Avete presente quella sensazione di… non appartenenza?
Come se la vita scorresse normalmente, perché in effetti è normale…
Ma nella tua mente, non sembra normale. Semplicemente perché è quella che è, non quella che sei tu.
Perché passi anni a pensare “come sarà fra un po’ di anni” e a fare progetti in base a quello che ti piace… poi ti ritrovi a vivere una vita che non ti soddisfa.
Le persone che conosci ti annoiano, ti sembrano tutte uguali…
Tu non riesci a stare bene con te stessa, e in fondo, non è che ti impegni quel gran che per cambiare le cose…
Ti sembra che la gente non capisca come sei, e tu ritrovi a chiederti se credi di essere qualcuno di diverso, o se davvero sono loro ad essere ciechi…
Le poche cose che vuoi davvero, come una carriera universitaria in un certo ambito non ci sono, perché non passi un test…
E decidi di continuare comunque, in fondo è sempre apprendimento, una scossa alla tua vita, qualcosa di nuovo…
Ma poi ti guardi intorno e ti rendi conto che non stai scappando da nulla.
Stai solo trasportando tutto in una città diversa.
Le stesse persone ogni mattina in stazione, le stesse persone in quelle aule, in quegli edifici…
Anzi, altre persone della tua vita che si aggiungono a queste.
E così passerai un anno a fare qualcosa di cui sei poco convinta, tra gente che ti ha stufata, e gente che ancora non conosci…
I tuoi famigliari non hanno tantissimo tempo per te, perché c’è chi ha più bisogno del loro aiuto, e lo accetti…
Ti chiedi: ma una volta comprata quella borsa, quel cellulare, quella cosa che ho sempre in testa, a me che cambia?
Ma una volta in mezzo a quella marea di sconosciuti, chi mi dice che sarà facile trovare coloro che davvero potrebbero significare qualcosa per te? Sembrano tutti così uguali… interessati alle stesse cose… senza particolarità… spenti.
Non ti sembra possibile che quella sia la tua vita.
È monotona, è banale, è… un passatempo.
Un passatempo… in aspettativa di cosa?
Di una di quelle cose che sogni da anni? Può darsi. Ma dovresti essere dietro a lavorare per quelle cose.
Quelle cose che ti dovrebbero rendere felice.
Ma io penso che la felicità, sia tale solo quando è condivisa.
Ma più mi guardo intorno, meno vedo persone con cui condividere.
E perdo la voglia.
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Categorie: - Me stesso
Il gregge. Non ricordo dove ho letto questo saggio, o lungo articolo.
Visto dall’alto, noti qualche minima differenza, una macchia marrone,
uno più grosso, ma sono dettagli insignificanti. Siamo noi.
L’arguzia dell’autore, suggeriva di staccarsi dal gregge e…essere quello che guarda dall’alto. Naturalmente sono stato molto sintetico, se ricordassi dove l’ho messo, copierei qualche passo, così, tanto per rifletterci sopra. Anche perché l’autore non suggerisce nessun metodo, percorso analitico o di metodica. Dice che se vogliamo sappiamo dove trovare la nostra identità, la conoscenza di sè stessi.
Essendo un percorso individuale, io qualche cosa in me l’ho trovata.
Leggendo alcuni libri che non cito, in effetti a me sono serviti a poco, sono partito da alcune caratteristiche che mi riconoscevo, e ho constatato alla fine, che la mia méta era trovare la mia unicità. Non sono arrivato molto in alto, spero di salire ancora, il gregge quasi non lo distinguo più…Buon lavoro! TS
ciao, non so quanti anni hai ma mi sembra di intuire che sei molto giovane e non hai passato un test per l’università… Probabilmente è questo che ti ha fatto fare le deduzioni sulla vita e l’esistenza che non ti soddisfa.. Il tuo messaggio mi ha colpito perchè ben scritto e scorrevole, si vede che sei intelligente e di certo non sarà il fatto di non aver passato un test a dimostrare il contrario… Purtroppo i metodi di selezione sono fatti senza alcun criterio oggettivo, non fartene troppo un cruccio… Fossi in te vedrei di girare il mondo o comunque fare un’esperienza all’estero! Male che vada impari una lingua, al meglio troverai nuove persone stimolanti, con una nuova cultura, di certo potrai trovare un significato più ampio senza restar qua a fare brutti pensieri.. Forza! ciao
x Empatica
leggendo il post mi è venuto in mente che sovente chi non ha seri problemi tende a crearseli.
mi sembra tu sia una persona fortunata che non sa apprezzare abbastanza la sua fortuna.
è vero, la felicità va condivisa ma la serenità dipende essenzialmente da noi, dalla nostra mente.
so quanto sia triste non trovare interlocutori di interesse nel prossimo e quanto possa essere riduttivo rifugiarsi in se stessi ma, partendo dalla nostra identità, a volte non ci sono percorsi alternativi.
la soluzione suggerita da Toroseduto è, come sempre, ottima. a questa io aggiungerei non il comprare quello che piace o che va di moda ma il ritagliarsi degli spazi in cui fare quello che davvero ci piace e ci gratifica…
Ciao a tutti quelli che hanno commentato…
Per Toroseduto… Io voglio farlo un lavoro su me stessa… ma non voglio finire per rimanere sola. Boh, non so come spiegarmi… Io personalmente non mi sento parte del gregge… Da un lato riconosco già di avere qualcosa di unico… Però… Non mi sembra di non riuscire a far sì che questo lato di me predomini le mie attività… Ho la sensazione di continuare a fare cose normali, sì… ma di non ritrovarmici…
Cre, ci ho pensato a, diciamo, scappare, andarmene in giro per il mondo… Per un po’, per staccare, per capire cosa voglio e togliermi questa confusione… Però ci sono sensazioni che mi bloccano. Penso alla mia famiglia, penso “e se me ne vado ma alla fine è peggio di prima?” …so che bisogna anche rischiare, ma non trovo la motivazione giusta…
Per Rossana… io so di essere fortunata ad avere una vita normale, di conoscere gente abbastanza simpatica, di avere la mia famiglia che “mi sostiene”, eccetera eccetera… Solo… Non trovo un senso alle cose che faccio. Non mi sento realizzata quando le faccio. E non perchè io pretenda di più… ma semplicemente perchè mi rendo conto che sì, è una buona vita, ma io non sono quella persona… Comrpare oggetti appunto non mi gratifica perchè, sì, rispecchiano un lato di me magari… ma potrei benissimo starci senza. E lo so bene. Io purtroppo ( e dico purtroppo perchè spesso si vive meglio senza) ho sempre avuto tante aspirazioni… ma non “cattive” o egoistiche… aspirazioni a fare cose che in fondo sono piuttosto banali… ma che i miei genitori e anzi, i miei fratelli pure, non condividevano. Mi rendo conto che a quasi vent’anni non ho praticamente mai fatto niente delle cose che volevo fare. I miei mi apposggiano su quello che è considerato normale, sull’università, la patente, uscire con gli amici… ma già su “quali amici”, “quali luoghi”, “quali eventi” ecc… non sono più d’accordo. Loro hanno tutti la mentalità piuttosto stretta, mentre la mia è forse fin troppo aperta. Mi sono pure sentita dire da uno dei miei famigliari che sono stupida se ancora io spero. E capirei, se sperassi in cose irrealizzabili… ma non le sono.
Io non dico di non essere fortunata. Solo… mi sento bloccata. Mi sembra che… che mi stia perdendo. In cose che non fanno per me. e non riesco a reagire.
E magari, non ho nemmeno capito i vostri commenti, perchè in questo periodo, non so riesco… davvero, non capisco che mi succede.
Kakfa lo chiama “keine zuhause”, ma detesto paragonarmi a Kafka perchè lui era
un depresso, quindi non paragoniamo neanche te a Kafka, che è meglio! 🙂
Qui, tra lo studio, penso proprio a questo: nessun senso di appartenenza. Vorrei
avere qualcuno da poter cercare in ogni momento, qualcuno da poter vedere,
qualcuno che mi cerchi, ma che non sia la solita persona, vorrei avere qualcuno
con cui parlare e sentirmi bene, qualcuno con cui ridere ma anche confessare i
miei dolori e le mie sofferenze, qualcuno da ascoltare, anche se non sono ahimè
un grande ascoltatore, qualcuno con cui CONDIVIDERE e non poco. Ma qualcuno
capace di impressionarmi..
Non dico di non trovare persone che per me potrebbero essere speciali, so solo
che ci sono persone che per me potrebbero esserlo ma non sono disposte a
prendere questo impegno. E così, srotoli la tua vita tra mille canzoni e mille
impegni, per cercare uno Zeit, uno scopo. Es gibt ein Ziel, aber keinen Weg; was
wir Weg nennen, ist Zögern… C’è uno scopo, ma nessuna strada; quella che noi
chiamiamo strada è esitazione.. Kafka.
Dani
Ciao cara amica, voglio precisare che ho il triplo dei tuoi anni. Se non ti spaventa… a volte lo sono io quando ho uno scambio di vedute con giovanissimi! Oserei dire che sei in una fase di “crescita”, il tuo porti domande e dubitare delle relative risposte, è un ciclo,un
avvenimento periodico che dura tutta la vita.
Dani ha tirato in ballo Kafka…lo scrittore che descrive l’angosciosa condizione dell’uomo in una società divenuta troppo complessa, vissuta come un meccanismo implacabile fine a se stesso, indifferente a qualsiasi valore. E siamo nel 1900!
Non amo molto citare autori, ma dato che ci siamo, preferisco tirare in ballo Dominique Lapierre. Se cerchi di voler dare un nome al tuo malessere, puoi fare un lungo viaggio con un uomo che ha saputo dare un senso alla vita, ti proporrei di leggere il suo libro “La città della gioia”. Penso che sia una di quelle persone di cui parlava Dani. Naturalmente, a ciascuno il suo.
Kafka mi ha fatto torcere le budella in gioventù, quando lessi IL PROCESSO, Lapierre ha illuminato la mia mente e mi aiutato a riflettere tantissimo su me stesso, i miei viaggi sono al 90% letterari, questo libro apre il cuore e la mente, ha cambiato la vita a tante persone, me compreso, nel senso che ho aderito a una delle sue fondazioni, e mai scelta è stata più convinta!
La conoscenza di sè stesso, non allontana dagli altri, al contrario, avendo il miglior punto di riferimento in noi stessi, impariamo a rapportarci adeguatamente e a non subire, semplicemente scegliendo.
Crescere è una gran fatica, non si smette mai! Mi considero un’eterno studente, le certezze non arrivano mai, ma la gioia di sapere che esistono persone che sono arrivate così in alto, mi stuzzica, mi fa amare la vita oggi più di quando avevo i fatidici 20 anni! Buona lettura. Ciao TS
Empatica,
forse in questa tua affermazione si potrebbe trovare la radice del problema: “aspirazioni a fare cose che in fondo sono piuttosto banali… ma che i miei genitori e anzi, i miei fratelli pure, non condividevano. Mi rendo conto che a quasi vent’anni non ho praticamente mai fatto niente delle cose che volevo fare.”
hai ancora tempo per fare quello che senti di interesse per te, anche a costo di andar contro al parere della tua famiglia, se non si tratta di idee troppo trampalate.
ammesso che anche lo fossero, a mio avviso hai tutto il diritto di provarci, se a tue spese… ognuno di noi ha in sè una ghianda che aspira a farsi quercia. è già MOLTO importante percepirla, ed è più importante ancora permetterle a poco a poco di svilupparsi.
a me non è stato permesso, o forse non l’ho sentita in modo netto, e me ne rammarico quasi ogni giorno… non lasciarti condizionare: vivi la vita che desideri. ne abbiamo tutti una soltanto!
un abbraccio
Per Toroseduto: come mai non ti piace citare autori? Io penso che il citare da altri
conferisca a ciò che diciamo un’importanza che da soli non avremmo. Con questo
non dico che sia l’importanza che cerco, ma semplicemente la mia è una costante
ricerca di essere preso sul serio. E qui, si forse pecco un po’. Cavolo, sarà la mia
tenera età! 🙂
Grazie per il consiglio, che ho fatto anche un po’ mio, leggerò sicuramente il libro!
Ciao Dani. Con l’esperienza maturata in tanti anni di rapporto diretto nelle comunità terapeutiche, recupero tossici, ho imparato a smussare tante mie cattive abitudini.
In effetti chi scrive una lettera descrive un disagio, e ritenendo valide le cose che ho assimilato, ho imparato ad usare un linguaggio semplice, eliminando le citazioni e i riferimenti ai grandi maestri.
Essendo questo un forum generalista, arriva ogni tanto qualcuno che ha velleità di saccente. Sai, quei presunti sapientoni che senza alzare il culetto dalla sedia, si sono fatti una certa cultura e non vedono l’ora di esternarla. E questo non è il posto adatto. Ci trovi
la tredicenne che ha problemi di cuore, e tanti giovani annoiati o stanchi della vita.
Ho sofferto molto per la perdita di tanti amici in età giovanissima, dopo anni di lavoro cercando di recuperare alla vita i troppi che non ce la facevano, in quei casi era inutile mettere un libro in mano a chi era completamente dissociato. Ho imparato ad usare un linguaggio semplice, ed ero preso sul serio! 🙂 Se ha funzionato con persone reali, ottenendo risultati importanti, continuo su questa strada in questo forum. Ho scambi di opinioni da altra parte, perché sono blog di persone come me che leggo sui 30/40 libri l’anno, è la mia passione, con molti mi scrivo in privato, sai, a volte si accendono risse su opinioni opposte… allora si crea quel cerchio ristretto di liberi pensatori che si sforzano di capire cosa è sfuggito, nel blog nessuno lo farebbe mai!
Il filo che separa la saccenza dalla sapienza è molto sottile, alla fine è il risultato che conta. Qui scrive chi ha un problema, e l’obiettivo di chi risponde è aiutare con la propria esperienza. Assalire chi è momentaneamente fuori rotta è la cosa più aberrante che ho avuto modo di constatare. Non mi riferisco a te, sono circa tre anni che vengo a dare uno sguardo sul Direttore, e quando posso, cerco di dare il mio modesto contributo. Felice di averti conosciuto. TS
Si lo ammetto, un po’ saccente sono. Anzi, tanto saccente. Ma in questo caso
rispecchiavo più che altro la mia esperienza in quella di Empatica.. Ed è bello
sapere che, nella solitudine, non si è soli. Le citazioni dal mio punto di vista, e
dalla mia poca esperienza, sono sempre state viste come un contributo in più,
un’ulteriore “prova” di quello che voglio dire.. Qualcuno diceva, senza fare
citazioni, che se la solitudine ha scelto di essere la mia migliore amica, perchè
non godere della sua compagnia? O forse è semplicemente qualcosa di mio, ormai
non ricordo. Sai, attraversando la soglia dei 18 l’alzheimer galoppa!
Forse sai qual è il vero problema? Che su internet ognuno vuole apparire come
non è, o come vorrebbe essere. Io nella vita sono “il simpaticone” del gruppo, se
un gruppo c’è ancora, quello che scherza sempre, che però, quando dice qualcosa
di sensato, non è mai preso sul serio. La tattica del simpaticone è stata adottata
per attirare più amicizie possibili, ma la sconsiglio perchè le amicizie che si
creano sono superficiali nel 90% dei casi.. Spero che mi capiti presto il mio 10%.
Qui su internet posso essere visto come quello che davvero vorrei essere: una
persona non mi sbilancio su seria ma normale, con qualche sprazzo di simpatia
ma una dialettica non indifferenze, data la mia passione per la scrittura (e forse
anche qui pecco molto di superbia..). Sarebbe interessante, da parte mia,
scambiare qualche opinione.
Il piacere è davvero tutto mio.. Contento di aver scambiato qualche parola con
una persona così, davvero.
Dani