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Lettera pubblicata il 24 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Aloneinthisworld.
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Nonsoche- io lavoro non mi lamento a caso
Ottimo Lemon, è un’ottima cosa, se lavori sei a posto. Ti affitti un monolocale e i tuoi li vai a trovare a Natale e/o Pasqua, così i capelli te li puoi fare anche verdi. Però non si capisce che vuoi!
Ho 24 anni, fuori corso, mi trovo a qualche chilometro da casa. Ho un ragazzo e degli amici che ormai per me sono una famiglia. Delle chiamo mia madre, feste in famiglia…ma non riesco ad essere felice a casa da loro, spesso finisce con l’arrabbiarmi e stare via. La loro felicità dipenda dal fatto che io mi laurei, che trovi un lavoro, e con questo dico che sono dei bravi genitori, capisco di non essere una figlia facile, ma credo che mi abbiano caricata di aspettative troppo grandi per me..ed io solo andando contro mi sono sentita libera e felice e onestamente non mi mancano. È brutto da dire …ma ormai non riesco neanche a fare una chiamata e farli contenti, o comunque sono molto fredda con loro. Mia madre non mi chiama mai, neanche mio padre; oggi 5 giorni che non ci sentivamo mi chiama dicendomi non ti fai sentire, ti serviamo solo per i soldi…mia madre non ha mai voluto che io lavorassi. Hanno sempre desiderato una figlia perfetta, “come quelle delle altre”.
Occhiscuri,
mi dispiace che ti sia così difficile relazionarti con i tuoi genitori. talvolta, a fin di bene, finiscono con il pretendere troppo dai figli. meno male che hai la compagnia di un ragazzo e di amici. questo rappresenta sia un punto a tuo favore che un buon risultato educativo, a livello relazionale.
ti piace il corso di studi che stai frequentando? quanto ti manca dalla sua conclusione?
indipendentemente da quanto sopra, essendo maggiorenne, pur con le scarsissime attuali possibilità di lavoro, potresti cominciare a renderti almeno in parte indipendente economicamente, se così ti piacerebbe fare.
tu devi accettare e comprendere il desiderio dei tuoi genitori ma anche loro devono accettare e comprendere le tue inclinazioni. devi sì essere tu a chiamare a casa ma anche tua madre deve farlo, dimostrando di tenere a te non soltanto per i risultati di studio che le sarebbero graditi.
se te la senti, prova a parlarne con loro.
un abbraccio.
Ciao Occhiscuri. Purtroppo da quello che racconti hai una famiglia narcisista ( se non sai di cosa si tratta fai una ricerca in rete ). Questo tipo di genitori non amano in modo sincero i propri figli, cercano sempre delle pecche in loro, tendono a caricarli di aspettative e non si sentiranno mai contenti dell’ operato del figlio. Ma non perchè il figlio effettivamente sbaglia, ma perchè hanno problemi da risolvere con se stessi. Tipico è il metterti a paragone con altri, facendoti sentire “di meno”. Ma tu non sentirti in colpa perchè hai inclinazioni e desideri diversi dai loro. Renditi indipendente e pensa solo a vivere la tua vita, a loro purtroppo non li cambierai mai e non riusciranno mai ad apprezzarti per quella che sei. Devi rassegnarti e accettarlo, non puoi fare altro. Un caro saluto.
L’unica cosa che mi sento di aggiungere ai commenti precedenti, Occhiscuri, è che i tuoi genitori potrebbero anche essere semplicemente persone dalla mentalità molto ristretta (e fidati, ce ne sono parecchie). Cioè, persone secondo cui avere una laurea e un buon lavoro prestigioso sia il massimo della vita, condizione necessaria per essere felici, nonchè quello a cui tutti dovrebbero ambire. Ma non è così, ovviamente, dipende dalle persone. Tu è giusto che insegua i TUOI obbiettivi, non quelli dei tuoi genitori. Anche se intendi laurearti, ricordati che lo fai per TE, non per LORO. Credo quindi che dovresti affrontarli al più presto e dire loro in faccia tutte queste cose. Come hai detto tu, sono brave persone che ti vogliono bene, anche se hanno probabilmente una mentalità troppo ristretta. Chiarirvi non dovrebbe essere impossibile. Vai e affrontali. Saluti.
Occhiscuri, ma quali sono le “grandi” aspettative dei tuoi genitori? Che tu finisca l’università magari non in otto anni fuori corso e che ti trovi un lavoro per sbarcare il lunario?
Mica vogliono una novella Ursula Van der Leyen o un Astrosamantha o una Lagarde, FORSE tuo padre si è solo un poco rotto le sfere di mantenerti a fare la vita di Michelasso.
A essere ristretta qui non è la mente dei tuoi: è il loro portafoglio che si sta giustamente restringendo.
Formulo pertanto una professorale diagnosi di “fimosi del taccuino” complicata da astenia del conto corrente, con prognosi di almeno un lustro.
Ricordiamo tutti (con “tutti” intendo i Luminari di LaD H.C.C. Gmbh) l’opinione che aveva l’acuta Rossella degli studenti fuori sede…
Da quello che scrive Occhiscuri questa cosa di fare l’università sembrerebbe più un desiderio dei suoi che un qualcosa che le appartiene in maniera autentica. E in questo caso forse dovrebbe rivedere i suoi piani e dedicarsi ad altro, senza però aspettarsi sostegno e comprensione dai suoi genitori, che hanno evidentemente un’altra visione delle cose. Giusta o sbagliata non importa, l’importante è che Occhiscuri conquisti la sua felicità,e per far questo purtroppo a volte dobbiamo scontentare chi ci è vicino. Dissento anche da quanto dice Bottex, non credo che con genitori di questo tipo si possa veramente “comunicare”. Al massimo si può tentare di avere un rapporto civile, stando però ognuno per conto suo. Idem vale per le altre storie che ho letto qui.
Occhiscuri, ti andrebbe di rispondere alle domande di Rossana? Mi sembra che lei abbia inquadrato il punto. Ciao.
A senza speranza, autrice della lettera: come vanno oggi le cose, a distanza di anni?