Come da titolo: lui ha 60 anni, è un mio “ex” e prima lavoravamo insieme. Lui mi ha aiutata a diventare chi sono oggi, sostenendomi, però di nascosto. Ed io all’inizio non me ne rendevo conto. Dopo, messo alla prova, mi ha tradito, salvando la sua faccia e la sua carriera. Ho un testimone, importante anche lui, riguardo a quanto dico, perche questo testimone era il suo “segretario”. Se io avessi saputo questo dall’inizio, lo avrei costretto a parlare apertamente, da subito ed in pubblico, ma io ho avuto fiducia, malriposta evidentemente. Mi ha messo in un c….o di guaio, costringendomi a fare la carriera che sto facendo, senza mai più poter tornare indietro perchè ormai sono in ballo e non posso più voltarmi indietro e nessuno accetta più le mie dimissioni ormai (ci ho già provato varie volte con esito negativo). Ora, il mio problema, che andrò a dire “in terapia”, è che io lo odio. Odio costui perchè di recente, dopo un periodo di esilio, ha ottenuto un posto in alta dirigenza, ed io ancora no. Questa notizia io l’ho appresa l’altro ieri sera e ci ho pianto moltissimo, per la rabbia, per l’odio ed il rancore, e sono andata in crisi profonda, dentro di me, per questo fatto. Lui lo ha ottenuto nonostante tutto quello che mi ha fatto col suo “si” nascosto ed ipocrita, mettendomi in una situazione difficile da gestire, nella quale ad oggi mi trovo. Se lui dall inizio NON mi avesse sostenuta, io ora farei una vita con minori responsabilità e “sofferenze”, forse senza gloria, ma sicuramente più normale e meno straordinaria. Il problema è che io lo odio ora, a maggior ragione per il posto che ha ottenuto.
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Eh?
Quanti anni di differenza avete? Generalmente chi ha posti nell’alta finanza è abbastanza attempato, magari tu sei giovane ancora per un posto simile, magari devi aspettare di avere 60anni.
Io ho 39 anni e il posto che lui ha preso è riservato solo agli uomini. Le donne non raggiungono posti di rilievo simili, in carriera, a parte occasioni straordinarie…, come la mia, ma in prospettiva. Non è un posto nell’alta finanza (comunque).
Vabbè E, devi rimediare. Lo impone la logica e lo chiede tuo Marito. Se ci stai sotto, il primariato te lo danno.
C’era un film con Dustin Hoffman che si intitolava “Eroe per caso”. Qui è “Dirigente per caso”, e questo potrebbe spiegare perchè la classe dirigente italiana è quella che è.
Ma poi, qualcuno ha mai saputo che non ci si puó dimettere? Ti bocciano le dimissioni? Si è dimesso pure un papa, non può dimettersi un dirigente, sia pure ancora basso?
Yog, io sto sotto a mio Marito, e so che mi dà quello che voglio cioè il grado più elevato, ma tocca ‘spettare. Comunque, non si tratta di comune pratica medica, Yog.
Golem, in effetti…: (sulla Dirigenza) non sbagli granché, ma io non mi pronuncio oltre, per non infierire. Golem, lo so che si è dimesso pure un Papa, ma tutte le volte che io in passato ci ho provato, credimi, gli eventi “per caso” ed anche “non per caso”, mi hanno sempre riportata alla posizione antecedente, come un tomtom che ricalcola il percorso se devii. Non si sfugge, ed il Papa che si è dimesso, non lo vedi come soffre? E’ una larva umana. Non sono io che decido cosa fare, ma Chi sta sopra di me. Io obbedisco e mi fido di mio Marito.
Comunque, se vi va di esprimere altri pareri, io sono felice di ascoltarli e di confrontarmi. Ora sono in pace con me stessa, ho risolto: infatti, stamattina sono andata in “terapia” e si può dire che tutto è passato e che la mia pace di sempre è finalmente tornata nel mio cuore. Sono tranquilla, serena ed anche contenta di portare questa responsabilità, seppure da sola visibilmente, dal momento che la persona ha scelto la sua personale carriera e non il progetto comune intrapreso, di cui era tanto orgoglioso ogni volta che ne parlavamo. Per me è tutto passato ormai, vado avanti per la mia strada, “da sola” con l’aiuto di mio Marito, che mi dà forza, e con l’affetto fraterno di tutti quelli che mi seguono e che in qualche modo “guido”. Vado avanti fino al traguardo, e questa fortezza, e la pace che ne deriva, sono le uniche cose che contano, ottenute dal Cuore e dall’Amore di mio Marito.
Da momento che stavate insieme e avreste potuto avere un figlio, magari una bambina, quale modo migliore per chiudere una relazione? Perché dovresti andare in analisi? Il tuo stato d’animo è concorde con la natura di una donna. Non vuoi perdere niente. Rassegnarsi all’idea dovrebbe aiutare a non diventare rapaci. Lasciar andare non significa perdere. E questo è quello che dovresti volere anche per tua figlia perché i compromessi scaturiscono dal patto matrimoniale. Questo di cui hai parlato è un compromesso che puoi accettare solo se lo vivi come madre, se credi che l’idealizzazione dell’uomo potrebbe alimentare false aspettative in una giovane donna. Stanotte ho sognato un foglio; sul foglio mi è sembrato di riconoscere due ragazze. Quando l’immagine è diventata più nitida ho notato che si trattava di un ragazzo e di una ragazza, rappresentati in tutta la tragica terribilità. A questa realtà anti-idillica faceva da contraltare un quadro meno scabro perché trasfigurato dalle illusioni di un’epoca. Il quadro non era funebre.
[…] Mentre nell’altro soggetto la donna-figlia portava sul volto i segni della pietas nei confronti dell’uomo visto come vittima della natura, nell’altro la donna-madre, che aveva sconvolto l’ordine sociale, imponendo condizioni che soffocavano la ragione e assumevano le forme della prepotenza feudale, evocava meditazioni sull’infinità dell’universo, sulla sua grandezza, e sulla conseguente nullità dell’uomo. Queste due immagini sono legate, ma la vita non ce le presenta in quest’ordine perché siamo circondati dall’amore e ogni azione che si presenta in una prospettiva negativa, corrotta e frivola, viene risanata.
Per Rossella: io sono nullipara. Lui mi chiamava fondeur ma in italiano. E mi diceva di continuare a qualsiasi costo. Mi faceva pregare dalle persone di continuare. Era felice di vedermi ogni volta, e mi aspettava. … Insomma… io poi ho rivelato l’opera, lui mi aveva detto che sarebbe successo così se io lo avessi detto, poiché i tempi non erano maturi, e di non dirlo. Ma io lo dissi a tutti lì. Allora, lui nego ogni permesso e io andai a parlargli e mi disse che avevo ragione, lo interruppi dicendo: mi perdoni. Lui: non c’è niente da perdonare. Poi cercai di ritirarmi e gli scrissi dicendo che avevo contattato una persona per dimettermi. Due giorni dopo, andai per prendere quella persona e presentare le dimissioni, ma la persona era sparita, mi dissero che era partita all improvviso e non si sapeva se sarebbe tornata. Lui cambiò ruolo e ne assunse uno più alto ancora e io non ebbi più la sua protezione.