La televisione di Stato, ritengo, debba essere censurata e perseguita per avere spudoratamente dedicato una enorme quantità di ore alla propaganda elettorale, diretta ed indiretta, relativamente all’ Emilia-Romagna e pochissimi minuti alla Calabria. I cittadini italiani hanno avuto propinati, a iosa, solo i nomi di due candidati per la Emilia-Romagna come se tutti gli altri, e le loro liste, fossero soltanto coreografia inutile e funzionale. Ancora peggio in Calabria dove i nomi ed aggregazioni sono finiti con il rimanere quasi sconosciuti. Mi pare che in Italia durante le campagne elettorali da parte degli organi di informazione, pagate dallo Stato, dovrebbe garantirsi un minimo di par condicio.Non mi pare che questo sia uno di quei casi in cui si invoca la libertà di informazione.
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Categorie: - Politica
Su questo concordo. Non è altro che l’ennesimo esempio del fatto che la par condicio non esiste neanche più. In Emilia Romagna ci sono più aziende, più attività, più soldi. Questo è un fatto. Ma non significa che allora sia meglio della Calabria. Purtroppo la realtà di oggi è questa: contano solo chi ha i soldi, le industrie e le varie attività. Gli altri non contano niente. E questo non succede solo in Italia, ma anche in Europa (vedasi come viene trattata la nostra nazione) e nel mondo. Amara realtà.