E’ giusto affidare il Servizio di Emergenza-Urgenza alle associazioni di volontariato?
Sono un Autista-Soccorritore Professionista e questa lettera, sicuramente provocatoria e fuori dal coro, ha lo scopo di mettere in evidenza l’anomalia italiana per quanto riguarda il personale impiegato sulle ambulanze del Servizio di Emergenza-Urgenza meglio conosciuto come 118 o, nel caso della Lombardia, 112.
Per chi non ne fosse a conoscenza, in Italia il servizio di Emergenza-Urgenza è gestito in modo diverso in base alla regione in cui ci si trova. A livello pratico, ad esempio, cambiano i protocolli, cambiano i titoli e i corsi necessari per prestare servizio sulle ambulanze, rendendo di fatti disomogenea la preparazione dei soccorritori e le competenze che questi ultimi acquisiscono una volta finito il corso previsto.
Esempio: Un soccorritore piemontese non può prestare servizio in Lombardia, poiché quest’ultima, tramite l’Azienda Regionale Emergenza-Urgenza (AREU), non riconosce il corso effettuato in Piemonte ne lo equipara a quello svolto da coloro che in Lombardia ottengono la qualifica di Soccorritore-Esecutore. Un soccorritore piemontese, pertanto, al fine di prestare servizio sulle ambulanze in Lombardia è obbligato a rifrequentare l’iter formativo come previsto dall’Azienda Regionale Emergenza Urgenza di Regione Lombardia.
Mentre si dovrebbe parlare tutti la stessa lingua, si evince da quanto scritto che il sistema ha ancora degli elementi da definire, eredità di un passato in cui il servizio di emergenza era spesso garantito da Medici, Infermieri Professionali e Autisti-Soccorritori dipendenti e che, negli anni, hanno visto la figura del Volontario sostituirsi a quella dei Professionisti dell’Emergenza-Urgenza.
Mentre fino a non molti anni fa gli equipaggi delle Ambulanze prevedevano Autista-Soccorritore, Medico e Infermieri (O 2 Infermieri), oggi nella maggior parte dei casi (parlando della Lombardia), le Ambulanze sono operate esclusivamente da personale volontario quindi non retribuito.
Tutto questo è un bene? E’giusto che il servizio di emergenza-urgenza medica si affidato a personale volontario? Molti sostengono di si, anzi, la maggior parte delle persone vede la figura del volontario con molta stima e riconoscenza, ed è giusto che il Volontariato venga esaltato e riconosciuto come nobile e lodevole.
Ma è davvero opportuno che la sera a montare il turno su un’ambulanza ci sia una persona che magari ha appena finito di lavorare per 8-10-12 ore e che davanti a se deve affrontare un turno di volontariato che lo terrà impegnato tutta la notte? E’ giusto che le responsabilità penali, civili e quelle previste dal codice della strada vengano riversate sulle spalle di persone che svolgono un servizio pubblico a titolo gratuito pur senza avere alla base un’esperienza professionale e una preparazione adeguata?
Io ritengo che i cittadini abbiano il diritto di usufruire di un Servizio di Emergenza-Urgenza Medica in cui vengono impiegate figure Professionali, come l’Autista-Soccorritore, Il Medico Rianimatore, l’Infermiere Professionale.
Non ritengo giusto, dalla parte dei pazienti, che la propria incolumità e tutto ciò che ne deriva, venga affidata nelle mani di persone che – con tutta la buona volontà – svolgono 2, 3 ma anche 4 servizi al mese, magari appunto dopo aver lavorato tutto il giorno e senza aver maturato l’esperienza necessaria per far fronte alla indiscutibile imprevedibilità che spesso si presenta in questo mestiere.
Io sono stato volontario e mi sono sempre sentito inadeguato e impreparato ad affrontare certe situazioni. Spesso ho sentito Volontari pronunciare la ormai nota frase “Ma nessuno mi paga per farlo” quando hanno commesso degli errori di valutazione durante gli interventi. Le responsabilità di un Soccorritore, al pari di un Autista-Soccorritore, sono enormi, di rilevanza anche penale. Basta un errore, un bravo avvocato, e si finisce in carcere per imperizia, colpa e inadempienza al proprio dovere.
Guidare un mezzo di soccorso non è semplice ne un passatempo. Dal momento in cui ci allacciamo la cintura, ci ritroviamo sulle spalle l’incolumità e la vita di almeno 3 o 4 persone oltre che quella degli altri utenti della strada. Forse, una tale responsabilità dovrebbe essere affidata a chi, dopo aver conseguito i titoli e i corsi necessari, decide di svolgere questa attività in regime di lavoratore dipendente.
Il Volontariato è giusto, è una risorsa per la comunità, ma credo che i Cittadini abbiano il diritto ad avere un sistema di Emergenza-Urgenza Medica che impiega personale dipendente, anziché sfruttare la grande risorsa del volontariato per attività di emergenza che invece richiederebbero più competenze e conoscenze mediche.
Ho parlato di anomalia Italiana perché anche nei paesi del terzo mondo il servizio di Emergenza-Urgenza medica prevede a bordo della ambulanze infermieri professionali, medici e autisti-soccorritori. La Liberia, paese che ha visto gli orrori di 20 anni di guerra civile, durante l’emergenza ebola ha garantito (nel limite delle possibilità di un paese povero) un sistema di emergenza in cui sulle ambulanze è prevista la figura dell’infermiere professionale e del medico.
In Germania, paese ricco e sviluppato, la figura del “Rettungsassistent”, o “Assistente del Soccorso”, è la figura base (affiancata a medici specializzati in soccorso sanitario, i “Notarzt”) che prevede un corso della durata di un anno e un tirocinio di almeno 1600 ore. Basti pensare che in Lombardia, un corso di 120 ore ti porta alla qualifica di Soccorritore-Esecutore, qualifica grazie alla quale puoi prestare servizio in ambulanza.
La domanda quindi si ripropone: E’giusto che il Servizio di Emergenza-Urgenza medica sia affidato a personale volontario? Non ritenete giusto che un’attività così delicata debba essere affidata a professionisti del settore e figure professionali come medici, infermieri e autisti-soccorritori?
La mia, pur essendo una voce fuori dal coro, non vuole in nessun modo sminuire l’operato dei volontari. Semplicemente, alla luce di come funziona il sistema nel resto del mondo, mi domando perché in Italia debba essere gestito in modo diverso.
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Categorie: - Riflessioni
ok hai fatto un corso di 120 ore lo abbiamo capito! il mondo non gira intorno a te pupo
Io penso che la realta’ lombarda sia il fallimento del soccorso e del volontariato. Per la legge e per la sicurezza un autista di camion dopo 8 ore di guida e’ obbligato a fermarsi, ma in barba alle regole puo’ mettersi una divisa e continuare a guidare per altre 12 o addirittura 24 ore. Senza controlli. Tutto questo per sorreggere una struttura che dalle casse dello stato prende milioni e milioni. Volontari che x aliutare le associazioni fanno anche 2 notti in una settimana….e di giorno lavorano….no mi spiace, come non vorrei essere operato da un chirurgo sveglio da 24 non vorrei essere trasportato e soccorso da qualcuno che e’ sveglio da altrettante ore. Per non parlalare della poca preparazione che autorizza a salire sulle ambulanze in lombardia.
Sono un volontario pure io ed è un’attività che adoro ma sono comunque più che convinto che delle figure professionali a bordo delle ambulanze siano sempre più necessarie. Più posti di lavoro (che ad oggi non guasterebbero) e principalmente migliore assistenza sul territorio! E’ vero che comunque le disponibilità delle attrezzature e delle manovre che si possono fare su un’ambulanza, per strada o a casa del paziente sono poche ma almeno quelle poche vorrei che venissero fatte da chi sa cosa sta facendo e sicuramente fatte con cognizione di causa.. Per quanto riguarda le ore ininterrotte direi che dovrebbero essere regolamentate, anche per i soccorritori perchè di farmi soccorrere da una persona che è al terzo turno consecutivo non ne sarei proprio felice.
Non è un problema ne Regionale, ne Nazionale, ma solo dall’associazione o Ente che prepara gli operatori che poi saliranno sulle ambulanze. Non ci sono solo volontari che operano per svariate ore, ma pure medici ed infermieri, questo è all’ordine del giorno. La responsabilità è sempre di chi gestisce, e desidera che il paziente sia sempre al centro dell’attenzione. In Croce Bianco Azzurra di San Marino, dove io ne sono il presidente, e dove operiamo solo con operatori volontari, la persona, il cui obiettivo è quello di diventare Tecnico del Soccorso, ha un percorso formativo di 750 ore, un esame di riabilitazione ogni anno, diverse abilitazioni di emergenza, regionali e nazionali, per ovviare appunto alla differenza che a volte troviamo nei protocolli vari ecc. Inoltre i volontari non possono fare turni superiori alle 8 ore e questo quando sono a casa da almeno 12 ore, cioè dal giorno prima. Inoltre divieto assoluto di bere qualsiasi bevanda alcolica almeno 24 ore prima di ogni servizio, e così via. Tutto questo per dire che generalizzare è sempre molto difficile, anzi spesso si finisce per creare barriere, divisione ecc. Non esistono bravi o meno bravi volontari, soccorritori, autisti, infermieri e medici, ma semplicemente persone che scelgono e decidono di dare una impronta professionale o meno in ciò che fanno, senza mai dimenticarsi a quale anello della catena della sopravvivenza appartengono e senza mai dimenticarsi, cosa veramente importante, che tutti gli anelli sono necessari per quello che è lo scopo finale: il paziente.
Cordialmente saluto.
Gian Luca Mazza
Croce Bianco Azzurra – San Marino.
Gentilissimo Sig. Mazza, sono felice che in quel di San Marino le cose vadano molto meglio, ma la realtà lombarda è tutt’altra
” volontari non possono fare turni superiori alle 8 ore e questo quando sono a casa da almeno 12 ore, cioè dal giorno prima.” Qui in Lombardia i volontari coprono integralmente dalle 20.00 della sera alle 6 del mattino, più i sabati e le domeniche di giorno e mi creda, tutti arrivano da una giornata lavorativa spesso di oltre le 8 ore e gli equipaggi sono 1 per notte, non più come una volta che ci si poteva dare il cambio. In coscienza le associazioni dovrebbero abbandonare il mondo del soccorso che per un h24 in lombardia se va bene un’associazione arriva a prendere solo 400.000 euro. In agosto per farle capire è all’ordine del giorno che i pochi volontari che non vanno in ferie portino avanti le convenzioni facendo 2 o anche 3 turni a settimana.
Dimenticavo, alcune associazioni lo hanno fatto, di mollare le convenzioni; sa cosa è successo? Gara d’appalto e via, Associazione che vince per la metà dei soldi chiesti dalle croci di zona, associazione che fa lavorare i dipendenti per 3 settimane di fila facendoli salire dal sud (3 settimane consecutive!!!!!!!!!! si dorme, si mangia e ci si lava tra un servizio e l’altro per 3 settimane!!!!!!)e poi 2 settimane si torna a casa dalla famiglia. Questo avviene il Lombardia carissimo,
Certamente una situazione non facile, e senz’altro non sempre a favore del paziente. Speriamo come dice lei possa in futuro esserci una presa di coscienza, o per lo meno una evoluzione tale da migliorare la dove sia possibile farlo.
Cordialmente saluto.
Gian Luca.
Ci sono volontari anche in USA, anzi nei paesotti ci sono solo loro. Quì si tratta di: ex volontari addestrati ed istruiti e poi diventati dipendenti che ora pontificano. In Italia,il mio Paese, ci sono quasi 800.000 volontari nel soccorso e 16.000 Associazioni di ambulanze, questo dovrebbe già dire tutto. Gianpietro Rondinella
Condivido il contenuto di questa lettera; il volonatriato è una risorsa utile ma vorrei che non si approfittassero associazioni e governi.Penso che il volontariato in ambulanza o ospedali che siano sottragga posti di lavoro ufficiali; finchè ci sarà chi lavora gratuitamente in questi enti non ci saranno mai posti di lavoro concreti. Ed è bene non scagliarsi contro soltanto ai volontari delle ambulanze perché nelle università, nella fattispecie, i corsi per infermieri,le asl e gli ospedali fannoSCEMPI CON il periodo di tirocinio infermieristico e OSS dove si vedono qualificanti che fanno tutto loro. Una scusa per sfruttare personale gratuito anche quello, no?.
Voi parlate tutti di volontari di associazioni…ma di quali associazioni? Su una ambulanza della CRI non si mette piede, specie nel vano sanitario, se prima non hai superato un corso lungo e difficile con opportuni esami innanzi ad una commissione. I TSSA della CRI sono sanitari a tutti gli effetti.
I privati lasciamo stare!