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Lettera pubblicata il 7 Ottobre 2019. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Tempoepazienza.
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Tornando invece sulla questione favola, principi e principesse, dovrebbe esser prioritario nelle relazioni assumersi la propria parte di responsabilità per tutto ciò che intimamente sviluppiamo. La gioia profonda non può scaturire solo dal trovare quello giusto, il “principe azzurro” perchè, allora anche per quest’ultimo, è tutto spiegabile con le favole. La paura maschile di essere influenzati da una donna: il principe azzurro, impavido e forte, sconfigge tutti i mali e salva la sua principessa dal dolore e dalla sofferenza. Ma per far ciò costui rende lei incapace di prendersi cura di se stessa. Non c’è fiaba in cui il principe condivide le proprie scelte con la principessa e dall’altra parte, in cui lei (si che sarebbe davvero emancipata) usa orgoglio, forza, ingegno e soprattutto dignità per sfuggire a quel dolore e sofferenza di cui è vittima. Uomini non si nasce, lo si diventa. Datevi una svegliata e non fatevi abbindolare da una gonna corta e qualche ammiccamento. Che a ballare sono brave tutte (e sino a tarda età) ma poi han davvero poco da offrire.
Giusto un chiarimento al volo:
Post nr 15 scritto da un altro Adam
Forse si tratta di “omonimia” (lo spero per lui)
Forse un simpaticone che meglio non ha da fare che scrivere con altrui nick (nel caso,che vita piena deve avere)
https://www.youtube.com/watch?v=ADAVis_d3w4
Immaginavo arrivasse la precisazione. Non sei tipo da “Pretty Woman”. Ma ho sperato che potessi esserlo, nell’intimo.
Bohemien tutto sacrosanto, il commento 21 poi è per pochi..
Per “favola” non mi riferisco a quelle storielle stupide e melense che ci raccontavano da bambini e che sono intrise di luoghi comuni ( ha fatto più danni Cenerentola che la bomba nucleare.. ). Per quanto mi riguarda, la “favola” è imbattersi in qualcuno che ti conduce fuori dall’ordinario, che riesce a farti provare determinate sensazioni, che ti coinvolge non tanto per ciò che fa, ma semplicemente per ciò che è. La persona che con la sua sola presenza ti dona una nuova prospettiva. E tra l’ altro il mio uomo ideale non è quello che mi “salva” e mi risolve tutti i problemi trattandomi come un panda da proteggere. Ma è quello che mi mette in mano una “pistola” e mi dice: “Ok pupa. Adesso tocca a te sparare!”.
Bambino io brucio per te e solo per te..
Un tempo i matrimoni duravano prima di tutto perchè il divorzio non c’era, e poi perchè per una donna ( ma anche per un uomo ) il separarsi dal coniuge era considerato un’ onta sociale. E per una donna di allora essere approvata dalla comunità cui apparteneva era fondamentale, non avendo lei la possibilità di emanciparsi dal contesto che la circondava sia a livello socioculturale che economico.
io comunque abolirei sia il divorzio che il matrimonio. Li ritengo entrambi blasfemi.
“Per quanto mi riguarda, “la “favola” è imbattersi in qualcuno che ti conduce fuori dall’ordinario, che riesce a farti provare determinate sensazioni”
E siamo sempre li..la convinzione di concretizzare le più alte aspettative personali grazie alla presenza di una fantomatica persona che ci farà divenire ciò cui aneliamo essere. Mai letto “Aspettando Godot” eh.. In pratica deleghi ad altri la responsabilità della tua felicità. Io penso sia proprio questo il motivo per cui tante donne abbandonino il partner. Finita l’idealizzazione iniziale della persona (che coincide con la fase romantica dell’innamoramento) ci si accorge che la solfa è sempre la stessa. Ma è ovvio che sia così: un uomo può esser bellissimo, intelligentissimo e capace ma pur sempre un normale essere umano che alla lunga risulta banale. Perchè banale è la nostra esistenza. Relativamente al macho che ti mette in mano la pistola (che poi..è rosa o nera sta pistola? :D) cosa ti vieta di interrompere la tua attesa, armarti da sola ed iniziare a sparare all’impazzata? Non starai aspettando il principe che risolve i tuoi problemi ma stai comunque delegando a un lui, il tuo bisogno di riscatto sociale. Fallo tu, fatelo voi. Se ne siete in grado..
Forse il vero traguardo è questo: saper star bene da soli e non farsi annientare dall’abbandono di un’altra persona, ma nel momento che quella persona ti dà tutto e tu fai altrettanto è difficile essere così cinici. Anche non volendo si sogna, pensiamo e sentiamo che tutto vada bene ed un giorno ti svegli da solo, c’è chi dopo 3 giorni è già pronto e ripartire e chi come me rimugina, pensa agli errori, alle cose non dette, ai motivi e a ciò che l’altra persona anche a distanza di mesi potrebbe fare e pensare. Quindi forse si, vorrei essere quello dei tre giorni, perché “il peccato fu creder speciale una storia normale” e forse tutte le storie vanno a finire così.
Bohemien, penso che il discorso che facevo si sia capito ( per chi è disposto a capire e non ha preclusioni ) e non aveva nulla a che vedere con il dover far dipendere la propria felicità da qualcun altro. Ritengo poi che “felici” sia un termine pretenzioso.. l’ essere umano a mio avviso può solo anelare a una condizione di serenità costante, ravvivata qua e là da sprazzi di gioia improvvisa e inaspettata, come appunto lo sono certe situazioni.
Nessuna pretesa che qualcuno debba salvarci, nessuna idealizzazione fuori dalla realtà. Anzi personalmente ciò che più mi intriga in una persona sono proprio il suo lato “oscuro” e le sue imperfezioni ( più come oggetto di studio a dire il vero che per un fatto di mera attrazione come quando ero più giovane ). Si tratta solo il riconoscere che può capitare a tutti noi ( anche al soggetto più corazzato ) un momento di ristagnazione per cui è necessaria una sferzata rinvigorente. Chi sta già in coppia la troverà magari in una rinnovata intesa con il partner. E chi è single in un nuovo innamoramento o un nuovo incontro. Tutto qui..
..Nel mio caso è anche una questione “terapeutica”, non lo nascondo. Quando sono innamorata sono maggiormente rilassata, creativa, aperta verso la vita, sono meno vulnerabile alla stronzaggine altrui, più resistente alla fatica fisica, meno ansiosa e anche meno rompipalle. Ma non è che altrimenti sarei infelice e disperata, ma assolutamente no.
Lo ammetto, non ho mai letto “Aspettando Godot”. Ovviamente non significa che non ho letto mai nulla.
Ma certo che io sparo anche da sola ( preferisco il nero ). Ma vuoi mettere il piacere di farlo in compagnia?
Cordialità.
“Lo ammetto, non ho mai letto “Aspettando Godot”
Leggilo. Potrebbe esser terapeutico anch’esso.