Ciao a tutti. Mi sono iscritta da poco per il semplice motivo che ho bisogno si sfogarmi e, essendo molto sola, posso farlo solo dietro un computer.
Sono una ragazza di 23 anni e, da quando sono nata, sono sottomessa a mio padre.
Vivo a Milano con mia mamma e mio papà. Mio padre è egiziano e di religione musulmana, mia mamma invece è italiana e cattolica. Anche io sono cristiana ma nonostante questo non riesco ad impedire che mio padre mi comandi con la sua mentalità estremista.
Studio all’università ma non ho la possibilità di uscire perchè, oltre ad essere molto impegnata (dopo l’università lavoro nel negozio di vestiti dei miei), mio padre non me lo permette. Quindi, ogni volta che i colleghi universitari mi chiedono di uscire, anche solo x un aperitivo, rifiuto inventandomi scuse di ogni genere, per non passare x la sfigata che non può fare niente.
A volte mio padre fa discorsi che proprio non tollero! Dice che le donne italiane sono tutte put** che io non sarò mai come loro, che io sono araba. Anche se io di arabo non ho proprio nulla.
Di avere un ragazzo non se ne parla proprio, guai! Quando mio padre fa i discorsi sulla dignità, sulla verginità, non lo sopporto proprio. Mi si contorce lo stomaco e, anche se vorrei dire la mia, non ho mai il coraggio di contestarlo.
Spesso piango, di nascosto, perchè ho perso quelli che tutti dicono essere gli anni migliori della vita, l’adolescenza. Io di questi non ho mai vissuto nulla: né un pranzo con gli amici, nè un pomeriggio al cinema, né una migliore amica.
Non sono mai andata a dormire da un’amica e nessuna amica è mai entrata in casa mia, perchè mio padre la definisce una cosa “troppo occidentale”.
Nemmeno il rapporto tra i miei è dei migliori: litigano da quando io ero piccola e non ho nemmeno un ricordo di noi tutti insieme, come una famiglia normale e un minimo felice. Quando i miei litigano si dicono insulti di ogni genere: mio papà diventa brusco e prepotente e qualche volta da qualche spintone o qualche schiaffo alla mamma.
Io vorrei intervenire, ma poi non ne ho mai il coraggio.
Ogni giorno della mia vita penso che se mio padre morisse, io e mia madre saremmo libere e potremmo vivere la nostra vita tranquillamente. So che non si deve mai augurare il male altrui, ma io non trovo giusto che, x colpa di un uomo pazzo, due donne indifese debbano soffrire quotidianamente.
Quando finisce la giornata universitaria, mi assale sempre una forte sensazione di tristezza, perchè so che devo tornare a casa, all’inferno.
Molte volte ho pensato di scappare e andare lontano, magari all’estero. Ma non ne ho mai il coraggio; penso sempre che mio padre mi troverebbe anche dall’altra parte del mondo.
Penso che questa sofferenza si concluderà solo con la sua morte.
La cosa che mi spaventa più di tutte è quella di arrivare a 30 anni senza aver vissuto la mia vita, senza aver visto niente del mondo. Senza aver sorriso, senza aver passato una domenica tranquilla in famiglia, senza aver preso un gelato con mia mamma, o aver avuto delle esperienze, delle risate, magari con degli amici veri.
Nessun uomo dovrebbe rovinare la vita di una donna. Nessuno.
Padre padrone
di
liberta95
Lettera pubblicata il 9 Febbraio 2014. L'autore, liberta95, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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la tua è una situazione molto difficile, hai mai pensato di denunciarlo dopo aver raccolto varie prove? Magari filmati di lui che maltratta (uno schiaffo è maltrattare)?
se ti trovi un lavoro e vai via di casa? (perché, se tuo padre ti trova che succede? sei maggiorenne, deve lasciarti in pace altrimenti lo denunci)
Ho pensato varie volte di denunciarlo, ma non ho la certezza che verrebbe subito allontanato da me e da mia mamma e questo mi fa impaurire ancora di più. Avrei il coraggio di denunciarlo solo se sapessi che verrebbe incarcerato a vita e che non dovrei mai più temerlo.
Da un anno a questa parte sto cercando di risparmiare un po’ di soldi e chissà forse un giorno riuscirò a portare me e mia madre in salvo. Lontano dalla malvagità di quest’uomo (se così si può definire).
Vi ringrazio per la vostra attenzione e per i vostri consigli, sono preziosi.
Poterne parlare con qualcuno, anche virtualmente, è un immenso sollievo.
Libertà, se hai un rapporto molto stretto con tua madre, se puoi fidarti di lei che non direbbe nulla a tuo padre… Credo che dovreste parlare molto, e molto seriamente. Cosa farei io? Con la complicità di mia madre, e insieme a lei, me ne andrei, facendo sparire le tracce. Molto semplice. Sai, non credo molto alla “giustizia”, né italiana, né divina. Credo che si debba semplicemente fuggire, far sparire le proprie traccie, con chi si mostra violento e pericoloso. Tuo padre, a quanto capisco, lo è e può esserlo: e allora, non ci deve essere troppo timore per il suo abbandono, né tuo né di tua madre, ma piuttosto, come dici, di rientrare a casa, all’inferno, ogni giorno. Considera che la violenza potrebbe crescere, in ogni caso, anche restando lì, a “controllare” tuo padre e a fare da parafulmine umano. Quindi cercare una soluzione: concreta. Senza mettere in mezzo altre persone, o parenti: dai quali sicuramente lui per primo potrebbe correre a cercarvi.
Ricordo il caso di una ragazza, anni fa, non ricordo la sua origine, ma il padre e i parenti tutti in quel caso erano integralisti. Lei si era fidanzata con un ragazzo italiano, loro non volevano. Lei se ne va, vive col suo ragazzo, è felice. Loro vanno da lei e la ammazzano. Qui, in Italia. Quindi sai… Va bene denunciare, ma magari quando una se ne è andata lontana eh… Nel frattempo potresti fare qualche ricerca su internet, dovrebbero esistere delle “case” per ospitare donne con problemi come il vostro. Comincia anche col domandarti se tua madre vorrebbe o no andarsene, ma sul serio. Dovreste preparare un piano e non farvi scappare nulla, compreso di non essere “troppo tranquille” d’improvviso (tuo padre non credo che sia scemo… E vi controlla…).
Anche riguardo questo: “Ho pensato varie volte di denunciarlo, ma non ho la certezza che verrebbe subito allontanato da me e da mia mamma e questo mi fa impaurire ancora di più. Avrei il coraggio di denunciarlo solo se sapessi che verrebbe incarcerato a vita e che non dovrei mai più temerlo”, potresti comunque cercare informazioni, in maniera totalmente anonima, su internet, per cominciare.