Certamente, nel vasto universo delle emozioni, l’odio è spesso trascurato eppure, paradossalmente, può diventare una forza incredibilmente potente. È come una fiamma che brucia senza fine, consumando tutto ciò che incontra nel suo cammino. In questo forum, dove idee e opinioni danzano come foglie al vento, l’odio assume un ruolo di protagonista, diventando un catalizzatore di conflitti duraturi.
Guardiamo a questi due utenti, un tempo legati da un’amicizia forte come il legame tra culo e camicia, ora separati da una voragine d’odio che sembra senza fine. Questo rancore, anziché dissolversi nel tempo, si è moltiplicato come un oscuro moltiplicatore kenesiano, diventando una forza inarrestabile che alimenta la loro inimicizia.
Eppure, la strana natura umana entra in gioco quando consideriamo che questi due individui potrebbero facilmente risolvere le loro dispute. Hanno i mezzi per farlo, i contatti personali che potrebbero usare per mettersi a confronto in una conversazione sincera. Ma invece di farlo, scelgono di lasciare che l’odio cresca e prosperi in questo spazio virtuale.
C’è qualcosa di profondamente primitivo in questo comportamento, qualcosa che risale alle radici stesse della nostra umanità. Forse è la necessità di avere una platea, un pubblico per le loro battaglie, che li spinge a continuare su questa strada autodistruttiva. O forse, è la complessità dell’essere umano, dove l’orgoglio e l’ego spesso prendono il sopravvento sulla ragione e la pace.
In ogni caso, questa situazione penso offra uno spunto interessante:Mi ricorda che anche l’odio, come l’amore, può essere una forza incredibilmente potente nella nostra vita, plasmando le nostre azioni e i nostri rapporti in modi profondi e duraturi. E in un mondo dove spesso cerchiamo di coltivare l’amore e la comprensione, è importante riconoscere anche l’oscurità che può emergere quando perdiamo di vista il nostro lato umano
Che l’odio sia il sentimento del per sempre?
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Categorie: - Riflessioni
Adam, sono contento che menzioni il moltiplicatore kenesiano!
Adam, non è chiaro il motivo che ha portato allo scontro i due utenti. In passato ho cercato di fare da mediatore per arrivare ad una soluzione bonaria della controversia, ma Golem ha affermato che non aveva nessuna intenzione di rappacificarsi con la controparte Rossana. Evidentemente non possono risolvere facilmente la loro disputa. Fanno bene a non scriversi in privato. Litigando su LaD intendono chiarire pubblicamente le loro ragioni e lasciano testimonianze alla visione di tutti in caso sorgano contestazioni.
Non sono gli unici che su questo sito si odiano. Su LaD molti odiano me senza motivo. Utenti su quali non ho fatto niente sbucano dal nulla insultando. Quando nasce una lite con un altro utente, sono sempre stato disponibile alla rappacificazione, ma, come avrai notato, quasi sempre trovo un muro nella controparte. Un muro di odio, appunto. Utenti che vanno in escandescenza nonostante io cerchi di calmarli…
Roba da matti, Adam.
Voglio bene a Rossana.
Su LaD ci vengo per imparare qualcosa di nuovo, per confrontarmi. Ho diminuito la mia frequentazione su LaD perché per ogni commento interessante, ce ne sono cinquanta di litigi. Non ne posso più. Frequento LaD per imparare qualcosa di interessante, non per leggere i commenti di Passante e altri matti che infestano il sito.
Trader,
grazie per la testimonianza, degna di un forumista doc:
“In passato ho cercato di fare da mediatore per arrivare ad una soluzione bonaria della controversia, ma Golem ha affermato che non aveva nessuna intenzione di rappacificarsi con la controparte Rossana.”
Io stessa ho fatto negli anni alcuni tentativi di mediazione, che non hanno avuto esito positivo.
Buon pomeriggio!
Adam, mi è “piaciata” la tua dissertazione sull’animo…inumano, ma parti da presupposti sbagliati e inevitabilmente trai conclusioni della stessa natura.
Non c’era nessun “culo e camicia”. Non so neppure che faccia abbia Rossana,
mentre lei la mia la conosce.
Sì, ho accettato il suo supporto privato in un momento di fragilità, ma prima che io definisca “amica” una persona ce ne vuole.
Poi neppure odio è una definizione adatta, perchè questo sottintende un impegno emotivo che ha radici “sentimentali”, ma che non ce so’.
Diciamo che col tempo ho cambiato idea riguardo la “verità” di certi atteggiamenti, fine. Ti è un po’ più chiara mò la “fazenda”? Speriamo.
Tuttavia il tuo intervento mi dà modo di “vedere” la soggettività nella lettura delle situazioni che si stanno giudicando.
Certo che questo è un palcoscenico, ed è su questo che non a caso ci si “esibisce”. Infatti molta parte di quelle ragioni che hanno cambiato il mio modo di “sentire”, nascono proprio da certe performance sulla falsa riga del Vitangelo Moscarda di Pirandelliana “memoire”.
È molto interessante la domanda che poni a chiusura della lettera. Qui però secondo me non si tratta di odio, ma di reciproca non sopportazione e della difficoltà ad addomesticare il proprio ego. Difficoltà che per la maggiore non proviene dalla parte a cui solitamente si è più portati a pensare.
Ciaooo Adam, che bello leggerti di nuovo! Non entro nel merito della questione specifica, per me di nullo interesse, ma penso che in realtà tutti abbiamo bisogno di qualcuno da “odiare”, nel nostro piccolo orizzonte di individui e in quello piú esteso di gruppo, società, Stato. Probabilmente si sommano bisogni primordiali di “sfogo”, che si può declinare in eros e thanathos e desiderio piú sofisticato, a livello di gruppo, di senso di appartenenza. Se c’è un dentro ci dev’essere necessariamente un fuori, e qualcuno che rimane al di là del nostro cerchio. Ho mescolato un po’ le carte, ma credo che i discorsi non siano poi cosí slegati.
È proprio vero quello che dice MG, ci sono persone che mi sono insopportabili. Una volta che ne capisco la vera natura non esiste nessuna possibilità di riconciliazione. Sarebbe una posizione che non mi sarebbe possibile mantenere. Se non si stima più, non si cambia idea.
Ora, detto ciò, e se non fosse chiaro, io non provo nessun “risentimento” verso chi, come Trad -con cui posso dialogare tranquillamente- ne ha stima e “la vuole bene”, ci mancherebbe; quella la troverei una posizione infantile. Ma se non sopporto una persona è bene che questa lo sappia. L’ho sempre fatto anche a livelli insospettabili, e questo mi ha dato una libertà di azione che è stata infinitamente superiore al tornaconto che avrei potuto avere dal fingere per ragioni di “educazione” o peggio di opportunismo.
“Per me odioso, come le porte dell’Ade, è l’uomo che occulta una cosa nel suo seno e ne dice un’altra”
Questo lo ha detto l’autore dell’Odissea, mica Aniello Parascandolo, il cuggino di Giggi D’Alessio
Ciao Golem,
Si ogni giudizio non può prescindere da uno strato di soggettività e forse l’odio potrebbe essere un termine inadatto.
Per quanto riguarda il resto, non sono sicuro, direi proprio di no.
Perché al di là dei presupposti, a me colpisce il fattuale: 10 anni di litigi (equivalente a 521.786 settimane eh…).
E due persone che potrebbero risolvere direttamente i loro conflitti, senza aspettare la pubblicazione ogni 4 ore, ma per un motivo o un altro continuano a farlo solo qui.
Quindi al di là dell’antefatto (Amici, conoscenti o utenti sconosciuti),quello che mi colpisce è il dopo, tutto qui.
Poi de gustibus,ma mi pare tiri fuori il peggio di voi, tra la sua caccia a fantasmi che non ci sono, e tu che la cavalchi certo in maniera non nobile. (vedi palla su Aton)
Poi o, contenti voi, contenti tutti
Ciao Suzanne!
Certamente, comprendo il punto di vista che hai espresso, concordo.
Forse un antidoto a questa tendenza possa essere proprio il comprendere che, in ultima analisi, siamo tutti interconnessi. L’idea che “gli altri siamo noi” ci ricorda che non c’è un netto divario tra il nostro mondo interiore e quello degli altri.
Ma Più facile a dirsi che a farsi…
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Io credo che molte delle lunghe dispute e liti che vediamo possono derivare da argomenti identitari. Quando le persone si identificano fortemente con un’opinione, una visione del mondo o un gruppo sociale, diventa difficile separare l’identità personale da queste idee. Più poi si tocca l’intimo e più diventa inestricabile uscirne senza una reazione difensiva che porta a conflitti prolungati.
Ciao Adam.
Quel punto tra il 521 e il resto è una virgola, vero? Il punto dopo i decimali si usa all’estero. Insomma sono 521 settimane e rotti.
Cosa dirti, no, non devo risolvere niente in privato, è già stato risolto automaticamente. È che in questa “pubblica piazza” non sopporto quel tipo di soggetti, e credo di aver spiegato il perchè.
Hai citato la “caccia ai fantasmi” della controparte, e il volermi associare a tutti i costi soprattutto a chi non ne ha tessuto le lodi, e già questo volerSI negare certe evidenze sottolinea la qualità della possibile interlocuzione, che infatti si è rivelata nel tempo.
Con quale “nobiltà” dovrei trattare certe realtà proprio non lo saccio. Negli interventi precedenti credo -se mai ce ne fosse bisogno- di aver chiarito il mio “modus relationandi”, che quando ne incrocia di “artefatti”, che profumano di strumentale, mette subito le cose in chiaro riguardo al fatto che preferirebbe non averli in questa “piazza”. Insomma, eccomi ignobilmente franco, quasi autistico. D’altra parte resto pur sempre un automa d’argilla.