Ho passato quattro lunghissimi anni a sperare in un amore che non si è mai manifestato. Io, che per tutta la mia vita non sono stata certa di niente se non per questo sentimento. Lo amato segretamente e lentamente, lo amato come si ama a 2o anni. Ho raccontato a tutti di lui, di come mi sia negata della vita per lui, covando un semplice sentimento. Ho giocato a fare l’amica mettendolo sempre in discussione, a chiedere un 100% a una persona che magari non ha mai dato niente a nessuno. Volevo lui, volevo tutto quello che mi ero negata, volevo sapere di più, volevo che si accorgesse di tutto. Ma tra gli abbracci, tra le continue discussioni e incomprensioni avevo letto che niente era reciproco, allora la decisione di partire, di lasciarmi tutto alle spalle e quello di dirglielo. Decido, ci parlo, ma non mi faccio coraggio e gli dico semplicemente che parto per cambiare vita. Mi aggredisce, mi dice come mi vede è mi rendo ancora conto che il mio sentimento non poteva più essere sfornato e mangiato, ingoio tutto e ci lasciamo. Poi decido di non partire, di non andare più via e non ne parlo con nessuno (grande cazzata). Il destino gioca i suoi assi e me lo ritrovo davanti, completamente ubriaca riesco a vedere la delusione nei suoi occhi. il giorno dopo mi urla in faccia la sua delusione, il mio regalo e la decisione di non parlarci più. Resto basita e mi accorgo quel bellissimo 100% uscire fuori, me ne innamoro ancora di più ma lui ormai riempito di orgoglio mi sputa in faccia le ultime parole ” mi hai preso in giro”. “non volevo” rispondo sicura di me. “sono due anni che cerco di avere un rapporto con te, figurati se mi perdo su ste stronzate” continuo a fare l’amica. dopo ore di ridicolo accetta le mie scuse ma non mi perdona, si allontana e quell’istante perdo tutti gli anni che avevo speso per lui, tutto un giro per conquistarmi un posto nella sua vita. Ormai tutto in fumo, mi butto e dichiaro tutto con un messaggio, lo vede, non risponde. Decido di allontanarmi e lui la prende peggio di me non rivolgendomi nemmeno uno sguardo. ora mi odia, ora non può vedermi, ma non riesco a rassegnarmi alla fine di questa storia. Tutto finito per questione di piccolo errore fatale, non sono riuscita a recepire il suo bene, non sono riuscita a capirlo perchè pensavo troppo a non far crollare tutto quello che avevo fatto per lui. è bastato un attimo. Non riesco più a rassegnarmi, non riesco a perdonare questo mio errore e non riesco non continuare a corteggiarlo, nonostante tutto. Sto perdendo i chili, il sonno, la vita…continuo a bere e non smettere di pensarci, di metterlo al primo posto. semplicemente non mi arrendo, ciò mi rende vittima e bambina ma non riesco a fare altrimenti.
per una vita mi sono sentita sola al mondo, arresa al fatto che ci fosse qualcuno che mi somigliasse, ora c’è, ma mi ha detto addio e non riesco a non crederci.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Nel mondo in cui viviamo, la crisi della fede, non consente alle donne di vivere i sentimenti senza tenere conto della reale natura del maschio. La castità è un valore quando mette l’uomo in condizione di dare valore alla persona. La purezza degli affetti porta l’uomo a ragionare in maniera semplice e lo rende capace in amare in maniera pura senza invadere con i suoi ragionamenti la complessità dell’animo femminile. I miei fratelli non fanno testo perché hanno le loro idee (maturate a partire dall’infanzia) e non fanno dipendere la loro maturità affettiva da un precetto (religioso o politico) che tra vent’anni li potrebbe portare a desiderare di riprendere in mano la loro vita. Si ritengono soddisfatti, anche se lo stato delle cose rende più faticoso il loro cammino. Come tutti hanno i loro pensieri, ma sono preparati a contenere le istanze irrazionali e tendono naturalmente alla quiete perché hanno una visione profonda della loro interiorità. Quando cresci mettendo l’ingegno nella manualità creativa impari a purificare la passione perché la minuziosità eccessiva che ti serve per guardarti dentro ti porta a godere di una calma che resterà impressa nella tua memoria. E’ così che si sviluppa la pazienza. E’ necessario avere delle abilità manuali per appassionarsi… ma non è sempre detto. Ci sono tante altre esperienze che hanno un valore formativo. Es. Andare a scuola con tua sorella riconoscendone il diritto di primogenitura e quindi affiancandola come un cadetto.
Andare a fare le commissioni insieme a lei sempre con questo spirito. Accompagnare i genitori. Sempre con questo spirito. Per far valere il proprio status e vivere la pazienza come una missione. Tutte queste esperienze sembrano banali, ma contribuiscono a formare le coscienze e a dare un freno alla nostra libertà. L’attesa in alcuni contesti è più piacevole, ma quando lo paragoni al senso di liberazione che nasce dall’aver fatto il proprio dovere diventa una cosa effimera che ti porta a dare valore all’indispensabile.
vai da lui, abbraccialo e bacialo!
Ha ragione Rossie, affianca tua sorella maggiore come un cadetto, vedrai che la vita cambia colore. Per i chili persi, devi stare attenta al BMI, non è detto che siano un problema, ma tieniti nell’ambito del ragionevole. Ma hai una sorella maggiore o no? Per curiosità.