Mi ritrovo ancora qui, dopo mesi, a scrivere una lettera.
Dall’ultima non è che sia cambiato molto, anzi nulla.
Avevo ricevuto alcuni suggerimenti ma, anche se d’impegno, non sono riuscito a cavarne nulla.
Comunque vado avanti per la mia strada lo stesso anche se so benissimo che qualcosa manca dentro di me.
Manca un pezzo fondamentale delle mie basi, ovvero l’amicizia.
Eh, già. Anche se l’avevo provata poi l’avevo abbandonata dopo quell’evento.
Per chi non sapesse, andate a rileggervi la mia prima lettera (Solo a 20 anni: come migliorare la mia vita?).
Ogni tanto nei momenti più riflessivi mi chiedo come fosse stata la mia vita senza quell’evento. Chissà, forse avrei tante amicizie come ne avevo allora.
Anche se parte del passato, non riesco a dimenticarmene e guardare avanti.
Non sono mai riuscito ad avere un “migliore amico” dopo quell’evento.
Ad oggi, le uniche persone con cui mi relaziono sono i miei colleghi di lavoro (anche se i rapporti sono ridotti a brevi scambi di parole, anche perché non abbiamo nulla di cui discutere visto la grande differenza di età di almeno 13/15 anni) e i miei familiari.
Poi il nulla.
Ora, chiunque ha una persona con cui parlare vicino, con cui confrontarsi e raccontare le proprie paure, esperienze, emozioni, gioie o semplicemente con cui scambiare due parole.
Negli anni sono sempre stato visto in modo diverso dalle altre persone (tranne che da qualcuno che realmente ha capito cosa si celava dietro questo).
Non ricordo nemmeno l’ultima volta che sono uscito con qualcuno anche solo tra amici.
Ormai a questa situazione ci ho fatto l’abitudine anche se, quando penso a com’ero prima, comincio a sentirmi solo.
A volte vorrei riallacciare i rapporti con i miei compagni che ho lasciato ma non ho nemmeno un punto di partenza (è passato così tanto tempo che nemmeno ricordo un solo nome e cognome, eppure mi piacerebbe molto).
E quando mi vengono questi flashback, vorrei avere qualcuno con cui parlare.
Anche se non saprei nemmeno dove iniziare per creare un semplice rapporto d’amicizia.
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Categorie: - Amicizia - Riflessioni
La compagnia che cerchi è difficile da trovare perché l’uomo che non fa gruppo è un uomo solo. Fare gruppo significa essere fratelli nel vero senso della parola. Nel mondo di oggi essere un po’ giù di tono penalizza gli uomini, un tempo si tendeva a coinvolgere anche chi era semplicemente un po’ depresso. La donna viene penalizzata in maniera molto relativa… è la vita a mettergli accanto la persona giusta; gli altri contatti dipendono dagli interessi comuni. Interessi, non passioni. La passione gioca un ruolo fondamentale nella costruzione delle amicizie maschili, perché di costruzione si tratta. Dopo una vita si rendono conto del valore di un’amicizia, non vivono l’intimità con la stessa naturalezza di due donne.
Io fossi in te seguirei alla lettera i consigli di Rossella.
Se fossi stato depresso negli anni ’80 saresti stato coinvolto, oggi non c’è niente da fare. Peccato. A meno che non ti mostri con un sorriso fisso, da attacco tetanico.
Prova.
no, non tutti hanno una persona con cui confidarsi in piena fiducia. anzi, è da ritenersi una fortuna poter far riferimento a qualcuno in qualsiasi circostanza, anche soltanto a parole.
ho la sensazione che tu confonda i conoscenti, con cui intrattenerti e fare baldoria, con gli amici, che si dimostrano tali soprattutto nei momenti di bisogno.
come nasce l’amicizia? più o meno come l’amore, quando meno te lo aspetti e di rado quando la cerchi…
tutto va e tutto torna, solo il tempo speso senza essere assaporato è perduto per sempre.