Sono una precaria della scuola, ma non per caso! Ho partecipato e superato due concorsi pubblici e ho frequentato la SSIS, ottenendo in totale quattro abilitazioni. Da otto anni insegno e quando ho iniziato ho accettato di trasferirmi dalla mia terra e dai miei affetti. In questi anni ho acquisito competenze, ho fatto esperienze, aggiornamento continuo, spesso con corsi autofinanziati. Ho partecipato a progetti, ho proposto progetti alla scuola, ho stabilito contatti e rapporti professionali e adesso qualcuno mi dice che dal prossimo anno dovrò fare altro, non si sa bene cosa. Il decreto Gelmini è un taglio anticostituzionale. L’art. 3 della Costituzione recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, […] impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Bene, in questo momento la Repubblica non rimuove gli ostacoli, ma li crea, limita la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impedisce lo sviluppo della persona umana, e la partecipazione alla vita politica, economica e sociale del paese. Se il lavoro è un diritto, le scelte cieche di questo governo ledono il diritto di chi da anni lavora per lo Stato. Noi precari abbiamo servito il Paese come soldati sempre pronti e disponibili. Abbiamo accettato di essere usati come kleenex: nominati il 1 settembre e licenziati il 30 giugno senza lo stipendio estivo, abbiamo accettato di lasciare le classi in cui tanto avevamo creduto, in alcune grandi province non abbiamo usufruito delle 150 ore del diritto allo studio, abbiamo rinunciato ai 3 giorni di assenza per motivi familiari, ma tanto, i precari sono i meno assenteisti, altro che fannulloni!. Ebbene, dopo tali umiliazioni quello che sta accadendo adesso è inaccettabile! 130.000 cattedre in meno coinvolgono altrettante famiglie, ma i cittadini coinvolti saranno molti di più. Il decreto Gelmini colpisce i soggetti più deboli della società: donne e bambini. E’ una legge maschilista frutto di un pensiero retrogrado che non trova supporto in nessuna teoria pedagogica, colpisce i bambini propinando il pensiero unico del consumatore che professa l’avere piuttosto che l’essere. Non è una manovra grave solo per la scuola, ma per la società. E’ uno tzunami, sul nostro Paese ma la protezione civile non sente l’SOS e non viene a soccorrerci! Da precaria e da cittadina esigo sapere come questo governo intende utilizzare le risorse umane attualmente impiegate nella scuola, soprattutto in quella primaria. Che diritto hanno Brunetta, Gelmini, Tremonti, Berlusconi & C. di decidere le sorti della nostra vita e il nostro futuro?.
Viviana Vuoso vivivuoso@libero.it
Non sono un’insegnante per caso!
di
Viviana
Lettera pubblicata il 6 Novembre 2008. L'autore, Viviana, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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odio chi ha rubato un posto pubblico frequentando quella specie di corso sis ……tu hai vinto un concorso, ed hai subito un grave torto con la siis…..cio’ non toglie che in una economia di mercato lavorare 18 ore a sttimana e’ inpensabile…..sono stato sempre di sinistra ma auspico una cesoia in danno della scuola italiana…..ad esclusione delle elementari ovviamente…….forse la scuola piu’ efficiente in italia e che forse ingiustamente viene colpita…
Io avrei tagliato dalle scuole medie, superiori in modo esponenziale, università avrei fatto abbattere la scure e toccato addirittura diritti quesiti….
Scusate ma il problema della scuola in questo paese e’ molto grave…… abbiamo distrutto un paese prodotto ignoranza, fatto scappare cervelli all’estero…
Lo sviluppo economico e morale passa dalla scuola, studenti imbecilli sono il frutto di insegnanti mediocri….SCUSAMI NON CONOSCO LA TUA STORIA FORSE SEI L’ECCEZIONE E MORALMENTE SONO CON TE MA NON C’E’ COMPRENSIONE PER UN’ISTITUZIONE CORROTTA E DEMAGOGICA CHE HA CONTRIBUITO A CREARE BARONATI, STAGNAZIONE E QUANT’ALTRO. A LICEO su tanti prof ne ricordo con dignità soltanto 2….una media pittosto bassa, all’università 4 erano non imparentati…..4……in una cattedra c’erano padre, madre, figli e addirittura cugini…..di che vogliamo parlare…..allora?
Bè, ti capisco.
Però adesso asciugati gli occhi e cercati un lavoro.
xaver
sono con te.
aggiungerei solo lo schifo , le menate e gl’intrallazzamenti vari che puntualmente e con presuntuosa arroganza vengono perpetrati da baroni/padroni nelle università a tutti livelli comprese le selezioni/concorsi farsa per accedere alle famigerate siis.
Certo non bisogna fare di tutta l’erba un fascio…ma un buon 70% degli atenei è marcio fino al midollo…….e credo di essere stato magnanimo.
Bisogna darci un taglio coraggioso e decisiso ..prima lo si fà e meglio è .
Titubare servebbe solo ai soliti furbetti a prendere tempo per parare il proprio culo e quello dei loro protetti..sempre ai danni dei soliti.
Certo qualcuno soffrirà ma con questo sfacelo non è più possibile andare avanti.
incazzatissimo!
tagli sì, ma che c’entra la privatizzazione??? ma lo sapete che nel paese in cui vivo io un mese di retta universitaria è uguale a un salario di un impiegato? è sempre la stessa storia: si fa di tutto per far funzionare male il pubblico così si rende accettabile ai POCO INTELLIGENTI il passaggio al privato, il ritorno all’istruzione di CASTA del medioevo. ce la farete a pagare 1000 euro al mese per l’università di vostro figlio? o andrà a raccogliere pomodori a caserta? già, ma voi di figli manco ne fate, che vi frega? basta che sputate sul piatto dove avete mangiato, la laurea nell’università dei cattivoni l’avete presa…