Abitualmente si ritiene che la lingua ufficiale di una Nazione rappresenta il simbolo di un’identità sociale comune e condivisa ed il veicolo del suo patrimonio storico e culturale. La l . 15.12.1999, n. 482, «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche»,art. 1, espressamente statuisce che «la lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano», anche se quell’articolo è guitoda una norma che indica le minoranze linguistiche merittevoli di tutela.Non penso che possa mettersi in dubbio che dal punto di vista prettamente giuridico, la lingua ufficiale sia lo strumento mediante il quale viene espressa la volontà delle istituzionie e mediante il quale i pubblici poteri comunicano con tutti i soggetti dell’ordinamento.
Se quanto detto è da condividere non capisco come sia possibile che in moltissimi provvedimenti sia legislativi che normativi da parte delle istituzioni sia stat introdotta la abtudine ci disseminare parole di altroidioma e, quasi sempre inglese sena peraltro indicare almeno tra parentesi l’esatta traduzione in lingua italiana che ne renderebbe più intelleggibile il significato. Generalmente di tutte queste parole esiste la traduzione fedele capace di rendere compiutamente il significato. A tutto ciò si aggiunga che gli italiani non hanno poi tutta questa dimestichezza con la lingua inglese. Da uomo della strada penso che se proprio si vul ricorrere alle parole in altre lingue si possa ufficializazre un elenco in cui riportare tutte le parole entrate nel linguaggio comune con indicazione accanto a ciascuna della traduzione in lingua italiana e della pronunzia.
Ho l’impressione che spesso chi governa o detiene il potere faccia come il manzoniano Don Abbondio che a Renzi parlava in latino nel non trovare giustificazione al rinvio del matrimonio con Lucia.
Francesco amoroso,uomoqualunque.
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