E’ una domanda alla quale non avevo mai pensato…ma quando ci affoghiamo di auguri,ci abbracciamo e ci scambiamo inutili regali,cos’ènche auguriamo?
Io davvero non lo so.. mi sono accorta quest’anno di dare auguri a tutte passate ,ma solo per convenzione, per gentilezza…voi? cosa pensate quando schioccate il bacio lasciando uscire queste misteriose 6 lettere?
Beh comunque auguri lo stesso a tutti, eh?:D
Lettera pubblicata il 25 Dicembre 2011. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Mariluna (ex user).
Infatti, in realtà la maggior parte delle persone fa gli auguri solamente perche ‘si fanno’. Per me invece è uno dei più importanti ed intimi momenti di Natale. Ti metti di fronte al tuo padre, tua madre, sorella/fratello, amico, zio, cugino e ci pensi veramente cosa vuoi augurare a questa persona. Quanta sincerità trovi in una mail o un messaggio inviato a altre 50 persone con lo stesso contenuto “AUGURI!!” Ma x piacere non sprecare il tempo che non te ne fregha un cavolo di me….
Già per non parlare dei messaggini già preimpostati inviati alla catena di 50/60 persone.. io non rispondo mai ai messaggini di questo tipo, non solo li trovo poco cortesi e falsi ma credo che se una persona vuole farmi gli auguri di Buon Natale, Buon compleanno, Buona Pasqua potrebbe prendere in mano il telefono e chiamarmi. Ma spesso dietro la parola auguri si nasconde solo falsità e menefreghismo e mi spiace ma se le cose stanno così non mi servono.
Come pensavo..non sono l’unica ad essersene accorta!
Messaggi mandati tutti uguali,falsi auguri… è cosi che il Natale diventa solo un’ occasione per fare vacanza. che tristezza ragazzi!
Puoi sempre provare a fare questo genere di auguri, gli AUGURI SCOMODI di don Tonino Bello:
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
Che ne dici: possono andare no? Gran belli auguri davvero, e a distanza di 19 anni sono sempre, oggi più che mai, necessari…e
in questo senso, auguri a tutti e a ciascuno!
Wow 🙂 un po aggressivi,ma colpiscono nel segno! Sto seriamente pensando di copiarli nelle bozze delle e-mail e inviarli a Natale prossimo. Intasare la cartelle di rimproveri..
Spingere qualcuno a ricordare il vero motivo del Natale e non a cercare di dimenticarlo con cenoni e tombolate.
Grazie, Alessandro
Allora, se vuoi, possiamo rincarare la dose, possiamo esagerare, come si dice…ma a fin di bene, sempre…
Queste parole sono mie, certo non paragonabili a quelle di don Tonino, ma come le sue sincere e ispirate da questa drammatica realtà, davvero troppo brutta e meschina, in ogni suo aspetto…
Auguri a chi sta sulla gru e non è gruista
Auguri a chi sta sull’isola e non è isolano
Auguri a chi sta sul tetto e non è antennista
Auguri a chi sta per strada e non è ambulante
Auguri a chi prega e non ha né Dio né santi
Auguri a chi impreca e non ha fede, o forse ce l’ha
Auguri a chi alza le mani, ma non ha voglia di arrendersi
Auguri a chi sta nell’ospizio, di peso e di fastidio per stare a casa…sua
Auguri a chi sta nella casa ‘famiglia, senza mamma e senza papà
Auguri a chi sta in ospedale, dove forse morirà perché ci sono i tagli alla sanità
Auguri a chi sta in carcere, da dove uscirà, se un suicidio non risolve la pratica prima, incattivito e non riabilitato
Auguri a chi sta nei Centri di Espulsione, corpi estranei che vanno cacciati
Auguri a chi vive nei campi nomadi, erranti destini senza meta, zingari, vagabondi delle stelle, non sanno dove andare e ci vanno lo stesso
Auguri a chi vive sotto i ponti, e l’acqua scorre e non si ferma
Auguri a chi non ha più la fabbrica, ha fatto truffe con la 488, ora ci sono i cassintegrati
Auguri a chi non ha più la casa, ora ha un giaciglio alla Stazione Centrale
Auguri a chi non ha più voce, ora il suo urlo è soffocato
Auguri a chi ci crede, anche se non sa più in cosa
Auguri a chi non ci crede più, e non sa perché
Auguri a chi ogni giorno urla nel silenzio
Auguri a chi è agitato da una disperazione che lo divora
Auguri a chi è prigioniero di un carcere o di un sogno che non si realizza e forse mai si realizzerà
Auguri a chi non si concede facili comodità nel rischioso mestiere di vivere Auguri a chi è sempre stato ed ora non è più e mai più sarà Auguri a chi non è mai stato e non sa se mai lo sarà Auguri a chi aveva e ora non ha più Auguri a chi non ha mai avuto e continua a non avere Auguri a chi ha ancora lacrime e rabbia Auguri a chi non ha più né lacrime né rabbia, solo rassegnazione Auguri a chi non si leva più il cappello Auguri a chi un cappello non l’ha mai avuto Auguri vorrei farli anche a lui, che non ha più avuto un capello a vent’anni ed è andato in depressione e poi s’è suicidato…io psichiatra avrei potuto salvarlo solo se mi fosse stato possibile dargliene un po’ dei miei, e questo non era possibile… Auguri a tutto ciò che è più fasullo e artificiale dei capelli da autotrapianto di Berlusconi Auguri a chi prendeva il pullman per andare in fabbrica e timbrava un cartellino Auguri a chi un cartellino marcatempo non l’ha mai avuto Auguri a chi sognava la spiaggia, il mare e il dopo sole Auguri a chi un costume non l’ha mai posseduto Auguri a chi oggi è a zero ore Auguri a chi è stato sempre a zero ore
Auguri a chi è costretto a stare in tenda e non è campeggiatore, solo un banale terremotato
Auguri a chi è costretto a stare in macchina e non è pilota…magari un rappresentante che ‘lavora’ che lavora a provvigioni…oggi lo sfruttamento si chiama così
Auguri a chi non si leva più dal letto ma non è malato, è solo depresso…così si pensa
Auguri a chi sta sempre in piedi perché un letto non ce l’ha, ha solo un cartone
Auguri a chi mangiava in mensa ed ora mangia dai preti
Auguri a chi ha sempre mangiato dai preti ma voleva mangiare anche lui in mensa
Auguri a chi dentro, ieri, produceva calze per fare gambe belle
Auguri a chi fuori, ora, sulle gambe infila i calzerotti
Auguri a chi srotola lo striscione con le mani sporche di vernice
Auguri a chi ha riposto lo striscione, ma ha ancora le mani imbrattate
Auguri a chi urla col megafono la sua voglia di giustizia e di libertà
Auguri a chi la voce l’ha persa, ora sono i suoi occhi che guardano e urlano contro tutte le iniquità
Auguri a chi dal manicomio, ieri, è uscito per garantire la libertà dell’altro
Auguri a chi nel manicomio, a Napoli, oggi, ci è ritornato per garantire la sua e l’altrui dignità…la dignità di un paese assurdo chiamato Italia
Auguri a te, assurda e ammalata Italia
Auguri a chi, come me, si è perso nell’inganno ingenuo del colore azzurro dei suoi occhi
Auguri a chi si sente vivo, vero e inutile
Auguri a chi non ci sta, e continua a stringere il suo sogno con rabbia e con poesia
Auguri a questa donna che qui a Genova, nei suoi vicoli più vecchi e consunti, sosta ad ogni angolo… muta, con le sue vesti lacere e sporche… muta, come un frammento d’inverno
Auguri a chi è arrivato per rifuggire da odio e morte
Auguri a chi è stato rimpatriato senza aver conosciuto né pace né speranza , solo un frammento d’illusione
Auguri alle menti bacate dalle tasche fortunate che girano coi suv nella città vecchia
Auguri a chi nonostante tutto non demorde e si schiera
Auguri a chi ha ancora tutti i denti e non sorride più
Auguri a chi i denti li ha persi ma continua a sorridere
Auguri al mio camice bianco, che non indosso più…mi restano solo le foto Auguri a Franco, per il suo sorriso e le sue illusioni Auguri a Eugenio, per le sue porte aperte e le sue parole Auguri a Giorgio, per il suo grido di denuncia e di verità E auguri a lui, al gran mago dei farmaci, al profeta del ‘miracolo’ della chimica, all’impiegato dell’Enel, esperto di cavi, elettrodi ed elettricità, ignaro di interiorità ferita Auguri a chi ancora vive rapporti di affinità e non di utilità Auguri a chi mi ha raccontato, per la fantasia e per le storie Auguri a chi è stato sottovalutato, per il difficile compito Auguri a tutti coloro di cui non mi sono accorto Auguri a chi la dice tutta… Sempre…Sempre…ma proprio sempre!
Manca una parte dell’elenco…non me lo faceva pubblicare tutto insieme…
Auguri al primario, che non riceve in Ospedale prima di sei mesi ma che nel suo studio dà appuntamento il giorno prima
Auguri ai dannati, agli oppressi, a quelli che ogni giorno sono costretti ad inventarsi disperate strategie di sopravvivenza
Auguri ai razzisti nostrani, che qualche chilometro più a nord dovrebbero sfuggire ai naziskin
A chi tradisce i bambini, la loro fiducia, la loro innocenza, a chi li ammaestra alla fretta e al consumo, a chi li sfrutta, li abusa, li oltraggia e violenta…auguri a voi, che possiate comprendere e rimediare
A tutti quei fedeli che mostrano di credere nell’Aldilà, ma ne hanno fatte troppe e sperano che non esista…auguri
Auguri, chi ringrazia Dio, Santi e Madonne per un cancro e per ogni dolore, trovando bella la sofferenza…che possa mettersi nei panni di medico ammalato come me, per provare a comprendere perché io, seppure avessi la fede che non ho, non lo farei mai
Auguri a chi si inventa un Dio capace di dare soluzione non a un’esigenza ma ad ogni più strana idea di sussistenza
Auguri al miserabile, al povero, al tossicomane, alla sua vita estrema, accusato, processato e condannato, alla sua anima troppo vera
Auguri a chi si logora in un’isterica competizione sul nulla per dar prova di esistere, di esserci, di essere
Al criminale, al disonesto, al corrotto, auguri a te, ne hai bisogno più di me
Auguri a chi è vittima del coraggio che gli manca, che non insorge, non denuncia, non reclama, non rivendica…diritti e libertà, futuro e possibilità
Auguri al politicante, che appoggiandosi a sinistra è rimasto al centro in attesa di andare a destra, ma rivendica sempre i valori che lo hanno sostenuto
Auguri al papa, alla povertà di cui parla, all’inutile sfarzo in mezzo al quale compiaciuto sguazza…e a chi lo prende sul serio quando parla…
Auguri alla sacra meraviglia del seno che allatta e dà la vita, che resiste all’imbecillità di un chirurgo plastico che l’oltraggia rendendolo turgido di plastica e silicone alla mercé di impresari e camionisti
Auguri agli idealisti come me, con il cuore in fiamme per un mondo più giusto, più vero, più libero, più umano…a chi è morto per questo…dato il continuo svilimento di tanto sacrificio, che un Dio davvero offra loro un’altra vita
Ad alcune persone che mi hanno mentito e non sanno che lo so, che l’ho sempre saputo…auguri
Auguri a chi nasce, cresce, sogna, sceglie, sbaglia e muore…nel frattempo vive, facendone anche qualcuna giusta
Auguri per il dissolversi degli odori, il consumarsi dei sapori, l’affievolirsi delle luci
Auguri a me, tra fragilità e incertezza, come una riga di blu, tra le onde e la schiuma, come in bilico tra cielo e fortuna
Io cerco il mio vento, il mio personalissimo vento libero, e allora non posso che concludere come ogni uomo di mare che va per mare su una barca a vela:
a tutti ed a ciascuno: BUON VENTO!
x Alessandro.
Ho letto velocemente ciò che hai scritto.
Mi sono imbattuto in questa frase:
” Auguri a chi tradisce i bambini, la loro fiducia, la loro innocenza, a chi li ammaestra alla fretta e al consumo, a chi li sfrutta, li abusa, li oltraggia e violenta..auguri a voi, che possiate comprendere e rimediare.”
Tempo per comprendere e rimediare???? Rimediare? E come???
No. Assolutamente NO!!!!! NO!!
Per questa gente non ci sono auguri natalizi, nè tantomeno possibilità per loro di ravvedersi !
Sono solo dei maledetti che hanno la fortuna che non c’è più la pena di morte.
Mau.