Devo ammetterlo mi vergogno un po’ a scrivere qui dato che il mio problema se paragonato a quello di molte altre persone è nulla come un granello di sabbia rispetto ad altre persone.
Sono Stefano e da qualche hanno sento come una “vocina” dentro che mi soffoca e mi fa stare male… mi sento oppresso dall’unica vera libertà che l’universo ci lascia ovvero la vita… da 2 anni a questa vita non vivo… esisto… ho una vita abbastanza regolare scuola, amici del sabato di sera, la musica che è l’unica cosa che davvero mi da soddisfazione e che mi fa andare avanti in un baratro nel quale latito da troppo tempo.
Vedo intorno a me un deserto… una situazione arida che piano piano mi sta facendo morire per disidratazione… vedo ogni cosa nera e dalla mia vita sono ben pochi i fatti che mi fanno stare contento.
Mi sento un fallito perché non riesco a vivere… sono considerato da molte persone una persona da ammirare ma io non mi ammiro anzi non credo in me e mi abbatto sempre.
Sento dentro di un vuoto costante che si fa sentire attraverso questa voce e mi fa morire dentro… sono una persona che crede nel destino e nel suo corso ma non capisco a cosa mi stia portando… ho provato a tirarmi su in qualsiasi modo… avevo trovato il mio modo… fare lavori socialmente utili, per il primo periodo stavo bene mi sembrava che aiutando gli altri avessi potuto colmare il mio vuoto…
Ma due mesi fa è tornata a farsi sentire… e sono crollato completamente ho perso ogni forza… vado avanti per inerzia e ho abbandonato qualsiasi attività… vivo nella mia stanzetta buia a scrivere della mia paranoia e a rileggere citazioni e citazioni sulla mia moleskin quando non sono a scuola.
Ho avuto un crollo totale di qualsiasi tipo di forza di reagire… non riesco più a scrivere canzoni né a muovermi di casa.
Però non ho mai pensato al suicidio sono troppo insicuro ed indeciso anche per quello…
In amore ho sempre sofferto tantissimo e la mia vita sentimentale è sempre stata anche nel passato l’ago della bilancia del mio umore e da troppo tempo non provo certe cose…
E ancora come oggi… ieri… l’altro ieri… domani e dopodomani… resterò come immerso nella mia depressione e nella dolce paranoia del pensare…
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Categorie: - Me stesso
Ma forse sono io a non aver letto bene,ma non ho capito il perchè del tuo vuoto….cosa ti manca??? Perchè ti senti vuoto????
Sai come si chiama quel vuoto? Sai come si chiama quella cosa che ti tortura da dentro? Si chiama depressione. La puoi vincere facilmente anche se tu pensi il contrario perchè il tuo stato d’animo ti fa pensare al negativo delle soluzioni. Credi che tutto è storto intorno a te, ma perchè lo vedi solo sotto un punto di vista differente. La depressione si vince credimi, ho avuto dei casi in famiglia tragici che ne sono usciti facilmente. ti consiglio molta terapia, meditazione. Ma il passo più grande è quello di farti consigliare da uno Psicologo. Sono bravi e ti possono aiutare tantissimo.
Ti abbraccio e in bocca al lupo.
Quasiasi cosa voglia chiedermi su consigli non esitare a farlo.
Ciao Stefano. Hai ragione quando dici che il tuo problema, è un piccolo
granello di sabbia, se rapportato ai problemi esistenziali di molti.
Però stai male. Al punto di sentirti fuori dalla giostra.
Allora,forse non è veramente un granello di sabbia…è qualcosa di più,
la mancanza di vivere in concreto una storia d’amore, può arrivare ad essere un muro, un vicolo cieco, un procedere per inerzia cercando la via d’uscita…e la paura di non trovarla.
E’ una cosa molto diffusa, le persone più sensibili sono molto esposte aquesta leggera nevrosi.
Penso tu abbia sui 20 anni, più o meno, io il triplo. Ti confesso che ho deciso di scrivere qualcosa, quando ho letto che ami scrivere canzoni e forse suoni anche qualche strumento, la chitarra o il piano.
Io ho vissuto per lei, la musica, parafrasando la canzone di Giorgia e Bocelli. A 20 anni sono stato lasciato dalla mia ragazza, perché passavo moltissimo tempo a studiare, andare in giro a suonare, e poco
con lei. Ho avuto una crisi esistenziale simile alla tua. Tra l’altro pensavo che questa storia avrebbe potuto ripetersi, e così scelsi: la
musica. Era troppo importante, la mia ragione di vita, colmavo quel
vuoto, impegnandomi con la musica.Conoscevo ragazze, ma non mi legavo con nessuna, fino a 28 anni. Incontrai la ragazza che sapevo doveva essere da qualche parte…è stata la donna di tutta la mia vita.
L’amore vero non lo si cerca, e lui che trova noi! 8 anni ho aspettato
ma ne è valsa la pena! Quindi impegnati in quello che credi, la musica, lo scrivere testi, ottimo il volontariato, vivi quello che “senti”. Avverto la tua sensibilità, non perderla mai, segui la tua bussola interiore, le distrazioni e le deviazioni sono in agguato,il
vivere odierno appiattisce e annichilisce, rifletti, forse il tuo disagio comincia dal canto di queste sirene “fasulle”. Prendi coscienza delle tue priorità e del tuo essere unico. La vita ti accoglierà e ti sorprenderà con le gioie che ha in serbo per te.
Ciao mario
Sto vivendo anche io un po’ le tue stesse sensazioni (leggi il topic “Sopravviere o Morire?”).
Quel vuoto che senti si chiama “male di vivere”.
Quando si ha la consapevolezza dei propri limiti, l’insoddisfazione per alcuni punti chiave della propria esistenza che non vanno come vorremmo che non può essere colmata da tutte le altre soddisfazioni che possiamo prenderci.
Io sono oggettivamente molto intelligente, ho avuto l’invito ad entrare nel MENSA (a cui non aderisco), sono vicino ad una laurea in ingegneria, ho un modo di pensare che lascia le persone senza parole, riesco in tutto ciò che faccio, ma ho un vuoto dovuto alla mancanza di amore, non piaccio nonostante tutti mi dicono che sono un bel ragazzo… ebbene baratterei tutto quello che sono ora per “bilanciare” le cose… per sentire la mia esistenza piena, vedere appagati tutti i tasselli che ritengo fondamentali.
Purtroppo non si può scappare dal proprio male di vivere, è indispensabile che gli eventi ci diano una mano.
La vita è tua, fanne ciò che vuoi, ma ricordati che è una e sfruttala al meglio fregandotene di tutto e di tutti, fai ciò che ti fa stare bene. E se non sai cos’è cercalo! Prenditi come scopo attuale della tua vita la ricerca della tua serenità interiore, colma il vuoto qualunque esso sia..Poi il resto verrà da se..la voglia di fare, il divertimento con gli amici, lo studio, la famiglia..c’è tempo per questo..sarà un concetto egoista ma tu ora devi pensare a te stesso, pensa con la tua testa e fai ciò che ritieni giusto senza troppi dubbi. Hai paura di sbagliare? sai che ti dico sbaglia e poi rialzati piu forte e con più esperienza, non devi averne paura perche è meglio sbagliare e rialzarsi nella vita che essere un vegetale per sempre.
Devastato: volevo dirti che è appunto il fatto che io non riconosca cosa mi manca davvero che mi fa stare sempre peggio
Zawak: conosco gli psicologi da bambino ho avuto molti problemi per la mancanza di un padre che mi ha fatto soffrire ci sono passato e non sono riusciti a risolvere neanche i problemi esistenziali che avevo a 5-6 anni…non ho grande stiam in loro
Toroseduto: davvero bellissima la tua storia…un lieto fine…spero succeda anche a me quello che è successo a te ma è necessario il fatto che oggi io scriva qui sennò non riuscirei a trattenermi…spero anch’io un giorno di trovare la donna della mia vita…per la cronaca io canto e scrivo poesie e ascoltando la tua storia forse è sempre piu chiaro in me che è l’amore cio che mi manca
Plinio: provo praticamente le tue stesse sensazioni…mi sembra di avere una storia simile alla tua anche io inseguo una laurea in lettere e sono apprezato dalle persona intorno a me…ma barattrei tutto questo per una stabilita e una pace interiore che penso solo l’amore possa dare
Lady_star: è davvero grande la tua decisione e la tua fermezza nelle cose e nel fissare gli obbiettivo ma io sono una persona molto sensibile e sempre indecisa e non possiedo la forza per essere cosi determinato nello scegliere gli obbiettivi della mia vita
Caro Stefano non so quanti anni hai ma dai dettagli della tua lettera si capisce che sei intorno ai 18. Io ne ho 40, ho una storia chilometrica di delusioni alle spalle, ho perso il lavoro, la madre un mese fa, potrei perdere la fidanzata che è molto malata, e ho prospettive per il futuro molto grige… ma non ti scrivo per ammonire “guarda che c’è chi sta peggio!” Al contrario! Alla tua età ero come te, avevo problemi molto simili, e in certo senso mi ci confronto ancora oggi. Quindi ho avuto una esperienza molto approfondita su come affrontarli. Perciò lascia perdere i discorsi di quelli che hanno la tua età o poco più e ascolta me. Anzitutto, non credere di essere l’unico in questa situazione. E’ un male del nostro tempo. Colpisce molti più giovani di quanto non sembri. E non bisogna chiamarlo depressione, non si cura con le pastiglie. E neanche disagio psicologico, non si cura con le chiacchiere. Il suo vero nome è ALIENAZIONE DA SE STESSI INDOTTA DALLE PRETESE DEGLI ALTRI. Gli altri sono i colpevoli, e il fatto che ti avvilisci così è la prova che ti stai facendo vincere, che ormai osservi te stesso coi loro occhi, giudichi te stesso coi loro metri di giudizio, mentre ti reputi un fallito solo perché misuri la tua “riuscita” coi criteri che loro hanno stabilito. La società, gli amici, gli insegnanti, i genitori, i pezzi grossi… tutti adorerebbero se tu fossi diverso da quello che sei, se invece di un tipo riflessivo, contemplativo, amate della musica tu fossi un palestrato bellimbusto con sorriso di candide zanne, servile, ruffiano, strisciante, cicisbeo, vanitoso, narcisista, dall’animo ottuso insensibile al bello, all’arte, sensibile solo ai soldi, pieno di ideali come arricchire per gustarsi peripatetiche, ferrari, ostriche, champagne, circondarsi di status symbol rombanti e virili. Tutti quelli che non sono così da giovani si sentono falliti e colpevoli. Falliti perché il mondo (chi comanda, chi decide e le Donne) premia la categoria che ti ho detto…
… colpevoli perché chi è disgustato da questo falso ideale viene con mille trucchetti subdoli indotto a sentirsi inferiore, anziché diverso. Sicuramente tu invidi certa gente, che riesce dove tu hai fallito. Vorresti essere come loro. Qui sta l’errore. Devi essere fiero di quello che sei. Devi combatterli. Anche se non ti hanno fatto niente, sono i tuoi nemici. La tua sola esistenza li riempie di livore, perché sanno di non avere la tua sensibilità, e quelle che tu credi essere le gioie della vita che loro si godono, sono in realtà una minestra scipita, nella loro bocca sempre amara. La gente brillante, ottimista, risolta, riuscita lo è semplicemente perché è ottusa: chi è sensibile (come te) è per ciò stesso una persona problematica, e non potrà mai sperimentare l’esistenza rampante dei re dei salotti, con sorriso a 64 denti. Non li devi invidiare, solo compatire e disprezzare. Tu sei superiore. Disprezzando te stesso, trovandoti responsabile di chissà quali mancanze, ti comporti da perfetto idiota. E il suicidio per questi motivi è l’apoteosi dell’idiozia. Possibile che sia tanto difficile capire che bisogna sputare in faccia al mondo, e non chinare il capo e arrossire di vergogna? Fai questo esercizio, tutti i giorni: quando vedi una figura che ti ispira soggezione, timore dell’autorità e del potere, amarezza perché lui è riuscito, ha trionfato e tu no, immaginatelo nudo! O nudo e vecchio, decrepito, sbavante e balbettante, come sarà un giorno se non crepa prima. O nudo e diarroico che riempie il cesso, e la fa traboccare fino al piano di sotto. Capirai che nessuno è superiore a te. Togliti dalla testa che l’orgoglio sia immorale, oppure che devi aiutare gli altri: aiuta prima te stesso. Togliti dalla testa che devi amare gli altri: ama prima te stesso. La guarigione sta tutta qui. Ciao, e tanti auguri a te e a tutti i ragazzi del forum. PS anch’io sono musicista (cercate il mio nick su google): ma me ne frego del successo. Sono superiore e tanto mi basta.
Lorenzo molto bella la tua riflessione…il tuo odiare il mondo…non mi sento di invidiare chi mi sta intorno…purtroppo l’ignoranza pervade nel mondo di oggi e se oggi gli stereotipi di persona ideale sono quelli che hai citato prima è dato dal’ ignoranza…io non li invidio…il vuoto e la tristezza che sento dentro sono condizionati dal mondo, chiaro, ma non dalle persone con cui sono a contatto, di loro me ne sbatto alla grande non ha valore per me…il mio vuoto lo sento sopratutto per quello con cui questo mondo non mi ha messo in contatto…per le occasioni che non ho avuto fino ad ora per tutti i no che ho detto in vista di un si piu grande, e dal non riuscire a trovare niente che davvero mi appartenga…ma d’altronde trovare cio che veramente ci appartiene è il senso della vita.
Sinceramente non sento di dovere odiare il mondo per la mia condizione sento che una buona parte del lavoro l’ho fatta io con la mia insicurezza e penso che la maggior parte di quel “buono” che finora ho fatto nella mia vita lo devo a molte persone che mi hanno insegnato a vivere e a sapere che anche se dai la caccia c’è sempre chi da la caccia ai cacciatori…io semplicemente non riesco a fare ne la preda ne il cacciatore…sono uno spettatore
@ Lorenzo nero wizard
Hai espresso il tuo parere,”passeggiando” sugli altri post.
Di anni ne ho 60, ritengo che sia giusto che il discorso si sviluppi con
i coetanei, noi, che abbiamo superato traumi e frustrazioni, sappiamo che la vita è una maestra, e si cresce attraverso le difficoltà.
Ma è pur vero che una vita in discesa, porta poca maturità, sono le difficoltà a temprare il carattere.
Non necessariamente diventando l’opposto di quello che si è, ma solo vivendo coerentemente la propria unicità, si impara l’amore. Ciao