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Lettera pubblicata il 24 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marziav.
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Golem,potresti lasciar stare gli stereotipi e le verità assolute e restare sul mio quesito? Non è detto che se un amore finisca, allora non sia stato amore. Le variabili sono tante e prima di giudicare se sono mitizzazioni, attrazioni, se una è innamorata “dell’ammore”, come minimo bisognerebbe conoscere nel dettaglio le situazioni e, magari, essere esperti della materia.
In tutto questo, ribadisco che sto andando avanti ma sto evitando di raccontarmi la bugia che sia effettivamente ciò che mi possa dare piena felicità e sto riflettendo proprio su quanto, troppo spesso, la gente si autoconvinca che quella che appare come la cosa giusta da fare, sia effettivamente la migliore e di come ci raccontiamo storie.
Io credo che anche gli amori più profondi possano esser messi a rischio dalla poca consapevolezza che abbiamo di noi e che è alla base dei conflitti. Però, vorrei sapere da chi c’è passato se veramente, poi, tutto passa o,se c’è da temere che il dolore duri per sempre.
Ma se la consapevolezza di sè è poca, perdonami, da cosa “deduci” che quella “espressione” (di sè) che si data fosse “amore”? E soprattutto, ti chiedo, tu come immagini questo sentimento?
Vuoi sapere se passerà? No se non ti “cambi”.
Se dovessi parlarti delle mie esperienze “indirette”, come protagonista di “pseudo amori” ovviamente finiti, potrei dirti che c’è chi mi ha “cercato” dopo 25 anni dalla fine quel rapporto. E persino la mia adorata moglie, amante e amica ho scoperto avere “tenuto” in mente (come un parassita che stava divorando il nostro rapporto reale) l’immagine del suo primo “ammore”.
Ci sono voluti tre anni di “amorevoli” discussioni perchè si rendesse conto di come fosse più la fantasia ad alimentare i suoi ricordi, che non i fatti.
Ecco, quell’esperienza di crisi è sì stata importante per l’amore come lo intendo io, perchè si è VOLUTO “sistemare” quell’amore acciaccato, ma evidentemente vivo.
Quello nella testa di chi mi pensava ancora dopo 25 anni, come pure di mia moglie, era nostalgia di emozioni giovanili, non di amore》
》Hai letto la lettera da cui nasce questo thread? Ti riporto uno stralcio significativo che contiene un ricordo di quella inconsapevolezza, che in poche righe mostra come certe emozioni ritornino spesso realtà inesistenti, che solo il calo degli ormoni riconducono alla loro vera consistenza. La frase è questa: “Penso con tenerezza alla ragazza che ha lottato e pianto per proteggere un sentimento illusorio.”
Pensi che questa ragazza non fosse convinta che fosse amore quel rapporto? Figurati, in pieno trip si sarebbe fatta scannare piuttosto che negarlo. Ma poi è finito, ed è finito perché non lo era, perchè certamente rimasto circoscritto alle mille emozioni che ruotano intorno all’istinto sessuale e ben sdoganate dalla morale del romanticismo cattolico. Che però sono prodotte da potentissime droghe endogene che danno dipendenza, e che restano inscritto INDELEBILMENTE nella nostalgia memoria emotiva, almeno fino a che non si scopra che l’amore è quello che viene dopo. Se viene.
Dafne, tutto il sito sa quanto io possa essere in disaccordo con l’arroganza e la presunzione di Golem. Nonché sulla maggioranza delle cose che scrive. Ma stavolta non posso che essere d’accordo su quanto ha scritto nel suo post precedente.
Cara Dafne se l’amore ė vero non finisce. Altrimenti si parla di innamoramento, infatuazione o attrazione fisica. Una persona si ama per quello che ė non per quello che si vuole sia.
Per quanto riguarda il fatto che tutto passa…beh ė difficile rispondere. Dipende. Magari il ricordo si attenua. Ma se stiamo parlando di un amore vero, a mio parere, il rimpianto rimarrà sempre.
Perche, parliamoci chiaro, l’amore vero esiste. Ma magari ė solo appannaggio di una persona. Mentre l’altra non prova tale sentimento. O crede di provarlo.
Io sarò ancora più drastico e arrpgante: l’amore vero può esistere SOLO se è ricambiato, altrimenti si può parlare solo di desiderio di amare.
Il fatto è che per capire quando l’amore è vero bisognerebbe averlo provato, e siccome tutti attingiamo alle nostre esperienze, se quelle che lo riguardano non ci sono, si “favolizzano” quelle che ci provengono dalle emozioni del desiderio sessuale “moralizzato”, e questo succede anche a 70 anni.
Questo spiega perchè chi ha perso fisicamente un partner col quale si era “fatto” quell’amore, molto raramente si riaccoppia, e non è difficile capire il perchè. La rarità dell’incontro fortunato – perché trovare il partner giusto è questione di fortuna- spiega perchè la forma dell’amore più conosciuta è quella delle bellissime emozioni dell’innammoramento, e pochissimo quella dell’amore compiuto, che trasmette emozioni talmente sottili e “personali” che pochi possono percepirle nella profondità del sentimento.
Quell’amore parla la lingua dell’Universo, eppure SOLO dei due protagonisti.
Scusate ma voi scambiate il restare insieme con l’amarsi.
Il fatto che ci si separi, non vuol dire che anche il sentimento sia morto.
Ed è proprio di questo che parlo. Non ho chiesto un parere sui miei sentimenti o se fosse amore o meno il mio. So di cosa parlo e soprattutto ciò che provavamo. Ho semplicemente chiesto a chi ha chiuso una storia con un amore vero, a distanza di tempo come sta e non parlo di nostalgie della gioventù ma di quel dolore profondo che forse,è chiaro solo a chi l’ha provato.
Vorrei solo capire se chi c’è passato,dopo tanto tempo è stato e sta veramente bene.
Vabbè Dafne, vedo che sei ancora lontana dal comprendere le relazioni tra le cause e gli effetti che si verificano nelle situazioni emotivo sentimentali, e soprattutto la vera identità di queste .
Comunque ti è stato risposto. C’è chi dimentica dopo tre mesi e chi dopo un quarto di secolo non lo ha ancora fatto. Ci vuole molto per capire che quell’aspetto dipende da te?
Buongiorno Dafne.
Sono d’accordo con te, può accadere che ci si separi e il sentimento non sia morto. Per quanto riguarda cosa si prova a distanza di tempo si può parlare solo per se stessi, perche nessuno di noi può essere così certo dell’altra persona da sapere se anche lei possa aver provato un amore vero.
E per quanto riguarda il dolore che si prova a distanza di tempo, posso dirti che la cicatrice resta sempre. Pian piano ovviamente ce ne facciamo una ragione, soprattutto se incontriamo un’altra persona verso la quale si possa possa provare lo stesso sentimento e stare bene. Poi tutto dipende dalla sensibilità di ognuno di noi.
Dafne: “Vorrei solo capire se chi c’è passato,dopo tanto tempo è stato e sta veramente bene.”
Si, quando pure io, come te, ho capito che difronte a queste cose è meglio preservare sè stessi.
Tommy, quella è una presa di coscienza frutto di un ragionamento.Quello che in genere porta a lasciarsi.
Io parlo di quel campanello in profondità che nonostante le ragioni continua a farti sentire che quella era la tua opportunità di amare ed essere amata. Certe volte, mi chiedo se seguire la logica mi abbia portata a prendere la decisione giusta.
Tu, non te lo chiedi mai?