Ciao a tutti. Secondo voi, senza fare distinzioni tra sessi, perché la società e le persone sono diventate cosi opportuniste, false, bugiarde pur di raggiungere il proprio obiettivo? Schopenhauer, misantropo per eccellenza, nei suoi libri afferma che l’animo umano è opportunista, e tutti in fin dei conti, anche se camuffati con un po’ di morale ipocrita, tendiamo a guardare il proprio tornaconto in ogni relazione umana. Forse è veramente così l’animo umano? O la colpa è della società che insiste troppo sul potere del raziocinio, quando in realtà siamo animali mossi solamente da una natura che si è comportata così per millenni?
Mi pongo questa domanda perché sembra che l’opportunismo a detta di tutti sia un male solamente dei nostri giorni, quando in realtà già Seneca ne parlava..
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Il secolarismo è nemico degli umili ma il disegno di Dio abbatte gli empi. Quello che dici è sostanzialmente vero, tant’è che il portavoce dei “poveri” in un salmo parla proprio di chi negando Dio nega l’azione della Provvidenza. Quest’avidità nasce dalla vana speranza di poter vivere senza essere mai scossi dalle sventure. Quest’uomo “[…]di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso. Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente. I suoi occhi spiano l’infelice, sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo. Sta in agguato per ghermire il mistero, ghermisce il mistero attirandolo nella rete. Infierisce di colpo sull’oppresso, cadono gl’infelici sotto la sua violenza. Egli pensa: Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla […]” (salmo 9)
Trascurando le interpretazioni trascendentali che ci provengono dai due Testamenti, la natura dell’uomo è opportunista per necessità. L’istinto ci porta a cercare di sfruttare tutte le opportunità che possano fornirci un’utilitá necessaria la sopravvivenza e alla riproduzione della specie. Il lento emergere della coscienza e l’imporsi della convivenza in gruppi numerosi nelle comunità umane, al posto del modello di vita nomade, ha lentamente richiesto la necessità di avere delle regole “morali”, cioè di “comportamento”. Regole principalmente mutuate dalle varie religioni, che sono state le prime istituzioni civico/morali sulle quali si sono configurate le diverse culture che conosciamo. Ma la natura dell’uomo è fondamentalmente egoistica. Anche quelle che sembrano scelte altruistiche hanno un substrato egoistico, ancorché legato ad un “ritorno” più allargato, come chi si getta in acqua per salvare chi sta annegando per esempio. L’impulso non ragionato, in quel cado ha un’antico scopo di salvaguardia della vita della stessa specie o di specie animali “utili” economicamente o psicologicamente. Persino l’atto di amore della madre che sa di muorire mettendo al mondo il figlio ha un ritorno egoistico laddove il figlio è la “proiezione” futura dell’immortalità di quella madre.
Shopenhauer aveva ragione. Nessuno fa un gesto per “perderci”, quand’anche sembrasse generoso e disinteressato ha sempre un ritorno quantomeno “piacevole” per chi lo compie. Ed è giusto che sia così, l’istinto non puo essere moralizzato, non e nè buono nè cattivo, È, e basta. L’ipocrisia è legata al “moralismo”, che è un’interpretazione della morale mostrata solo come forma e non come sostanza, questo è il risultato dell’uso dell’intelligenza come libero arbitrio quando viene usata per nuocere al prossimo per trarne un vantaggio, nonostante, appunto, le regole civili e morali. Di queste situazioni ne osserviamo gli effetti tutti i giorni. Ma non illuderti che si “stava meglio quando si stava peggio”, se Seneca ne parlava puoi stare tranquillo che era cosi una volta e sarà così per sempre. Ma perché? Cosa ti affligge? Siamo tutti egoisti, ci mancherebbe. Se non lo fossimo ci saremmo estinti da un pezzo.
Mi scontro anch’io spesso con questa sensazione, oramai è diventata una cosa non più “ignorabile”. Faccio veramente fatica a farmi scivolare le cose di dosso, e oramai sono sempre più convinto che per gli altri “valiamo per quello che serviamo”.
Opportunismo ovunque già, e quando smetti di “servire” resti solo.
Vesper,
“per gli altri “valiamo per quello che serviamo”.
Opportunismo ovunque già, e quando smetti di “servire” resti solo.” – proprio così, con la sola attenunante che alcuni spingono il concetto all’osso mentre altri lo “interpretano” in forme più leggere.
basta vedere alcuni padri sbavare per certi figli, che danno loro lustro, e ignorarne del tutto altri, meno graditi e meno gratificanti, al punto da cancellarli dalla loro esistenza, di pensare, parlare e agire come se non fossero mai nati… penoso ma questo sì, tremendamente VERO!
Perché certi padri, anche certe madri non sono da meno quanto a parzialità e trascuratezza. E hanno pure tenuto quel figlio in grembo per nove mesi. Tao esistono fuscelli e travi e i primi si notato solo negli occhi altrui quanto a opportunismo.