Sono da tre anni che ho sono follemente innamorato della mia ragazza, sono stati tra alti e bassi tre anni magnifici, ora che lavorativamente parlando ci stiamo sistemando, stiamo seriamente mettendo in cantiere il progetto di una convivenza.
Sto veramente bene con lei in ogni parte della giornata..e sento proprio il bisogno di una vita con lei…
Solo che mi sta prendendo alla gola una paura tremenda, paura che con la convivenza di rovinare tutto, di non farcela. Ho 24 anni e sarebbe la prima volta che vado via da casa seriamente e ora che abbiamo finalmente la possibilità di una vita assieme, un coronamento delle nostre necessità, mi ritrovo in certi istanti ad essere proprio in panico.
Ne ho parlato con lei, mi ha confessato che un pò di paura la prova eppure mi sembra così tranquilla..
Perchè se è una cosa che voglio con tutto il mio cuore sta iniziando a farmi così paura? è normale avere paura? ho una vera e propria necessità di una vita con lei… e ora ad una manciata di mesi inizio ad aver paura…perche?
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Categorie: - Amore e relazioni
E’ normale.
Evidentemente credi che sia la persona giusta, che sia tutto perfetto ma che, per una ragione o per un’altra, qualcosa possa andar male.
L’unico modo per scoprirlo è buttarsi.
E l’unico modo per non farsi prendere dal panico è pensare: nulla è definitivo. Per cui, se non dovesse funzionare, ognuno ritornerà a casa sua.
Senza rancore, c’avete provato, per lo meno.
E’ molto probabile, comunque, che dopo i primi momenti la paura si sciolga come neve al sole…
Abbracciatevi più che potete.
In bocca al lupo…
Helà!.Ciao!Stò per fare anche io il “grande passo” della convivenza.Ti dirò di più: io sono precario ma stiamo così bee insieme che secondo me vale proprio la pena di convivere sotto lo stesso tetto.!!!
Io sono contraria nella misura in cui non riuscirei a gestirla. Quindi si tratta di un mio problema. Secondo me quando ti sposi acquisisci l’aria (in senso fisico) per sostenere anche il peso della storia. Es. Sposi una persona benestante. Quasi certamente le persone penseranno che lo hai fatto per interesse, se non sei benestante a tua volta. Ma come vedi, a limite, questo ragionamento ti pesa perché a tua volta non hai la forza per pensare che i matrimoni d’interesse potrebbero avere anche una matrice “politica”. Ti senti schiacciata dal peso del mondo, ma si tratta di una tua scelta perché è chiaro che le persone che stanno insieme a quelle regole tenderanno naturalmente a sentirsi superiori al giudizio del mondo e anche a te, che naturalmente diventerai un punto d’appoggio per giustificare eventuali lacune del rapporto e/o le fatiche che il vivere comporta. Se vuoi sentirti parte del mondo devi riconoscere che il mondo è governato dal caos.. da un insieme di forze oscure che dominano il nostro pensiero. Quindi, in un certo senso, tutti dovremmo essere preparati ad accettare le critiche e a vivere situazioni di potenziale disagio. Altro conto è prendere coscienza del fatto che le nostre forze sono esigue e che determinate scelte ci porterebbero a vivere il disagio. Io non sono contraria alla convivenza, ma non la considero una scelta che potrebbe fare al caso mio.
La generazione dei nostri genitori ha vissuto questi procedimenti misteriosi che implicano strane mescolanze di elementi proprie della magia (perché alla fine di questo si tratta) come un tormentone. Sono cose che anche da figlio ti potrebbero mortificare, ma al tempo stesso vedi davanti a te uomini e donne che non sentono l’esigenza di riempire un ruolo in funzione di persone che vengono in casa tua con l’aria da gran signori. Almeno con il pensiero conservi un umore nella media… l’emotività ti potrebbe portare ad essere umano e quindi ad eccedere in un verso o nell’altro. Ma cerca di conservare la forza per tornare in te. C’è un desiderio di farsi valere che potenzialmente ti potrebbe portare a fare scelte azzardate. Io mi sento misera perché non ho potere su questo desiderio e non vorrei farmi dominare dal mondo… dove per farsi dominare dal mondo s’intende un’armonia di facciata corredata da momenti di angoscia e crisi di pianto. Mi potrebbe capitare, ma a quel punto non entrerei nel tunnel degli autoinganni, illudendomi di trovare quello che manca in cose materiali che ti danno stimoli momentanei e rischiano di cronicizzare quello che nel frattempo rischia di diventare un vero e proprio disturbo dell’umore.