Caro lettore,
non riesco mai ad essere felice… no no credimi, la colpa è solo MIA!
Finalmente ho una bella comitiva numerosa, di persone che mi divertono, ci tengono a me, ho opportunità, sto bene economicamente, godo di un?ottima salute (facciamo le corna!) però nonosante tutto questo, una parte delle mie giornate le passo a pensare al motivo per cui mi sento infelice.
Io finalmente, ho capito come funziona : una volta entrato in un gruppo , o in qualsiasi realtà nuova , sono abbastanza timido… dopo un po’ riesco a sbloccarmi e a stare bene in quelle situazioni ( quando sono me stesso). Tuttavia, non riesco a mantenere un’equilibrio, vado a tratti ; una volta sono me stesso, a volte invece mi sento escluso, a volte non sono me stesso.
Tornando al mio ragionamento, e prendendo il caso della mia nuova comitiva ( con cui mi trovo molto bene ) continuo a farmi mille problemi su futili cose perchè magari ho paura di essere escluso.. sono paranoico! Per esempio, oggi io voglio andare a correre e per questo motivo non esco… ma questo fatto mi tormenta e temo di essere etichettato come colui che si vuole staccare dal gruppo. Questi pensieri mi tormentano. Quando esco, poi, a volte sono così paranoico che non mi diverto a furia di pensare e pensare ( se dico questo rideranno? se dico questo è sbagliato? ) , altre volte invece mi diverto come un pazzo perchè mi comporto come io voglio comportarmi. è su questo che io devo lavorare : essere come sono e fregarmene del giudizio degli altri! purtroppo la questione è che questo aspetto del mio carattere è molto difficle da aggiustare( fortunatamente , ci sto lavorando).
Ah! Nonostante ciò , ho le continue pressioni dei miei genitori che , vedendomi con questo nuovo gruppo, sono felici ma quando mi “isolo” per diverse ragioni mi chiedono : ti stai già staccando da loro , coltiva le amicizie che poi in un futuro puoi stare anche solo!
Lettore, questo è il succo della mia vita…
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Categorie: - Me stesso
Non sei libero e per essere felici bisogna essere liberi.
molto, ma molto preovvupante.
Io penso che l’uomo sia infelice perché tendenzialmente ricerca la felicità nella sua condizione, non giudicandola affatto misera. Io non ho avuto la gioia di vivere un amore giovanile, di conseguenza, soprattutto visti i tempi, mi sento appagata dalla vita. Questa è la mia gioia. Che piova o che ci sia il sole, non importa. Questa pace interiore deriva dal fatto che mi riconosco nei pensieri della letteratura ascetica medioevale e scelgo di elevare l’anima per ricongiungermi con Dio perché ricongiungendomi con l’uomo non potrei fare altro che imbruttirmi. Voglio dire: -se capita: capita!- Con questo spirito potrei anche aspettare il grande amore senza tuttavia sentirmi legata al maschio. Il bisogno d’amore, quando sei molto coinvolta, ti porta a mitizzare il sentimento e a perdere la corporeità. All’apparenza potrebbe sembrare tutto bello, ma questa pace che ti cade da chissà dove, che non richiede rinunce da parte vostra, non ti consente di elevare l’anima per arrivare fino a quelle altezze in cui risiede questa nuova forma d’amore che hai conosciuto. Secondo me nel mondo di oggi c’è molta ipocrisia. Sinceramente penso che le persone potrebbero realizzarsi umanamente semplicemente riconoscendosi nelle parole del cardinale Lotario di Segni, al secolo Papa Innocenzo III. […]
[…] In un brano del De contemptu mundi, o De miseria humanae condicionis, scrive: “L’uomo è formato di polvere di loto, di cenere, e d’una cosa ancor più vile: di spurcissimo seme umano; è stato concetto in pizzicore di carne, in calore di libidine, in puzzo di lussuria e in macchia di peccato, che è il peggio; nato alla fatica, al dolore, e ala paura e, quello che più misero alla morte. Fa cose prave colle quali offende Dio, offende il prossimo, offende sé medesimo; fa le cose brutte, colle quali macchia la fama, la persona, la coscienza; fa le cose vane per le quali disprezza le cose d’importanzia, disprezza le cose utili, disprezza le cose necessarie, ecc.” Io penso che basterebbe riconoscersi in questo profilo per recuperare la corporeità e magari cercare di correggersi nei limiti del possibile. Secondo me non è necessario convertirsi. Basta essere onesti con sé stessi. Es. Mi piace il sesso. I buoni sentimenti non possono altro che peggiorare le cose, sollevando inutili, ma veramente inutili, questioni morali. Se non ti sfiora l’idea di fare delle rinunce: di cosa stiamo parlando? I precetti si seguono o non si seguono. Costruirsi una propria religione è molto più deleterio.
E come si diventa liberi?
Secondo me basta pensare con la propria testa.
Stavo leggendo proprio oggi un libro che tratta il tema della felicità. Per essere felici non dobbiamo porci limiti più grandi di quelli che possiamo materialmente, realmente raggiungere.
Il tuo problema non è che tu vuoi degli amici con cui stare bene, probabilmente tu vuoi che tutti ti apprezzino, e quando si porta qualsiasi cosa all’estremo non si può essere felici.
Dovresti vivere la tua relazione col gruppo in maniera meno astratta e più reale. Se oggi vuoi uscire a correre lo dovresti dire senza problemi, magari impegnandoti ad unirti al gruppo un po’ più tardi. Ma devi toglierti dalla testa l’idea di piacere A TUTTI, oppure i tuoi desideri, le tue mire, diventeranno infinite e dunque irreali, e questo ti farà sentire infelice.