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Pacifismo = Resa

di marcoardi

Buonasera Direttore, seguo con grande interesse ed apprensione le vicende della guerra. Considero i suoi speciali con il Prof. Fabbri e i racconti dell’inviata Francesca Mannocchi l’informazione più corretta equilibrata e competente fra tutti i media.
Vorrei, se possibile che rispondeste ad alcuni quesiti:
Perchè chi si dichiara assolutamente pacifista e contrario all’invio di armi non assume la responsabilità di chiedere o auspicare la resa dell’Ucraina.
I continui appelli del presidente Zelensky ad un maggiore aiuto da parte della nato non è un atto di irresponsabilità verso il suo popolo e forse verso tutti i popoli del mondo?
Se l’ucraina si arrendesse quali sarebbero gli scenari possibili, quali le conseguenze e quante possibilità avrebbe la diplomazia mondiale di ripristinare la democrazia in Ucraina utilizzando altri mezzi?
Grazie Direttore se vorrà dare la sua opinione su questi quesiti.
Cordiali Saluti

Marco Ardizzone

Lettera pubblicata il 6 Marzo 2022. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Enrico Mentana

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Rospo -

    Si vis pacem para bellum.

  2. 2
    white knight -

    Buongiorno, risponderò con ordine.
    1- Di fatto quelli che auspicano la “pace” chiedono (molti tra le righe, pochi esplicitamente) la sostanziale resa dell’Ucraina. Se poi non lo sbandierano ai 4 venti è comprensibile anche se non molto coraggioso, gliene do atto.
    2- Sì, è assolutamente irresponsabile. Il presidente Zelensky deve capire che questa NON E’ UNA GUERRA EUROPEA, nè della NATO. L’Europa (intesa come UE) e la NATO non sono e non devono essere coinvolte in nessun modo in quella che di fatto è una guerra tra due ex repiubbliche sovietiche (nonchè l’ennesima guerra tra slavi). Mi spiace, ma è così.
    3- L’unico scenario che mi viene in mente è un allargameno dell’influenza russa fino alla Moldavia compresa da un lato e dall’alto la neutralità forzata di Finlandia e Sevezia al fine di evitare ciò che è successo in Ucraina.
    Ripristino della democrazia “con altri mezzi”? Naaa… si va verso un mondo diviso tra macro-potenze. Le potenze medio-piccole sono destinate ad…

  3. 3
    rossana -

    White knight,
    sintesi che a grandi linee condivido, anche se è difficile immaginare che, essendo aggrediti, non si abbiano tutti i sacrosanti diritti di difendersi.

    Lasciando alle spalle il pregresso fra i due Paesi/capi di stato (di cui non conosco abbastanza per farmi un’idea sull’iter di dissensi e patti non rispettati che hanno indotto allo scontro fisico) mi sembra di capire che l’attuale disastrosa situazione derivi innanzitutto da due errori di previsione.

    Probabile che Putin immaginasse di ottenere quanto riteneva irrinunciabile con la prova di forza di una rapida invasione, a cui l’UE non avrebbe apposto che la solita reazione di riprovazione verbale.

    Il presidente ucraino, molto giovane per la responsabilità che è stato chiamato ad assumersi, ha reagito in modo forte e deciso, immaginando che avrebbe avuto pieno sostegno dall’UE, che glielo ha dato ma solo con sanzioni e armi, restando a mezza strada fra la neutralità e l’azione difensiva armata sul terreno di guerra.

  4. 4
    rossana -

    Segue x White knight

    L’emotività bellicosa dei due contendenti ha portato a un’evoluzione in negativo troppo rapida per poter essere fermata da blande pressioni di mediazione. Né, finora, sono comparsi mediatori adeguati, soprattutto nei confronti dell’aggressore. In alcuni casi le parole non bastano: occorrono concreti contrappesi da mettere sul tavolo.

    Quanto al martoriato popolo ucraino, ho la sensazione che anch’esso, come Putin, risenta di un ritardo evolutivo sociale di una 50ina d’anni, con l’aspirazione alla maggior apparente libertà concessa dal sistema di governo liberale. Sistema che non può considerarsi il migliore in assoluto stando sempre più mostrando pesanti crepe di disuguaglianza con eccessi di arricchimento di pochi a danno dell’esteso impoverimento di molti. Eccessi che stanno dando origine in alcuni Paesi a populismi e a nazionalismi.

    Ammirevoli il patriottismo del popolo ucraino e la sua comprensibile aspirazione a un cambiamento che si presenta attraente. Su questo fa affidamento il suo presidente nell’indurlo a prolungare l’impari lotta.

  5. 5
    Melchiorre -

    Condivido in massima parte il commento di White Knight. In pratica, l’unica cosa per cui c’entrano (molto marginalmente) la UE e la NATO è il fatto che l’Ucraina aveva manifestato le proprie intenzione di entrare nella UE, ma nulla di più. Per il resto, è una guerra in cui noi non c’entriamo NULLA. Vero che una resa dell’Ucraina comporterebbe un’estensione (anzi, un ripristino) dell’influenza russa. Ma non essendo l’Ucraina un paese della UE o della NATO, c’è poco da fare. La cosa più saggia da fare al momento, sarebbe quindi a mio parere quella di blindare le frontiere degli altri paesi. Cercare di impedire alla Russia di occupare l’Ucraina è inutile, non attuabile e non farebbe altro che prolungare una guerra il cui vincitore è praticamente deciso in partenza.

  6. 6
    rossana -

    Ragionamento sull’invio di aiuti americani nei confronti dell’Ucraina svolto dalla politologa Jessica Trisko Darden, in un articolo tratto da «The Conversation», che dopo aver dettagliatamente elencato l’ammontare degli aiuti americani, principalmente militari, in quell’area nel corso degli ultimi anni, conclude

    “Consegnare armi a un paese in guerra può sembrare ragionevole, ma questo afflusso di armi può intrappolare un paese in conflitto. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, la proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro, come quelle distribuite in Ucraina, può prolungare i conflitti armati, ostacolare l’attuazione degli accordi di pace e mettere in pericolo le forze di pace e i civili locali. In breve, le armi inviate oggi per aiutare l’Ucraina potrebbero rendere il paese più violento negli anni a venire.

    C’è anche il rischio che, una volta superata l’attuale crisi, le armi leggere possano essere vendute dai civili. Queste armi potrebbero finire altrove.”

  7. 7
    rossana -

    Tanto per essere chiara, non credo sia stato un bene inviare armi all’Ucraina, e far così coinvolgere tutti i Paesi facenti parte dell’UE in una lunga guerra, inizialmente fra “nazioni sorelle”.

    Adoro i principi e gli ideali ma in questo caso preferisco ricadere nel pragmatismo, cioè nel confronto fra benefici immediati e ipotetici vantaggi futuri . Se non si fosse intervenuti a sostegno di Zelenski, incoraggiando il Paese all’eroismo, forse il conflitto sarebbe già chiuso, con enorme risparmio di vite umane, sofferenze e danni economici, in primo luogo agli ucraini e a ricaduta su gran parte dei milioni di cittadini dei Paesi coinvolti.

    Inutili le chiacchiere e il guerreggiare dal divano del salotto, con tutte le incertezze del caso.

    Mi rendo conto che la mia posizione non è fra le più apprezzabili ma è quella che sento di esprimere, in modo fermo e deciso, come in precedenza ho fatto in tema di Covid. Risparmio di lutti e di sofferenze, innanzitutto.

  8. 8
    Golem -

    Accidenti, è una nota politologa ad aver tratto quelle conclusioni? Però, era difficile immaginarlo. Ma l’alternativa quale sarebbè? Lasciare che i russi facciano quello che gli pare con delle forze militari soverchianti? Farli vincere facilmente e quindi aiutarli a convincersi che possono fare quello che gli pare usando la forza?
    Appare chiaro che diversamente gli ucraini sarebbero condannati ad essere “sbranati” dal cane ex sovietico per un “frainteso” pacifismo che li vorrebbe disarmati contro chi li invade, e che armato lo è fino ai denti. Questa sarebbe l’alternativa? Però.

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