Oramai sono trascorsi 3 anni…
tre anni passati a pensarti, a pregarti di farmi vivere una vita tranquilla, non ero pronta a perderti per sempre e a non rivederti mai più, a non sentirti mai più, a toccarti mai più.
Non so più amare.
non so più ridere.
non so più sorridere.
non so vivere.
ti sogno continuamente, ti penso continuamente, ogni cosa che faccio mi ricorda la tua persona, il tuo modo di essere te…
ora devo cambiare dopo 3 anni che non ti vedo mi manchi nonna mi manchi…sono stata una vera stupida ad essermi arrabbiata con te alcune volte perché ora mi rendo conto che tu facevi parte della mia vita, e ne
fai ancora parte anche solo standomi accanto tutti i sacrosantigiorni, non mi arrabbio perché non ci sei, ma con me perché non sorrido, non rido quante volte mi hanno invitato a vivere di nuovo…ma mi sa che non ci riuscirò mai più…
mi stai però anche aiutando a diventare forte, non so se qualcuno mia abbia mai fatto imparare qualcosa senza avermela detta e ridetta, spiegata e quant’ altro.
io però so anche che sei una delle persone più speciali nella mia vita
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Categorie: - Famiglia
Ho lungamente studiato i miei nonni. Mi hanno voluto tutti molto bene, anche questo è vero! Che dire? Erano molto diversi nei valori però la vecchiaia cambia le carte in tavola… i miei nonni paterni si sono dedicati molto al lavoro ma negli anni della malattia mio nonno – che era molto legato a me- è cambiato molto e io con lui; nel senso che ho dovuto prendere coscienza del fatto che anche un uomo tanto duro, quale lui era, sarebbe potuto diventare tanto vulnerabile e comunque mi ha colpito la rivoluzione del rapporto con mio padre che pure lo aveva sempre subito a fatti e a parole fino ad ammalarsi. Questi stati d’animo resteranno sempre impressi nella mia coscienza… con i miei nonni materni ho avuto un rapporto altrettanto buono – perché come ripeto il mio nonno paterno stravedeva per me e per mio fratello e aveva molta stima di mia madre- però a casa di mia madre ho vissuto momenti di grande leggerezza, nonostante la pesantezza del mio carattere. Non posso dire di non avere rimpianti perché ultimamente ci vedevamo poco e quando penso alla notte passata in treno per raggiungere la casa di nonna mi sembra di sprofondare in una sorta di baratro perché mai si era fatta strada in me l’idea che potesse morire… la nonna è morta in santità! Infondo sono contenta perché aveva sempre immaginato di morire a casa sua e senza tribolazioni. La nonna era una donna molto generosa nei sentimenti e non amava essere la protagonista della vita dei suoi figli o dei nipoti… non ha mai messo mia madre contro mio padre o cose di questo tipo. Cercava l’unione e forse è questo l’insegnamento che cerco di fare mio malgrado i miei limiti.
Rossella,
mi piace sempre leggerti… questo post è delizioso…
un abbraccio.
di mi manchi,
posso sapere quanti anni hai?
perché dovrei dirtelo?
Mi manchi,
non DEVI dirmi niente. potevi farlo, se non ti arrecava fastidio…
te l’ho chiesto per paragonare quello che ho provato alla morte di mia nonna, a 17 anni, con quanto hai descrittto.
niente d’importante, per me, trattandosi di un evento lontanissimo. quasi sempre l’età di una persona è significativa per meglio comprendere i suoi stati d’animo…
ok comunque non me la sento scusa…
Mi manchi,
nessun problema. anzi, scusami tu per l’inopportuna curiosità.
la tua nonna dev’essere stata una persona eccezionale e una presenza importantissima se, dopo, TRE anni ancora ti manca tanto. ci sono persone nella prima parte della nostra vita che restano impresse a caratteri di fuoco.
ti lascio con un paio di versi di Neruda:
“Se io muoio, sopravvivimi con tanta forza…
e se tu soffri, amore, io morirò di nuovo”.
fatti animo e guarda avanti, senza dimenticare ma portandoti in cuore il dono più grande che finora ti è stato fatto, un’eredità che non diminuirà mai ma che sempre ti sarà utile nei momenti di maggior sconforto.
un abbraccio.