Caro Direttore, venti giorni orsono scrissi una lettera, un saluto a mio padre, due giorni dopo lui è volato via, nella notte, dormendo tranquillamente.
Mi manca tanto, mi mancano i suoi occhi azzurri, mi mancano le sue sgridate, mi manca il poterlo chiamare “papo”, mi manca tutto di lui, non pensavo così tanto.
Sorrido scrivendo queste cose, di lacrime ne ho versate tante, non siamo mai stati soli in questi mesi, mai una giorno mi sono sentita sola ad affrontare la malattia di papà, ed il mio cuore è sereno, non ho rimpianti, ho detto e fatto tutto quello che potevo per lui; ogni giorno ci parlo, io e lui chiacchieriamo molto, alzo gli occhi al cielo e so che lui mi ascolta, dicendomi tutto nel silenzio.
Anche se invidio molto quelli che possono stringere il proprio padre fra le braccia, possono alzare il telefono e chiamarlo, possono cenare con lui,litigare con lui, sorridere e gioire con lui… questo a me è negato, sono negate tante cose, eppure il mio cuore è sereno.
Quindi caro direttore, saluto ancora una volta mio padre, dicendogli: Ti voglio bene!
Tua figlia
Leidi
complimenti per la lettera. Anche io, come te, ho perso mio padre più o meno nello stesso periodo, solo che sono passati un paio di anni.
Io purtroppo non riesco a sentirlo così vicino, sono felice che tu riesca a farlo.
Ti mando un abbraccio
Ti abbraccio forte.
Complimenti per la tua forza, per le emozioni che trasmette questa lettera. Io ho i miei genitori ma leggendola mi ha commosso. Alla fine poi è questo che conta, trasmettere emozioni. La morte fa parte della vita, spero un giorno di poter scrivere una lettera come la tua.