Ciao a tutti. Avrei bisogno di qualche consiglio in merito a un rospo che io e la mia famiglia abbiamo dovuto ingoiare.
Qualche mese fa ho cominciato a lavorare in affiancamento con la proprietaria di un’attività (un ristorante, per intenderci) per poterla poi rilevare. Questa persona è mia zia. Avendo stretti legami con sua sorella, mio padre le ha prestato più volte molti soldi, che poi col tempo gli sono sempre stati ridati. Dato che mia zia non era più giovanissima voleva andare in “pensione”, per così dire, cedendo a me il locale a mo’ di lascito: i soldi che ancora doveva a mio padre avrebbero fatto da pagamento, oltre a una somma praticamente irrisoria che avrei dovuto poi io darle con il tempo, una volta prese in mano le redini del posto.
Ecco il problema: il suo compagno (non mi riesce di chiamarlo zio) è un opportunista della peggior specie.
Essendo lui il cuoco del ristorante, logicamente ho cominciato a lavorare al suo fianco. Con i primi accordi si era deciso che avrei lavorato gratuitamente (dato che mi stava insegnando i “segreti” della cucina) e che al termine dell’anno avrei rilevato tutto quanto, macchinari compresi. Verso la fine di Ottobre mia zia ha cominciato a stare male, e sempre più spesso. Io nel frattempo ho continuato a lavorare al ristorante, anche per più di 15 ore al giorno, dato che il suo compagno oltre ad occuparmi della cucina mi metteva anche a fare le pulizie, a occuparmi della sala come cameriera e a servire al bar. Insomma, un po’ di tutto. Io non mi sono mai lamentata, ripetendo a me stessa che “prima di ordinare a qualcuno di fare qualcosa, devi saperlo fare tu in primis”. L’unica cosa che proprio non mi andava giù era che lavorare con T. (il compagno di mia zia) era un abominio; lui e il suo ego. Quando ne parlavo a casa, con i miei genitori, mi sentivo ripetere di continuo che dovevo essere più umile, farmi passare i suoi commenti e i suoi insulti da un orecchio e farli uscire dall’altro. Insulti tipo “cogliona”, “questa bistecca te la puoi mettere nel –“, “stronzetta imbarazzante” (lo giuro, QUESTO genere di insulti). Ho tenuto duro, visto che avevo a pochi mesi davanti a me la prospettiva di un’attività ben avviata che in tempi come questi, e con i presupposti che ho avuto io per rilevarla, era un sogno. Il problema è che si sta rivelando proprio questo: un sogno. Prima di natale abbiamo scoperto che mia zia soffre di cancro al seno. Io, ben sapendo che dietro a questa storia c’erano ancora i soldi di mio padre, ho continuato a lavorare, fino a quando T. non mi ha sbattuta fuori per l’ennesima litigata. Ora: lui dice che ha perso un cliente che voleva acquistare l’attività nel momento in cui sono arrivata io (guarda caso). Che dato che ha perso i soldi di questo affare la somma che sarebbe dovuta tornare a mio padre se li terrà tutti come pegno per aver mandato all’aria l’affare con questo (ipotetico) acquirente. Ovviamente, “il locale tu me lo scordo”. Parole sue. Come posso fare io a ridare tutti quei soldi a mio padre? Ho provato a discutere con T. degli impegni, seppur presi a voce, che si erano decisi, ma ora neanche risponde alle chiamate, né mie né dei miei genitori. Mia zia ormai non ha più nemmeno le forze per mangiare e darle una preoccupazione di questo genere è l’ultima cosa che ho intenzione di fare. Come risolvere la questione?
Grazie per i vostri consigli.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Famiglia
ciao Ocarina mi piacerebbe parlarti a voce, telefonicamente, perchè la tua storia è molto interessante e stavo facendo delle ricerche per un progetto televisivo proprio su questo argomento. hai voglia di parlarne, s esi puoi scrivermi alla mail. grazie
Salve, vorrei raccontare la mia storia. A giugno 2014 sono stato licenziato per riduzione del personale(a dire del ex datore di lavoro) dopo 7 anni di grossi sacrifici lavoravo in un albergo di asti, e posso assicurare che non è stato facile perché ogni volta mi insultava e mi umiliata con discorsi del tipo…”prendi vetri e spazzolino e va a pulire il vetro della mia auto” oppure mi insultava del fatto che sono portatore di protesi acustica parlandone a distanza siderale (io alla reception e lui addirittura fuori dall’hotel) .mi ha fatto fare l notte per 7 anni con un 4 livello quando dovevo avere il 3…mi pagava una miseria …. e quando poteva mi faceva fare le ore più disparate!!! Tipo dalle 19 alle 10 del mattino! Per 37 giorni ho fatto ben 35 notti con 2 soli riposi…insomma ero disponibilissimo! Non bastava mi diceva romano di me…..ora sono 8 mesi che ho fatto vertenza ma sta ovviamente cercando una fuga perché soldi sono tanti….senza contare che è assessore del turismo astigiano…quindi in sede di tribunale tocchero anche la sfera politica! E ci sono di mezzo tutti o quasi….lefatture gonfiate mandate al comune, clienti che venivano al ristorante pagavanosenza fattura o ricevuta!!!! Farei molti esempi…. ne fare???? Mi assilla la rabbia dentro di me!!!
Sebastiano,
se le cose stanno come le descrivi hai più che ragione a essere arrabbiato. evidentemente non potevi o non sapevi reagire.
nei piccoli nuclei lavorativi non è infrequente l’abuso di vario genere da parte di datori di lavoro gonfi della propria superiorità economica e completamente a terra in quanto a un minimo di correttezza. approfittano a larghe falde, in tutti i sensi, e chi ha bisogno di lavorare, soprattutto in tempi in cui il lavoro è scarso, è costretto a tacere. anche più vigliacco incidere negativamente su persone diversamente abili…
so di una piccola impresa in cui, quando il padrone l’ha chiusa, tutti i dipendenti (poco più di una mezza dozzina) gli hanno fatto causa e sono stati risarciti.
nel tuo caso, forse non basterà avere un buon avvocato. non ti voglio scoraggiare ma, secondo me, è bene che non ti faccia troppe illusioni. se non hai a tue mani prove più che consistenti, nelle piccole realtà locali la giustizia è spesso inficiata da conoscenze e giochi di potere da parte di chi più le rappresenta.
in bocca al lupo per il buon esito della vertenza, fin dalle prime istanze, ma soprattutto per la possibilità di trovare presto un nuovo lavoro, dove tu possa essere più rispettato e avere un’esistenza più serena.
Gentilissima sig.ra Rossana ho molte prove e testimoni come 3 ex colleghe un fornitore un cliente affezionato al mio lavoro e un collega della struttura vicino che testimoniano per me! Buste paga che non corrispondono al contratto nazionale turistico….secondo avvocati e sindacati che conoscono bene la persona non aspettavano altro che dar battaglia….il vero problema per me è ansia dentro di me poiché c’è una risonanza cittadino di tale importanza a questa storia incredibile! Testate giornalistiche locali e nazionali che vogliono pubblicare notizie nuove e quando sarà il giorno della sentenza ci saranno molte decine di persone tra cittadini, e giornalisti che vorranno sapere..toccherà come detto la sfera politicalocale…lo stress sarà altissimo..la mia non è coraggio ma disperazione, e il mio unico coraggio ha il nome di mia figlia!!!!
Per ultimo mi creda sono un uomo disperato perché un uomo muore quando si è lasciato solo…e non muore solo una volta ma tante volte! Non trovo lavoro per colpa non solo della crisi ma anche del mio deficit! E questo mi rende impotente!!! Vorrei solo che qualcuno mi succedesse per finire di sopportare questo dolore!
Caro signor Sebastiano,
con le premesse illustrate nel suo post 4 andrà tutto bene. a volte i soprusi sono talmente tanti ed evidenti che la parte sociale positiva non vede l’ora d’impegnarsi al massimo per dare una pubblica lezione, sia all’interessato che a chi in zona si comporta come lui. nelle piccole comunità ci possono essere queste levate di scudi, con risultati favorevoli, cosa che Le auguro di tutto cuore.
a suo tempo mi sono battuta anch’io ma non l’ho spuntata, pur beneficiando dell’interesse quasi personale di un avvocato di più che provata bravura. anche se non è andata come speravo, sono comunque contenta di averci provato. non si può abbassare la testa sempre. ci dovrebbero essere dei limiti all’ingiustizia!
comprendo l’ansia. ho atteso e preso parte a due gradi di giudizio, che non potrò mai dimenticare. si faccia animo, si tenga su fisicamente meglio che può e, quando Le sembrerà di non farcela, pensi a Sua figlia. avendo lei, non dovrebbe sentirsi mai del tutto solo…
abbia fiducia e affronti la causa a muso duro!
un abbraccio.