Ciao a tutti. Sentivo il bisogno di parlarne con qualcuno. Spero possiate essermi d’aiuto.
Io credo che in generale sia un discorso relativo all’autostima, io credo che il mondo sia così grigio ai miei occhi perché non credo in me stesso.. So soltanto che sto andando avanti per inerzia. E mi ritrovo spesso e volentieri a non sorridere più durante le giornate. Quando poi, a detta degli altri, (e forse hanno ragione) non mi manca nulla. Ho 27 anni, fortunatamente non ho problemi di salute, mi dicono (io non tanto ci credo) di essere veramente un bel ragazzo, ho una bella famiglia, un bellissimo cane. Un lavoro già avviato (l’azienda di mio padre) e in generale non mi manca nulla nemmeno economicamente. Eppure, non riesco a sorridere. Ho sorriso soltanto per una persona;
4/5 Anni fa la conobbi. Tramite amici (stretti), questa persona era fidanzata ed è fidanzata. Inizia tutto con un suo messaggio (venne nel mio negozio), io prima ero molto più “ingenuo” di adesso e in generale siccome non riuscivo a spiegarmi come una ragazza così bella, potesse trascorrere del tempo con me beh mi rendevo semplicemente sempre disponibile. Succube delle sue emozioni. Mi ha sempre nascosto al ragazzo. Mi ha sempre detto che eravamo solo amici, ma spesso però i suoi atteggiamenti sfociavano oltre (mai nulla di fisico però, anche se, forse in un’occasione avrei potuto osare di più, ma i miei valori hanno preso il sopravvento). Mi inviava le sue foto, mi disse che c’era affinità, che mi adorava, una volta dopo avermi abbracciato mi disse cosa avessi provato per non parlare del fatto che praticamente ci sentivamo tutti i giorni. Ore e ore al cellulare.. E lei sapeva che io provassi qualcosa in più, ma nonostante ciò, non mi allontanò. Io durante questi anni, muoio praticamente dentro ogni volta che la sento, perché nonostante ci rendessimo conto entrambi che ci fosse feeling. Nonostante ci rendessimo conto che abbiamo passato ore e ore a raccontarci tutto, le cose più intime a condividere la nostra vita, risate e risate insieme, beh allo stesso tempo c’era la consapevolezza che non poteva essere mia. Amore e odio, dolce e amaro, paradiso e inferno allo stesso tempo. Col tempo decido di allontanarmi e anche le circostanze ci allontanano. A turno però, ricaschiamo nella voglia di sentirci. Io le faccio gli auguri e lei si allontana bloccandomi su WhatsApp. Per poi pentirsene e “risolvere” tutto con una telefonata. Io che con tanta forza, da quella telefonata, mi rendo conto di dover pensare a me e decido di “eliminarla” dalla mia mente, anche se non ci sono mai riuscito del tutto. Mi limito a rispondere con un semplice e secco “Grazie” ai suoi auguri (onomastico e compleanno). Beh, ci ritroviamo dopo 13 mesi ad incrociarci per strada (lei stava parlando con un mio amico), mi saluta e io d’istinto non la saluto. Poi decido però, preso dai sensi di colpa, preso dalla voglia di risentirla, preso dalla voglia di togliere da mezzo il rancore, di inviarle un messaggio. Le chiedo scusa per non averla salutata, le dico di non averla riconosciuta e le dico che spero che vada tutto bene. Io di base, penso sempre in negativo. Penso sempre che gli altri pensino male di me. E infatti ero convinto che lei, leggesse il messaggio e che poi non mi avrebbe nemmeno degnato di una risposta. E invece mi rispose con un “posso chiamarti?”. Un’ora al cellulare. Dove ritrovo la gioia. Dove perdo la cognizione del tempo e quei sessanta minuti diventano semplicemente dieci minuti. Dove lei mi dice (nonostante io non abbia fatto battute esilaranti) che non rideva così da 3/4 settimane. Poi però ritrovo la stessa persona, una persona forse molto insicura anche lei. Mi dice che ultimamente è molto più indipendente. Che il ragazzo è lontano per lavoro e al suo ritorno non avrebbe saputo quale fosse stata la sua reazione. Io sono ancora preso tantissimo da lei. Me ne rendo conto. E cerco di starne alla larga, dopo essermene reso conto dopo la telefonata, cancellando il numero per evitare di ricontattarla. Tutta questa storia (molto riassunta) solo per dirvi che io effettivamente mi rendo conto di essere dipendente da questa persona. Non è possibile che la mia gioia di vivere dipenda così tanto da lei. Pensavo di essere riuscito a perdonarla e forse l’ho fatto. Ma ha sempre avuto questo vizietto di lasciare la porta aperta. E io mi appendo sempre su quella falsa speranza che crea. In tutto ciò si aggiunge il fatto che, sapendo che piace anche al mio amico, (ma in generale piace a tanti perché è una bella ragazza) io ho la fottuta paura che possano entrambi superare il limite. Perché lei mi ha detto che si stavano organizzando per un caffè. Nonostante io sappi che sono entrambi fidanzati, il mio amico tra due anni deve sposarsi, nonostante lo conosca da una vita, io non mi fido del mio amico. E ho paura che lui, che conosce tutta la mia storia.. Possa in qualche modo “tradirmi”. Anche soltanto non raccontandomi del caffè. Io inizierei a pensare a male. Come faccio ultimamente. Penso male di tutti. Penso che tutti mi nascondino qualcosa. Passo le mie giornate a pensare a cosa stia facendo questa persona. Se il mio amico mi stia dicendo la verità. Se gli altri stiano pensando male di me. Se mi stiano nascondendo qualcosa.. E’ passata una settimana che non la sento, pensavo di far bene, pensavo che, eliminando il rancore sarei stato meglio. E invece mi sembra di star peggio. Non riesco ad immaginarmi un semplice caffè tra di loro. Non riesco più ad avere buon senso. Mi sto togliendo il sorriso da solo. Ma soprattutto, con questo mio atteggiamento. Sto rovinando i miei rapporti. Non riesco più a capire cosa mi stia succedendo. Ma soprattutto non riesco ad uscirne.
Dipendenza affettiva? Mancanza di autostima e quindi mancanza di fiducia con gli altri? Non trovo più la felicità in nulla. Aiutatemi vi prego. Mi sento solo.
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Categorie: - Me stesso
Ragazzo, hai trovato qualcosa in lei che ti ha fatto perdere la testa. Spero che incontrerai altre persone con cui avere un’affinità del genere. Lo sai che se ti avesse voluto ti avrebbe preso. Good luck
Ti dico questo. Allora. Anche se fossi poverissima, anche se fossi cresciuta in un regime totalitario (mi rendo conto che potrebbe sembrare paradossale), continuerei a sentirmi una privilegiata solo per il fatto di vivere nella storia. Io ho un legame stretto con il mondo primitivo che mi sostiene dal punto di vista morale e materiale. I miei punti di vista riguardano il corpo, e certamente non mi vergogno della mia mentalità, ma alla fine non riesco a farmi più grande di quella che sono. Una volta mi capitò di sognare il matrimonio primitivo e questa immagine così dura da una parte mi portò a dubitare di me stessa e dall’alta mi consentì di apprezzare la mia vita. Non considero il matrimonio un mio diritto. Ma il matrimonio richiede di rinunciare a i propri egoismi e solo allora diventa possibile fare una stima dei danni.
Non giustifico la maleducazione, e tantomeno la viovenza, dico semplicemente che credo nell’indissolubilità del vincolo e preferirei retrocedere in attesa della riconciliazione finale piuttosto che diventare un soldato per dimostrare di non essere una bambina. Non mi considero una bambina neanche adesso; per essere una donna ho bisogno della fede.
Beviti qualcosa e guarda la tivvù con i popcorn, tipo come fanno i piddini per i prossimi 5 anni.