Non posso dirlo a nessuno, risulterebbe un’esagerazione o una mancanza di rispetto per chi soffre.
Sono fortunata. Ho perso i miei nonni in un’età tale da non dovermene occupare in maniera cosciente. Ho sofferto come soffre una bambina, un’adolescente. E ho ancora entrambi i genitori. Nessun fratello o amico morto. Sono fortunata.
Ho vissuto il lutto di amici che hanno perso un genitore. Ho accompagnato il mio compagno a firmare per un loculo. A parlare con un’agenzia funebre. A smaltire le pratiche burocratiche quando hai la morte nel cuore.
E in questi anni di disgrazie altrui mi sono congelata sempre di più. Con la consapevolezza di quanto sia vulnerabile la vita. E la quasi certezza che, quando sarò io a dover affrontare queste cose, non ce la farò.
Devo crescere….immagino….essere preparata…ma per quanto mi sforzi io non riesco a immaginarlo….un’ossessione talmente forte da avermi portato a sperare di andar via presto, prima di tutti. E sembra un’esagerazione perché sono cose che tutti passano ma….è così…al pensiero di morire per prima io mi rassereno. Serenità che svanisce quando penso che sono sempre stata la più piccola e se natura vuole, non sarò la prima….
So che non esiste soluzione ma io avevo bisogno di tirarlo fuori….altrimenti impazzivo….
cara Dreamer la morte di una persona quasi sempre non ti da nemmeno il tempo di renderti conto dell’accaduto,il problema è piuttosto una malattia,sopratutto quando è lunga o compromette le facolta mentali,anche di chi l’assiste
Vabbè, rilassati. Innanzitutto ci siamo in mezzo tutti e, si sa, mal comune mezzo gaudio.
Poi ci sono le agenzie di pompe funebri che curano tutta la parte burocratica/logistica e un commercialista (il patronato nei casi più facili) ti seguirà per la successione e l’anno dopo per le detrazioni fiscali e la denuncia dei redditi del de cuius.
Uno psicologo, infine, ti aiuterà a elaborare il lutto, mentre il notaio ti darà assistenza per qualche inevitabile, minimo, incaglio burocratico.
Come vedi, è tutto organizzato: in realtà non c’è da preoccuparsi, basta la MasterCard.
E io che credevo che fosse solo Mimmo ad avere ‘sto problema. Gli chiedo che c.... hai che sei sempre così preoccupato, di malumore, e bbasta dai. Sì, come al solito la fai facile tu, che ti sono morti tutti. Ma lo sai che io devo fare quattro funeralì. Genitori e suoceri.
Che c.... gli vuoi dire a uno così, e siamo amici dalle elementari.
Aveva 55 anni quando lo diceva, e tu così giovane ti preoccupi?
Un caro abbraccio.
Dreamer, lo sai che a ondate intermittenti ho la stessa tua ossessione? Di recente ho vissuto passo dopo passo la malattia e morte del padre della mia migliore amica, anzi sorella. E ad ogni passo pensavo “io non ce la potrei fare”; eppure quando ci sei dentro nuoti nella melma per restare a galla. Per fortuna una parte minima di spirito di conservazione l’abbiamo ancora.
Dreamer,
sono anch’io la “più piccola”, e sono due soltanto le persone rimaste della mia generazione (una nella famiglia d’origine e l’altra nella stretta parentela di materna).
i funerali emotivamente coinvolgenti a cui già ho partecipato si avvicinano alla dozzina. non ci si abitua mai, comunque sopraggiunga la morte. con loro se ne va sempre una parte di noi, che ci si impegna poi a imbrigliare nella memoria, almeno in parte.
spesso mi è stato di consolazione il pensiero che per buona parte di loro la vita era in gran parte connotata da sofferenza, e che quindi, per LORO, non per chi restava, poteva essere preferibile la fine a un persistere per molti versi troppo pesante o invalidante.
Grazie del vostro sostegno. Mi sento una cretina ad aver paura di cose che fanno parte della vita. Continuo a dirmi che lo affrontano tutti. . . e il terrore mi fa sentire tremendamente inadatta. . .e me ne vergogno. . .spero il momento arrivi più tardi possibile. . .e spero lo spirito di conservazione si faccia sentire in maniera forte e chiara quando sarà
Dreamer,
si ha spesso paura di qualcosa, che magari non arriva mai o che, quando arriva, si rivela meno disastroso di quanto si era in precedenza immaginato.
di solito avere consapevolezza delle proprie fragilità già rappresenta mezza soluzione del problema.
Dreamer,
l’altra sera ho pensato al tuo post.
Anche io, infatti, ho sempre paura di qualcosa, che fatica ad arrivare e che, quando arriva, si rivela fastidioso per me e per quelli che mi stanno più vicino.
Succede dopo che ho svuotato la boccia di narda: è la tragica “paura del rutto”.
Ma ci convivo.
Fidati che ce la fai. Io credevo che non sarei riuscita a sopravvivere alla morte di mio nonno (che mi ha allevato e per me era mio padre) ma quando è successo poi il mondo ha continuato a girare. La verità è che continua sempre a girare… A volte si rimane bloccati nel lutto ma quando ti ci trovi ti rendi conto che il tempo cura le ferite e se non le cura almeno ci butta un bello strato di polvere sopra così non le vedi più.
io …. anche io ho paura del lutto …. e mi colpevolizzo …. e vorrei chiedervi come si fa a superarla . a conviverci ogni giorno …. come si fa …. la morte ti può strappare amore e famiglia, certezze . lo ha fatto con me quando ero piccola., avevo 5 anni e mezzo, ed ero felice…. mi portò via TUTTO in un giorno. lo trovai ingiusto… e sono stata sempre molto arrabbiata per questo. molto … arrabbiata … la mia fiducia è stata compromessa …. e ho deciso di diventare qualcosa al di “fuori di me stessa”, per non soffrire fingendo… e smettendo di essere autentica, per difesa. diventai una mezza criminale. e … odiai il mondo intero con questa rabbia.
cosa ne pensate ? non voglio battute, voglio pareri costruttivi. io ho l’anima nera e distrutta per quello che mi capitò.
yog, pensa alla tua peggiore paura reale, e poi immagina che io per quella ti derida fino a farla avverare. non scherzarci. e se intervieni, fallo seriamente.
p.s. non sto scherzando, sono molto ma molto seria.