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Odio Facebook

di Sound of Silence
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 27 Gennaio 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 85 commenti

Pagine: 1 5 6 7 8 9

  1. 61
    vincenzo -

    Mi trovo perfettamente d’accordo con sound of silence e maurizio…la cosa triste purtroppo è che indietro nn si torna e purtroppo quelli come noi sono destinati molto spesso a vivere fuori dalle logiche sociali della società moderna e del conformismo, ma io ho imparato a farne motivo di vanto e anche se mi rattrista molto l’idea di vivere in un mondo così nn intendo scendere a compromessi con questa società in decadenza. A sound of silence vorrei dire che essere antisociali vuol dire avere il massimo rispetto per se stessi nn esistono leggi comportamentali se nn quelle che l’individuo ritiene giuste per se stesso!…con stima

  2. 62
    Carlo -

    Hai perfettamente ragione !!oltre a farsi i fighi in quel social network girano solo pedofili,pervertiti e gente malata e dipendente che non ha dei valori!!

  3. 63
    piero74 -

    esatto, carlo; però vorrei una curiosità che tutti vorranno togliersi, secondo me; che fine ha fatto l’autrice di questa lettera?

  4. 64
    Sound of Silence -

    Ciao Piero74, ciao a tutti,
    grazie per aver risposto. Sono qui!
    E’ passato un bel po’ di tempo da quando ho scritto questi pensieri.
    E a distanza di anni, non è cambiato il mio punto di vista. Continuo a rifiutarmi d’iscrivermi sui social-network, a dire il vero mi infastidisce perfino sentirli nominare, quello citato in particolare, anche se un sacco di bombardamenti propagandistici e insistenze commerciali e personali vorrebbero il contrario.
    Continuo a stupirmi nel saperci più o meno accaniti frequentatori anche persone che avrei pensato distanti da questo tipo di interessi.
    Che dire? Mi sento diversa. Ostinatamente diversa. E questi social-network a mio modo di vedere non sono che una punta dell’iceberg e, al contempo, un trainante di quel modello sociale in cui non solo non mi riconosco ma al quale non voglio e non so appartenere. Non è altro che la vetrina della vita urbana, dove il tema (per me perverso sotto quasi tutti gli aspetti) è il solito coatto acritico conformismo, per me motivo di cruccio quotidiano contro il quale, nel mio piccolo, lotto un po’ ogni giorno. Per non soffocare. Non so vivere, non nella modalità proposta dalla maggioranza sociale, dai mass-media e dai nuovi stereotipi che la corrente popolare ambisce di simulare. E credo che la mia asocialità, il mio essere me stessa, sia più inettitudine più o meno volontaria, sia più indole che colpa, vanto o merito. In sintesi: non potrei adeguarmi nemmeno volendo, mi sento fuori luogo a scimmiottare i gusti, i pensieri degli altri. Per cui continuo per la mia strada. Anche se implica esclusione, solitudine o quasi. Non importa. Nulla vale quanto la libertà di poter dire “Io non ci stò, e non mi sento in difetto se non aderisco a qualcosa che non mi riflette”. Per questo esempio come in tutte le sfumature dell’esistenza. Dalle frequentazioni, agli interessi, ai gusti, ai punti di vista, allo stile, ai vestiti, al materialismo. Ho capito che chi è realmente se stesso non ha bisogno di ostentare qualcosa di “particolare” per farsi distinguere, diventa “particolare” nel momento stesso in cui si comporta esternando la propria reale essenza, sia come sia. Continuo ad ammirare gli “sfigati” (così denominati da quelli che evidentemente si sentono migliori) anonimi piuttosto che i noti figli del progresso per cui, come da desideri, si prendono i loro noti 15 o 20 o 60 che siano minuti di fama…
    ciao! GRAZIE PER AVER CONDIVISO TUTTO QUESTO CON ME, MI AVETE FATTA SENTIRE MENO SOLA, MI AVETE DAVVERO FATTO UN REGALO. Grazie!!!
    Inoltre volevo scusarmi con i ragazzi che mi hanno lasciato il loro contatto senza sentirmi: mi dispiace essermi persa l’occasione di ascoltarvi, l’avrei fatto volentieri, mi sono solo persa. Mi dispiace 🙂
    ciao, grazie ancora!

  5. 65
    piero74 -

    guarda, posso dirti solo che hai ragione! meglio la solitudine, che scimmiottare; ma poi hai fatto caso che per via di questa chat quanti guai stanno succedendo ultimamente?

  6. 66
    Sound of Silence -

    Chat? Non so nemmeno cosa siano veramente! Cioè, in linea teorica sì, ma non ho mai utilizzato chat, se non il vecchio msn, raramente, una volta.
    Guarda, non è che io sia contro la virtualità in sé, nel senso che quest’ultima ha i suoi aspetti detestabili, ma di lei in via generale riconosco alcuni aspetti positivi, quali, per citarne uno, il fatto che io e te ad esempio in questo momento ci stiamo scambiando i relativi punti di vista come altrimenti non avremmo mai potuto fare. Quello che proprio non sopporto, allora come un tempo, è quell’avida bramosia di mettersi in mostra, di farsi vedere, di farsi conoscere, di darsi un tono, e di farsi gli affari degli altri tra l’altro dietro ad uno schermo, per passatempo, per competizione. Il fatto di vedere continuamente gente fermarsi ovunque a fare foto con i cellulari per poi metterle seduta stante sul web (non ci credevo quando me l’hanno raccontato, adesso lo noto praticamente in ogni posto mi giri) la trovo una pazzia collettiva, questo è ciò che io penso. E quel che più mi spaventa è riscontrare queste manie non solo nei giovani o giovanissimi, quanto da parte di adulti, magari che postano ossessivamente le foto dei bambini, naturalmente senza voce in capitolo. Non so, personalmente la trovo una cosa fuori di senno. Eppure la “gente normale” sono certa lo penserebbe di me se leggesse quanto appena scritto. Quindi evidentemente ho qualcosa che non và io e quelli che la pensano come noi, per lo meno da parte della maggioranza…

  7. 67
    piero74 -

    guarda, di positivo c’è solo quello che hai appena citato e cioè lo scambio di opinioni e basta; tutto il resto è noia, come dice una canzone; se posso permettermi di darti un consiglio , è quello di non cambiare mai, rimani come sei… che oggi come oggi gente che la pensa così, veramente ce n’è poca: si possono contare sulle dita della mano; io sento dalle tue parole che sei diversa e sincera, ma questa diversità non deve spaventarti, anzi, questa “diversità” dagli altri deve renderti forte, orgogliosa! perchè oggi come oggi, la persona anche la più stupida, diventa qualcuno solo quando è dietro allo schermo, ma quando arriva il momento dell’interrogazione ha paura; spero che l’hai capita questa metafora.

  8. 68
    Sound of Silence -

    Certo, la metafora…
    Ti ringrazio per le belle parole che hai avuto il pensiero di scrivermi, davvero.
    Il motivo per cui (sì hai colto bene) tutto questo spesso mi spaventa è che ci si ritrova a sembrare davvero dei visionari, quasi pazzi, anche se nei momenti lucidi si realizza di non esserlo. Quando intorno hai quasi tutti che ti fanno sentire in un certo senso “sbagliato”, nel caso migliore ti ritrovi ad avere il dubbio di esserlo davvero. Poi ti guardi dentro, ti ascolti, ricordi quelle rare persone che ti hanno aiutato a non sentirti così e trovi di nuovo il senso di ciò che sei. Ma i momenti di sconforto, lo ammetto, sono tanti.. Essere diversi è vita dura. Anche se provo a sorridermi, quando le poche volte che mi ritrovo allo specchio incontro distrattamente quello sguardo un po’ abbattacchiato, mi dico da sola “su dai!” e vado avanti in questo difficile e pesante percorso…
    grazie ancora

  9. 69
    Stefano79 -

    Ciao
    Ho apprezzato tantissimo questa lettera, ma anche molti dei commenti. Personalmente, ho sempre rifiutato di iscrivermi ad un qualsiasi social network, e, in passato, ho anche usato, con un certo disgusto, MSN, ma di rado. Posso solo dire che di tutti i miei amici, che non sono pochissimi per fortuna, giusto io e un altro non abbiamo nessun profilo sui social network, pur con motivi diversi. Personalmente, già dalle storie che sento, sto facebook non fa assolutamente per me. E’ una maniera invasiva per gli altri di entrare nellla tua vita (quanto nella realtà poi non ti si filerebbero minimamente nessuno), ed è una tua maniera di apparire, probabilmente senza essere. Da quel poco che ho visto il social pullula di gente che pubblica foto solo se acchittata, gente che va solo in posti fighissimi (nei pochi momenti in cui non sta davanti a un pc), e gente che si sente importante solo perché ha tante amicizie virtuali. La cosa che più mi fa male è vedere come ormai vedersi o anche fare semplicemente una telefonata (e persino mandare una mail) sia diventata una pretesa al limite dell’impossibile. Poi mi dicono “facebook è dannoso, ma se lo sai usare cambia tutto”. Beh, almeno da quello che mi raccontano, gira che ti rigira, nessuno ne fa un uso veramente virtuoso (che poi non riesco proprio a capire in cosa consisterebbe). Il must è farsi i cavoli degli altri, a volte per morbosità, a volte semplicemente per noia. Poi vogliamo parlare delle conseguenze in campo sentimentale? Fermo restando che la fiducia è un fattore fondamentale con o senza facebook, diventa molto difficile convivere con gente che rompe le palle di continuo alla tua ragazza, col nemmeno tanto celato intento di provarci. Già viviamo in un mondo dove i valori sono scesi al minimo, figuriamoci con un tale mezzo dove le tentazioni vengono moltiplicate per mille anche se sei in buona fede.
    Poi ci sono gli aspetti sulla privacy, e qui ci sarebbe da scriverci un’enciclopedia sopra. Paranoico per paranoico, penso che facebook (e non preoccupatevi, arriverà molto di peggio), sia molto simile alla realtà orwelliana di “1984”, visto che non sappiamo assolutamente chi c’è dietro alla stanza dei bottoni. Poi dicessero che la privacy è tutelata, ma io, francamente, non ci credo. Ormai non lo è più neanche se scrivi una parola su un motore di ricerca, figuriamoci se stai sul social.
    Bah, sarò un orso io. Eppure esco, ho le mie relazioni sociali, e i miei interessi. Non credo di essere una persona fuori dal comune. Anzi, c’è chi mi dice che mi ammira per questo fatto, ma che non riuscirebbe mai e poi mai ad imitarmi.
    La vita è una sola. Se la nutriamo di cose reali e tangibili la rendiamo veramente preziosa. Il resto è noia, o, più semplicemente, non è vero.

  10. 70
    Sound Of Silence -

    Stefano,
    ti ringrazio per esserti preso la briga di lasciare anche il tuo punto di vista. In particolare, sono rimasta colpita dal fatto che citi 1984. Pensavo di essere l’unica paranoiata in circolazione, almeno mi fai compagnia! In realtà anch’io penso, e da qualche mese a questa parte con una certa inquietudine, che di fatto stiano pilotando la popolazione mondiale proprio verso quella rotta. Facebook e i social-network in genere probabilmente sono il pretesto più immediato, facilmente camuffabile, ed evidentemente per molti alettante per “testare” le reazioni di massa oltre che per controllare gusti, scelte, e soprattutto pensieri. Ma di queste cose se ne parla ancora troppo poco. E si passa per visionari ancor prima di poter completare un ragionamento. Di fatto, credo che sia uno dei tanti segnali che abbiamo sotto gli occhi. Chi mi conosce un po’ sa quanto io, in generale, sia avversa al conformismo. Anche nei suoi lati più positivi (e devo dire che ne riscontro obiettivamente molto pochi) non mi piace pensare alle persone come a “gente”, concetto che per la mia testa però, ahimè, diventa generalizzato appena vado a farmi un giro in posti più o meno affollati e anziché trovarmi espressioni di personalità quello che vedo è più che altro un “senso comune” su un po’ tutti i fronti. Basta fermarsi un attimo ad osservare chi ti sta intorno per capire che l’omologazione contagia facilmente le maggioranze. Per forza poi chi è un attimo diverso, anche per sciocchezze, viene facilmente isolato!
    Sei in una situazione privilegiata, probabilmente dovuta ad un buon carattere o a non so ché, riuscendo a conciliare amicizie o frequentazioni che siano con il tuo non adeguati forzatamente ad un contesto in cui non ti riconosci.
    Personalmente credo che chi non voglia esserci, non c’è, senza tanti giri e giretti. Poi, per carità, ognuno è libero di fare ciò che crede, questa lettera è partita come spunto riflessivo e per capire se c’era ancora qualcuno che, a suo modo, si discostasse dal fenomeno dilagante. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dai vostri interventi!! (adesso vengo a risponderti anche nell’altra lettera)

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