“I veneziani si lamentano solo. Abbiamo oggi tutti gli strumenti per dire pubblicamente ciò che non va bene, tutto quel che serve perchè la scontentezza non sia solo una lagna”. Queste le parole del mio farmacista che ogni giorno sente quanto i pazienti si sentano abbandonati, confusi da servizi sommari (uniti spesso alla scarsa gentilezza) per non dire spesso scadenti, offerti dall’ospedale civile di Venezia. Venezia, una città difficile dove diventa difficile anche trovare a noleggio una sedia a rotelle per raggiungere l’ospedale. Attese eterne al pronto soccorso e, se si ha la sfortuna di avere il codice bianco, si rischia di uscire senza neppure un accertamento. E’ capitato a noi, per l’ennesima volta. Il lamento diventa stavolta una lettera al nostro quotidiano. Non abbiamo un ospedale, l’assistenza (fatta eccezione per un paio di reparti) è insufficiente, poca competenza e poca pazienza e gentilezza, mi scuso con chi almeno ci prova. Si va quindi all’ospedale di Mestre, l’Angelo; mai nome fu più giusto per chi arriva da quello di Venezia, sembra di approdare alla città degli angeli, in un ospedale insomma. Al pronto soccorso fanno quello che a Venezia non fanno, intendo dire che si prendono cura dei pazienti, capiscono i loro problemi e sanno cosa fare. Noleggiata la sedia a rotelle prendete il vaporetto perchè il personale dell’ACTV è delizioso con invalidi e disabili. Scendete a Piazzale Roma e prendete un taxi, 25 Euro, tariffa fissa per l’ospedale e pochi lo sanno. Lì trovate, finalmente, dottori e infermieri, sembra di essere in un ospedale! Datemi retta, fate uno sforzo anche perchè, quasi sicuramente, dovrete recarvi lì dopo essere passati nel finto ospedale. Lamentatevi: Gazzettino, Nuova Venezia, Diritti dei malati ma, soprattutto, Direzione sanitaria e annotate sempre il nome di chi vi ha “seguito”. Lo sapevate che la ginecologia non può più avere i medici tirocinanti? Ora vanno tutti a Mestre poichè una coraggiosa tirocinante ha finalmente denunciato alla Direzione Sanitaria la villania del primario (suo collega) e si è provveduto così a inviare i giovani medici nel vero ospedale. D’ora in poi scrivete perchè un luogo dove curarsi prima o dopo servirà a ognuno di noi. Costruiamo insieme un vero servizio sanitario, parole sì, scritte però, altrimenti zitti.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Cittadini
che dire… anzi… non dire… io non abito a venezia ma credo che la situazione egregiamente spiegata da lei rispecchi un bel pezzo di italia… io fortunatamente ultimamente ho poco a che fare con gli ospedali…. ci ho avuto a che fare in passato e non posso lamentarmi della situazione a milano, ma credo comunque che la sua testimonianza resti comunque preziosa… grazie!