Ciao. Non sono più innamorato di mia moglie. Ho 35 anni e siamo sposati da 5. O almeno, forse ho detto una cosa normale, perché l’innamoramento visto come infatuazione, palpitazioni, emozioni ecc si hanno solo i primi anni in cui si è insieme, giusto?? In realtà le nostre liti sono normali, non di quelle violente che caso mai immaginavate, ci intendiamo ancora, io non la tradisco, lei non mi tradisce e le cose vanno avanti con rispetto e impegno da parte di entrambi (xò lei sento che è molto più coinvolta da me di quanto non lo sia io).. Io non è che con questo stia pensando di lasciarla x farmi i miei, vi chiedo solo se la mia situazione secondo voi è una cosa normale…
Non sono più innamorato di mia moglie ma
di
lincolnburrows
Lettera pubblicata il 21 Giugno 2017. L'autore, lincolnburrows, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Che dire.. decidere di sposarsi giurando il “per sempre” per poi dichiararsi non innamorati dopo solo 5 anni.. mi sembra evidente che tu ti sia sposato senza renderti conto di ciò che significa il matrimonio
Lincoln,
sì, è abbastanza normale che dopo qualche anno si affievolisca di molto o scompaia del tutto l’attrazione che induce all’innamoramento.
forse sei ancora troppo giovane per essere in grado di sostituirvi una forma di attaccamento profonda, derivante da maggior maturità emotiva.
del tutto normale, dal mio punto di vista, che ci sia quasi sempre nella coppia chi prova un sentimento più netto e più intenso di quanto non avvenga per il partner.
Fammi capire,ma tu pensi che le altre coppie siano innamorate e felici?passata la fame subentrano la convenienza l’interesse e la sopportazione.sempre piu spesso sento parlare di complicità,di amicizia ma che c.... quando non hai piu voglia di saltarle addosso l’amore è gia belle che finito
Ciao,
quando una donna incontra un uomo che la rispetta e la fa sentire importante nel suo cuore nasce un entusiasmo, che considerati i tempi, appare come il coronamento di un sogno. A me è capitato, proprio sul finire della scorsa estata di cominciare a conoscere, sia pure in maniera virtuale, un uomo che mi ha fatto innamorare. Pian piano sono emerse le sue passioni, e già lì ho cominciato a sentirmi un po’ disorientata, ma non ho potuto fare altro che restare conquistata dalla sua maturazione personale. Come donna del terzo millennio in cuor mio sentivo che le cose non sarebbero potute andare, ma sul colpo non mi è venuto in mente il discorso politico perché tra di noi ci sono delle somiglianze, per cui i miei sogni e le sue passioni sembravano coincidere nel rispetto che mi ha sempre portato. E’ stato perfetto in tutto. Mi ha fatto capire materialmente come si rispetta la dignità di una donna e glie ne sarò sempre grata. Che dire? Non mi resta difficile pensare come sarebbe stata la nostra vita nel mondo preistorico, quando gli uomini avevano un vago senso di Dio e la legge naturale non rappresentava un impedimento. Sicuramente già ai tempi sarà esistita una sorta di scienza basata sul confronto delle esperienze, ma nel medio periodo l’apatia mi sarebbe sembrata la strada per arrivare a Dio. La mia stanchezza sarebbe stata motivo di gaudio.
[…]Nel tempo avrei cominciato ad occupare un ruolo di primo piano nella vita della comunità, proprio in virtù dell’esperienza e della comparazione. Sta di fatto che nel terzo millennio una donna con la mia sensibilità quando sente un uomo che parla delle sue passioni (andare a fare la spesa, ecc.)la vive come una caduta di stile e la cosa in un certo senso lo riscatta dalle sue responsabilità. Non è una caduta di stile per tutte le donne. Tutt’altro. A limite si potrebbe trattare anche di un comportamento virtuoso che tuttavia esclude la matrice politica della vita di società. Infatti nel giro di qualche mese, sempre virtualmente, avrei conosciuto un uomo che non si è presentato come un cavaliere della tavola rotonda, ma mi ha fatto capire cosa mancava nelle altre conoscenze. Mi sono sentita apprezzata, anche se non è nato niente e ho capito che per portare avanti la vita di coppia con un uomo del quale conosci le passioni devi essere preparata a cambiare il tuo modo di vedere. Quando hai la mia sensibilità ti viene naturale trovare una soluzione. Magari decidi d’interrompere la conoscenza perché per motivi culturali non sei preparata al pensiero del salto di classe o comunque della separazione dei beni e ritieni di non disporre delle risorse necessarie per far fronte alla partecipazione delle spese della famiglia. Se l’amore è talmente forte da consentirti di superare questo scoglio la corporeità e le emozioni non saranno un valore aggiunto.
È finita Lincolnburrowsdarachidi. Il solo fatto che tu ti ponga certe domande (a 35 anni) significa che non hai ancora idea di cosa sia “fare l’amore”.
Ma, io dico una cosa, che tra un rigo e un altro ho già trovato nei commenti degli altri: possibile che ti sei sposato senza aver già superato la fase delle palpitazioni ed esserti reso conto di quello che provavi per la tua futura moglie oltre la mera attrazione sessuale?
Ma altre storie nella vita non ne hai avute, possibile?!
Mi sembra quasi falsa la tua lettera, scusami, mi sembra incredibile che a 35 anni si possano fare riflessioni del genere.
Mi dispiace per lei che è molto più matura di te probabilmente. Quoto chi ha parlato di profondo attaccamento emotivo da nutrire per il partner, e aggiungerei che sono necessarie passioni in comune, una personalità che ti fa impazzire e che funziona con la tua, un progetto di vita in comune (FONDAMENTALE). Ancora, tra le cose più importanti di tutte, è indispensabile che a letto ti piaccia, da morire, perchè l’attrazione è una cosa che dopo i primi tempi se ne va ma poi per tornare, mica se ne va per sempre, e fare l’amore con la tua donna che ti conosce bene e sa come farti impazzire è qualcosa di impagabile, che nessuna donna da una botta e via (o tre mesi e via) potrebbe darti.
In linea generale sposarsi con qualcuno dovrebbe significare sposarsi con un individuo con cui si condividono tutte queste cose, altrimenti come si fa, me lo spieghi?!
Solo che oggi in media questo si capisce tra i 20 e i 25 anni, tu lo stai scoprendo a 35 da sposato. Mah.
“Il solo fatto che tu ti ponga certe domande (a 35 anni) significa che non hai ancora idea di cosa sia “fare l’amore”.”
Golem, mi mancavano tanto i tuoi commenti, te lo dico così, con un tono un po’ laconico un po’ sentimentale. Come sempre apri davanti agli occhi una prospettiva dotata di infinite sfumature, spero che le tue semplici parole possano aprire gli occhi al nostro ragazzo ancora acerbo.
Mah Celi, quello che gli è successo è solo l’inizio di un lungo cammino che bisogna “volere”. I tempi sono difficili anche sotto questo punto di vista. Siamo passati dall’eccesso di illusioni romantiche a quelle di natura sessuale dei nostri giorni. Quasi tutti pensano che l’amore sia un regalo di Cupido, pochi sanno che è una “casa” da costruire in due, e nel tempo. I primi, i cupidi, fanno la festa di ingresso prima ancora di cominciarla quella casa, pensando di trovarla bell’e fatta alla fine dei festeggiamenti, e quando la festa è finita si accorgono che sono in mezzo a una strada.
E in mezzo a una strada infatti si trova adesso Lincolnburrowsdarachidi. La festa “gli” è finita sotto il naso. No scusa, più sotto.
Tutto bene tu Celi?
Golem, scusami, però io ritengo abusata ormai l’espressione “i tempi sono difficili”. Mi pare che noi trentenni di oggi abbiamo avuto tutto e di più dai nostri genitori, e che oltre a loro, anche i tempi ci abbiano permesso tantissimo: studiare (quindi di educarci e di avere gli strumenti per accedere a una dimensione privilegiata e non scontata per l’uomo di nessuna epoca), scoprire l’amore e il sesso in età giovane o comunque prima di fare passi definitivi quali il matrimonio, e potrei elencare ancora a lungo i nostri privilegi sconosciuti a molti dei nostri genitori e dei nostri nonni. Io lo dico a questo ragazzo come lo dico a me, noi che siamo i primi a poter capire forse con chiarezza e libertà che l’amore si debba costruire, finiamo per non capirlo e arrotolarci, cadendo vittime di illusioni romantiche e sessuali appunto. Dico “primi” per dire che le coppie del passato l’hanno dovuto imparare spesso essendo costrette a stare assieme, ma noi, noi abbiamo la scelta, e dovremmo fare del nostro meglio per fare meraviglie con le nostre possibilità. Prima di noi con tanto di meno hanno costruito tutto. E quindi? Il problema sta in noi stessi, noi non facciamo abbastanza, non leggiamo e non capiamo e non ci sforziamo. Questo è il punto, a trent’anni. A trent’anni non ci sono più scuse, purtroppo.
Sto bene, continuo quel percorso che ho cominciato nel periodo delle mie lettere qui. Procedo lentamente e con tanti inciampi ma mi pare di stare meglio di prima. Un…