebbe.
Caro Tommy, la realtà non è diversa, è come la creiamo coi nostri pensieri, convinzioni, atteggiamenti e azioni, tutte regolate da ciò che c’è nel nostro inconscio. Il guaio è che quasi nessuno sa come funziona davvero. Qual è il suo stile d’attaccamento, che ferite ha, che schemi difensivi usa.
Come insegna Bowlby, :”il comportamento d’attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba”
Cioè tutta la vita! Ma non conoscendolo 1.si sceglieranno persone simili a noi o che riapriranno quelle ferite. 2. Si attiveranno schemi che andranno a distruggere la relazione per “convalidare” ciò che c’è nel nostro inconscio. (Detto in termini ridottissimi. Ma ti rimando a tutta la teoria sull’attaccamento e le ferite emotive).