Quella che stai per leggere è una storia molto sofferta. È la mia storia. E soprattutto, per quanto assurda e marcia, è vera.
È la mia storia, del mio ragazzo e della sua famiglia.
È la storia di due ragazzi che si sono innamorati da giovanissimi, e la loro colpa è quella restare insieme, di distinguersi dalla maggior parte dei propri coetanei per il fatto di rispecchiare l’uno per l’altra “l’unico/a e il/la primo/a”.
I genitori del mio ragazzo non mi hanno mai vista di buon occhio. Quando eravamo piccoli perché lo distraevo dallo studio, poi perché a detta di loro lo stavo cambiando e, adesso mi incolpano perché non faccio qualcosa per convincere il mio ragazzo a riavvicinarsi a loro. Sono convita che l’abbiano perso per sempre, e in tutta onestà, sono contenta perché in sei anni si sono dati un gran da fare per meritarselo.
Dopo averlo rinchiuso in terrazzo con 40 gradi per impedirgli di venire da me, dopo insulti, dopo cattiverie sul mio conto, pensavo che concedendo loro la possibilità di recuperare un rapporto sano con il loro figlio, impegnandomi a mia volta e provando a convincerlo, fosse almeno un passo avanti perché provassero a riconsiderarmi. Invece mi sono sbagliata. Non vado bene, e non mi spiegheranno mai il perché preciso.
L’ultimo episodio, e il comportamento connesso, ci ha delusi profondamente. I suoi genitori, senza nemmeno interpellarlo o avvisarlo, hanno regalato una proprietà alla loro figlia, sempre accondiscendente, mantenuta e funzionale ai desideri di mamma e papà, ovviamente per punire lui per il fatto che si ostina a stare con me.
Se penso che il mio ragazzo l’ha saputo per caso, un giorno in cui vedeva il padre un po’ abbattuto ed è andato da lui per parlare, per chiedergli cosa c’era che non andasse. E glielo avevo consigliato io, maledetta me!
Insomma, la cattiveria gratuita, la vendetta verso il figlio, il disprezzo verso la sua ragazza che nemmeno conoscono.. come può un genitore? Come? Non riesco proprio a capire.
E poi? Il mio ragazzo ha chiuso i contatti e in cambio mi sono trovata sulla casella e-mail una lettera dove mio “suocero” elargiva modelli di comportamento dicendo che loro “non avevano mai portato rancore”. Ci credo, loro avevano dei genitori equi, non delle carogne.
Insomma, ci siamo ritrovati esclusi dalla loro vita dopo che gli avevamo riaperto le porte quando dovevano essere loro a cercare il figlio, e per ringraziamento abbiamo ricevuto questo dolore, un dolore che non riesco ad elaborare, a comprendere.
Mille volte abbiamo parlato, mille volte loro erano nella ragione e noi nel torto, mille volte si sono dimostrati superficiali, interessati solo “al rapporto civile”, ma di amore e di affetto verso il figlio nemmeno l’ombra.
Se avete qualche ipotesi per cui dei genitori possano trattare così il figlio, vi prego di espormele, di aiutarmi ad uscire da questa assurdità.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Amore e relazioni - Famiglia
Storia vissuta anche io. Sono genitori che in realta’ non vogliono rendere i propri figli autonomi e vogliono tenere il controllo su di essi anche se di facciata dicono il contrario.
In ogni caso dare una casa ad una figlia e non all’altro figlio e’ un inequivocabile segno che sono cattivi genitori, perche’ questo non puo’ che creare problemi tra fratello e sorella. Se se ne fregano sbagliano tutto.
Soluzioni che io sappia non ce ne sono di miracolose.
Una potrebbe essere che voi due vi allontanate da loro e create la vostra vita con i vostri soldi e i vostri lavori. Se i genitori vorrano riprendere contatto sara’ “soltanto dopo che avete pareggiato la situazione e che trattate lui come sua sorella (ergo o date la casa anche a lui, oppure scordatevi di avere un figlio).
Un’altra sarebbe un discorso chiarificatore, ma ci credo poco, l’essere umano difficilmente e’ razionale.
Dimentica per ora l’immagine della famigliola tipo Mulino Bianco, possono esistere i genitori/suoceri stronzi. Fattene una ragione e non soffrire di questo, chi non ci ama non ci merita !
Caro Colam’s,
ho letto in un altro post che sei un neo sposo e neo papà, questo mi intenerisce sapendo che anche tu sei passato per la nostra situazione, questo vuol dire che ce la posso fare anch’io, anch’io magari potrò realizzare comunque il sogno di crearmi una famiglia. Auguroni, di cuore.
Riguardo a me,
l’idea della famiglia da Mulino Bianco mi ha sempre inorridita. Semplicemente perchè provo un profondo e sentito disgusto per la falsità, per tutto quello che è “di facciata” ma di fatto e dentro l’anima non c’è un bel nulla se non un ammasso di immondizia.
Questo, purtroppo, ho incontrato molte, troppe volte nella mia ancora breve parentesi di vita. Non solo con i soggetti citati qui sopra.
Tutto quello che chiedevo era rispetto, mi capisci? Non volevo “una suocera per amica”,non ho mai avuto una “mamma per amica”, figuriamoci quella degli altri! Quello che mi aspettavo era essere considerata come Stefy, nel bene e nel male e non “Quella strxxxa della morosa di MIO figlio” senza conoscermi, semplicemente di salutarsi se ci si trovava per strada, prendersi un caffè insieme (è successo una sola volta, davvero pensavo che le cose si stessero sistemando pochi mesi prima della sorpresa), discutere quando c’era da discutere per le questioni importanti, trovarsi a cena qualche volta, andarsi a trovare ogni tanto, sapere di poter contare reciprocamente nei momenti di difficoltà.
Mi aspettavo che “mio suocero” quando mi faceva fare “l’attrice” per i suoi caxxo di video da postare su Youtube (e solo adesso mi rendo conto di quanto fosse immaturo lui e idiota io a dargli retta) e intanto faceva il simpatico, in realtà non mi stesse usando solo perchè nessuno lo aiutava, o che quando insisteva perchè andassimo a prenderci un gelato insieme non lo facesse perchè sapeva di avere la coscienza lurida (e noi ignari!), che quando scriveva al figlio nelle sue lettere da pseudo-filosofo “per te ci sarò sempre” non fossero solo fottutxxxime parole dette solo per far scena. Questo me lo sarei aspettata da un adolescente sciocco, non da un Padre di 57 anni! I genitori dovrebbero essere un esempio da imitare, uno scoglio dove sentirsi al riparo, il simbolo del bene e del buono. Da amare senza riserve, senza nemmeno il vago, orrendo presentimento che non se lo meritino, porca miseria! Per quanto siano umani e predisposti agli sbagli come tutti.
Riguardo al lavoro, posso solo dirti che per colpa di questa storia devo lasciare l’università. Per 3 viziati!!!!!!!!!!!!!
Grazie per gli auguri, ricambio !
Per il resto pensa bene la tempistica prima di lasciare l’Universita’. Forse invece converrebbe mantenere i nervi saldi, laurearsi e poi iniziare ad essere indipendenti da questi qui.
Un punto fondamentale, sempre per esperienza, e’ che il tuo ragazzo scelga di dare la priorita’ a te invece che a loro, e che ne sia convinto. Quando la famiglia si intromette lui si ritrova tra due fuochi ed e’ una situazione stressante e lacerante. Questo potrebbe anche creare problemi tra di voi due, oppure essere la molla per iniziare davvero. Pero’ ti consiglierei se possibile di finire gli studi.
Grazie Colam’s,
tu hai ragione.
Il problema è che attualmente lui sta vivendo da me, a casa mia. A casa non ci vuole più mettere piede, d’altronde per qualsiasi evvenienza, anche per un semplice mal di pancia, non avrebbe nessuno su cui contare. Già eravamo stretti prima (siamo in 5), ora io e lui ci dividiamo da 3 mesi il divano (per niente largo e da 2 posti) attaccato ad una rete con materasso per non cadere. Quello che di notte scivola dalla parte del divano, la mattina si sveglia e la schiena non la sente più.
Purtroppo questa è l’unica soluzione che temporaneamente siamo riusciti a trovare. Ma non possiamo continuare così. Nè per i miei familiari (la mattina per non svegliarci devono fare pianissimo perchè dormiamo accanto alla cucina), nè per la nostra salute.
E non posso nemmeno lasciarlo andare a vivere da solo in un monolocale, sarebbe immaturo dopo che lui si ritrova da solo per me, anche se indirettamente (cioè io credo che i suoi siano talmente abbagliati dal vittimismo della sorella che comunque più passano gli anni più la viziano e negano le differenze che fanno, che comunque esistono da prima della mia entrata in scena, anche se non così marcate).
La precedenza degli studi và al mio ragazzo. Il primo motivo è che a lui mancano una decina di esami, e almeno alla laurea breve arriva (aveva intenzione di specializzarsi ma mi sa che sarà dura), io invece ero al primo anno, ne ho dati solo 4.
Quindi per il momento, io dovrò lavorare a tempo pieno, magari arrotondo facendo la baby-sitter o dando ripetizioni come facevo mesi fa, anche lui farà qualcosina ma l’importante è quel pezzo di carta, a quanto pare conta quello per il mondo là fuori.
Domani ho il primo colloquio. Se mi prendono e l’università mi condede il part time, allora farò la studentessa-lavoratrice-neocasalinga (ho 20 anni e mi spaventa, non lo nego), altrimenti continuerò a cercare. Chi la dura la vince, no? Nessuno mi ha mai regalato niente, mi sono affidata alla mia tenacia traballante.
Ps. scusa se ti racconto i fatti miei, è che sei il primo (e qui anche l’unico) che riesce a capire che razza di calvario stiamo passando. Per fortuna il mio ragazzo non ha alcun ripensamento, ormai li detesta dal profondo, piuttosto sono io, avrei preferito che i figli che spero avrò un giorno avessero i loro nonni. Semplicemente. Ma come dice il mio ragazzo “meglio che non abbiano 2 dei nonni, che abbiano LORO come nonni, se fanno schifo come genitori”. Come dargli torto? Ciao e grazie
Ciao Dreamer, pensa che nella mia storia sono io sono il figlio dei genitori problematici, percio’ la tua situazione non mi e’ nuova.
Vista la situazione.. Mmmh.. Siete molto giovani percio’, per esperienza, ci sta il rischio che tra cinque anni potreste anche lasciarvi (dubbi, cambiamento, peso del percorso fatto..).
Percio’ se possibile io cercherei di :
– cmq far tornare lui a mangiare e dormire dai suoi, non e’ mica un senza famiglia o un senza tetto
– pianificate insieme di finire gli studi, sposarvi e vivere da soli
– nel mentre con i tuoi suoceri rapporto di freddezza, e chi s’e’ visto s’e’ visto
Come la vedi ?
La vedo che mi stona.
Tornare a casa significherebbe fare buon viso a cattivo gioco “solo” per motivi economici. E’ un pò spicciolo, è troppo opportunista, non lo farebbe mai, è un ragazzo che antepone i principi alla necessità. E lo amo per questo, rimarrei delusa anche da me stessa se prendessi questo in considerazione. Non ce lo meritiamo noi, non se lo meritano loro (ovviamente inteso nei sensi opposti).
Per quanto riguarda il secondo punto, ci sto pensando da settimane. Per il momento dobbiamo stringere i denti, almeno finchè passa il prossimo inverno. Così che risparmiamo su l’eventuale riscaldamento, e inoltre ha qualche mese in più per riuscire almeno a fare il tirocinio prima degli ultimissimi esami. Nel frattempo io lavorerò e metterò da parte i soldi dello stipendio. Una volta laureato credo che sarà costretto a studiare la sera, rinunciare alla presenza e lavorare anche lui di giorno. Stiamo pensando a questa soluzione.
Nel frattempo mi ha chiesto di prendere la nostra tendina e andare qualche giorno al mare, sente il bisogno di staccare, e so che ha ragione, ma io non riesco a distogliere la mente dalle preoccupazioni.
Quello che più mi turba non sono le fatiche che mi spettano, bensì la solitudine che sento in questa vicenda, il vuoto, il chiedermi continuamente che ne sarà del nostro futuro. E poi me li vedo per strada irrigiditi dentro i loro portamenti altezzosi e mi sale la bile. Nella mia mente loro sono gli str che fanno del male gratuitamente alla persona che ho di più cara al mondo insieme ai miei genitori. Non so se puoi capirmi, ma me li vedo tutti presi nei loro acquisti superflui per viziare Barbie, trent’enne con un lavoro e (poverina! secondo i suoi) deve pure pagarsi il mutuo della macchina (ne aveva una ma siccome la cugina l’aveva nuova e bella ha pensato di prendersela uguale, povera!) e vedo noi che a 20 anni dovremmo essere spensierati e invece ci ritroviamo ad aver paura di andare in campeggio qualche giorno, dietro alla smania del risparmio, dei conti da tenere sotto controllo, ogni giorno 1000 candidature per lavori da inviare, lo stress e soprattutto…la malinconia. Mi guardo intorno e mi chiedo perchè queste cose succedano ai bravi ragazzi, a due persone che stanno facendo i salti mortali per stare insieme dignitosamente, per costruirsi un futuro.
Ti chiedo scusa se ti assillo con questi miei enormi problemi, e non so come ringraziarti per tutto il tempo e la pazienza che mi dedichi. Ciao Colam’s, grazie ancora
Figurati non mi assilli mica, scriviamo su un libero blog, sto in vacanza e mi “parla” la vostra situazione.
In compenso non la vedo molto bene per ora: in sostanza a corto/medio termine dovrete per forza lasciare anche casa dei tuoi. Avete tu 20 anni e lui 23. Rischiate di penalizzare i vostri studi e il vostro futuro, e di impelagarvi nelle difficolta’ del quotidiano (che non fanno molto bene alla coppia)..
Ammiro le vostre prese di posizione sui “principi”. Ma si campa di soldi e di lavoro, siete giovanissimi.. Nn so, forse potreste andare per qualche tempo a vivere da una nonna o una zia, almeno per poter dormire decentemente e continuare a studiare a farvi qualche altro anno sereno da coppia ?
Tu hai ragione, anch’io credo che per la coppia sia malsano vivere sempre in situazioni così stressanti.
Io avrei dei nonni con una camera libera, ma sai, io sono friulana, da queste parti soprattutto gli anziani hanno una mentalità chiusa, sono diffidenti, hanno paura di “quello che può dire la gente” quindi lo devo proprio escludere come alternativa. Per i suoi di parenti, come ho detto precedentemente, i suoi parenti non lo salutano nemmeno per strada. Questo perchè quella che all’anagrafe risulta sua madre non oso nemmeno immaginare che castronerie abbia raccontato, sicuramente avendone compreso -troppo tardi- la furbizia non si inventava tutto di sana pianta, le bastavo per spunto le difficoltà, i problemi e le situazioni a nostro sfavore per creare dei grandi, perfetti castelli di ipocrisia, confezionava un bel pacchetto fiocco incluso e lo donava pronto ad una famiglia che fonda le sue radici su quello che ostinato a chiamare “rapporto civile”. In realtà questo “rapporto civile” è un bel coperchio alla pentola bollente, altro non si tratta che dei comodi reciproci: l’importante è l’apparenza. Cioé: per strada si salutano anche se non si possono reciprocamente vedere, spalmano frasi di circostanza sempre e comunque, anche per quanto riguarda le questioni più intime, tac! una bella frase fatta, hanno un atteggiamento perbenista, uno di quelli che all’apparenza ci casca così a pennello che qualsiasi remora sembra fuori luogo, diventi visionario, sciocco se pensi che loro giochino qualche tattica al momento giusto. Ma soprattutto non sanno cosa sia la DIGNITA’ di ogni singolo essere umano. Non riescono a concepire l’idea che il loro figlio abbia dei pensieri, dei gusti, dei comportamenti, un modo di vedere la vita autonomi da loro e per giunta diversi. Come potremmo lasciarci compromettere? In tutta onestà mi sentirei in qualche modo “comprata” se esortassi il mio ragazzo a tornare a casa. In pratica loro avrebbero il “potere” di far tornare il figlio SOLO perchè hanno due soldi (perchè per lui comunque non si sprecano) per una pastasciutta e due libri? E dove ci metti l’etica che prevede che i rapporti personali siano liberi, fondati sul reciproco piacere di condivisione, sull’affetto, sulla fedeltà, sul poter contare l’uno sull’altro? Lo so, sarà anche utopico, purtroppo me ne rendo sempre più conto, ma io a questo ancora ci credo e auspico, è la mia vita porca miseria, la voglio densa, la voglio sana, sono vera e sono umana. E sono molto stanca.
Ciao Dreamer, che storia disgustosa, ma più diffusa (in modo più sottile) di quanto si pensi: ricatti, imposizioni, differenze tra un figlio e l’altro, mancanza totale di rispetto (non si giudica l’amore di un altro, invece moltissimi genitori lo fanno, continuamente, magari in modo meno violento, ma con la stessa distruttività, quando poi, dovrebbero guardare al compagno o la compagna che si sono scelti loro…).
Per il tuo ragazzo rientrare a casa dei suoi sarebbe la fine: godrebbero sadicamente del suo “fallimento”, del suo bisogno economico e lo distruggerebbero psicologicamente.
E’ evidente che questo che vivete è una cosa davvero pesante, che ti butta in crisi esistenziale, ma dovete adesso cercare di calmarvi e spostare la vostra attenzione da loro, il male che vi hanno fatto, su quello che volete e desiderate voi.
Al momento siete ancora indirettamente, psicologicamente, vittime di queste due persone, anche se ne siete lontani fisicamente: non date loro questo potere.
Che tu Dreamer sia un po’ stressata ora si capisce dai problemi del letto, che ingigantisci: procurati un lavoretto, compratevi un letto o divano letto decente all’ikea e recuperate un po’ di serenità.
Cercate anche sì di parlare, di analizzare ed elaborare insieme tutta questa terribile storia, ma cercate anche di andare via qualche giorno come proposto dal tuo fidanzato, cercate una buona volta di non parlare di loro, ponetevelo come obiettivo, una volta analizzato tutto quanto c’era da analizzare. Per esempio potreste decidere un orario o un giorno in cui dedicarvi ad analizzare questo che avete vissuto e poi accordarvi che fuori di quell’orario non se ne parla (e non ci si pensa) più.
Iniziate a pensare, piano piano: sono dei grandissimi stronzi irrecuperabili? Bene, è un problema loro. Fate ciao ciao con la manina, chiudete il capitolo e apritene uno nuovo della vostra vita. Non fate in modo che questi due rimangano lì per sempre, come terribili fantasmi, a rovinarvi la vita. Non pensate nemmeno più alla sorella privilegiata. Consideratela come una poveraccia, siate orgogliosi della vostra nuova vita e affidatevi a chi vi supporta e vi fa del bene. Iniziate ad annusare la libertà conquistata insieme, a progettare la vostra vita lontani da quell’esempio di distruzione con cui avete avuto a che fare.
Ricordati che queste due persone hanno dimostrato una grande negatività. Se tornano con modi falsi e vi tentano, non ci cascate. Una possibilità gliela potrete dare tra molto tempo: quando sarete indipendenti, con un rapporto solido e forti psicologicamente.
Per quello che hai raccontato, stai certa che loro sono lì o a tramare qualcosa o minimo a sperare che al figlio vadano male le cose.
Avendo ben chiaro in mente questo, tu non ci pensare più a quello che vogliono o non vogliono loro. Attuate un piano col tuo fidanzato e dividete equiamente fin dall’inizio dei sacrifici che dovrete fare: ciò significa che sarebbe meglio che entrambi vi dividiate tra un lavoro part-time e l’università.
Non fare di più di quello che devi fare (non rinunciare all’università, fai un part-time), perché al primo vero problema con lui potresti pentirtene amaramente. Inoltre lui si sentirebbe troppo di peso, in obbligo, oppure imparerebbe a dare per scontato che devi sempre sacrificarti tu, e il rapporto si sbilancerebbe inevitabilmente. Lui dovrebbe lavorare part-time come te, vuol dire che si laureerà con un po’ di ritardo: non cadrà il mondo, la maggioranza degli studenti si laurea in ritardo.