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Lettera pubblicata il 18 Novembre 2016. L'autore, Dominga93, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Qui si collocano non solo le emozioni che conseguono all’orgasmo e all’innamoramento, ma anche quella sensazione liberatoria tipica di un cocainomane che ha appena tirato—oppure di una persona che placa la sua fame o la sua sete. Dalla VTA scaturisce anche il sistema dopaminergico, anche detto “sistema della ricompensa”, che provvede al rilascio di dopamina con conseguente sensazione di benessere.
Potrebbe sembrare illogico che una semplice questione amorosa possa sconvolgere un’area del cervello. Il fatto che nelle cavie si siano verificate attività cerebrali di questo genere anche dopo la fine del rapporto ha portato Fisher alla conclusione che queste fossero ancora innamorate—e tale fenomeno si chiama “frustrarion attraction”.
L’ipotesi di Fishers è che all’origine dell’ “amore romantico” ci sia una “profonda dipendenza” evidenziata dall’attività delle regioni cerebrali del VTA e del nucleo caudato, che è una parte del sistema di compensazione.
Di fronte a una persona amata le persone si comportano come dei drogati. “Probabilmente è questo il motivo per cui l’amore è così difficile da controllare. Non è colpa nostra, siamo fatti così.” L’istinto che c’è dietro ciò che definiamo amore romantico “ha un fine essenziale; è segno della nostra appartenenza al regno animale, e ne abbiamo bisogno,” scrive Fisher sul sito del suo libro “The Anatomy of love”. Questo istinto esiste già da quattro milioni di anni, e ha guidato la perpetuazione della specie e l’istituzione della coppia.
Se l’amore ci rende bramosi quanto una droga, ciò significa che dopo la separazione si è costretti a lasciarsi la dipendenza alle spalle. “È importante non avere più niente a che fare con la persona che ci ha lasciati” sostiene Fisher. Più entriamo in contatto con il nostro ex, più il nostro sistema dopaminergico reagisce. O per dirla con le parole dell’antropologa: “Pensavo che l’amore fosse un insieme di sentimenti, ma in realtà è semplicemente un…
Pazzo? Io non nego niente. Non hai capito niente di quello che ho scritto. Cmq non fa niente. Tanto passa prima o poi. Le cose per capirle bisogna viverle.
…meccanismo di sopravvivenza!”
E questo è ciò che succede alle persone normali, se poi ci mettiamo che il tuo caso è del tutto particolare e che gli vuoi fare da mammina abbiamo un groviglio inestricabile…
È come parlare col muro… A madre natura non si comanda! Per questo lettere come queste sono totalmente inutili anche se costituiscono il 90% del sito…
Cmq non puoi giudicare perché tu non vivi e non hai vissuto la mia esperienza. Ogni delusione è diversa. Possiamo chiudere qui. Il mio era solo uno sfogo. So benissimo cosa è successo, ma l’accettazione è dura e non me ne vergogno. Passerà.
Che l’amore crei dipendenza è fuor di dubbio. Non capisco come si possa essere dipendenti da qualcuno che ci maltratta e ci sfrutta. Mistero.
“Cmq non puoi giudicare perché tu non vivi e non hai vissuto la mia esperienza.”
Ma guarda è fuor di dubbio! Ma allora che cacchio scrivi a fare qui?!
Mistero.
Per fartela passare non devi vederlo. Mai più. per almeno un anno e mezzo. È dura uscire dalle illusioni dei sensi quando queste si scontrano con la dura realtà.
È la stessa cosa che mi domando io. Perché non riesco a dimenticarlo se mi ha fatto tanto male?!
Ma insomma Dominga, Xleby ti ha inviato un link straordinariamente esplicativo sul perchè si verificano certe sindromi eroto-masochistiche, e tu ti chiedi ancora il perchè?
Hanno venduto 100 milioni di copie di “50 sfumature di Grigio” a donne come te che amano la sofferenza delle e nelle emozioni, scambiandola per ammore, guadagnando milioni e milioni di dollari su quel particolare piacere così tipicamente femminile.
Tu sei vittima delle tue ghiandole endocrine e della cultura del dolore vista come espiazione di colpe che non hai, ma che ne indirizza l’azione. È la cultura del sacrificio ancora presente nelle pieghe della nostra educazione cattolica, e per soffrire ci vuole uno che ti faccia star male, è ovvio, un ragazzo “normale” non ti darebbe mai quelle “emozioni eroiche”.
Tu grazie a quello struggimento ti senti la Veronica pietosa che asciuga le sofferenze del Cristo sulla via Dolorosa, sei la Maddalena che piange la morte del Salvatore sul Calvario, la Vergine addolorata che tiene in grembo il Figlio Morto.
Solo che lui è un pirla qualunque, e a te in quel ruolo non ti ha scolpita Michelangelo, ma i romanzi di Harmony.
Anche secondo me hai avuto un padre anaffettivo, ma come hanno già detto non è condizione necessaria alla sussistenza sindromica.