Cerco un di di consigli qui, dato che veramente non so dove altro cercarli. Ci sto pensando ormai da giorni. Non so proprio cosa fare, se quello a cui sto pensando ora è una stupidaggine che passera presto o no. Ho bisogno di qualche consiglio.
Non ho molti amici, veri, a cui posso dire certe cose, intendo dire, cose personali, che non siano cose banali, insomma qualcuno con cui potermi confidare.. ne ho uno solo.. credo.
Sono mesi oramai che sono chiuso in casa tutto il giorno e non ho nulla da fare.. vorrei davvero fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma è una situazione complicata, e non sono abbastanza coraggioso da riuscire a fare qualcosa. Per colpa di alcune situazioni che si sono create, diciamo così (ne parlo meglio nelle lettere precedenti che ho scritto) mi sento molto triste da qualche periodo.
Una settimana fa, circa, ne ho parlato con questo mio amico.. all’inizio non avevo alcuna intenzione di farlo, perché temevo molto che non gli importasse e non mi ascoltasse, così un giorno, ho deciso (con la speranza che però andasse diversamente) di incontrarlo sotto casa sua, restituirgli tutte le cose, tutti gli oggetti che dovevo restituirli, per non vederlo poi ma più.. l’ho fatto, e per fortuna, come speravo davvero che accadesse, mi ha fermato, ha insistito un pochetto e mi ha convinto a non farlo.
Praticamente abbiamo passeggiato e parlato per qualche ora, ho cercato di dirgli tutto ciò che avevo da dire, che avevo bisogno di dire a qualcuno, su come mi sentivo, del perché ecc…
Lui mi ha ascoltato, e gliene sono davvero grato, mi ha fatto molto piacere, e inoltre ha cercato di consolarmi, insomma, come gli ripetevo ogni volta che mi diceva qualcosa di carino: lo fai solo perché devi, perché son le cose da dire in una situazione come questa.. ma comunque ho provato a credergli, per quanto potevo.
Gliel’ho spiegato, e lui lo sa, che purtroppo, io, a parte lui, davvero non ho nessuno. Durante quella passeggiata gli ho detto un mucchio di cose, anche molto confuse tra loro, probabilmente. Non lo so. Credo di avergli detto che non avevo voglia di uscire, intendendo, in posti strani, pieni di persone, come locali “alla moda” o cose di questo genere, perché mi mettono a disagio. Forse per questo, che lui non mi considera, ora, non lo so. Provo a spiegarmi meglio. Durante la nostra conversazione, ho cercato, come meglio potevo esprimermi, che mi sentivo solo, che sentivo di stare sempre solo e non poter mai dire niente a nessuno, che mi sentivo morire e di quanto desiderassi non essere me stesso. Lui, mi ha risposto dicendomi che, magari è vero, ma di provare, per esempio a pensare, che nemmeno lui non ha molto più di me, nel senso, anche lui ha solo me come amico “vero”.. e che non ha sempre da fare, anche lui si annoia ecc.. e pensandoci, forse è vero.. ma lui ha molte più conoscenze di me, ha amici a scuola, ha una fidanzata, e conosce molte più persone di me, dato che comunque io, non conosco, praticamente nessuno.
Beh, dopo questo, sono tornato a casa (erano circa le 7 di sera) e come non mi succedeva da un mese circa, mi sono sentito.. sereno, rilassato, il tempo è volato, se confrontato a come ho “vissuto” tutte le settimane precedenti.Il giorno dopo però, più o meno tutto è tornato come prima.. ahimè. La sera dopo, sul tardi, verso le 11, lui mi invia un messaggi, che mi ha fatto morire di gioia. In cui mi dice che mi è vicino, che spera che ne esca presto e che è possibile solo tramite gli amici e la famiglia. Ed altre cose simili.. questo messaggio mi ha reso felice, e molto. Il giorno dopo, gli ho scritto se avesse voglia di uscire. Mi ha risposto che quel giorno non poteva. E qui inizia il mio problema. Io lo so che lui ha da fare, non può sempre stare dietro a me, magari soprattutto ora che sono così noioso e lamentoso. Però è una sua caratteristica, quasi sempre, quando gli chiedo di fare qualcosa, non può per qualche motivo, ha sempre altro. Questo non è un problema, lo posso capire. Però accidenti, adesso che sta come mi sento, come mai il giorno dopo non mi ha chiesto se volevo uscire ancora? (ovvero ieri). Adesso è sabato sera, e non mi ha chiamato, per uscire, anche con qualcun’altro… non ci ha pensato minimamente.. o anche se ci ha pensato, non lo ha fatto. Io adesso, mentre o dopo che scrivo questa lettera, potrei scrivergli, per uscire, ma sicuramente mi rispondere che non può. Ma cavolo, erano solo parole quelle che mi ha detto durante la passeggiata? Quel messaggio cosa voleva dire? Come la dovrei prendere? Accidenti, io non lo stresso, non l’ho mai fatto, se glielo chiedo una volta a settimana è già tanto, non mi sembra così tanto..
Non so veramente cosa pensare, so che non è un tipo che ha voglia di uscire sempre, vuole anche stare tranquillo ogni tanto, e lo capisco.. ma non mi calcola mai. Quando ci siamo visti qualche giorno fa, gli dissi, che io, secondo me, sono l’ultimo della sua lista, lui mi ha detto che è una cazzata, e che so che non è vero.. ma a dire il vero, non ne sono così sicuro.
Insomma, non mi sta aiutando, per niente. Che amico è? In questo momento sto scrivendo, probabilmente cose di getto, senza pensarci, e potrei ripensarci, ne sono consapevole. E sono anche sicuro, che se gli dico ciò che sto scrivendo qui ora, avrà sicuramente una buona “scusa” e che non lo sta facendo apposta.. ma non so se credergli a questo punto.. Non vorrei proprio perderlo come amico.. ma cosa devo fare? Fare finta di niente? Passare settimana dopo settimana chiuso in casa senza nessuno, con lui che mi dice cose carine, ma poi, in pratica.. non.. non mi aiuta per niente? Lo faccio, ma anche facendo finta che io riesca a farmi passare questo stato d’animo che mi sta uccidendo, dopo, quando starò meglio, dovrei contattarlo e pensare che sia tutto come prima? E come diavolo faccio? Non sarebbe come prima.. ma io non voglio che succeda.. non so se questo possa dipendere da me, o da lui, ho bisogno di qualche consiglio, vi prego. Mi accorgo ora, di come, possa essere vero, quel “detto” che i veri amici, si vedono nel momento del bisogno. Gli ho fatto anche leggere una mia lettera su questo sito, spero non veda ciò che vorrei dirgli, forse, quando ne ho l’occasione, in questo modo, su questo sito. Nel caso succedesse.. beh, non importa, spero che capisca.
Non voglio perdere un amico, come faccio?
di
slassh
Lettera pubblicata il 19 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore slassh.
La lettera ha ricevuto finora 8 commenti
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Vedi che ti ha fatto bene sfogarti e sentire del calore umano… ma l’amicizia va coltivata. Chiedigli ancora di uscire in modo discreto e renditi disponibile a conoscere i suoi amici. Qualche passo lo devi fare anche tu. Inoltre, come ti dicevo qualche tempo fa,cerca degli interessi ( sport, associazioni culturali, parrocchia, qualsiasi cosa).
Ad es. nella mia parrocchia vi sono molte attivita’ che consentono aggregazione tra persone e ad alcune
partecipano anche non credenti. Aiutare il prossimo e conoscere altre persone e realta’ ti fara’ sentire
meglio. Continuo a credere che hai un talento per la scrittura. Devi solo
raffinare la forma continuando a seguire il flusso – originale – delle idee. Ciao. E mi raccomando: esci dal
torpore. Muoviti. Un grande abbraccio.
Quanto ti invidio ragazzo, come scrivi, come parli bene, vorrei diventare intelligente come te, non sto scherzando dico sul serio, complimenti.
Lui non è obbligato ad essere tuo amico o a invitarti o a chiamarti. Non è nemmeno obbligato a sostenerti o a sollevarti il morale. Un genitore o forse un terapeuta sono figure più adatte per questo. Non puoi pretendere niente da lui. Se c’è bene, se non c’è bene uguale. Se ti affidi totalmente a lui prima o poi rimarrai deluso perchè stai basando una amicizia su un tuo bisogno. Il problema non è lui, che anzi ha gia dato troppo. Sei tu che devi fare esperienza del fatto che gli altri possono essere al massimo un arricchimento, ma non possono mai essere la salvezza dai tuoi sentimenti di mancanza. Prendi le cose per come vengono, non cercare di forzarle, non cercare di adattarle al piano che hai in mente che ti dice come dovrebbero essere. Questo non significa che devi piegarti o sottometterti agli altri. È proprio il contrario. Significa che tu non dipendi piu dagli altri e che non stai ad elemosinare qualcosa. Significa che smetti di chiedere a chiunque il diritto di esistere.
Lo so Angelo, che va coltivata ed io ci provo. Ripeto, io non sono mai stato pressante, non credo di avergli mai (o quasi mai) chiesto nulla. Ci sono sciamo da molti anni, molti dei suoi amici li conosco, siamo anche usciti insieme, qualche volta, solo che non mi invitano mai. Probabilmente non è per qualcosa contro di me, però lo stesso non lo fanno, e sono quasi certo, che se non fossi io, mi avrebbero invitato. Non riesco a spiegarmi cosa posso avere di così sbagliato.
Per il resto, da lunedì proverò ad uscire un po, da solo, a cercare.. qualcosa.. grazie ancora del sostegno. Stai facendo più tu, di chiunque io conosca.. non è strano?
Pino, beh, grazie.. anche se non condivido il tuo pensiero.
Dan, non so come prendere, quello che hai scritto, ad essere sincero non mi aspettavo una risposta del genere. Immagino tu abbia ragione, non posso pretendere niente, da nessuno. Al massimo sperare.. quello però che ancora non mi è chiaro allora è a che cosa sono serviti tutti questi anni, a stare insieme, a parlare di tutto, di noi, se quando uno si sente in difficoltà non può chiedere niente? Non ha il diritto di chiedere niente? Sono state fini a se stesse le serate o i pomeriggi passati insieme? Per come la vedo io, l’amicizia, dato che è l’unica cosa che ho, è molto importante. E si può anche, ogni tanto, pretendere qualcosa, dall’altro, altrimenti è solo una finzione, un’amicizia per interesse. Non lo so, speravo, credo, di poter essere un minimo, un pochino importante per qualcuno, per una volta.
Per tutta la vita ho preferito stare solo, cercando di non affidarmi mai a nessuno, come dici tu.. adesso però mi sento solo… troppo, non riesco più a sopportarlo. Tutto ciò che scrivo qua, provo a non scriverlo con leggerezza, e penso sempre bene a tutto, dato che pensare e riflettere, è l’unica cosa che faccio da settimane.
In ogni caso grazie dell’attenzione.
Se mi posso permettere, credo che abbia ragione Dan. Lui è solo un tuo amico, non è un famigliare o uno psicoterapeuta. Purtroppo, l’ho capito a mie spese, devi basarti solo su te stesso e sulle persone che ti stanno vicino sul serio, cioè i genitori e i fratelli e le sorelle. Gli amici sono importanti, certo, ma quando cresci capisci che l’amicizia lascia un po’ il tempo che trova, come dici tu ognuno ha la sua vita e i suoi impegni e non puoi certo pretendere che gli amici stiano dietro a te. Con questo non voglio sminuire l’amicizia, cerca di capirmi. Forse non mi sono spiegata bene. Dico solo che l’amicizia è un surplus. L’unica persona che ti può veramente aiutare sei tu. Comincia a lavorare su te stesso e poi il resto verrà da sé. Cerca qualche hobby e qualche interesse. Poi, quando ti senti pronto e capita l’occasione, prova a uscire con questo tuo amico e i suoi amici. Ma prima di tutto conta su te stesso e parla con la tua famiglia.
Io mi sono accorta dopo una bella storia finita male, di dipendere totalmente dal mio ex. L’avevo messo su un piedistallo, lo credevo l’amore della mia vita e la persona che a me più vicina. Mi ha lasciata all’improvviso come una persona veramente legata a me non avrebbe mai fatto.
Adesso, a distanza di quasi due mesi, capisco che forse ho sbagliato anche io. Lui era libero di andarsene quando voleva anche se lo consideravo parte della mia famiglia.
Non dipendere dagli altri, l’unica persona su cui potrai sempre contare sei tu. Prima impari questo, prima potrai risolvere sul serio i tuoi problemi. Un abbraccio.
“E si può anche, ogni tanto, pretendere qualcosa, dall’altro, altrimenti è solo una finzione, un’amicizia per interesse. Non lo so, speravo, credo, di poter essere un minimo, un pochino importante per qualcuno, per una volta.”
Leggi bene questa tua affermazione perché è qui che si nasconde la disfunzione. Nota la contraddizione colossale: dici che ogni tanto si può pretendere qualcosa da un amico, altrimenti è solo un’amicizia per interesse. Guarda che è vero esattamente il contrario: una amicizia non interessata è quella che non pretende niente; proprio perché è una amicizia e non un contratto di lavoro. Se ci fosse un contratto, e uno dei due venisse meno alle condizioni del contratto, e l’altro ci rimettesse, allora il tuo discorso avrebbe senso. Ma qui non c’è nessun contratto proprio perché non c’è da tutelare niente, non c’è da garantire niente: infatti l’amicizia sana è quella che fa “guadagnare” in ogni circostanza, nel senso che è un arricchimento, un qualcosa di aggiuntivo e gradito, come la ciliegina sulla torta. Tu consideri l’amicizia la torta stessa, piuttosto che la ciliegina, e pretendi che il tuo amico ti fornisca gli ingredienti. Il fatto è che dovresti ficcarti in testa che saresti vivo anche senza il tuo amico. Ovvero, il tuo amico è non necessario, nella tua vita. Solo questo dovresti capire. Ma l’unico modo è farne esperienza. Devi fare esperienza del fatto che anche il panettiere, se ci scambi due battute anche apparentemente insignificanti, può essere il tuo migliore amico, per pochi secondi. Prova a trattare la prossima persona con cui parlerai, e anche le altre, come se la conoscessi da una vita e se fosse una persona per te molto cara, come se fosse il tuo migliore amico. In questo modo vedrai che non hai bisogno di “un” amico in particolare e smetterai di caricare l’amicizia di un significato così pesante.
Ah, e poi, se vuoi diventare importante per qualcuno, l’unico modo, ironia della sorte, è questo: smettere di avere bisogno di essere importante per qualcuno.
Io capisco quello che vuoi dire, riesco a capire quello che intendi. Ma non posso condividerlo, non riesco, non può essere così. Ma scusami, quindi un amico è solo una cosa da usare per se stessi, quando si ha bisogno? E basta? Immagino che tutti abbiano un’idea più vicina alla tua, piuttosto che alla mia.. ed ecco spiegato il motivo per cui mi trovo in questa situazione. Ma se lui fosse nella mia situazione mi sentirei uno stronzo a non interessarmi a lui.. forse sono io che penso troppo agli altri, posso ammettere che in un certo senso è sempre stato così, e accidenti, mi sembrava la cosa più normale del mondo. Ma io non ci vedrei niente di male, se lui stesse al mio posto e mi chiedesse di essere un po più presente.. di sostenerlo un po, o cose del genere. Non tutti sono fatti così, da quanto ho capito.
Può sembrarti stupido, ma ti credo, e sento che mi sta crollando “il mondo addosso” in un certo senso. Sono confuso, non so più cosa pensare, seriamente.
L’unica cosa che ti serve è l’esperienza. Dovresti uscire più di casa e parlare con tante persone, con estranei, anche di cose superficiali. Credimi non ci stanno altri modi. Perché se ci mettiamo a discutere non ne usciamo, sarebbe un infruttuoso confronto di vedute, di pensieri, di convinzioni. Io non sto cercando di convincerti di qualcosa. Ti invito solo a constatare come stanno realmente le cose. E non puoi constatarlo pensandoci. Puoi constatarlo soltanto immergendoti nella realtà, fuori casa.