Chiudo gli occhi, in un attimo, rivivo tutto:
EMERGENZA SANITARIA
PANDEMIA
QUARANTENA
Da qui: il vuoto, amarezza, delusione, rabbia, buio e silenzio, tanto silenzio …
Siamo due mamme, una con 4 figli da 6 anni a 4 mesi, l’altra con due figli di 7 e 5 anni e mai, dico mai ci saremo immaginate una situazione del genere.
Il primo mese è stato quello più tranquillo, quello più speranzoso poi a fine Marzo è arrivato il crollo.
Rabbia, delusione, frustrazione sono venute a galla non solo a noi ma anche ai nostri mariti che si sono trovati senza un ufficio dove poter andare, per concentrarsi, per lavorare. Uno si è comprato una scrivania, l’ha messa in camera da letto, e ora quello è il suo ufficio l’altro lavora in cucina, un porto di mare, dove tutti passano e nessuno si concentra.
Per noi adulti la prima fase, è stata facile da capire, cercare di mantenere il controllo, rimboccarci le maniche, fare silenzio, ma i bambini?
Per loro non è stato così semplice capire perché non potevano e tutt’ora non possono andare a scuola, perché non potevano andare al parco, perché non potevano vedere nonni, amici, andare a mangiare un semplice gelato. Ora che siamo nella cosiddetta fase 2 per loro è ancora più una confusione. Non capiscono perché sui nostri volti, da due mesi a questa parte, vedono spesso un “sali e scendi” di emozioni come, rabbia, frustrazione, gioia, tristezza.
Certo i bambini non sono stupidi. Abbiamo spiegato ai nostri figli cosa sta succedendo, LA GRAVITA’ DELLA COSA, LA PERICOLOSITA’ DEL VIRUS. Ma non possono capire le preoccupazioni di noi genitori, i pensieri che un adulto ha: il lavoro, la casa, il negozio, l’affitto, il mutuo, la macchina e molto altro.
Siamo deluse dal nostro governo perché ha completamente dimenticato tutti i lavoratori, le famiglie, che sono a casa e devono gestire figli e lavoro, PER CHI HA LA FORTUNA DI AVERLO ANCORA. I BAMBINI, LA SCUOLA, anche nella fase due dove si può andare a prendere un semplice caffè ma non si può andare a prendere tutto il materiale scolastico o i vestiti che i bambini hanno lasciato li con l’inizio della quarantena.
I genitori si sono trovati e si trovano da soli, a dover gestire lo stress del lavoro, lo stress di coppia, lo stress dei figli che, in due mesi hanno visto cambiare. Anche loro, come noi adulti, hanno un sali e scendi di emozioni. Dopo due mesi chiusi in casa si arrabbiano per qualsiasi cosa. Piangono per qualsiasi cosa, urlano di più, battono i piedi, certi bambini hanno avuto delle regressioni, le paure, in alcuni, sono aumentate, chi ha avuto dei piccoli tic, per non parlare di quando bisogna stare in silenzio perché il marito lavora da casa ed è impegnato, ma non solo il marito lavora . Molte mamme hanno scelto di stare a casa come Camilla, molte altre come me lavorano.
I più grandi, che sono in prima e seconda elementare, si sono trovati a dover affrontare la scuola via computer. Non si può fare altrimenti ok ma, i bambini non imparano come imparano a scuola, non hanno lo stimolo di come quando andavano a scuola con la maestra che li rassicura e li segue e i compagni che li aiutano e li stimolano. Poi ci sono gli altri figli da guardare chi uno, chi più di uno, perché non possono stare tutto il giorno davanti alla televisione, non possono andare fuori quando vorrebbero perché ci sono le ore di ‘’scuola’’, non tutti hanno un giardino, non si possono lasciare i “grandi” al computer da soli!
Questi mesi sono stati molto pesanti… definizioni come “smart working”, “smart schooling” di “smart” non hanno proprio un bel niente. Chi si è trovato a lavorare da casa e a gestire i figli aveva il computer acceso h 24. Chi doveva addirittura lavorare fuori, chi era in prima linea, ha lasciato i nonni, per chi li ha, ad occuparsi della didattica a distanza. Non esiste! Soprattutto per bambini come i nostri che hanno mosso i primi passi alla scuola elementare… noi famiglie ci stiamo facendo in quattro per gestire tutto, le maestre pure ma non basta, questa non è vita…non è vita reale, passata l’emergenza si devono avere idee e piani molto chiari, vanno studiati ancora in emergenza! Ovvio! I nostri politici sono pagati profumatamente per fare cosa? Certo la quarantena va bene , assolutamente, ma bisogna anche poter mangiare. durante la fase uno e la fase due doveva e deve essere di pari importanza l’economia e i servizi ai cittadini perché la salute non è solo fisica ma anche mentale. Soprattutto quella dei nostri amati bambini! Adesso va benissimo far ripartire l’economia, ma la scuola? Silenzio assordante
Per non parlare della gestione dell’emergenza! Anche qualcuno della famiglia si è ammalato e i medici non hanno fatto altro che prescrivere antibiotici, nessuno ha fatto un maledetto tampone! Ora come facciamo a sapere chi è veramente positivo se non lo fanno neanche a chi dichiara di essere entrato a contatto con un positivo o se dichiara di avere sintomi riconducibili al Covid?
Perché i nostri figli devono rinunciare a tutto, se non capiamo chi è positivo o meno? Perché? DOPO LO SFORZO CHE I NOSTRI BAMBINI STANNO FACENDO.
Vogliono davvero far tornare i nostri bambini a scuola, ma solo peri lavoratori? I figli di chi ha scelto di stare a casa e occuparsi della casa e della famiglia sono meno importanti degli altri? Cos’è questa discriminazione? Le famiglie sono tutte uguali nelle loro diversità!
Sia chiaro non vogliamo mettere, assolutamente, a rischio la salute dei nostri figli, non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma non vogliamo neanche che vivano la scuola come un sistema carcerario con della plastica che li divide l’uno dagli altri, che giochino a distanza, che mangino in due per tavolo, che non possano battersi il cinque. In questo modo possiamo davvero dire che i NOSTRI BAMBINI vivano con serenità e spensieratezza la loro giornata? Noi li vediamo tristi ora figuriamoci in una normalità in cui non c’è nulla di normale.
Ogni età è diversa, i più piccoli mettono in bocca i giochi per esplorare, per conoscere, hanno bisogno di contatto fisico con gli adulti, come le insegnanti a cui li affidiamo, non possiamo pensare di fare un inserimento ,al nido, alla materna o all’inizio della scuola elementare, senza che la maestra lo prenda in braccio, lo accarezzi, lo abbracci per consolarlo, per rassicurarlo ma lo guardi semplicemente da lontano e gli faccia un cenno con la mano. Il bambino ha bisogno di contatto fisico anche con i loro compagni. Perché mandiamo i figli a scuola? per imparare a integrarsi gli uni con gli altri, per imparare a fare gruppo, per imparare a condividere, a sostenersi a vicenda. Come possiamo pretendere che imparino questo se devono stare soli?
Quante volte è capitato che la scuola ci chiamasse perché a nostro figlio è salita la febbre? in questo caso il bambino dovrebbe venire ulteriormente isolato e questo per un bambino significa sentirsi diversi, sbagliati. Nessuno deve sentirsi cosi mai! Questo, per loro, si supera stando con gli amici, abbracciandosi.
Stanno perdendo tantissimo e tutta questa tecnologia di sicuro a un bambino non fa bene. I bambini devono correre, sporcarsi, saltare nelle pozzanghere, raccogliere fiori, giocare a nascondino, a prendi e scappa, a pallone, fare sport e non stare attenti ad una mascherina che, se si abbassa, possono ammalarsi o avere paura di toccare o abbracciare i nonni o gli amici, o li papà o la mamma che tornano dal lavoro, perché magari possono contagiarli o essere contagiati, non devono stare sempre al computer.
Prima di tutto questo si parlava di quanto il telefono e il tablet facesse male ai bambini e ora non se ne parla più? Si parlava della psicologia dei bambini e ora? nessuno li prende in considerazione veramente! Perché mettere in piedi una didattica a distanza dall’oggi al domani creando diversità, disparità, quando fino a pochi mesi fa si parlava di scuola inclusiva? Perché non trovare soluzioni alternative come cambiare il calendario scolastico per un anno particolare come questo? Perché a fine maggio siamo ancora nell’incertezza di cosa si farà a settembre? Bisogna agire subito per il loro benessere fisico e mentale!
Due mamme
Camilla e Veronica
Io ho visto una mamma picchiare il figlio per strada perché non usava abbastanza a lungo lo smartphone e faceva anche il furbetto – così gridava – evitando di metterlo in ricarica.
Per carità, niente da dire, avevano tutti e due la mascherina e i guanti.
Quando ti riscopri fragile al massimo grado riesci ad uscire da una condizione di eterno presente che porta a cercare l’appartenenza nella natura, senza considerare il valore dell’esistenza non storica che serve a difendere il sacro, ovvero la famiglia. Es. Tua zia potrebbe diventare la zia delle nipoti di una persona a te vicina e il suo posto potrebbe essere preso da un’altra donna. E via così, quando ad esempio ci sono figli adulterini che vengono integrati nella famiglia della chiesa attraverso la borghesia, laddove è evidente che questa si avvantaggia della componente aristocratica. Ecco che la questione delle unioni civili diventa una questione spinosa.
Si deve sapere che le cose stanno in questo modo e che essere fratelli e sorelle in Cristo significa perdersi di vista quando è evidente che nell’ambito estetico non è possibile trovare la soluzione perché manca il peso naturale per trovare in se stessi la sicurezza che manca.E’ una donna che non esiste.La realtà alla quale appartiene, e nella quale si realizzano le aspirazioni di chi punta in alto per ragioni legate al DNA, resta una realtà santa. Il suo posto è già stato assegnato ad un’altra donna dal destino. La devi solo aspettare. Questa è la gioia della fede. Il trionfo che aspetti è il trionfo della religione. Non è una storia di promozione sociale. E’ la vita nella sua effettività.Tu sai che nella tua vita c’è un posto vuoto che deve essere assegnato a qualcuno che rifiuta il paragone. La festa è sua. La deve fare come piace a lei, perché queste sono le cose che fanno bene all’anima:il piacere non è il senso della vita, ma lo diventa quando si ama.
Care Camilla e Veronica, sono pienamente d’accordo con quanto avete scritto. Ciò che noi e i nostri figli abbiamo vissuto in questi mesi è stato tremendo. Non ne elenco gli elementi perché già l’avete fatto voi e non voglio essere ripetitivo. Ciò che voglio dire qui è che tutto questo ha potuto esser tollerabile come condizione temporanea, ma se dovesse durare in modo indefinito sarebbe devastante sotto tutti i punti di vista. Come possiamo pensare di vivere eternamente in distanziamento sociale, senza poterci trovare con le persone in modo conviviale, senza poter fare gruppo o senza poterci avvicinare, anche fisicamente, a qualcun altro? Penso con terrore al futuro che ci aspetta, poiché già si sta pensando a mostruosità come: Educare i bambini al distanziamento sociale! Insegnare loro che è meglio stare lontani dagli altri, comunicare solo con sguardi e gesti e preferibilmente tramite video-chat. Ma la nostra natura non è questa!
Ciascuno di noi è un animale sociale (zòn politikòn, diceva Aristotele) e il regime sanitario che vogliono imporci rischia di compromettere la nostra natura in modi e con conseguenze di gravità incalcolabile! Anche perché ciascuno di noi sembra dover vedere il suo prossimo come un pericoloso asintomatico, disseminatore di pericolose goccioline di saliva o di infetti vapori venefici! Parafrasando Plauto, o Thomas Hobbes, rischiamo di creare la società dell’Homo Homini Virus! Nemmeno Orwell era arrivato a pensare a una prospettiva così inquietante!
Zangrillo :
“Il covid clinicamente non esiste più, qualcuno terrorizza il paese…”
Il rimedio per i grandi è il sesso occasionale con nuovi congiunti acquisiti per l’occasione; per i piccoli lasciarli giocare insieme nei campi senza mascherina e cazzate varie, dicendo a eventuali sbirri: “No, quello non è mio figlio, io sono sterile.”
Grandissima ironia(oserei dire da “troll”),arianno, anche se per certi versi Comprensibile!
Attento,però,che la polizia postale “controlla”certi contenuti ed evitare, nel tuo interesse, quelle situazioni per cui vale il detto:”uomo avvisato(visti i tempi),mezzo Sanificato”! 😉