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Lettera pubblicata il 8 Febbraio 2017. L'autore ha condiviso 13 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore celi_lois.
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Molto divertente yog, vero? lui non fa altro che leggere superficialmente la grammatica di quello che scrivi e poi trova connessioni divertenti.. sarebbe insopportabile per lui fermrsi apensare, lui crede che quest’ attività sia di una noia mortale. si può usare il tempo in maniera migliore saltando da un’attività all’ altra, tuttavia vedo che è sempre sul sito, quindi è in contraddizione con se stesso… nello scritto intuitivamente lui ci vede una connessione e quella diventa è la sua risposta… lui agisce così pure nella vita…
Secondo me questa lettera parla di te. Mi spiego meglio, come fai a distinguere i due tipi? sei per forza un poco entrambi… se fossi il primo non ti accorgeresti del secondo.. anche perché se ci ragioni entrambi i tipi vivono nel mondo pensando al fatto che tutte le altre persone sono come loro: questo è il motivo per cui il primo tipo cerca di fregare tutti e il secondo tipo, si fa fregare.. tuttavia credo che il primo tipo sia più diffuso e il secondo è in forte minoranza… se no come si spiegano tutte le delusioni del secondo tipo? tu ti avvicini sicuro al secondo, che in genere tende ad accumulare rabbia perché fa il buono per nulla… e se fa l’opportunista la fa in maniera meschina perché è più spontaneo e non può fare l’ambiguo non essendo questa la sua natura. Ora mi fermo che sono stanco, riprendo domani se mi torna qualche riflessione, cmq questa distinzione è più reale di quanto si creda… e poi i commenti come “tu pensi troppo” (è anche vero ma…) non li capisco, come yog è fatto così e non ci si può far niente, allora anche a chi piace pensare non lo si deve cambiare…
“Poi ho capito che le persone non cercano una persona buona da avere accanto ma innanzitutto una persona stimolante e che gli faccia fare belle cose…”
Le persone cercano una persona affidabile,
con cui viaggiare nella vita e il fascino
dell’essere pensati e quindi “vivere” nella mente di qualcuno.
Hai letto il piccolo principe e la volpe?
“..ma soprattutto a volte sono proprio le persone
“buone” le peggiori, perchè sono convinte di fare
il bene, ma non si preoccupano delle conseguenze
di quello che fanno, intanto fanno vedere
al mondo quanto sono buoni e chi non è d’accordo
col loro modo di pensare è cattivo.”
Vic, concetto incontrovertibile, che andrebbe inciso sulla pietra!
Io ho individuato una terza categoria di buoni, a dirla tutta penso che siano una sintesi delle suddivisioni di cui parli, ma andiamo per ordine e partiamo dalla mia ipotesi.
Esistono anche i buoni ponderati, quelli che valutano con attenzione la PROPRIA condizione prima di avvicinarsi a situazioni o persone, e solo successivamente decidono se e’ il caso di condividere energie e risorse “in surplus” senza aspettarsi nulla in cambio.
Sono gli stessi che se ne guardano bene di elargire quando sono consapevoli della loro incompletezza, ne’ lo fanno per garantirsi un paradiso o una medaglia; spaccare una mela in due non e’ una scelta d’amore quando da sola non basta neanche per uno, sarebbe uno spirito di abnegazione che non ha nulla a che vedere con la maturita’.
Questi individui puntano piu’ sul crescere comparandosi con coloro che ne hanno di valore aggiunto ma sono anche pronti a un rilascio di virtu’ quando e’ richiesto a loro volta.
C’e’ gente indubbiamente piu’ quotata per gli atti di generosita’, queste sono moralmente tenute ad offrire un maggiore contributo nelle gestione delle loro eccedenze intellettuali, culturali, spirituali e materiali.
A questo punto si tratta solo di stabilire cosa e’ veramente indispensabile nella vita dell’altro e quanto ci sentiamo soddisfatti della nostra compiutezza, per riuscire cosi’ a farne tesoro di queste amicizie.
Golem, non sono d’accordo; le persone sincere non necessariamente sono al contempo anche buone, anzi, spesso utilizzano la scusa del dire sempre la verità per ferire deliberatamente e inutilmente il prossimo.
Vic, il bello dell’addomesticare qualcuno risiede nell’energia e nel tempo che occorre investire; se tutti fossimo così mansueti e buoni con chiunque, non ci sarebbe alcuna soddisfazione!
Quindi un “buono” che appare tale perchè non ti ferisce ma ti sta raccontando una bugia è preferibile secondo te?
Chi ci dice la verità non può ferirci. Il problema siamo noi in quel caso, non chi ci comunica cose che possono apparire sgradite quando sono semplicemente vere.
Suzanne,
lo so si può fare molto male con la verità,
anch’essa può essere un’arma.
Intanto magari ci si libera la coscienza
e si scarica la cosa sull’altro.
La verità va sempre saputa, ma non sempre va detta.
Questo è quanto penso.
La vita mi ha insegnato che ricevere una cruda verità al posto di un’ infiocchettata bugia E’ IL PIU’ BEL REGALO che una qualunque persona possa farci. Una persona sincera è “buona” già solo per questo. Tra l’ altro se si è un minimo svegli si sa distinguere facilmente una critica costruttiva da una semplice e mera offesa. In quest’ ultimo caso, non vale nemmeno la pena di prenderla in considerazione.
Io non odio i “buoni”. Odio i “buonisti”, che è una cosa diversa. L’ obiettività ci sconvolge, ci sembra una cosa CRUDELE, ma è perchè non ci siamo abituati, perchè viviamo in una società basata sulla falsità e la dissimulazione.
A me comunque i cattivi intrigano molto di più.
Vic, pienamente d’accordo. Molto spesso la sincerità serve solamente a noi stessi, per scaricarci la coscienza, sentirci migliori, non essere passibili di recriminazioni di sorta. Certe verità possono essere taciute, non necessariamente vengono sostituite da bugie. Esempio banale, preso dal thread più in voga: non è necessario rivelare al nostro partner che è il più sottodotato con cui abbiamo avuto rapporti; è una verità indispensabile?
Maria, l’obiettività non è cosa da umani.
Metti da parte tutto ciò che ti è stato detto su di te. Ricorda solo una cosa: se non conosci qualcosa direttamente, in prima persona, questo non ha alcun valore, nessun significato. Quindi, addentrati senza alcun pregiudizio; né a favore né contro. Incamminati con un’apertura totale e osserva. E se ami e se sai come osservare, ti imbatterai nel fenomeno più misterioso che ci sia: vedere un errore comporta il suo dissolversi.”