Nel bel mezzo di una personale seduta di autoanalisi, mi interrogo sul significato dell’attaccamento e del distacco, sulla devozione e l’abbandono, sulla caducità dei legami tutti.
Accettare l’inesorabilità dell’infrangersi di ogni vincolo è destabilizzante, oltre che triste.
Più nessun punto di riferimento esterno a rassicurarmi.
Più alcuna idea romantica di senilità condivisa.
Il vuoto.
Qualcuno lo chiama libertà.
Ma io quest’ansia di isolarmi non l’ho nutrita mai.
Se è vero che ogni relazione può essere perfezionata, è altrettanto vero che l’empatia è un privilegio.
La realtà è che io e lui ci siamo accuditi e educati vicendevolmente, più di quanto abbiano mai fatto le nostre famiglie assenti.
Ci siamo cresciuti vicendevolmente, essendo l’uno il punto di riferimento dell’altro. Sempre.
Ma eravamo troppo giovani.
Ha finito per essere un intervento di contenimento e protezione, più che di fiducioso incoraggiamento a scegliere.
Perché eravamo terrorizzati all’idea di perderci.
E’ stato un rapporto ancorato a un equilibrio statico, improvvisamente perturbato dalla scomparsa di lui (evidentemente non era più tanto terrorizzato).
La prima esperienza fallimentare compiuta come madre e il secondo avvilente abbandono subito come figlia.
Per questo mi chiedo se mi passerà mai.
Non l’amore. Neanche la nostalgia.
Il vuoto.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
cara marziav,
proprio oggi ho scovato questo sito, scrivendo semplicemente su google “sono solo”, laconico ma efficace. qui ho potuto leggere storie tristi e purtroppo comuni a tante persone e anch’io ho la mia. tuttavia, sapere che anche altre persone provano lo stesso dolore mi ha fatto stare meglio, non che passi del tutto, ma almeno per qualche ora quella sensazione di tristezza si è alleviata un po’.
questo solo per dirti che ti penso, che anche se non ci conosceremo mai, anche se siamo distanti 1000 chilometri o pochi metri, anche se conduciamo vite completamente diverse, in questa giornata afosa di agosto, io condivido i tuoi pensieri, il tuo dolore.
Nelle tue parole trovo la mia tristezza, i miei dubbi e le mie paure e ti sento vicina. Da storie così diverse come quelle che si possono leggere qui si vede chiaramente che, a differenza delle tante disparità di questo mondo, i sentimenti continuano ad essere universali.
Allora penso che è bello non sapere cosa accadrà domani.
Non mollare mai!
Un abbraccio
ps: volevo consigliarti un libro e un film, ma non so se è possibile, vista la parte “i messaggi di propaganda saranno modificati o non pubblicati”.
Caro Strychnidin,
ho letto la tua lettera e mi ha dato calore. La condivisione, la solidarietà e la comprensione sono sempre stati valori che mi hanno incoraggiata profondamente. Tranne con il mio ex, che non è stato capace di accogliere quelle mie esigenze. Ho scritto un’altra lettera, “Suggerimenti per superare l’abbandono”, non so se può in qualche modo esserti utile o, almeno, darti un po’ di forza. Ho raccontato alcuni insegnamenti acquisiti da questa delusione.
L’investimento di emozioni (nonché di energie, tempo, fatiche, speranze…) immane e malriposto mi ha schiacciata e ha lasciato solo macerie. Desolazione. Un vuoto che non passerà per tanto tempo. Però si può reagire e cominciare a ricostruire, a ricostruirsi. Non so se dopo questa esperienza diventerò più capace di difendermi, inaridendo il mio cuore e ricambiando le attenzioni altrui con la diffidenza, oppure se sarò ancora la solita sognatrice, romantica e fragile, che vuole continuare a credere. Davvero non lo so ancora. Quello che so è che voglio ritrovare il rispetto per me stessa che avevo barattato in cambio di un falso legame.
Strychnidin, mi farebbero molto piacere i tuoi consigli di lettura e anch’io avrei delle canzoni da suggerirti che mi danno un po’ di vigore in questo momento di abbattimento!
Una carezza,
Marzia
Cara Marzia le tue lettere sono molto d’aiuto in questo periodo della mia vita! Vorrei chiederti come stai come si è evoluta la tua situazione
Un abbraccio
Eri