Sono ossessionato da me stesso. Sento di avere molte cose dentro che reclamano di venir fuori, e che mi danneggiano finché non trovano sfogo. Ma ogni volta che le esterno, distruggo la loro manifestazione concreta. Ho perso il conto dei quaderni che ho strappato o bruciato dopo avervi scritto per un po’.
Sento di dovermi aprire in qualche modo, di parlare di me. Non cerco propriamente un pubblico, solo un sistema per analizzare e codificare un pezzetto della mia psiche, fare chiarezza mentale; conoscermi meglio. Ma non riesco a impormi di conservare i risultati fisici di queste operazioni: è come se, appagato l’impulso creativo, e raggiunto lo scopo di aver fatto un piccolo passo introspettivo in grado di far luce su ciò che sono, non ci fosse più nessun motivo perché quella traccia così emersa debba continuare ad esistere materialmente.
Sono un opportunista. Un opportunista manipolatore. Mi servo di ciò di cui ho bisogno al momento del bisogno e non esito a disfarmene una volta che la necessità sia stata soddisfatta. Ho sempre agito così; anche con le persone. Fatico ad esprimere l’odio che provo per me stesso.
Mi sento controllato, perseguitato dall’idea che qualcun altro possa sapere di me. Non solo in base a ciò che scrivo, ma per tutto. Qualunque segno che io possa lasciarmi dietro è fonte di ansia: mi fa sentire estremamente vulnerabile.
Penso “va bene: vuoi scrivere, disegnare, comporre, creare, far emergere in qualsiasi modo quello che hai dentro senza esporti troppo? Tutelati! Non devi per forza parlare di te, fa’ una cernita, seleziona un argomento qualsiasi e studialo. Che sia la riproduzione delle capre o la fonologia germanica, approfondisci semplicemente qualcosa che ti tenga impegnato, in cui tu possa immergerti completamente, annegare il tuo io”.
Ma non ci riesco. Perché penso che ogni scelta sia significativa agli occhi di chi sa cogliere il senso delle cose. Che tutto in ultima istanza parli di me: quello che scelgo, e ancor più quello che evito.
Mi sento controllato. Come se qualsiasi cosa possa essermi un giorno ritorta contro. Non importa se è l’appunto di quello che ho mangiato a colazione o un commento che m’è venuto sull’ultimo libro letto.
Sento di essere una persona banale terrorizzata dall’idea di risultare inevitabilmente tale anche agli altri. E questo inibisce ogni mio tentativo, pur ambito, di esplorare il mio mondo interiore.
Sono un adulto, che si sente incredibilmente infantile.
Ho comprato un diario nuovo pochi giorni fa, col proposito di iniziarlo a Natale. Non l’ho fatto. Ho rimandato a Capodanno, ma probabilmente non lo farò nemmeno allora. È lì, vuoto, chiuso in un cassetto, in attesa di ricevere confidenze, emblematica testimonianza di ciò che probabilmente sono davvero.
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Categorie: - Me stesso
hai scritto quattro lettere in cui ricorre la parola “ossessione”, non ti sembra il caso di uscire dalla tua testa e cominciare a vivere esperienze concrete con il corpo? sei troppo incentrato su te stesso e sui tuoi pensieri contorti, comincia a dedicarti al prossimo, vai a correre, stancati un po’ vedrai che avrai meno energie da impiegare in ragionamenti cervellotici.
Con simpatia
bene, già il fatto che tu non abbia buttato via quel diario è un buon segno
se non ti va di scriverlo adesso, non farlo
non farlo nemmeno a capodanno, anzi, divertiti e festeggia con gli amici
non deve essere un obbligo, si scrive quando ci si deve sfogare, si devono esternare cose che non puoi o non riesci a dire
tienilo là, e quando sarà il momento ci scriverai e rileggendoti capirai molte cose di te
anche perchè così riesci a fermare le emozioni
ma fallo spontaneamente, non viverlo come un imposizione
quel diario non ti mangia, è solo un documento lo puoi tenere archiviare o distruggere
a te la scelta
io non lo butterei, ma io sono una che conserva anche troppe cose…e qualche volta serve, tipo con gli scontrini per un cellulare da riparare in garanzia
ma anche per capire come son cambiata da com’ero anni fa, a volte in meglio altre in peggio
in fondo sono umana, i did it my way come disse frank sinatra
coraggio, liberati, non vedere cose anche dove non ci sono suin fondo hai scritto anche adesso no? vuol dire che te la sentivi di farlo, non puoi canecellarlo? pazienza, mica sei obbligato a leggerti, ma se vuoi puoi farlo
fai quello che ti senti di fare non pensare a controlli, controllini…anche quando vai nel cesso di un locale c’è la telecamera…e allora??? saluta col dito medio e fai quello che devi fare (non solo in bagno)
credi che la gente abbia le telecamere puntate addosso a te? sbagliato, il più delle volte la gente attorno non ti vede perchè è concentrata su altro
si, anche chi dovrebbe controllar le telecamere dei locali…tranquillo.
Sai, mi ricordi profondamente una persona a cui tenevo molto che oggi non c’è più, non si può stare bene, se non si sta bene con se stessi, ma tu hai già portato alla luce il tuo problema, almeno parzialmente perchè sono certo che con te c’è da scavare, non bisogna aver paura delle proprie fragilità tanto meno non bisogna aver paura di mostrarle agli altri, certo non a tutti, è chiaro che le persone bisogna “caparsele” si dice da noi…
Suppongo che tu sia giovane per quanto adulto tu possa e voglia giustamente apparire.
Le proprie debolezze sono innanzi tutto umane le persone più forti sono quelle che a seconda della situazione sanno sbilanciarsi o meno,
trovo improbabile che tu non sappia “giudicare” perché con te stesso mi sembri fin troppo severo.
Vuoi risposte analitiche non cercarle da uno strizza-cervelli ma da chi ti vuole bene, e ti scrivo come se fossi tuo fratello, lasciatelo dire.
I tuoi desideri i tuoi sogni il tuo trasporto, la tua emotività sono parte di te per cui fammi la cortesia, anzi falla a te stesso portati rispetto, c’è dell’autolesionismo fra queste tue righe.
E’ normale desiderare di esporsi essere compresi ed accettati, certo non tutti avranno la cortesia, l’intelligenza e il tatto per farlo, viviamo in un mondo di stronzi per carità, sono convinto che tu sia una bella persona, tutto sta nel riuscire a trovare l’ambiente che più ci mette a nostro agio…sai durante l’adolescenza anch’io avevo grossi problemi a relazionarmi agli altri, bisogna trovare sfogo e riparo e solo dopo scoprirai con quale tatto e quale piacere c’è nell’ascoltare gli altri e venirgli incontro.
Riguardo il “controllo” riconosci a te stesso che se le persone sanno qualcosa di te è solo perchè sono parte della tua vita e magari ci tengono a te, può essere male interpretato o addirittura incompreso un atteggiamento cosi misterioso, siamo essere umani! chi è in grado di accettare le cose che ci riguardano, chi è in grado di comprenderci ed accettarci per quello che siamo, pregi e difetti, trovo sia giusto che meritino di starci vicino. tu permettiglielo.
Tu cosi facendo ti isoli e piano piano allontani le persone da te, finendo poi per mantenere i rapporti superficiali e frivoli.
L’egocentrismo è una parte fondamentale della crescita della propria persona perchè è la base su cui si forma l’individuo e si afferma all’interno della società.
Specializzarsi in qualcosa non è futile anzi è determinante per la nostra affermazione, quindi non svalutare i tuoi possibili interessi, e se scopri qualcosa di te non metterlo da parte, queste risposte sono già al tuo interno ma sembra che tu abbia paura qualcosa forse ti ha turbato in passato…
Dirti di più non potrei non ho le basi, ma fidati mio caro malato immaginario, lo sai che in realtà i problemi sono altrove, il tuo problema é che forse non hai trovato le orecchie da cui volevi farti ascoltare, ma ce ne sono molte altre, puoi contarci.
Con affetto.
PS non gettare e non cancellare mai le cose che scrivi,
6 ossessionato da te stesso,dal cibo,dal tuo prossimo,ho letto le tue letter!!!!ah dimenticavo ,anche dal tempo…non pensi sia ora di andare seriamente da uno specialista?hai bisogno di aiuto….ma non del nostro,sono solo pareri.ma da un bravo psicologo.buona fortuna
Per alcune cose mi ritrovo nelle tue lettere, lo scrivo a te, ma è come se lo ripetessi a me stesso. Nel mondo si va avanti solo confrontandosi con gli altri solo per gareggiare con se stessi. Le ossessioni servono solo a ricercare la via più comoda ed economica per noi. Ma non funziona così. Si prova, si sbaglia, si riprova. Va così. E’ difficile, non si è mai perfetti, non lo si può essere per fortuna o purtroppo.