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Non voglio e non posso farmi domande su ciò che mi succederà

di lipsia

Ce l’ ha fatta, dopo quattro inutili tentativi messi in atto in questi ultimi mesi…. Ce l’ ha fatta a trovare quella morte che, spero possa darle un po’ di pace.
Non voglio fare qui della sterile retorica, però ogni persona (giovane) che sceglie di andarsene in modo così violento, indubbiamente lascia anche in chi le stava attorno, una ferita che darà sempre dolore, anche se fortunatamente la vita continua (nostro malgrado).
Non voglio e non posso farmi domande ora, su ciò che mi succederà fra un mese, due…. non lo so.
L’ unica cosa che so, è che sono state dette molte parole, spesso cattive, che ora forse non vorresti avere mai pronunciato.
Mi sconvolge la tua freddezza, ma non posso giudicare e se da oggi per te c’è come una sorta di liberazione, io mi trovo imprigionata in qualcosa a cui non avrei mai pensato. E sto male, e non è giusto.
Spero almeno che, da questo dolore, tuo e mio, possa realizzarsi qualcosa di bello, di sano,
Io ne ho bisogno.

Lettera pubblicata il 5 Agosto 2008. L'autore ha condiviso 44 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Spectre -

    E’ la stessa cosa che mi dico anche io quasi da subito. Non penso serva scendere nei particolari.
    Al momento mi pare stia girando così, ma speriamo serva Lipsia, speriamo serva davvero.

  2. 2
    Isis -

    fatti coraggio Lipsia, ti sono vicina lo sai, dopo che me l hai detto ci ho pensato subito sai….un pò è successo anche a me…un pò anche se non la conoscevo..ma se n è parlato tanto….ti sono vicina Lipsia, un abbraccio, Isis

  3. 3
    lipsia -

    Un giorno, non molto tempo fa, nascoste chissà dove ha trovato un paio d’ ali. E, sicuro, ha progettato il grande volo, ma non doveva essere il volo basso di chi ha paura di cadere….
    Più che mai, provò e riprovò a scappare da quella realtà che non le apparteneva, aveva bisogno di quelle ali per non continuare a soffrire. Perchè nulla era paragonabile al silente dolore che si portava dentro, straziata ormai solo da ricordi che non coloravano più quella sua specie di esistenza. Ricordi, suoni metallici e sordi.
    Eri e non sei più. Mi fa male sapere che, nessun pensiero è riuscito a darti quella forza per rinnovare un giorno…un giorno ancora e poi quello dopo…….
    Stavi nella vita a testa bassa, e io avrei voglia di capire, ma le parole che conosco ormai non ti appartengono, intanto i tuoi occhi mi guardano ed è uno sguardo infinito, in questa estate che esplode.
    Nulla è servito a nutrire le tue stanche radici, nemmeno le tue unghie sono servite a sfilacciare le nubi.
    Chicco di grano, cresciuto nella metaformosi di un disordine logico. Al suono di campane dai millenari rintocchi, tutto passa cos’ rapido che, appena ho il tempo di pensare.

  4. 4
    Richard Benson -

    Si è suicidato un tuo caro?

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